IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni / Oggi ricorrerebbe il compleanno che per un reale si dice genetliaco, di Umberto di Savoia, Principe di Piemonte e futuro Re d’Italia con il nome di Umberto II. Umberto regnò poco tempo, ma seppe anteporre le ragioni dell’ Italia agli interessi dinastici, partendo nel giugno del 1946 per l’esilio in Portogallo, per evitare una probabile guerra civile che avrebbe ulteriormente insanguinato il Paese appena uscito da una guerra che era diventata anche guerra civile al Nord.

Fu un Re esemplare ,tanto che molti dissero che sarebbe stato un ottimo presidente della Repubblica. Ma Umberto che non era uomo di parte perché educato ad essere il Re di tutti gli Italiani, era qualcosa di più perché discendeva dalla più antica casata europea con una nobiltà che trovava le sue radici nel Medio Evo con il capostipite Umberto Biancamano. Per molti italiani il Re rappresento’ la Patria e la sua unità acquisita per merito dei Savoia durante il Risorgimento.
Sono stato nei giorni scorsi ospite dell’ Hotel Principe di Piemonte di Viareggio costruito negli anni Venti quando Viareggio incominciava ad essere l’attrattiva prediletta di tanti che fecero della città la perla della Versilia. Non ci sono segni sabaudi di sorta, neppure uno stemma. Vorrei proporre alla direzione di porre in evidenza un ritratto del giovane Principe di Piemonte Umberto. Ricordare anche ai tanti stranieri l’origine di quel nome mai richiamato neppure nel sito dell’ Hotel sarebbe un modo bello per ricordare la storia d’Italia e del bellissimo albergo viareggino.

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