Di Pier Franco Quaglieni / Dario Cravero è stato un medico e un senatore della Repubblica davvero fuori ordinanza, testimone delle fasi storiche del suo tempo, tra il Novecento ed i primi vent’anni del nuovo secolo.
Una lunga vita dedicata a nobili e grandi ideali. Come medico istituì e diresse il Pronto Soccorso alle Molinette, come parlamentare fu tra i padri della Riforma sanitaria, come uomo fu impegnato nei Lion’s, nella Fidas di cui fu presidente,nella protezione civile il cui comitato presso la Presidenza del Consiglio lo
ebbe Presidente. Fu fra i fondatori dell’associazione ex allievi del Liceo “d ‘Azeglio“ , fu presidente onorario del Centro “Pannunzio” di cui fu socio per tanti anni. Era un uomo amabile, ma austero, semplice nella disponibilità umana, ma anche intransigente su certe scelte. La mia amicizia con lui risale ai tempi di Valdo Fusi. Era come Fusi una persona indipendente, non riconducibile a schemi ideologici. Cattolico, eletto nelle file della DC, sentì il valore della laicità dello Stato e della cultura. Era un cattolico che aveva letto “ Il Mondo “ di Pannunzio. Io lo ricordo sempre equilibrato e pur appassionato a presiedere certi incontri importanti, in cui leggeva anche i messaggi del Presidente della Repubblica. Lo ricordo alla festa per gli 80 anni di Pannella a cui partecipò con un bell’ intervento che piacque molto a Marco. Noi oggi, nei tempi difficili che viviamo, possiamo capire lo sforzo immane che fecero uomini come Cravero per darci il Servizio sanitario nazionale. Ma Cravero era anche un po’ un Don Chiosciotte che sapeva innamorarsi delle cause perdute , difendendole per amore di verità. Quando il Governo Berlusconi intendeva chiudere l’Ordine Mauriziano di cui Dario era stato in passato Presidente, mosse mari e monti tra cui il grande giurista Vittorio Barosio, per difenderne la sopravvivenza in nome della storia. Berlusconi non osò abolire totalmente l’ Ordine, (anche se lo
svuotò ) per l’intransigenza della battaglia ingaggiata da Cravero. E’ un onore essere stato tuo amico per tanti anni ed aver condiviso il
tuo impegno civile, caro Dario. Sei stato unico ed irripetibile. Uomini del tuo livello oggi non ci sono più, con te scompare una generazione di gente seria, capace, onesta, semplice e anche allegra. Un vecchio Piemonte che scompare, il cui esempio deve restare impresso nella nostra memoria di cittadini e di piemontesi.
ebbe Presidente. Fu fra i fondatori dell’associazione ex allievi del Liceo “d ‘Azeglio“ , fu presidente onorario del Centro “Pannunzio” di cui fu socio per tanti anni. Era un uomo amabile, ma austero, semplice nella disponibilità umana, ma anche intransigente su certe scelte. La mia amicizia con lui risale ai tempi di Valdo Fusi. Era come Fusi una persona indipendente, non riconducibile a schemi ideologici. Cattolico, eletto nelle file della DC, sentì il valore della laicità dello Stato e della cultura. Era un cattolico che aveva letto “ Il Mondo “ di Pannunzio. Io lo ricordo sempre equilibrato e pur appassionato a presiedere certi incontri importanti, in cui leggeva anche i messaggi del Presidente della Repubblica. Lo ricordo alla festa per gli 80 anni di Pannella a cui partecipò con un bell’ intervento che piacque molto a Marco. Noi oggi, nei tempi difficili che viviamo, possiamo capire lo sforzo immane che fecero uomini come Cravero per darci il Servizio sanitario nazionale. Ma Cravero era anche un po’ un Don Chiosciotte che sapeva innamorarsi delle cause perdute , difendendole per amore di verità. Quando il Governo Berlusconi intendeva chiudere l’Ordine Mauriziano di cui Dario era stato in passato Presidente, mosse mari e monti tra cui il grande giurista Vittorio Barosio, per difenderne la sopravvivenza in nome della storia. Berlusconi non osò abolire totalmente l’ Ordine, (anche se lo
svuotò ) per l’intransigenza della battaglia ingaggiata da Cravero. E’ un onore essere stato tuo amico per tanti anni ed aver condiviso il
tuo impegno civile, caro Dario. Sei stato unico ed irripetibile. Uomini del tuo livello oggi non ci sono più, con te scompare una generazione di gente seria, capace, onesta, semplice e anche allegra. Un vecchio Piemonte che scompare, il cui esempio deve restare impresso nella nostra memoria di cittadini e di piemontesi.