La storia non si ripete mai

IL COMMENTO  / di Pier Franco Quaglieni – La storia non si ripete mai. Per questo motivo non è magistra vitae, come credono quelli che non  conoscono i meccanismi complicati ed a volte tortuosi della storia

Fino ad un mese fa – ma oggi tacciono – c’erano giornalisti e politici che affermavano che si stava ripetendo ciò che accadde cent’anni fa con il fascismo, sostenendo che l’Italia stava scivolando verso un regime involutivo di estrema destra. Antonio Scurati con il suo romanzo “M.” è stato  l’ispiratore di queste cassandre che, non conoscendo la storia, non consideravano le oggettive diversità tra quella  italiana di cento anni fa e quella di oggi.
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Basterebbe pensare che cent’anni fa uscivamo  dalla Grande Guerra e c’era in Italia un movimento operaio che pensava di ripetere anche qua la rivoluzione del 17 in Russia. Oggi l’ Italia vive in una stagione politica e storica totalmente diversa e quindi certi paralleli erano totalmente errati se non politicamente strumentali. Ma la storia e’ anche imprevedibile . Sono cose chi ha letto Guicciardini e Machiavelli, capisce immediatamente. La “fortuna“ di Machiavelli è l’ imprevedibilità’. La non ripetitività della storia è una constatazione che lo storico Guicciardini oppone all’ “ideologo“ Machiavelli che si illudeva di trarre dalla storia romana insegnamenti validi per la politica dell’oggi. La imprevedibilità della storia è oggi rappresentata drammaticamente  da una pandemia  imprevista ed imprevedibile che ha sconquassato il mondo è l’Italia. Anche Tucidide analizzo ‘ il ruolo della peste nella guerra tra Spartani ed Ateniesi ed alcune sue riflessioni andrebbero rilette. Oggi la notizia è data dal numero superiore di morti in Italia  rispetto alla  Cina ,come titola crudelmente “ La stampa” ,una debacle terribile di cui pure qualcuno dovrà rendere conto e di cui qualcuno, nelle alte sfere, dovrà parlare. Oggi in Italia si guarda con simpatia ai sistemi” cinesi” per uscire dal disastro. Abbiamo davanti ai nostri occhi stralunati  una democrazia sospesa , quasi in ginocchio, con un Parlamento che sta perdendo sempre di più la sua centralità, senza che nessuno abbia da obiettare qualcosa.
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L’ ho già scritto un’ altra volta, Primum vivere, deinde philosofari,ma qui non sono in gioco gli inutili gargarismi filosofici di qualche utopista   ,ma le basi stesse della Costituzione che non sento più  invocare da nessuno,mentre un mese fa era citata e difesa dalle minacce in atto da parte di  pericolose congiure neofasciste. Le Sardine tacciono e sembrano  essere finite sigillate in una scatoletta: sono diventate improvvisamente afone. La storia è imprevedibile  e nessuno può immaginare che piega possa avere il nostro futuro. Comunque il Coronavirus ha portato ad una crisi economica senza precedenti che potrebbe provocare delle gravi proteste sociali di cui non possiamo  neppure prevedere le conseguenze. Certamente l’entrata drammatica in scena  del virus ha già comportato una svolta  evidente anche nella politica: i tempi della politica sono cambiati radicalmente  e il bombardamento ossessivo dei media finisce di stordirci come uomini pieni di ansie, ma anche come cittadini sbandati ,pronti, potenzialmente pronti,  ad affidarci  a chiunque possa salvarci. Ricompare l’uomo forte, ma in tutt’altra veste rispetto a quello armato di manganello e di olio di ricino.
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Il fatto, ad esempio, che i  nostri movimenti vengano controllati attraverso i nostri telefonini ci fa inevitabilmente pensare al Grande Fratello. E’ certo  vitale contenere il virus, anzi è indispensabile sconfiggerlo e i pazzi che girano per le strade vanno fermati. Ma il dubbio critico ,il dubbio kantiano, non deve mai abbandonarci.Altrimenti ne verrebbe meno la nostra civiltà a cui difficilmente  come uomini di cultura potremmo rinunciare. Per difendere la libertà c’è stato, nella storia delle diverse epoche, chi ha sacrificato la propria vita. Un discorso macabro e difficile che oggi cerchiamo di scacciare  giustamente dalle nostre menti atterrite da una prova durissima che non  ha precedenti  nella nostra storia unitaria ed  è proprio per questo  che ci allarma e ci rende fragili e suggestionabili. La democrazia e ‘ sempre fragile e la  libertà, come ci ricordava Calamandrei, è come l’aria di cui sentiamo l’importanza ,quando facciamo fatica a respirare.
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Scrivere a quaglieni@gmail.com
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(Nell’immagine in alto Niccolò Machiavelli)
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