IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni Le vicende che ruotano su una possibile crisi di governo e che hanno in Matteo Renzi il suo protagonista, possono suscitare giudizi differenti:
le elezioni anticipate in queste condizioni sono indubbiamente un azzardo da non prendere alla leggera, anche se Renzi ha il merito di aver sollevato nel governo Conte questioni molto serie rispetto ai grandi pasticci e ai gravi errori di Conte e dei suoi ministri. Non so quale esito avrà nelle prossime ore lo sbocco della crisi di fiducia nei confronti di Conte che si è indiscutibilmente ed assolutamente rivelato inadeguato. Non riesco più neppure a immaginare in che modo riusciremo a superare la crisi pandemica e la crisi economica in cui siamo impantanati, perché siamo sempre più riducendoci al lumicino. Non abbiamo neppure i vaccini necessari. Questa è la verità incontrovertibile. Ma resta all’ordine del giorno il problema di non lasciare il paese in mano a questo miscuglio di forze politiche irresponsabili e di politicanti mediocri Siamo di fronte al peggiore governo della storia repubblicana. Non è un giudizio ideologico, è un dato di fatto. La politica non può’ rimanere senza prospettive di cambiamento democratico. E’ necessario incominciare a pensare ad un’alternativa seria che trovi il suo asse portante nelle forze moderate, le uniche che abbiano saputo governare l’Italia. I moderati hanno sempre avuto un ruolo determinante nella democrazia italiana. Occorre una grande coalizione che vada oltre le sigle e i simboli attuali e superi anche un’opposizione che si è rivelata inetta nel suo Trumpismo goliardico e velleitario che involontariamente fa il gioco di Conte. Occorre una grande mobilitazione antipopulista e democratica che faccia ritrovare il valore del Parlamento e la sua centralità. Cattolici e laici , liberali e socialisti devono tornare ad essere la forza trainante. Al di là di Renzi e della inopportunità di elezioni politiche a breve, occorre una svolta rispetto a politici che hanno gravissime responsabilità sia sotto il profilo politico sia sotto quello sanitario. Se l’Italia è destinata ad essere soggetta al governo Conte e ai partiti che lo sostengono fino al 2023, siamo fritti. Molta gente non tollera più la situazione ed è pronta a scatenare la protesta di piazza di cui parlava questa estate. Bisogna dirlo con chiarezza. Ogni prospettiva di speranza oggi è finita. Non dimentichiamolo mai. C’è anche una brutta aria di conformismo che può preludere ad un regime, una prospettiva da non escludere a priori specie in contesti drammatici come gli attuali.
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