Caleidoscopio rock USA anni 60
Tra 1967 e 1969 lo si poteva vedere slittare persino sulla neve o sul ghiaccio di Youngstown in Ohio… quel van Ford Econoline “adattato”, color rosso mattone, con copricerchioni lisci, pittoreschi specchietti oblunghi e fiancata con caratteri giganteschi in bianco e azzurro.
All’interno ci trovavi i “Pifferai Magici” di quell’area di Rust Belt dalla vita sofferta, la Youngstown che tra anni Cinquanta e Sessanta era purtroppo nota anche come “Murdertown” o “Bomb City”, spesso pesantemente infiltrata ad ogni livello nelle amministrazioni dall’onda lunga dell’Italian Mob [“The Mob” secondo lo slang].
Sulla fiancata del van campeggiava la scritta “The Pied Pipers”, ma erano cosa ben diversa dall’omonimo gruppo vocale sorto a fine anni Trenta…
L’avventura della band era iniziata nel 1966, con l’entusiasmo di alcuni studenti della Cardinal Mooney High School: Les Moro (chit), Pete Pompura (b), Lenny Krispinsky (batt), guidati dal carisma magnetico e selvaggio di Dennis Sesonsky (V); quest’ultimo vantava una presenza scenica di grande impatto, in un connubio che prendeva ispirazione da Mick Jagger e James Brown, generando uno stile “Stones/R&B” insolito ed accattivante.
I gigs di certo non mancavano e l’area di azione sconfinava finanche in Pennsylvania, essendo Youngstown prossima alla Ohio Turnpike, corridoio preferenziale tra Chicago e Pittsburgh. Tuttavia i luoghi preferiti erano le ben note piste di pattinaggio su rotelle (i diffusi “roller rinks”, tra cui la Champion Rollarena), il mitico Idora Park (col celebre e storico ottovolante) e Willows Lake; comunque l’area battuta si estendeva soprattutto tra Youngstown, Warren, Middlefield, Columbiana in Ohio e tra Hermitage, New Castle e Mercer in Pennsylvania.
L’esordio in sala di registrazione non si fece attendere e nella seconda metà del 1966 uscì il primo 45 giri, composto da covers: “Hey Joe” (WAM 5948; side B: “Hold On I’m Coming” [Sam & David]), con etichetta WAM records di Youngstown; sulla radio locale WHOT fu un buon successo.
Nel 1967 alla band si aggiunse il chitarrista Rich Gula e si passò ad un altro step, un secondo 45 giri ma con brano originale: “Stay In My Life” [Moro – Sesonsky] (6710-HT-01; side B: “You Don’t Know Like I Know” [Sam & David]), su etichetta autoprodotta Hamlin Town; anche in questo caso girò parecchio su WHOT, con risultati migliori del precedente.
Trascorsa la fase delle incisioni, The Pied Pipers subirono una trasformazione significativa; i nuovi membri furono Brad Naples alla batteria (per Krispinsky) e Todd Stevenson alla chitarra (per Moro). Il raggio delle esibizioni si estese (anche grazie al van Ford rosso…) a sud Ohio fino ad Athens, oltre confine fino a Pittsburgh e cintura e ad ovest fino a Decatur e Fort Wayne (Indiana) in un periodo intenso durante il quale la band tornò a quattro elementi (uscì Pete Pompura, sostituito al basso da Stevenson).
Nel 1969 il sound subì le influenze psichedeliche allora molto frequenti e subentrò il chitarrista Dick [Richard] Belley proveniente dai The Human Bein[g]z; Richard Gula lasciò e la band cambiò il nome in The Pipers, esibendosi poi nell’aprile 1970 con gli emergenti concittadini Blue Ash e The Sound Barrier di Salem. Dopo tale evento si perdono le tracce del gruppo; dunque si presume che The Pipers entro la fine del 1970 si fossero ormai già sciolti.
Gian Marchisio
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