A sostegno del progetto di MinD sulla salute mentale

Fino al 3 novembre è possibile sostenere la campagna di crowdfunding per il progetto dedicato alla salute mentale promosso da MinD!

Un focus sulle trasformazioni urbane proposto dal nuovo festival di architettura di Torino

Guarda il video di HEAR ME

 

L’associazione MinD Mad in Design partecipa a Bottom Up!, il nuovo festival di architettura di Torino con HEAR ME: una campagna di crowdfunding che vuole sostenere un progetto di rigenerazione urbana incentrato sull’ascolto, strumento universale di connessione e abbattimento delle marginalità. Realizzato nel Giardino Piredda di Torino, HEAR ME ha l’obiettivo di trasformare un’area verde pubblica in un luogo inclusivo, dove i 20 pazienti psichiatrici che vivono nelle due residenze affacciate sul giardino possano svolgere percorsi riabilitativi a contatto con la natura, oltre ad attività risocializzanti con la comunità del quartiere.

Bottom Up!, è promosso dalla Fondazione per l’architettura / Torino e da OAT- Ordine degli Architetti di Torino e chiama a raccolta i cittadini per sostenere nuovi modelli di partecipazione pubblica dal basso, lanciando una campagna di crowdfunding che si concluderà il 3 novembre, per dare impulso alla rigenerazione urbana e di comunità che i progetti selezionati hanno attivato tra Torino e Milano.

L’obiettivo è favorire pratiche di inclusione sociale e abbattimento dello stigma della malattia mentale, attivare un processo di riqualificazione urbana dell’area e sperimentare le potenzialità del rapporto tra le discipline creative e la riabilitazione psichiatrica.In Piemonte sono oltre 55.000 le persone seguite dai servizi di Salute Mentale che vivono da sole o in famiglia; solo una minima parte delle prestazioni che ricevono sono legate alla risocializzazione o ad attività di supporto e di rete.  Inoltre, l’emergenza sanitaria Coronavirus ha acuito le difficoltà che le persone con esperienza di sofferenza mentale incontrano quotidianamente nel proprio contesto di vita. HEAR ME, vuole quindi essere un modo per progettare insieme quegli spazi aggregativi che tanto sono mancati nell’ultimo anno e ritrovare il senso di comunità, anche attraverso l’autocostruzione di piccole aree della città.

 

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