IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni / Forse non varrebbe neppure la pena di scriverne, perché i docenti delle scuole secondarie di ogni ordine e grado si son fatti mettere i piedi sulla testa da molti decenni.
La loro professionalità non viene riconosciuta e forse neppure più la loro dignità. Da quando un preside del liceo d’ Azeglio di Torino, tale Massaia, impose la bollatrice ai docenti parificandoli ai bidelli, c’è stato uno scadimento progressivo e inarrestabile.
Oggettivamente anche i professori, salvo lodevolissime eccezioni, sono scaduti e anche i capi d’ istituto, salvo altrettanto lodevoli eccezioni, si sono adeguati all’andazzo La renziana “ buona scuola “ ha dato il colpo di grazia.
Nel caos dell’emergenza Coronavirus i docenti sono stati convocati inizialmente a scuola a partire dal 2 marzo ,in attesa di riprendere le lezioni il 4. In questi due giorni si devono pulire i locali e igienizzarli ,come prescritto giustamente da Cirio. Solo in seguito alla ferma protesta dei sindacati- scuola ( che sono i primi responsabili del non riconoscimento del lavoro qualificato dei docenti ) si sono accorti che i professori non avevano nel loro “mansionario” quello di usare strofinacci e scopa. Così hanno rivisto all’ultima ora il loro coinvolgimento attivo nella bonifica. I docenti a scuola potevano infatti dare persino fastidio ai lavori di pulizia.
Non si sono accorti di questa assurdità perché sono abituati a considerare i professori come una massa indistinta da usare. Non c’è da stupirsene perché in questi anni la funzione docente non è mai stata considerata e rispettata. Il docente è considerato un tutto-fare , una sorta di operatore sociale la cui qualificazione professionale specifica è trascurata, se non ignorata. Ormai da tanto tempo.
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