Il congresso provinciale di Sinistra Italiana elegge segretario Roberto Bacchin, classe ’93. Bacchin: “Serve un’alleanza tra le forze politiche che possono trovare un terreno comune per contrastare i mali del nostro tempo: l’emergenza climatica, le crescenti disuguaglianze, l’erosione dei diritti sociali e individuali”.RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO – L’assemblea congressuale e la direzione provinciale torinese di Sinistra Italiana riunitasi in modalità online sabato 13 Marzo 2021 ha eletto segretario provinciale Roberto Bacchin e Tesoriere Alberto Re. Roberto Bacchin collegnese, classe ’93, è il più giovane segretario metropolitano mai avuto di Sinistra Italiana: “La crisi pandemica non ha fatto altro che acutizzare ulteriormente i problemi di un territorio in difficoltà dal punto di vista economico, sociale, demografico e ambientale. Una recentissima pubblicazione del Centro studi della Cassa Depositi e Prestiti individua la Città metropolitana di Torino come un’eccellenza, in grado di essere un potenziale volano per il rilancio dell’economia piemontese; la vera chiave di sviluppo del territorio è proprio quella di una visione metropolitana: Torino per rilanciarsi deve guardare verso la sua campagna, la sua collina e la sua montagna. Anche sull’orizzonte metropolitano sarà necessario ricercare una nuova alleanza tra quelle forze politiche che, nella loro diversità, possono trovare un terreno comune per contrastare i mali del nostro tempo: l’emergenza climatica, le crescenti disuguaglianze, l’erosione dei diritti sociali e individuali. Alberto Re, classe ’82, consigliere a Torino nella circoscrizione 1, è stato riconfermato tesoriere dell’organizzazione. Marco Grimaldi, nel suo ultimo intervento da segretario regionale nell’assemblea torinese si dichiara soddisfatto e felice dell’esito del congresso: “la deindustrializzazione e il lavoro povero hanno travolto l’intera città e la prima cintura, la pandemia ha aggravato i problemi dei poveri, fiaccato e colpito la classe media e in alcuni casi migliorato la situazione dei più ricchi. Le donne risultano le più danneggiate dalla crisi (ma anche i giovani e giovanissimi), perché sono maggiormente impiegate proprio nei settori professionali più duramente colpiti dalla pandemia. Questo è ciò che intendo quando parlo della necessità di dare una lettura politica della pandemia. Il virus colpisce tutti, ma lascia i segni più feroci sui più deboli socialmente ed economicamente. C’è un prima e c’è un dopo. Dopo il terribile impatto del Covid-19, la nostra città metropolitana va ripensata e trasformata nei suoi luoghi, nelle sue relazioni, a partire dalla dignità e dalla salute delle persone”. |
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