Lingua madre di Maddalena Fingerle è l’opera vincitrice della XXXIII edizione del Premio Italo Calvino. Considerata la qualità delle opere finaliste, sono state inoltre assegnate due coppie di menzioni speciali della Giuria: la prima coppia di menzioni va a Oceanides di Riccardo Capoferro e a Il valore affettivo di Nicoletta Verna; la seconda coppia di menzioni va a Schikaneder e il labirinto di Benedetta Galli e a Vita breve di un domatore di belve di Daniele Santero. La menzione speciale Treccani viene attribuita a Giardino San Leonardo di Gian Primo Brugnoli.
Il romanzo vincitore e le menzioni speciali sono stati proclamati lunedì 22 giugno dai Giurati Omar Di Monopoli, Helena Janeczek, Gino Ruozzi, Flavio Soriga e Nadia Terranova, durante una diretta streaming in collaborazione con il Circolo dei lettori di Torino.
Il direttivo del Premio ha infine insignito l’opera non finalista Il Tullio e l’eolao più stranissimo di tutto il Canton Ticino di Davide Rigiani di una menzione speciale del Direttivo.
Le motivazioni della Giuria
La Giuria ha deciso di assegnare il Premio a Lingua madre di Maddalena Fingerle con la seguente motivazione: « un romanzo compatto di grande maturità che riesce nella sfida di tenere insieme leggerezza e profondità, affrontando con piglio holdeniano e stile impeccabile il complesso tema della parola tra pulizia e ipocrisia nel singolare contesto del bilinguismo altoatesino. »
Queste, invece, le motivazioni per le due coppie di menzioni speciali della Giuria:
La prima coppia di menzioni va a Oceanides di Riccardo Capoferro che « si distingue per la bellezza della lingua e la riuscita fusione di mondi immaginari e mondi conosciuti in un’originale rielaborazione del romanzo marinaresco sette-ottocentesco anglosassone che infrange le barriere fra tradizioni letterarie » ;
a Il valore affettivo di Nicoletta Verna, « una conturbante tragedia moderna presentata sotto forma di romanzo famigliare neoborghese in cui risaltano la coerenza tra forma e contenuto, l’equilibrio della struttura e la sottile definizione di una protagonista prigioniera delle sue ossessioni. »
La seconda coppia di menzioni va a Schikaneder e il labirinto di Benedetta Galli e a Vita breve di un domatore di belve di Daniele Santero: « Entrambi i romanzi sono sagaci e ironiche ricostruzioni di particolari aure storiche. Con il brillante Schikaneder e il labirinto, dove è notevole la destrezza
nel gestire registri ora buffi ora drammatici, ci troviamo nel mondo dell’opera viennese di fine Settecento al crepuscolo dell’illuminismo mozartiano.
Con l’estravagante e colto romanzo di Santero passiamo alla fascinazione ottocentesca per l’esotismo del circo e dello zoo, filtrata attraverso la vita di un uomo non illustre, Upilio Faimali da Gropparello. »
La menzione speciale Treccani
L a menzione speciale Treccani, assegnata per il terzo anno consecutivo dall’Istitut o della Enciclopedia Italiana all’opera finalista che si è distinta per originalità linguistica e creatività espressiva, viene attribuita a Giardino San Leonardo di Gian Primo Brugnoli con la seguente motivazione:
« L’insolita e spiazzante maestosità del dettato, la crudezza icastica, il virtuosismo linguistico esagerato ma efficace: Giardino San Leonardo esibisce una prosa rocambolesca e ribelle, strabordante ed eccessiva, maneggiata con disinvolta duttilità e zeppa di neologismi ed espressioni vernacolari d’altri tempi che si rincorrono costruendo un’architettura narrativa di straordinario impatto. L’esperienza creativo-stilistica è bizzarra quanto basta a far girare la testa del lettore disorientato da un vortice trascinante di parole e personaggi, ma semanticamente consapevole e forse memore di qualche racconto degli Accoppiamenti giudiziosi. »
La menzione speciale del Direttivo
Il Direttivo del Premio, composto da Franca Cavagnoli, Anna Chiarloni, Mario Marchetti, Laura Mollea, Carla Sacchi Ferrero, ha assegnato la menzione speciale del Direttivo a un’opera non finalista particolarmente meritevole sotto il profilo dell’innovazione della forma romanzesca, con la seguente motivazione:
« Il Tullio e l’eolao più stranissimo di tutto il Canton Ticino di Davide Rigiani è un testo che, con fantasia scatenata e una lingua mai stanca di sorprendere, sotto l’apparenza del mero divertimento, descrive con esattezza antropologica un ordinato mondo di periferia residenziale dei nostri tempi
(nel caso, ticinese), proponendo un’ariosa alternativa attraverso la famiglia del Tullio. Interessante tentativo di costruire un’opera ibrida rivolta contemporaneamente all’immaginazione infantile e a una sensibilità matura. Ardita scommessa in gran parte vinta. Un libro da illustrare – e da leggere
insieme, bambini e grandi. »
Gli autori
Maddalena Fingerle, nata a Bolzano nel 1993, di cognome tedesco ma di lingua madre italiana, ha compiuto gli studi universitari (dapprima di
Germanistica per poi specializzarsi in Italianistica) a Monaco di Baviera dove risiede. Al momento è impegnata in un dottorato sulle strategie di
evasione in Tasso e Marino. Suoi racconti sono apparsi su Nazione Indiana, Neutopia, CrapulaClub.
Riccardo Capoferro, nato a Roma nel 1975, è professore associato di Letteratura Inglese alla Sapienza. Ha al suo attivo un’ampia produzione scientifica. Si è soprattutto occupato del romanzo inglese del Settecento, genere di cui non poche tracce si rinvengono in Oceanides. Tra i suoi interessi rientrano la fantascienza e il rapporto tra fumetto e narrativa.
Nicoletta Verna, nata a Forlì nel 1976, è laureata in Scienza della Comunicazione. Vive a Firenze dove si occupa di web marketing nel settore editoriale. Ha tenuto corsi su teorie e tecniche della comunicazione ed è autrice di saggi sui media, collaborando inoltre all’Enciclopedia Garzanti della
radio. Ha scritto racconti per le riviste Pastrengo, Carie letterarie, Narrandom e Risme.
Benedetta Galli, nata nel 1993 nella città metropolitana di Firenze, dopo il liceo classico ha intrapreso studi di Ingegneria nella specializzazione energetica. Lavora a Brescia nel settore degli impianti di cogenerazione. Ha pubblicato nel 2010 un testo teatrale sul portale online della Rivista Sipario. Con Schikaneder e il labirinto è già stata finalista nel 2019 al Premio Neri Pozza.
Daniele Santero, nato a Savona nel 1978, vive a Torino dove insegna nelle scuole medie. È dottore di ricerca in italianistica. Nel campo ha scritto numerosi saggi confluiti in Muse minori. Ironia e invenzione nel Novecento italiano pubblicato nel 2012 dalla Facoltà di Lettere dell’Università di Torino. Ha curato specificamente il carteggio tra i poeti Betocchi e Caproni.
Gian Primo Brugnoli è nato nel 1939 a Imola, nel cuore di quella terra emiliana cui dà voce in Giardino San Leonardo, suo esordio nel romanzo. Laureato in Ingegneria elettronica ha lavorato nel campo della manutenzione impianti. Ha scritto poesie e racconti per i quali ha ricevuto svariati
riconoscimenti (più volte, in particolare, dal Premio Firenze Capitale d’Europa).
Davide Rigiani è nato a Lugano, Svizzera, nel 1980. Si è diplomato alla scuola di commercio a Lugano e poi al master in tecniche di narrazione della Scuola Holden a Torino. Ha lavorato come operatore di call center a Torino, come tester linguistico per videogame in Canada e come redattore
e impaginatore freelance. Tra i suoi riferimenti elettivi, nella narrativa Italo Calvino e nel cinema Tim Burton e Wes Anderson.
Sul sito del Premio (www.premiocalvino.it/i-finalisti-2020/) i video di presentazione delle opere premiate e di quelle finaliste.
Il Premio Italo Calvino è stato fondato a Torino nel 1985, poco dopo la morte di Italo Calvino, per iniziativa di un gruppo di estimatori e di amici dello scrittore, tra cui Norberto Bobbio, Cesare Cases, Anna Chiarloni, Natalia Ginzburg, Massimo Mila, Lalla Romano, Cesare Segre.
Calvino, com’è noto, ha svolto un intenso e significativo lavoro editoriale per l’Einaudi; l’intenzione è stata, quindi, quella di riprenderne e raccoglierne il ruolo di talent scout di nuovi autori: di qui, l’idea di rivolgersi agli scrittori esordienti e inediti, per i quali non è facile trovare un contatto con il pubblico e con le case editrici. Il Premio ha impostato la propria attività seguendo gli stessi criteri che hanno guidato Calvino: attenzione e equilibrio, gusto della scoperta e funzione critica.
Ideatrice del Premio e sua animatrice e Presidente fino al 2010 è stata Delia Frigessi, studiosa della cultura italiana tra Ottocento e Novecento. Attuale Presidente del Premio è Mario Marchetti.
La menzione speciale Treccani è frutto di una convenzione triennale siglata nel 2018 tra il Premio Calvino e l’Istituto della Enciclopedia Italiana: essa prevede di insignire di una “speciale menzione Treccani l’opera che, tra i finalisti del Premio Italo Calvino, si distingua per originalità linguistica e creatività espressiva” nonché di organizzare presso la sede romana dell’Istituto un incontro “volto a dibattere i temi emergenti della narrativa italiana contemporanea nel suo rapporto con la lingua”.
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