Pubblichiamo la lettera aperta del Sindaco ai cittadini chieresi
Abbiamo ritenuto opportuno adottare un’Ordinanza che pone alcuni limiti al consumo e alla vendita di bevande alcoliche. Non si tratta di un provvedimento ‘protezionistico’, né alla base c’è una visione moralistica volta a stigmatizzare alcune abitudini soprattutto giovanili. Tanto meno si vogliono creare ulteriori difficoltà agli esercenti duramente provati da questi mesi di lockdown e dalle complesse misure di sicurezza che è necessario adottare in questa fase.
Tuttavia, negli ultimi giorni – e non solo nelle zone della movida torinese o in occasione del passaggio delle Frecce tricolori – abbiamo assistito ad assembramenti che sono tuttora vietati e a comportamenti irresponsabili. Vediamo un’euforia da post-lockdown che rischia di essere “contagiosa”, nel senso letterale del termine.
Sono convinto che nella Fase2 ciò che davvero conti sia il buon senso dei cittadini più che gli ordini e le sanzioni degli amministratori. Ma laddove si registra poco buon senso, tocca a chi amministra intervenire e provvedere. Come disse De Gaulle in una celebre frase, sarebbe troppo ambizioso sperare nella scomparsa degli ‘irresponsabili’ (ma lui usò un altro termine), da qui il compito ingrato dell’Autorità che deve fare in modo che gli ‘irresponsabili’ non facciano danni.
Innanzitutto, a NESSUNO VIENE IMPEDITO di bere alcolici all’interno di bar e locali, nei dehors o seduti ad un tavolino e a NESSUNO VIENE IMPEDITO di acquistare alcolici, se non nell’orario che va dalle 21 alle 7, il che non pare proprio essere un sacrificio insopportabile.
Quindi: possiamo farci la birretta con gli amici ma nel rispetto di alcuni limiti.
Adottare questi limiti e divieti mi è parso un atto dovuto ai 3mila piemontesi e più di 30mila italiani morti a causa del Covid19. Un atto di rispetto verso le famiglie che li piangono. Sono i nostri caduti, e come comunità dobbiamo non solo ricordarli ma fare tutto ciò che è necessario perché altre donne e altri uomini non si ammalino, non debbano essere intubati in un letto di terapia intensiva, non debbano morire da soli.
L’obiettivo dell’Ordinanza è quindi chiaro e semplice: bevi ma non fare assembramenti. Non puoi bere con gli amici per strada, non puoi stazionare nei pressi dei locali, non puoi trasformare parchi e giardini in improvvisati drink bar.
Sappiamo che Chieri non è san Salvario o Piazza Vittorio, ma conosciamo bene le criticità del nostro territorio. Senza scopi punitivi, abbiano fissato dei divieti al solo scopo di scongiurare gli assembramenti a tutela della salute pubblica.
Se buon senso e responsabilità prevarranno, basterà un attimo per revocare l’Ordinanza. Lo stesso attimo che basta al virus per contagiarci e contagiare le persone che frequentiamo.
Alessandro Sicchiero
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