La sberla dell’Umbria e il futuro di Torino

In Umbria Di Maio e Zingaretti si sono presi una sonora sberla. Il consenso pentastellato si è
dimezzato. Il PD tiene sulle Europee ma se non si dà una mossa la vedo molto ma molto dura
per la tenuta del partito. Ancora due votazioni e Giggino sarà leader di movimento 5stelle all’
uno percento. Obbiettivo centrato ( viceversa ) per sinistra sbrindellata: dove ci sono loro
sconfitta assicurata. Così potranno fare i loro convegni sulla crisi della sinistra mondiale. Manca
solo l’ Emilia Romagna e il cappotto salviniano sarà trionfalmente completato. I pentastellati si
abbarbicheranno al governo e saranno cavoli amari per Zingaretti come utilizzare questa paura. Per
ora non l’ ha fatto. Non è nel suo stile. Il PD tiene nonostante i renziani fuori e dentro. Se valgono il
5% i conti sono presto fatti.
Vittoria del centrodestra scontata ma non in quelle proporzioni o perlomeno sperata non in quelle
proporzioni. I pentastellati sono un buco nero sia a Perugia sia a Roma come a Torino.
La vedo dura la riproposizione di Chiaretta come candidata a Sindachessa.
Ultimamente grandi discussioni, sono 40 anni che la sinistra  perde colpi. Concretamente dopo i 35 giorni
alla Fiat ed i 24 mila in cassa integrazione la chiusura ( di fatto ) produttiva. Sia ben chiaro che la
colpa non è della Famiglia Agnelli o della Fiat stessa. Loro hanno fatto quello che potevano per salvare
sé stessi . È arrivato Msrchionne ed il miracolo è diventato realtà. È diventato realtà per Fiat ed
Agnelli. Il disastro per Torino. Responsabile è la classe politica che da 25 anni ha governato
Torino e la Regione. Responsabilità definibili in un solo modo : sono stati a guardare dicendo
che nel mentre facevano . Falso, ma molto più comodo. Fatto società per acquisire parte degli
stabilimenti Mirafiori con l’ unico scopo di dare un mucchio di soldi a Fiat affinché restituisse i
soldi alle banche. Salza presidente, Intesa San Paolo ringraziava, anzi per maggiormente tutelarsi ha
prodotto questa nuova classe politica codista verso Fiat. Con un elemento di novità rispetto agli
anni 60. Quasi tutti i nuovi protagonisti politici di questa stagione di governo arrivano dal
PCI.
Poi bisogna uscirne in qualche modo. Ecco all’orizzonte Chiara Appendino, pure figlia di quel mondo imprenditoriale che aveva
confezionato queste scelte.
Chi meglio di lei per addossare tutte le responsabilità di ciò che era accaduto.
Ligia al mandato avuto, tra le prime cose realizzate una polemica ( perdente ) con Milano. Da quel
punto in avanti sempre un tornare indietro fino al blocco operativo dell’anagrafe, suggellando la
più radicale incapacità. Non brillando per efficienza, visto che l’efficienza e’ conseguenza della
conoscenza che lei non ha avuto e che non vuole conoscere.
Il vento di Venaria che aveva travolto Torino incoronandola Sindachessa ora ha cambiato
direzione, un vento che arriva dalla lontana Umbria. Terni fieramente e saldamente comunista ora
è fieramente e saldamente leghista. In Umbria manco il ballottaggio avrebbe salvato il candidati
perdenti. E poi un 20 % di differenza sono tantissimi voti . 57 % , vittoria schiacciante e 37 sconfitta
schiacciante.
Il vento 3 anni fa promosse Chiaretta. Ora se si presenterà seguirà l’ orma del suo ex collega Sindaco di
Livorno che non è neanche andato al ballottaggio , se ballottaggio ( appunto ) ci sarà. E sempre l’
insegnamento dell’ Umbria  dice che Meloni e Salvini non hanno più bisogno di Berlusconi. Speriamo almeno
una cosa: i candidati dei vari schieramenti, a Torino abbiano due fondamentali requisiti.
Conoscere palmo a palmo la nostra città e non essere compromessi con un passato troppo
negativo per la città stessa. Cortesemente lasciateci almeno questa tenue speranza.

 

Patrizio Tosetto

Foto M. Bursuc

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