Candidatura della città. 200 milioni di Euro di ricadute economiche
Questa volta Torino potrebbe non abbassare la testa di fronte a Milano. Il pallino ce l’hanno in prima battuta la sindaca Appendino e il Presidente della Regione Cirio, che domani incontrano a Torino il premier Conte , se faranno proprio l’appello a candidare la città a sede europea del Tribunale dei brevetti.
Una gesto di orgoglio di una città troppo spesso rassegnata al declino che ancora una volta viene dal comitato “Sì, Torino va avanti” quello delle piazze piene sì Tav. La nuova importante istituzione è stata divisa fra tre sedi in Europa: a Monaco, a Parigi e a Londra. Ma quest’ultima esce di scena con la Brexit. In realtà una città s’era fatta avanti ,ma senza alcuna decisione da parte del governo che ha solo candidato l‘Italia: l’eterna candidata a tutto, Milano, che sembra volersi spartire con Roma ormai ogni sede istituzionale importante.
L’appello torinese porta firme importanti: quello dell’Unione Industriale, di due ordini professionali come Commercialisti e Architetti, quella dell’Amma, la più importante fra le associazioni che aderiscono all’Unione industriale torinese, la dinamica Api 8 (piccole imprese) e l’Associazione commercianti. Sicuramente altre sigle si aggiungeranno nei prossimi giorni, molto interessato si è già detto il Politecnico.
Un’occasione per la sindaca Appendino per far vedere che non è per la “decrescita infelice”, dopo la figuraccia delle Olimpiadi e la perdita del nuovo Salone dell’Auto a causa della sua maggioranza ( entrambe a Milano).
La storia
L’Unione Europea decise nel 2012 di dotarsi di un nuovo Tribunale dei Brevetti e di una protezione uniforme a valere per tutto il territorio dell’Unione (dispensata da un Tribunale “unificato”), in Italia il provvedimento è stato ratificato nel 2016.
Il TUB si articola su due livelli: il Tribunale di Primo grado e la Corte d’Appello. Per il Tribunale di Primo Grado erano previste una divisione centrale con sede a Parigi e sezioni specializzate a Londra, per i brevetti chimici e farmaceutici, e a Monaco, per i brevetti meccanici, oltre a divisioni locali o regionali istituite presso ciascun Stato contraente. La Corte d’Appello sarà unica ed avrà sede in Lussemburgo. Con la Brexit si tratta di trovare una sede alternativa a quella di Londra (benché sia da attendersi un tentativo di tenere a Londra la Corte nonostante l’uscita).
L’Italia è il quarto paese Ue per numero di brevetti depositati, il 9 aprile del 2019 la Camera ha approvato una mozione in cui chiede per l’Italia una sede del Tribunale europeo dei brevetti, senza indicare una precisa destinazione.
L’appello
Nell’appello si articolano anche i punti di forza della candidatura torinese
.Torino vanta una storica tradizione in Brevetti, il primo Ufficio Italiano Brevetti e Marchi è nato a Torino
2.Torino è un’importante area di brevettazione
3.A Torino hanno sede i più importanti studi nazionali di brevetti
4.Torino ha il miglior Tribunale civile d’Italia, riconosciuto anche a livello internazionale
6.Torino è sede di importanti Centri di Ricerca e Innovazione privati (TLab, GM, FCA productdevelopment e CRF, Innovation Center Intesa,..) e pubblici (Polito, Unito, Fondazione ISI,…)
7.Torino è sede di importanti organizzazioni sovranazionali (Agenzia Europea della Formazione, Organizzazione Internazionale del Lavoro, Staff College, Unicri…)
5.Torino è stata di recente riconosciuta “area complessa di crisi” e necessita di investimenti. L’arrivo del TUB, oltre a stimolare un indotto che vale alcune centinaia di milioni di euro all’anno (congressi, convegni, studi legali, laboratori scientifici, sedi di imprese internazionali per seguire da vicino le pratiche legate ai brevetti), avrebbe un evidente peso tecnico, come nuovo stimolo all’innovazione per imprese, università e società di ricerca (le proiezioni fatte dalla Ue sulle ricadute sui singoli territori del TUB ammontano a oltre 200 milioni di euro e si tratta di stime molto caute)
8.Torino dispone di numerosi spazi pubblici in zona centrale da destinare velocemente al TUB (ad esempio, ex sede del Tribunale, Grattacielo Rai, Palazzo della Città Metropolitana), oltre a edifici dismessi e da riqualificare che fanno parte del progetto strategico del Comune “Open for business” (39 siti, fra cui Thyssen, Manifattura Tabacchi, Moi, Palazzo del Lavoro, ex Gondrand, Tne, ex Toroc, ex Superga, Regaldi, Officine Grandi Motori)
9) Torino ha già visto assegnati ad altre città dal governo due importanti insediamenti per i quali si era candidata: l’ Autorità europea per la sicurezza alimentare (finita a Parma) e l’IIt, l’ Istituto Italiano di Tecnologia (finito a Genova)
10) Da sottolineare infine che la scelta di allocazione di sedi di istituzioni pubbliche non dipende solo da rivendicazioni di “primogenitura” o di “primati”, ma è di carattere politico e deve prendere in considerazione anche il criterio redistributivo e di equità territoriale.
Tutto ciò premesso, dicono i firmatari, chiediamo chevenga avviato un rapido processo di presentazione della candidatura di Torino per l’aggiudicazione della sede specializzata in brevetti chimici e farmaceutici.
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