Molinette, Città della Salute, Parco della Salute…

PAROLE ROSSE   di Roberto Placido

Era il, ormai lontano, 2003 e gli allora Presidente della Regione Piemonte, Enzo Ghigo ed il Sindaco della Città di Torino, Sergio Chiamparino, concordarono di realizzare le “nuove” Molinette. Fu individuata l’area dell’ex Fiat Avio nel frattempo passata, non senza strascichi giudiziari e l’immancabile lievitazione dei costi, all’immobiliarista Luigi Zunino. Si era in piena euforia o come la definì qualcuno, anni dopo, “sbornia” olimpica e si dava la realizzazione come imminente o comunque a breve.

Nel 2005 le elezioni regionali le vinse il centrosinistra ed il nuovo Presidente della Regione lanciò il famoso ….”contrordine compagni”. Così basta area Fiat Avio, dove langue l’altra grande, sfortunata e pluri indagata, opera regionale e cioè il grattacielo progettato dal famoso architetto Massimiliano Fuksas che non si sa quando mai sarà pronto. Doveva inaugurarlo la Bresso, non ci riuscì Chiamparino e chissà quando Cirio. Quindi la nuova Presidente indica l’area del” Campo Volo” sull’asse opposto all’esistente ed a quanto proposto fin ad allora. Ricordo ancora una riunione serale con Presidente, assessori regionali, consiglieri di centrosinistra e Sindaco proprio a Collegno. Nell’anno del Signore 2010 le elezioni le vinse il centrodestra con Roberto Cota e quindi nuovo cambio di area. No al Campo Volo ma rivisitazione delle Molinette con la costruzione di un nuovo edificio, in Corso Spezia, dove allora c’era il campo di calcio della famosa squadra giovanile del Bacigalupo ed ora un Parcheggio. Si arriva al 2014, altre elezioni, con un anno di anticipo, per le note vicende di “rimborsopoli” e le famose “mutande verdi”.

Alla guida della Regione Piemonte arriva, in una perfetta regola dell’alternanza, il centrosinistra con Chiamparino Presidente e si ritorna in una sorta di fatica di Sisifo, lì da dove si era partiti e cioè all’ex Fiat Avio. Prima di affrontare, sommariamente, il progetto attuale ricordo una proposta suggestiva sostenuta da tre famosi architetti torinesi e cioè l’utilizzo dell’area ex MOI (mercato ortofrutticolo) e dogane. Veniamo così, finalmente, all’area ex Fiat Avio ritenuta da molti non adatta a realizzarvi una struttura ospedaliera perché pesantemente inquinata con necessità di scendere di due metri dal livello zero ed alcuni dicono che serva scendere addirittura di sette metri. Area considerata troppo piccola per tutto quello che dovrebbe contenere. I problemi della divisione Sant’Anna-Regina Margherita sono determinati proprio da questo. L’area infatti è poco più grande di quella dell’ospedale torinese Giovanni Bosco, meno della metà del nuovo Careggi di Firenze e dell’Ospedale di Bergamo. Per di più scollegato dall’attuale area degli ospedali. Si rischia non di semplificare ma di arrivare ad avere sei ospedali più il Sant’Anna- Regina Margherita ed Oftalmico che nonostante promesse ed impegni è sempre lì.

Le scelte della giunta Chiamparino hanno portato a questa situazione. Il suo rinchiudersi e rifiutare un vero confronto e gli eventuali contributi e proposte di modifiche, prima di giustamente decidere, con tutte le realtà professionali dei medici, infermieri e professionisti non ha aiutato. Il progetto è stato definito da uno dei più stimati dirigenti sanitari torinesi, storicamente di sinistra, “oscurantista, nato con uno sguardo rivolto al passato e non al futuro e che non ha eguali in nessun nuovo e grande ospedale italiano sia pubblico che privato. Il tutto con un costo finanziario dell’opera, con l’intervento dei privati, sull’ordine del 7,5% quando il costo del denaro con CDP (Cassa Depositi e Prestiti) costa 0-0,5% sollevando, naturalmente più di qualche perplessità se non altro. La sanità pubblica piemontese continua a resistere, con punte di eccellenza, sempre con maggiori difficoltà e non so ancora per quanto, soprattutto grazie all’impegno di quanti in essa ci lavorano. In queste condizioni rischiamo di assistere alla lievitazione dei costi, del numero degli ospedali e dell’ennesima occasione persa, di divisioni sbagliate e pericolose tra ostetricia, neonatologia e materno-infantile come vorrebbe fare la nuova giunta di centro destra e che ha generato la mobilitazione di molte donne culminata con il ”Flash Mob” in Piazza Castello di ieri, sabato 7 dicembre.

Intanto l’unica novità che esiste, dopo l’accorpamento tra le Molinette ed il CTO (ospedale ortopedico-traumatologico), avvenuto qualche anno fa, sono le lenzuola fatte con la stampigliatura “Città della Salute” e non più Ospedale Molinette o San Giovanni Battista e della Città di Torino. Come si dice….. chi si accontenta, gode.

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