Dora alluvioni

Il territorio consumato, ferita da rimarginare per prevenire i danni

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni / L’improvvisa alluvione ai primi di ottobre in Piemonte e’ un qualcosa che non capitava da tempo perché il periodo per questi eventi e’ quasi sempre prevedibile alla fine del mese

 

E’ bastata una forte pioggia battente per un giorno e mezzo e gli equilibri sono saltati nel Cuneese a Limone Piemonte e lungo il corso del Tanaro a Garessio, con danni superiori all’alluvione del 1994. Un vero e proprio disastro che segna in modo evidente il cambiamento del clima e delle stagioni, ma che indica anche in modo inequivocabile errori e inerzie Imperdonabili. Sono crollate villette costruite ai bordi di torrenti che mai si sarebbero dovute costruire in quei terreni. Ogni volta è sempre lo stesso ritornello: si interverrà in futuro sul piano delle prevenzione. Ricordo le sterili litanie di Chiamparino. Va riconosciuto che la Protezione civile piemontese che non aveva brillato nel periodo piu’ drammatico della pandemia, si e’ mossa subito e bene. E va detto che il Presidente Cirio in questa occasione sta dando il meglio di se’ con un impegno personale impensabile nei suoi predecessori.

Abbiamo visto finalmente in funzione il Mose di Venezia e abbiamo constatato che funziona, al di là delle polemiche strumentali e delle ruberie che ci sono state. E’ un esempio su cui meditare. E’ bastato un sindaco di Venezia bravo per smuovere tutte le inerzie e le lentezze burocratiche accumulate nei decenni. In ogni caso il “maltempo”, come lo ha definito il Presidente della Repubblica, non deve essere subito come una calamità naturale.  Occorre prevenire la possibilità di danni. Lo scriveva già Machiavelli nel “Principe” che bisogna erigere per tempo dei buoni argini per prevenire la piena che non si può prevedere, ma è possibile contenere. Sono passati secoli, ma sembra che, malgrado l’alto livello tecnologico raggiunto, si sia rimasti fermi al fango da cui sono stati invase le vie di Limone e di Garessio. A Limone negli ultimi decenni si è costruito troppo.

Era già evidente l’eccesso di costruzioni vent’anni fa. Sono errori che si pagano e bisognerebbe anche capire chi sono i responsabili di una cementificazione priva di senso. Qualcuno dovrebbe pagare, ma soprattutto la lezione dovrebbe servire per capire, traendone le dovute conseguenze, che il territorio va rispettato e non usato a piacimento di certi interessi. Consumare il territorio a danno dell’agricoltura, come ha scritto Salvatore Vullo e’ il gravissimo errore dei nostri anni. In particolare in montagna. Nel contempo balza evidente all’occhio la vera e propria stupidità di certi ecologisti che hanno affermato che i letti dei torrenti e dei fiumi non vanno toccati. La mancanza di interventi di manutenzione e’ una delle cause del disastro. Vedendo Cirio a Limone in mezzo alla gente in difficoltà, mi e’ tornato alla mente Aldo Viglione, ilPresidente della Regione che rappresenta il modello a cui dice di guardare Cirio. In questa occasione Aldo sarebbe orgoglioso di ciò che sta facendo Cirio. Speriamo in un futuro migliore per il nostro Piemonte.

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