Incidenti delivery. Appello alle istituzioni piemontesi, Grimaldi (LUV): basta cottimo sulle nostre strade
Non si può morire per uno stramaledetto uramaki spicy tuna, per una dannata 4 stagioni. È chiaro?
I fattorini continuano a cadere come mosche nell’indifferenza generale delle Istituzioni. La responsabilità di questi incidenti, spesso mortali, è delle aziende che ogni giorno li sfruttano nelle strade delle nostre città, obbligandoli a correre per mettersi in tasca qualche euro in più.
La conversione fatta dal Parlamento del decreto ministeriale sui rider non è stato così coraggiosa da vietare da subito l’uso del cottimo in questi rapporti di lavoro. Tuttavia, dal novembre del 2018, il Piemonte dispone di un emendamento a mia prima firma che e già diventato legge e che, nelle “Norme per la promozione dell’occupazione, della qualità, della sicurezza e regolarità del lavoro”, vieta chiaramente la retribuzione a cottimo per “le prestazioni dei lavoratori che svolgono, anche attraverso piattaforme digitali, il servizio di consegna a domicilio”, per motivi di sicurezza sul lavoro. È il momento di fare in modo che questa norma sia pienamente applicata e i controlli siano svolti in accordo con le autorità competenti e gli ispettorati del lavoro. Avevamo accolto positivamente l’apertura dell’indagine esplorativa del pm Vincenzo Pacileo sugli aspetti della consegna del cibo a domicilio relativi alla sicurezza (e a eventuali problemi igienico sanitari) dei cosiddetti “rider”. Oggi però constatiamo che le istituzioni e la magistratura non stanno fermando la guerra dei poveri che corre sulle nostre strade. Chiediamo al Prefetto e all’ispettorato al Lavoro, alle autorità competenti, al Presidente della Regione, alla Sindaca di Torino e alla Polizia Municipale di far rispettare la legge regionale in vigore, che ho scritto più di un anno fa.
Lo ripetiamo: il cottimo uccide. Ma anche l’indifferenza.
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