Fiorenzo Alfieri. Il ricordo di Sergio Chiamparino

L’ultima volta che ho visto Fiorenzo è stato qualche mese fa, dalle parti di piazza Vittorio: passeggiava mano nella mano con la sua Maria Teresa.

Poi il Covid ha portato via anche lui ai suoi cari, agli amici, ai tantissimi estimatori che gli hanno voluto bene. Perdo un amico con cui parlare, un amico con il quale confrontarmi e anche, a volte litigare, era sempre interessante, utile, spesso persino piacevole. Fiorenzo è stato un amministratore illuminato, dotato di una visione della città che, fin da quando cominciò ad occuparsi dei giovani e poi del piano strategico di Torino, vera architrave della rinascita torinese del passaggio di secolo, fino ai suoi ultimi giorni, ha sempre avuto nella cultura uno dei suoi assi portanti. Per lui la cultura era concepita come ricerca della bellezza, come fruizione e come arricchimento del patrimonio culturale della città, la cultura era elemento fondante della comunità attraversi i musei, le grandi istituzioni culturali, le biblioteche civiche e la scuola. Da maestro che aveva, infatti, iniziato con Maria Teresa il suo percorso nelle scuole delle Vallette ai tempi della grande immigrazione dal Mezzogiorno. Voglio salutare l’amico che mi ha lasciato, che ha lasciato noi tutti proprio con l’ultima immagine che ho davanti ai miei occhi: quella passeggiata con la sua Maria Teresa. Ciao Fiorenzo.

Sergio Chiamparino

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