Di Patrizia Polliotto, Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori
Nel collegato fiscale convertito in legge sono presenti alcune novità riguardanti anche gli Enti Locali. In particolare, i legislatori hanno voluto facilitare il compito delle Amministrazioni locali nella riscossione dei tributi e nel recupero delle tasse, tariffe e imposte evase e non pagate.
A partire dal 1° gennaio 2020, infatti, anche per Comuni, Città Metropolitane, Province, Comunità Montane e Unioni di Comuni potranno utilizzare il meccanismo dell’accertamento esecutivo, che consentirà di ridurre i tempi necessari per la riscossione delle imposte locali evase per qualunque motivo.
Questo meccanismo, introdotto nella legislazione fiscale nel 2011, consente di condensare in un unico documento tre diverse funzioni: quella di atto impositivo, quella di titolo esecutivo e quella di precetto. In sostanza, l’accertamento esecutivo svolge contemporaneamente “il ruolo” di avviso di accertamento e iscrizione a ruolo.
Per amministrazioni locali e contribuenti, dunque, cambia letteralmente tutto. Il processo di riscossione delle imposte non versate viene notevolmente accorciato, a favore degli enti pubblici che potranno esigere più velocemente i loro crediti.
Non ci sarà più bisogno di inviare la cartella di pagamento o l’ingiunzione, dal momento che sarà tutto già “contenuto” nell’avviso di accertamento esecutivo inviato al contribuente.
Secondo quanto previsto dalla Manovra 2020, dal momento della ricezione dell’avviso da parte del proprio comune o da qualunque altro ente interessato alla novità, il contribuente avrà 60 giorni di tempo per regolarizzare la propria posizione. In caso contrario, l’amministrazione potrà procedere con l’esecuzione forzata.
I contribuenti, infine, avranno la possibilità di richiedere la rateizzazione del pagamento in un massimo di 72 tranches mensili di ugual valore.
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