Maggio 2019- Pagina 55

The Phair, fotografia e innovazione

/

Una innovativa  fiera di fotografia si svolge dal 3 al 5 maggio all’ex Borsa Valori in via San Francesco da Paola 28 a Torino: The Phair, la sintesi di Photografy e Fair. Si tratta di un progetto di  Roberto Casiraghi e Paola Rampini,  per valorizzare un linguaggio artistico  vivace ma con pochi contesti di rifermento, rivolto  a collezionisti, curatori, e  direttori di musei e collezioni pubbliche e private, che si confronteranno sull’innovazione e riflessioni sull’immagine . La Fiera è inviti , con  le migliori gallerie italiane, 35 in spazi di venti mq. uguali per tutti. Tra le gallerie partecipanti:  1/9 uno su nove di Roma, Francesca Antonini di Roma, Alfonso Artico di Napoli , Raffaella De Chirico di Torino, Tiziana Di Caro di Napoli, Doppelgaenger di Bari, Fabbrica EOS di Milano , Studio G7 di Bologna, Gagliardi & Domke di Torino, Guidi &Shoen di Genova , In Arco di Torino, Giò Marconi di Milano, Materia di Roma,  Davide Paludetto di Torino, Francesco Pantaleone di Palermo, Pinksummer di Genova e Z 2o Sara Zanini con sede a Roma. Una grande varietà di artisti contemporanei italiani e stranieri, nomi affermati a livello internazionale ed emergenti, tra cui Anri Sala, Tomas Saraceno, Paola De Pietri, Olivo Barbieri, Guido Guidi, Myriam Laplante, Mario Airò, Annette Kelm, Lida Abdul, Giovanno Ozzola, Andy Warhol, Luca Vitone, Robert Capa.

thephair.com

 

Torna Circonomìa, festival dell'economia circolare

Sarà di scena a Torino per le due tappe finali CIRCONOMÌA, il Festival nazionale dell’economia circolare e delle energie dei territori, giunto quest’anno alle quarta edizione. L’ambizione di Circonomìa è di mettere in scena l’incontro tra buona economia e ambiente sano, valori contenuti nell’economia circolare. L’appuntamento è per il 4 e il 5 giugno con un calendario fitto di incontri consultabile sul sito www.circonomia.it Per la giornata del 5 giugno, gli incontri organizzati da Circonomìa, si inseriscono nell’ambito del Festival dello Sviluppo Sostenibile promosso da ASviS.

Torino: dove il Gypsy Jazz Manouche è di casa

Django Reinhardt, noto compositore gitano manoucheè nuovamente nel cuore di Torino e dei suoi appassionati

Django, gitano del ceppo manouche che negli anni 30’ visse nei pressi di Parigi, divenne  (nonostante la menomazione  della sua mano sinistra, che a causa di un incendio avvenuto allinterno della sua roulotte gli  fece perdere luso delle tre dita) uno dei musicisti compositori chitarristi numero uno al mondo, considerato un punto di riferimento assoluto. Il suo genio e la sua spettacolare creatività  illuminarono ed entusiasmarono nel tempo i grandi interpreti  del jazz  come Duke Ellington , Benny Carter , Louis Armstrong, Louis Vola, Bill Coleman, Rex Stewart, Stephane Grappelli  ecc.. diventando una vera e propria icona insormontabile  di questo genere musicale.  Le sue tradizioni, come la sua cultura, la sensibilità artistica , creativa e il virtuosismo ineccepibile che lo contraddistinguono per quella sua” musica, fecero da catalizzatore per tutti coloro che lo seguirono e che  ancora oggi lo seguono. La sua musica, facilmente contaminabile con qualsiasi genere musicale:  il soul , il pop, il rock  , il jazz , continua a creare un connubio di situazioni musicali davvero eclettiche, capaci di sorprendere grandi e piccini, esperti e profani. Il suo valzer musette , le sue sonate dolci, accattivanti e melodiche e quel  virtuosismo davvero unico”  , che sulla chitarra diviene  protagonista assoluto di uno spettacolo dal sapore retrò ma al tempo stesso innovativo, appassiona il pubblico e incentiva  i grandi musicisti del mondo del jazz, classici e contemporanei. Anche quei giovani musicisti emergenti scoprono tramite la sua musica  un filone davvero rappresentativo da inseguire per chi dispone di talento. In Europa e nel mondo tutto ,sono oggi  davvero tanti i gruppi musicali di  gypsy jazz manouche. I festival aumentano anno per anno , le programmazioni nei jazz club si animano con questa musica,  addirittura le fiction televisive , colonne sonore di film premiati dalla critica e non solo , jingle pubblicitari eccsi fanno spesso facilmente contaminare da questa melodia, estrapolando in essa situazioni rappresentative davvero speciali.Dati davvero singolari questi che altro non fanno che attestare la veridicità di questo effetto bomba” di passione, dove la musica e la sua eccellenza fa davvero da padrona.

.

LAssociazione Jazz Manouche Django Reinhardt di Torino” che fu la prima in Italia a creare in questa città il Festival Internazionale Gypsy Jazz Manouche con le sue 7 edizioni ,e che ancora oggi, dopo 15 anni,  continua a lavorare e a battersi per dare sempre più forma a queste incredibili iniziative, ha come Presidente limprenditore Andrea Chiusano (Chiusano & C. Immobiliare) che con dedizione , impegno e grande generosità si attiva personalmente, al fine di ottimizzare sempre di più questo progetto musicale,  la cui finalità è quella di continuare a proporre a Torino questa musica, soprattutto nel rispetto di soddisfare la frequente richiesta del pubblico che anno dopo anno si dimostra sempre più numeroso, nel rispetto anche di quei giovani talenti che studiano per affinare questo genere musicale, affrontando sacrifici che alimentano le loro speranze e i loro risultati, spesso davvero talentuosi. Questanno , in occasione del TJF (Torino Jazz Festival) , lAssociazione Jazz Manouche Django Reinhardt, è nuovamente stata chiamata  dallorganizzazione del festival e dalle Istituzioni per portare una nuova formazione musicale alla programmazione di questa meravigliosa iniziativa. Per cui, in occasione dello spettacolo che si terrà il 3 maggio presso lAuditorium S.Paolo di Torino, si esibiranno gli ACCORDIDISACCORDI , gruppo musicale torinese ormai noto che sta spopolando in Europa e nel mondo calcando palchi importanti internazionali e riscontrando dalla critica meriti davvero eccellenti.

In quartetto con loro si esibirà il famoso violinista FLORIN NICULESCU, protagonista estremo della musica gypsy jazz manouche (che in giovane età ebbe anche lonore e la capacità  di suonare con il grande Stephane Grappelli). Artista dal valore artistico indiscutibilmente eclettico e emozionante. Inoltre, in esclusiva con questo  sorprendente quartetto , presenzierà lattore GIORGIO TIRABASSI che in questa insolita occasione si presterà in una performance davvero unica, nella quale suonerà  la chitarra originale che Django Reinhardt utilizzo in gran parte dei suoi innumerevoli concerti (chitarra donata per loccasione dal collezionista Alberto Guizzetti – www.hendrixguitars.com) Unappuntamento davvero unico per questa grande manifestazione, tale da aver fatto sold-out in soli cinque giorni dallemissione dei biglietti per il concerto in programmazione sul sito del Torino Jazz Festival. Una grande soddisfazione questa per lAssociazione Jazz Manouche Django Reinhardt e i suoi organizzatori , che attesta nuovamente la calorosa presenza del suo pubblico e quella di tutti coloro che da anni seguono in questa città levoluzione di questo genere musicale. A fronte di tutto ciò, sarebbe quindi un vero peccato non riproporre questa iniziativa nel tempo, affinché questa possa davvero diventare unappuntamento fisso. < /span>C’è bisogno di qualità e di livelli artistici eccellenti per iniziative originali e appassionanti , affinché Torino possa nuovamente vantare la sua unicità , la sua storia, la sua creatività e le sue origini che da sempre la contraddistinguono. Buon spettacolo a tutti!

Monica Di Maria di Alleri

Danza e coreografia si incontrano al Teatro Nuovo

Atteso ritorno al teatro Nuovo di Torino, il 4 e 5 maggio prossimi,della rassegnaCoreografica”, giunta alla sua seconda edizione nella veste di concorso per danzatori, coreografi, compagnie  e scuole di danza

Organizzatrici della manifestazione, che vedrà la partecipazione di cinquecento danzatori, appartenenti a decine di scuole di danza e compagnie di ballo, sono Adriana Cava ed Enrica Patrito, che si avvalgono del collaborazione di Opus Ballet. In occasione della manifestazione,  patrocinata dalla Città di Torino in collaborazione con Regione Piemonte, Torino Metropoli, Piemonte dal Vivo, Ministero dei Beni ed Attività Culturali, è stato creato il premio “Torino Città coreografica, rivolto a scuole, gruppi e compagnieprofessionali emergenti, ed a giovani coreografi desiderosi di visibilità e confronto.  Torino Città coreografica nasce dalla necessità spiegano Enrica Patrito ed Adriana Cava –  di proporre un nuovo spazio di incontrocon le tante altre realtà nazionali ed internazionali legate al mondo di Tersicore. La rassegna si sviluppa in collaborazione con “DanzaFirenze“, promossa da OpusBallet e giunta quest’anno alla sua diciottesima edizione. Coreografica ” diventa, così, una preziosa occasione di crescita per molti giovani danzatori ed un evento nuovo per la piazza torinese“.

 

Mara Martellotta

Primo Maggio a Torino, le reazioni della politica

Torino – Ferrero (la Sinistra): basta repressione, il primo maggio è delle lavoratrici e dei lavoratori

“La piazza del primo maggio è delle lavoratrici e dei lavoratori, non è la Questura che può decidere, manu militari, chi può manifestare o meno in base alle opinioni che vengono espresse dai diversi spezzoni di corteo”, così Paolo Ferrero, vicepresidente del Partito della Sinistra Europea  al termine del corteo del primo maggio a Torino. Per Ferrero “si è ripetuto anche quest’anno un comportamento increscioso da parte delle forze di polizia con le cariche rivolte contro il movimento No Tav. Cariche del tutto ingiustificate, motivate solo dalla volontà di dividere in due il corteo tra buoni e cattivi. Una divisione che rifiutiamo con forza. La lotta contro il Tav è la lotta contro il partito trasversale degli affari, contro la distruzione ambientale, per l’affermazione di una prospettiva di lavoro pulito, dignitoso, ecocompatibile  . Basta con la repressione di un movimento che rappresenta un riferimento e una speranza non solo per la Valsusa ma per l’insieme del nostro Paese”.

 

PRIMO MAGGIO, MARRONE – MONTARULI – ROSSO – GHIGLIA (FDI): SOLIDARIETÀ ALLE FORZE DELL’ORDINE
“Vogliamo esprimere la massima solidarietà al personale delle Forze dell’Ordine impegnate oggi nell’ordine pubblico a Torino: i ragazzi in divisa costretti a subire le aggressioni antagoniste andate in scena del corteo del Primo maggio sono i veri lavoratori di questa giornata, ma nessuno da abbastanza riconoscimento ai loro diritti” affermano Maurizio Marrone, candidato di Fratelli d’Italia al Consiglio Regionale del Piemonte, e Augusta Montaruli, parlamentare FDI, che commentano “La piazza di oggi si conferma ogni anno più teatro delle contraddizioni della sinistra, che non lasciano quasi spazio alle istanze del lavoro. Sarà il caso di immaginare nuovi futuri eventi realmente a difesa del lavoro che manca, soprattutto nella nostra Torino colpita da disoccupazione record”.

***

“Se partecipiamo si lamentano, se non partecipiamo si infuriano. Quelli della sinistra italiana si lagnano sempre di noi, invece che guardare a casa propria e alle loro enormi contraddizioni interne. Non ultima la questione Tav che anche oggi ha visto una parte della sinistra violenta, i no Tav, tentare di sfondare il corteo e la parte vicina alle banche, più interessata alla nostra presenza che ai reali problemi del lavoro”. Così Roberto Rosso, candidato alla Regione Piemonte per Fratelli d’Italia e presente al corteo torinese del primo maggio, commenta le critiche dell’Anpi. “Secondo loro noi non avremmo dovuto partecipare, come se l’associazione partigiani avesse l’esclusiva sul mondo del lavoro. Però se non ci fossimo stati, saremmo stati tacciati di scarso interesse per un tema invece fondamentale: meno tasse, meno burocrazia, più facilità di assunzione e maggiore convenienza a lavorare in Italia. Sono queste le ricette di Fratelli d’Italia, piaccia o meno al Pd o agli ex partigiani”. Rosso spiega: “Non avendo argomenti concreti, sanno soltanto guardare alle nostre presenze o assenze. Un rito che si ripete ogni anno tra il 25 aprile al primo maggio. Forse questo modo di fare politica da barzelletta, però, ultimamente non li sta premiando molto alle urne. Tanti lavoratori onesti ci votano e noi abbiamo il dovere di rappresentarli anche ai cortei”.

***

DANIELA  RUFFINO (FI), SEMPRE CON FORZE DELL’ORDINE E CONTRO VIOLENZA
 La capogruppo del M5s al Comune di Torino poteva risparmiarsi le sue critiche infondate e immotivate alle forze dell’ordine meritevoli invece di encomio per come hanno saputo contenere e neutralizzare i soliti gruppi di violenti e facinorosi pronti a menar le mani. Volevano inquinare la manifestazione per la festa dei lavoratori, che non appartiene a nessun partito ma appartiene solo ed esclusivamente al mondo del lavoro, e sono stati tempestivamente bloccati dalle forze dell’ordine, cioè da quella categoria di lavoratori che anche oggi ha lavorato con la consueta abnegazione.Non voglio partecipare alle polemiche strumentali pro o contro il Pd, perché è dalla strumentalizzazione di giornate di festa come questa che si è finito col togliere significato a tutto, al 25 aprile o al Primo maggio. La politica manifesta ancora una volta un livello spaventoso di immaturità perché una campagna elettorale permanente sta distruggendo valori e simboli attorno ai quali è stato costruito nel tempo il senso di appartenenza a una stessa comunità. È venuto il momento di dare un colpo di freno, di restituire il senso vero e compiuto alle feste che da decenni riuniscono gli italiani per festeggiare la liberazione o il mondo del lavoro, senza dividersi, almeno nelle celebrazioni, e senza prestarsi agli strumentalizzi di questa o quella forza politica.

 

Festa del lavoro e guazzabuglio elettorale

/

Di Pier Franco Quaglieni
.
Il I° maggio torinese e’ stato caratterizzato da episodi di violenza da parte dei No Tav che hanno cercato di egemonizzare il corteo. E’ apparso incredibile che gli organizzatori della manifestazione abbiano vietato le insegne Si ‘ Tav, consentendo invece quelle no Tav. Sono in parte gli stessi sindacati che hanno sfilato con le madamine poco tempo fa. Aveva senso che ogni insegna fosse messa da parte perché il I° maggio dovrebbe essere concentrato sul lavoro. Su un lavoro che non c’è, come acutamente ha ricordato la vignetta di Antonio Guarene riportata su Facebook. In effetti ci sarebbe anche poco da festeggiare perché la crisi economica si sta acuendo a causa di un governo inetto e demagogico che ha peggiorato una situazione già di per se’ preoccupante. Ma la cosa che più dovrebbe allarmare e’ che il governatore uscente e candidato presidente del centro-sinistra (che vuole apparire come il paladino unico del Si ‘ Tav fino ad unirsi con una delle madamine in una specie di Santa Alleanza) e’ insieme nelle elezioni regionali con una sinistra No Tav a cui si deve in larga misura il divieto di sfilare con le insegne Si’ Tav il I maggio. Un anticipo di quello che potrebbe essere, in caso di vittoria, il guazzabuglio di una maggioranza pasticciata e contraddittoria in cui i No Tav potrebbero essere determinanti per governare. Il preannuncio del I° maggio dovrebbe far riflettere sui possibili trasformismi post elettorali. In ogni caso non dimentichiamo che la sinistra in blocco e’ stata contraria o molto tiepida sulla Tav che solo recentemente e’ stata scoperta dal Pd come il tema dominante di una campagna elettorale che chiude un quinquennio in cui comunque la Tav non e’ stata certo al centro dell’azione di governo dell’attuale Giunta.
 

scrivere a quaglieni@gmail.com

MIGRAZIONE: ACTIONAID, VIOLENZA DI GENERE SPINGE DONNE NIGERIANE NELLA RETE DELLA TRATTA

È la violenza di genere il fattore principale che spinge le donne nigeriane a lasciare il proprio Paese per raggiungere l’Italia, diventando vittime di tratta a scopo di sfruttamento sessuale. Un vero e proprio “fattore di espulsione” che relega la donna ai margini della società nigeriana fino a costringerla alla partenza. È quanto emerge dal rapporto “Mondi connessi. La migrazione femminile dalla Nigeria all’Italia e la sorte delle donne rimpatriate”, realizzato da ActionAid insieme a BeFree, cooperativa contro tratta, violenze e discriminazioni, analizzando 60 verbali di audizioni di donne nigeriane segnalate come presunte vittime di tratta presso la Commissione territoriale di Roma, tra il 2016 e il 2017, per il riconoscimento della protezione internazionale.

 

Nel 61% dei casi analizzati la ragione principale dell’espatrio è proprio la violenza di genere (tra cui violenza dentro e fuori le mura domestiche e tentativi di matrimonio forzato). Il 33,3% delle donne fugge da situazioni di estrema povertà. Nel 66% dei casi sono donne con un’età compresa tra i 19 e i 24 anni e il loro arrivo in Italia è molto recente (l’86,7%), tra il 2015 e il 2017. Nella quasi totalità provengono dallo Stato di Edo, dove la tratta è un fenomeno strutturale ed endemico dovuto alle condizioni economiche, politiche e socio-culturali.

 

Le differenze di genere divengono, spesso indipendentemente dai contesti, disuguaglianza di genere: essere donne significa avere meno potere, risorse più scarse, maggiori ostacoli nell’accesso all’istruzione, all’occupazione; all’essere donna è attribuito uno status di inferiorità, di mancanza, di disvalore – dichiara Livia Zoli, Responsabile dell’Unità Global Inequality & Migration di ActionAid – Per questi motivi, parlare di migrazione non è un fatto neutro. L’approccio di genere è indispensabile per comprendere le diverse forme di espulsione dalla società, sia nel contesto d’origine che in quello d’approdo. Questo è uno degli aspetti cruciali del rapporto: la tratta si configura come uno degli strumenti in mano al potere maschile nell’esercitare violenza, quale parte di un sistema di dominio basato sul genere, che rende la violenza contro donne e ragazze estremamente redditizia e contribuisce a sancire l’abuso strutturale dei diritti delle donne”.

 

La ricerca evidenzia dunque un complesso dispositivo di subordinazione di genere che si alimenta di violenza e di tratta ai fini dello sfruttamento sessuale. Un sistema in cui l’emigrazione appare come una delle poche possibilità, se non la sola, di mobilità sociale per la componente femminile normalmente relegata ai margini o vittima di violenza di genere.

 

La tratta e lo sfruttamento sessuale delle giovani donne nigeriane sono drammaticamente aumentati negli ultimi anni in Italia. Secondo il rapporto dell’OIM (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni), nel 2016 le donne di nazionalità nigeriana sbarcate sulle nostre coste sono state 11.009 rispetto alle circa 5.000 del 2015 e le 1.500 del 2014. L’OIM stima che circa l’80% di queste ragazze sono potenziali vittime di tratta a scopo di sfruttamento sessuale. Secondo i dati forniti dal Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio, nel 2016 il 59,4% delle donne sopravvissute alla tratta inserite nei programmi di protezione sociale era nigeriano.

 

Il rapporto “Mondi connessi” si concentra anche sulla sorte delle donne rimpatriate in Nigeria dall’Italia e dall’Europa, con interviste a donne inserite nei due progetti condotti dal Committee for the Support of the Dignity of Woman (COSUDOW), sia a Lagos che a Benin City. Alcune, nonostante le difficoltà del contesto, sono parse soddisfatte dal rientro perché sono tornate a casa e perché si sono trovate in condizioni talmente difficili in Europa che il ritorno nel Paese di origine è vissuto come una decisione obbligata e non una scelta. Altre hanno dichiarato invece che vorrebbero tornare in Italia. In realtà, non esistono dati ufficiali sulle condizioni delle donne rimpatriate non intercettate dalle Ong attive nel Paese e, se si pensa che nel 2016 sono state deportate 198 persone nigeriane e 246 nel primo semestre 2017, si può affermare che la grande maggioranza non viene raggiunta da percorsi di reinserimento, è generalmente stigmatizzata e rischia di ricadere nella rete della tratta. La ricerca evidenzia che le donne rimpatriate, anche in caso dei cosiddetti rimpatri volontari e assistiti, vivono una doppia espulsione (in Italia e in Nigeria), che aggrava ulteriormente le condizioni di vulnerabilità che le aveva spinte a lasciare il proprio Paese. Subiscono quindi un’espulsione, innanzitutto di ordine burocratico e amministrativo, dalla nostra società, che mostra il fallimento del sistema italiano di accoglienza e protezione e che si somma all’allontanamento dalla comunità d’appartenenza in Nigeria per ragioni economiche, sociali, culturali ed individuali.

 

Inadeguatezza delle normative, insufficienza di posti nelle strutture protette, ricorso sistematico al rimpatrio, svilimento del “binario sociale” per l’ottenimento del permesso di soggiorno per motivi di protezione sociale ai sensi dell’articolo 18 del Testo Unico sull’immigrazione a causa dell’esclusivo uso del binario giudiziario da parte delle Questure, concorrono a far sì che il sistema italiano non sia in grado di garantire la necessaria protezione e il rispetto dei diritti umani delle donne trafficate. E il quadro è evidentemente peggiorato con l’introduzione del Decreto Sicurezza. L’abrogazione della protezione umanitaria, il riassetto del sistema di accoglienza, il trattenimento legalizzato negli hotspot, le nuove procedure di frontiera e le norme ostative relative alle richieste di protezione reiterate sono alcuni degli aspetti del decreto che colpiscono anche le donne vittime o potenziali vittime di tratta.

 

Alla luce dei risultati emersi, ActionAid chiede a Governo e Parlamento italiani di applicare pienamente l’articolo 18, prevedendo inoltre una maggiore durata del permesso di soggiorno e rafforzando il sistema di protezione anti-tratta sostenuto dal Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio; aumentare la disponibilità alloggiativa per le  donne trafficate, aggiungendo la possibilità di accoglienza nel SIPROIMI (Sistema di protezione per titolari di protezione internazionale e per minori stranieri non accompagnati, ex-SPRAR) per le richiedenti asilo presunte o potenziali vittime di tratta; migliorare le procedure di identificazione, evitando rimpatri forzati. Secondo ActionAid è necessario in generale un cambio radicale del Decreto Sicurezza, per garantire alle donne migranti irregolari di rivolgersi agli enti giudiziari e alle forze dell’ordine senza il timore di essere detenute o rimpatriate; disporre la chiusura delle strutture di detenzione amministrativa e trattenimento dei migranti perché violano gravemente la Costituzione, le norme internazionali e la Direttiva 2008/115/CE sul rimpatrio degli stranieri in condizione di soggiorno irregolare; eliminare il criterio e la lista dei cosiddetti paesi sicuri; istituire un osservatorio che verifichi le condizioni di accoglienza riservate alle donne richiedenti asilo e titolari di protezione nelle diverse strutture, comprese quelle detentive.

A questo link https://drive.google.com/file/d/1xC2leh9Ju0TlcMhtg3iRqM92IDI-Okzh/view?usp=sharing il report completo.

Primo Maggio, il Siulp: "Bene l'intervento delle forze dell'ordine"

Il  Segretario Generale del Siulp di Torino Eugenio Bravo interviene  in merito agli scontri tra forze dell’ordine e NO TAV durante la manifestazione del 1 Maggio.   Bene hanno fatto le forze dell’ordine che con professionalità, fermezza e lungimiranza hanno garantito  ancora una volta che la manifestazione del 1 Maggio non si trasformasse in uno scenario di devastazioni e gravi ferimenti. I primi a violare l’articolo 21 della Costituzione che garantisce la libertà di pensiero e di espressione sono proprio coloro che agiscono con azioni violente ; esattamente come hanno fatto a Torino alcuni rappresentanti dei NO TAV durante l’odierna manifestazione del 1 Maggio. Ancora più grave è se tra questi NO TAV vestiti di tutto punto con abiti antisommossa vi siano cariche istituzionali e rappresentanti politici che, in nome della loro indiscutibile verità, con le loro azioni aggressive vorrebbero annichilire la libertà di pensiero dei tanti altri manifestanti che non condividono la loro “verità”. Se l’esempio di tolleranza e rispetto per le idee altrui dovesse provenire da questi rappresentanti credo si porrebbe un vero problema di credibilità delle istituzioni e di chi le rappresenta. Attendiamo fiduciosi che la Sindaca di Torino prenda le debite distanze da soggetti i cui comportamenti nulla hanno a che fare con la democrazia e con lo stato di diritto. Se il clima del paese non è tra i più sereni, chiude Eugenio Bravo, questo non autorizza nessuno, ma proprio nessuno, ad utilizzare mezzi violenti e aggressivi per dimostrare le proprie ragioni. Sembra incredibile ma sempre più spesso in questo Paese non si riesce più a manifestare pacificamente. È auspicabile che chi ha causato i tumulti e i disordini riceva le giuste attenzioni da parte degli inquirenti e della magistratura verificando eventuali responsabilità.

Nosiglia: "Torino città dei garantiti, crescono gli esclusi"

A  Torino sta prevalendo “la città dei garantiti a fronte di una crescente moltitudine di persone che restano  fuori, non solo ai margini, ma fuori nel senso che non se ne sentono più parte e inclusi”. E’ quanto ha affermato l’arcivescovo Cesare Nosiglia nell’omelia della messa per la festa di San Giuseppe Benedetto Cottolengo, celebrata nella Piccola Casa della Divina Provvidenza. Secondo l’arcivescovo  “l’assistenza vitale di cui godono  è vasta grazie ai diversi servizi, al volontariato e a tanti operatori e realtà del welfare, ma la percezione diffusa che portano nel cuore è di abbandono, solitudine, rassegnazione”.