Baratti & Milano. Una grande storia del gusto a Torino

Atmosfere d’antan nel salotto più elegante e prestigioso di Torino per presentare il volume Baratti&Milano. Una grande storia del gusto a Torino (Rizzoli, 240 pagine, 39 euro), libro che celebra il caffè storico dei leggendari gianduiotti piemontesi, attraverso un vasto repertorio di manifesti, immagini, ricette e testimonianze di grandi personaggi.

Una serata a tema Belle Époque quella di ieri sera nella Galleria Subalpina, arricchita dalla Filarmonica del Regio che ha eseguito musiche di Pietro Mascagni, assiduo cliente del caffè e dalla performance del collettivo Scirò.

Le donne, fedeli alla richiesta dell’invito di esibire un dettaglio dell’epoca, si sono presentate agghindate di lustrini, piume, strass e perle.

Menu novecentesco anche per le raffinate tartine firmate dagli chef Davide Sproviero e Fabio Poppa: bignè al tartufo nero, lollipop di foie gras con cioccolato al latte e caramello salato, gianduiotto di gallina profumata al limone, solo per dare un’idea della ricercatezza. Stuzzicanti i cocktail da conversazione con protagonista il vermouth a cura di Walter Grosso & Compagnia dei Caraibi, il più goloso ovviamente quello intitolato “Cioccolato portami via!”.

Il libro e la serata sono un omaggio ad una storia tutta piemontese, quella di Edoardo Milano e Ferdinando Baratti che dal Canavese si trasferiscono a Torino e nel 1858 aprono una confetteria e liquoreria in via Garibaldi (allora via Dora Grossa). Nel 1875 si spostano nella Galleria Subalpina con lo stemma sabaudo, in quanto ditta rifornitrice ufficiale della Casa Reale.

In previsione dell’Esposizione Universale del 1911, anno a cui è dedicata la serata, l’immagine del locale viene rinnovata grazie al prezioso contributo dei migliori artisti dell’epoca: Giulio Casanova ed Edoardo Rubino. E per l’occasione la Regia Accademia Albertina delle Belle Arti di Torino ha esposto al piano superiore della caffetteria, nel salottino della Regina alcune foto e bozzetti del rinnovo dei locali.

Per tutto il Novecento il caffè fu luogo di ritrovo di grandi personalità che vissero o visitarono Torino per un breve periodo: oltre a Mascagni, D’Azeglio, Giolitti, Einaudi, Montalcini, Duse, Pavese, Nietzsche, solo per citarne alcuni.

Non mancano le ambientazioni cinematografiche e le citazioni letterarie: Gozzano per scrivere una delle sue poesie più simpatiche “Le golose” si ispirò proprio alle leziose clienti del caffè e la scena iniziale del romanzo di Fruttero & Lucentini “La donna della domenica” è ambientata proprio nella sala principale del caffè.

 

Giuliana Prestipino

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