Infanzia, detenuti e difensore civico. Le relazioni dei garanti regionali

Da Palazzo Lascaris

Nella seduta di Consiglio di martedì 10 settembre sono state presentate e discusse le relazioni annuali del Difensore Civico, del Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale e della Garante per l’infanzia e l’adolescenza.

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Difensore Civico

Sono le questioni relative all’assistenza sanitaria quelle su cui il difensore civico Augusto Fierro ha voluto porre l’accento nel corso della sua relazione all’Aula. A cominciare dai problemi nella presa in carico anziani non autosufficienti rispetto alle leggi regionali e l’adeguamento alle disposizioni a livello nazionale che ha aggiornato i Lea.
Fierro ha sottolineato di registrare un costante aumento dei reclami e delle segnalazioni proprio sul tema, anche nella sua qualità di garante della salute. Esiste un’emergenza ignorata: in Italia ci sono 4 milioni di famiglie con parente non autonomo e il Piemonte è fra le regioni più in difficoltà.
Esiste, secondo il difensore civico, una discrasia innegabile tra le previsioni dei Lea a livello nazionale e quanto prevede la normativa regionale. Da Roma si prescrive la presa in carico della persona, mentre in Piemonte il percorso prevedeva la domiciliarità: si è assistito alla trasformazione di un diritto ad una sorta di “elastico” dell’applicazione della normativa.
La conseguenza, dal suo osservatorio, è una permanente conflittualità tra famiglie degli anziani che si esprime con le opposizioni al ricovero e che presentano difficoltà economiche.
In generale, Fierro ha ricordato che con la legge omnibus è stato previsto il controllo da parte del difensore civico sulla efficienza qualità del servizio sanitario piemontese. Ha pertanto richiesto che il Consiglio e in generale la Regione gli risponda, altrimenti tutto diventa irrilevante.
A seguito dell’intervento, si sono susseguiti quelli dei consiglieri di maggioranza e opposizione. Ciascuno con le sue posizioni, si è però convenuto di approfondire i temi e i problemi sollevati nella relazione, anche con ulteriori audizioni e dibattiti nelle Commissioni consiliari competenti.

Garante dei detenuti

Negli ultimi dieci anni il numero dei detenuti nelle 13  carceri piemontesi è aumentato in modo preoccupante: al 31 maggio 2019 erano  4592, per 3972 posti disponibili, con un tasso di sovraffollamento del 115 per cento, un dato tra l’altro falsato che non tiene conto della capienza effettiva delle strutture, con celle temporaneamente inagibili o chiuse per lavori. La situazione è particolarmente critica nel carcere di Alba, ad oggi l’istituto penitenziario italiano con il più alto tasso di sovraffollamento reale: su 142 posti 109 non sono disponibili perché nella parte chiusa a causa della legionella. Situazione simile a Cuneo, dove  su 428 posti 140 non sono disponibili. Oltre ai detenuti in carcere ci sono poi 8850 persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale seguite all’esterno.
Sono alcuni dei dati riportati nella relazione annuale del Garante regionale Bruno Mellano, che ha ricordato come il Piemonte sia una regione virtuosa per quanto riguarda le misure rivolte alla formazione e all’inserimento lavorativo delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà, ma ha anche evidenziato una serie di criticità, a partire dal sovraffollamento e dalla necessità di un piano su base regionale di manutenzione straordinaria degli edifici esistenti.
Mellano ha anche posto l’accento sulla situazione del Centro di permanenza per il rimpatrio (Cpr) di corso Brunelleschi, “significativamente peggiorata a seguito del taglio del budget all’ente gestore e del conseguente forte ridimensionamento del personale dedicato”.
Infine, il Garante ha parlato delle problematiche della sanità penitenziaria, in particolare in relazione al numero di posti letto destinati agli autori di reato affetti da disturbi mentali e socialmente pericolosi all’interno delle Residenze  per l’esecuzione di misure di sicurezza (Rems).
Al dibattito sono intervenuti i consiglieri Alberto PreioniSara ZambaiaAlessandro Stecco, Riccardo Lanzo e Federico Perugini (Lega), che hanno sottolineato la difficile situazione in cui operano gli agenti di polizia penitenziaria e il personale socio-sanitario all’interno delle carceri, Marco Grimaldi (Luv) e Maurizio Marrone (FdI), che si sono soffermati sui problemi del Cpr, Maurizio MarelloDomenico Rossi (Pd), Francesca Frediani e Ivano Martinetti (M5s), che hanno posto l’accento sugli aspetti rieducativi della pena.

Garante per l’infanzia

La garante Rita Turino ha sollevato forte l’allarme sul numero dei minori che versano in stato di povertà e quelli di famiglie che non riescono a far fronte ai bisogni essenziali. Una questione che merita ancora maggiore attenzione da parte delle istituzioni che devono assicurare, sempre secondo la garante, che ogni bambino e ragazzo viva, cresca e sia educato dai propri genitori nelle migliori condizioni.
Una parte importante dell’attività si è concentrata sulla tutela dei minori stranieri non accompagnati: sono state 750 le domande in risposta a un bando pubblico, sono stati attivati 5 percorsi di formazione che hanno coinvolto circa 500 persone, 300 i minori assegnati a 200 tutori nominati.
Altre situazioni di sofferenza dei minori si registrano nelle famiglie con separazioni irrisolte, un’emergenza – di cui la garante è stata consapevole fin dall’inizio del mandato – dovuta all’incapacità dei genitori di separarsi con livelli accettabili di conflittualità.
Infine la garante ha richiamato un fenomeno di cui il Consiglio si è molto occupato, ovvero l’aumento di episodi di bullismo e di cyberbullismo che, a causa di un utilizzo discorso delle nuove tecnologie, colpisce gravemente un numero crescente di ragazze e ragazzi.
Durante il dibattito sono intervenuti i consiglieri Alessandro Stecco e Sara Zambaia (Lega), Monica Canalis (Pd), Carlo Riva Vercellotti (Fi) e Giorgio Bertola (M5S).

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