Maggio 2019- Pagina 25

Verso Empoli-Torino

Toro, bisogna vincere coi toscani e confidare in qualche passo falso di chi è davanti: il settimo posto, infatti, non basta più per accedere all’Europa League

Domenica pomeriggio (alle ore 15) il Torino sarà ospite dell’Empoli, in un confronto importante per entrambe le compagini. La sfida è, infatti, fondamentale non solo per gli empolesi (tornati in corsa per la salvezza grazie alle vittorie con Fiorentina e Sampdoria), ma anche per il Toro: infatti, giacché la settima piazza (attualmente appannaggio dei granata) non valga più l’accesso all’Europa League (a causa del trionfo della Lazio in Coppa Italia), il Torino può ancora accedere all’ex Coppa UEFA facendo bottino pieno in questi ultimi due impegni di campionato (con gli empolesi e domenica prossima al “Grande Torino” proprio contro i laziali), confidando in risultati favorevoli dagli altri campi. Il Toro, settimo a quota 60, deve sperare in un passo falso della Roma sul campo del Sassuolo (che nella scorsa giornata ha fatto sudare parecchio i ragazzi di Walter Mazzarri) nell’anticipo del sabato, oppure in un pareggio casalingo del Milan col già retrocesso Frosinone (eventualità remota). In linea teorica, i granata potrebbero far la corsa anche sull’Atalanta, impegnata domenica sul campo della Juventus e successivamente in casa col Sassuolo: qualora gli orobici conquistassero un solo punto, due vittorie consentirebbero ai torinisti d’agganciare la “Dea”, ma superandola in virtù degli scontri diretti. Tuttavia, prima di far calcoli, il Torino deve compiere appieno il proprio dovere, conquistando sei punti in questi ultimi due incontri. Per un piccolo excursus storico, va segnalato che l’unico successo del Toro sul campo dell’Empoli ha avuto luogo nell’edizione 1984-’85 della Coppa Italia: dovrebbe, quindi, essere giunta l’ora di portare a casa i tre punti in campionato da un campo che appare davvero “stregato” per i colori granata.

Giuseppe Livraghi

 
 

Contro il rischio di una guerra atomica

A poco più di una settimana dal voto europeo, ci sembra che manchino tra i temi di una campagna elettorale in realtà iniziata da parecchi mesi quelli inerenti  la pace; si parla di tante emergenze ma se ne dimentica una che mette a rischio l’esistenza stessa dell’umanità sulla Terra: il rischio di una guerra atomica, che vede nella nostra Europa concentrarsi un gran numero di testate nucleari. Le Nazioni Unite, sulla spinta della grande maggioranza dei Paesi non detentori di armi di distruzioni di massa hanno discusso ed approvato nel 2017 un Trattato che mette al bando tutte le armi atomiche. Questo trattato, boicottato per evidenti ragioni da tutte le potenze nucleari, per una volta tutte concordi nel preservare la loro minaccia globale nei confronti di tutta l’umanità, diventerà effettivo quando 50 Stati lo ratificheranno.

Vogliamo che l’Italia sia tra questi,

vogliamo che le armi nucleari vengano rimosse dall’Europa e dai suoi mari.

Anche se tra le responsabilità del Parlamento europeo non c’è la politica estera né di difesa, riteniamo che esso possa avere un ruolo importante nel sostegno al trattato ONU.

Chiediamo pertanto ai candidati al Parlamento europeo l’impegno a sostenere il Trattato ONU e a realizzare un’Europa ed un mondo senza armi nucleari.

Sabato 18 maggio alle ore 16 in piazza Castello, fronte via Garibaldi,

effettueremo un presidio nonviolento per sensibilizzare l’opinione pubblica su questi temi.

I rischi di guerre in cui chi le ha possa usare le armi atomiche è alto.

Impegnamoci ed attiviamoci  per esigere il disarmo atomico completo, unica garanzia contro un olocausto nucleare

Per il Coordinamento di cittadini, associazioni, enti e istituzioni locali

contro l’atomica, tutte le guerre e i terrorismi

 

Paolo Candelari

Bertola: "Così il Piemonte cambia passo”

Di Romana Allegra Monti
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“Reddito energetico, riforma dei centri per l’impiego e sistema unico di prenotazioni sanitarie”  A tu per tu con il candidato del M5S, che affronta con noi i temi centrali per il territorio: sanità, ambiente, lavoro e non solo
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Partiamo dalla sanità: quale direzione seguirebbe Giorgio Bertola se fosse eletto Presidente, dunque anche autorità sanitaria regionale?
L’azzeramento delle liste d’attesa, grazie al piano nazionale della ministra Grillo che prevede investimenti e sanzioni per chi non rispetta i tempi previsti, ma anche il sistema unico di prenotazioni con una telefonata, un sms, un click. Più risorse pubbliche e meno private per i nuovi presidi ospedalieri che devono esser costruiti dalla Regione.
A questo proposito, che posizione ha rispetto la querelle relativa alla Città della Salute e al Regina Margherita?
Pensiamo che il Parco della Salute sia un’opera utile, ma anche che debbano essere mantenuti i posti letto, le specificità del CTO e del polo materno infantile. Noi chiediamo una sezione dedicata a questo e che i posti letto siano quelli programmati dalla Dgr 1600, quindi 1821 posti letto e non quelli previsti dalla giunta Chiamparino, che sono 1490 in totale. Per questo la nostra proposta prevede di aumentare il partneriato pubblico. A seguito di una interrogazione parlamentare della deputata D’arrando e della ministra Grillo, il ministero ha deciso di avviare la richiesta di dibattito pubblico previsto dal nuovo codice degli appalti: questo per ascoltare le persone che ci lavorano e le famiglie e migliorare il progetto.
Quali sarebbero le sue linee d’intervento per quanto riguarda il lavoro?
Ne abbiamo diverse: riforma dei centri per l’impiego legata al reddito di cittadinanza, il sostegno al made in Piemonte e all’innovazione per accompagnare sul locale ciò che sta avvenendo sul nazionale, dove è stato approvato un fondo da più di un miliardo di euro a sostegno delle startup innovative, che permette alle piccole e medie imprese di avere un voucher di 40 mila euro per l’assunzione di un manager per l’innovazione.
Startup e giovani sono un binomio imprescindibile. Si parlava proprio di giovani nel programma della sindaca (2016), che prevedeva la costituzione di un fondo di 5 milioni per inserire i giovani nelle imprese…
Sì, Torino sta continuando su questa linea. Circa tre settimane fa è venuto il ministro Di Maio a Torino per comunicare anche i finanziamenti per la Casa delle tecnologie emergenti, un laboratorio per le startup a Torino. Questo per riuscire a far crescere le idee di alcuni ragazzi che, spesso, non trovando sostegno si stufano e vanno all’estero: così perdiamo i giovani, le idee e la loro realizzazione. Questo sostegno si allinea al decreto firmato da Di Maio sull’area di crisi complessa per Torino e il resto del territorio, che porta investimenti nei settori strategici: l’automotive, l’aerospaziale e l’ICT. L’innovazione rende sostenibile il lavoro e l’ambiente: la filiera del riciclo non è solo ecologica, ma crea anche posti di lavoro, grazie ai fondi europei.
La questione ambientale a Torino è un punto dolente sia per l’inquinamento, sia per i conseguenti blocchi auto e Ztl. Si cerca di disincentivare l’uso dell’auto, ma al tempo stesso le alternative non sono così efficienti: mezzi problematici, ritardi, mancanza di ciclabili collegate a certe zone della città. Un problema ambientale ma anche di vivibilità, cosa suggerisce?
Ci vuole una visione a lungo termine e so benissimo che le soluzioni impopolari non piacciono ai politici che pensano alla prossima campagna elettorale. L’altro aspetto è che la visione va poi condivisa su tutti i livelli: se il nazionale e il locale condividono gli stessi obiettivi, le politiche possono esser portate avanti. Bisogna essere coerenti però: ho visto con i miei occhi esponenti del PD manifestare nel nome di Greta e due giorni dopo farlo contro le misure ambientali della giunta Appendino, si mettessero d’accordo con il loro cervello. Noi proponiamo un “welfare ambientale”: il reddito energetico già attuato in Sardegna e a Milano, che prevede la concessione di pannelli fotovoltaici alle famiglie a basso reddito. Inoltre grazie a noi esiste l’esezione per cinque anni dal pagamento del bollo per le auto ibride per farlo sommare all’incentivo nazionale. Non condivido tutte le critiche alla nuova Ztl: a Torino son 2 km quadrati, a Milano è dieci volte eppure è stato lodato come modello d’innovazione dagli stessi che criticano Torino.
Diciamocelo: la Metro sarebbe un’ottima soluzione. Siete giunti a un percorso condiviso per le altre linee?
È una questione di lungimiranza anche questa. Sono richieste misure emergenziali perché son stati fatti esposti ma anche perché siamo sotto sanzioni comunitarie. Si è trovata una quadra. Personalmente condivido l’ipotesi fatta dal Comune di farla partire dall’autoporto pescarito. Nel frattempo vanno potenziate le linee fuori terra: a giugno arriveranno 74 mezzi nuovi meno inquinanti, che sostituiranno quelli inefficienti. Il problema è che non sono stati fatti finora investimenti, un po’ come una famiglia che non ha i soldi per l’auto nuova ma spende ogni mese 400 euro per sistemare quella vecchia. E lo dico da fruitore dei mezzi pubblici.
Cultura: siete soddisfatti dell’offerta torinese? Giovara ha proposto di candidare la città a capitale europea della cultura per il 2033, è d’accordo?
Sì, assolutamente. Per la cultura guardiamo a un sistema aperto, diverso da quello dei salotti torinesi di cui l’assessora Parigi è espressione…
Si riferisce al cosiddetto “sistema Torino”?
Non esiste solo Torino e i finanziamenti non possono essere concessi sempre e solo ai soliti quattro o cinque. Anche qui deve esserci uno sguardo all’imprenditoria giovanile nel campo culturale.
Come giudica l’operato dell’attuale Presidente della Regione?
Il giudizio è negativo. Oggi abbiamo un Irpef ai massimi livelli, il bollo auto aumentato e alcuni ospedali sono stati chiusi. La tanto criticata ricetta del centrodestra alla fine è stata attuata dal centrosinistra facendo passare tutti i tagli come provvedimenti di giunta e non come Consiglio regionale, esautorato dalla sua prerogativa di esser parte attiva nella programmazione sanitaria. Si è andati proseguendo sulla stessa linea che ha tolto credibilità alla politica piemontese: lo scandalo rimborsopoli ha riguardato sia centro destra che centro sinistra, così come lo scandalo firme false e lo scandalo Finpiemonte con l’ex presidente Gatti e altre sette indagati. Una persona che i giornali definivano “ fiore all’occhiello del PD manageriale”: il giudizio giuridico lo lascio alla magistratura, ma quello politico è che, mentre Chiamparino diceva che Finpiemonte doveva diventare una banca, sparivano 11 milioni dei cittadini e non vi era un sistema di controlli adeguato: questo è gravissimo. Per non parlare del Tav con cui Chiamparino si riempie la bocca pur non essendo una sua competenza, mentre l’unico di cui poteva e doveva occuparsi è quello del grattcielo della Regione e non è ancora finito.
Bertola Presidente come si porrebbe sulla questione Tav?
La posizione è chiara: siamo contrari. si tratta di un’opera inutile e dannosa: questo è stato certificato anche dall’analisi costi-benefici prevista da un contratto di governo firmato anche dalla Lega. Secondo noi va fermata, ma prenderei in giro gli elettori se dicessi che un Presidente può fermare o far partire la Tav come fa Cirio, perché è un’opera che si basa su leggi nazionali e accordi internazionali. Chiamparino la sta usando per riportarsi al centro della contesa politica essendo in difficoltà, ma anche per nascondere i fallimenti suoi e del centrodestra: è importante che i cittadini non si lascino confondere, il 26 maggio non sarà un referendum sulla linea Tav ma l’elezione di un Presidente e 50 consiglieri che si occupino dei loro problemi. Sto girando tutto il Piemonte e non ho ancora trovato una persona che mi abbia detto che è il suo problema è la Tav: noi dobbiamo affrontare i problemi reali di tutte le persone sul territorio.
Come risponde alle critiche mosse alla sindaca in merito alle nomine giuridicamente consone, ma politicamente poco trasparenti di vertici come Smat, Gtt, Iren?
Il mio giudizio sulla sua giunta è positivo nel complesso, perchè so bene che situazione hanno preso in mano in termini di bilancio. Per quanto riguarda le nomine non ho appunti da fare: sono state tutte consone alle norme vigenti, sono scelte politiche legittime che ha fatto l’amministrazione.
Chiamparino si è già espresso. Lei cosa pensa delle recenti polemiche su Altaforte al Salone del Libro?
L’antifascismo è alla base della cultura del Movimento e della mia, però si fa con atti politici, non rinunciando a partecipare a un evento culturale importante come il Salone.

Ruba ombrello e picchia donna incinta

Un uomo di 70 anni ha aggredito una donna incinta per rubarle l’ombrello, ed è  stato arrestato dai carabinieri a Torino. La vittima e una sua amica sono state avvicinate in via Luini, lui le ha preso l’ombrello e si è nascosto in un bar. La donna, al sesto mese di gravidanza, l’ha inseguito  per chiedergli spiegazioni e lui ha iniziato a colpirla sul volto, sul braccio e sui fianchi,  ha gettato l’ombrello a terra ed è scappato. La  ragazza ha raccontato ai carabinieri, dopo essere stata visitata all’ospedale Maria Vittoria, di temere complicanze per il bimbo. Invece dalla visita risulta che tutto procede fortunatamente  per il verso giusto.
 
(foto: il Torinese)

Tra petrolio, coyote e… sciacalli

Persino una raccolta di racconti brevi pubblicata nel 1989 da William S. Burroughs, simbolo della Beat Generation, ne prese il nome, minaccioso e inquietante: “Tornado Alley”

E’ tutta quella fascia di territorio che comprende le pianure dei fiumi Mississippi e Ohio e la valle del basso corso del fiume Missouri, così come la parte sud-orientale degli Stati Uniti; vi sono inglobati Oklahoma, Kansas, Arkansas, Missouri e Iowa, cui si aggiungono nord-est del Texas, Colorado orientale, nord della Louisiana, centro e sud di Minnesota e South Dakota, nord-ovest del Mississippi, centro e sud dell’Illinois, Indiana sudoccidentale, sud-est e sud-ovest del Nebraska e aree di Tennessee, Kentucky e Wisconsin. Grande area territoriale… ma sicuramente definizione soprattutto mass-mediatica, con scarsi fondamenti scientifici e aree geografiche che non sempre rispecchiano la reale incidenza di tornados e il loro impatto al suolo. Fatto sta che la base meridionale della “Tornado Alley” si situa in Texas, sostanzialmente nell’area a nord di Dallas, sulla direttrice per Oklahoma City. Texas terra di petrolio, pianure, canidi di vario tipo tra cui il coyote…. ma gli sciacalli? Che ci siano o no poco importa, importa che piacevano tanto alle bands degli anni Sessanta nomi selvatici, da outcasts, da reietti di vario genere; e non poteva che essere gettonato un nome del tipo The Jackals. Ed eccola la band, sorta nel 1964 a Denton (Texas), ma composta (nella sua formazione definitiva dopo qualche tempo) da Billy Lawson (V), Mike Neal (chit), Ronny Sterling (b), John Talley (org), Phil Campbell (batt); il serbatoio erano il Cook County Jr. College e la North Texas State University e la guida manageriale era il magnetico e tentacolare George Rickrich (che era stella polare dei concittadini ma ben più famosi The Chessmen). In ogni caso The Jackals sapevano contaminare col loro entusiasmo parecchi frat parties di Dallas e dintorni e locali tra cui “Lou Ann’s”, “The Dunes” e “The Pirates’ Nook”; piacevano per il “soul flavour”, influenzato da Wilson Pickett, Percy Sledge, ma con impronta “British Invasion” (specialmente Yardbirds, Animals e Rolling Stones). La direttrice dei gigs era tra San Antonio, Austin, Waco, Fort Worth fino a Norman e Oklahoma City a nord e si può senz’altro affermare che The Jackals erano soprattutto band da esibizioni live, con scarsissima propensione all’incisione o agli studi di registrazione. Ne è prova il fatto che ci si accorse del loro contributo solo a più di vent’anni di distanza, allorquando il loro acetato col singolo “Love Times Eight” diventò brano cult; ciò a seguito di un lavoro di recupero di unreleased di varie bands ad opera di collaboratori ed emissari della casa Cape Crusader Records di Kansas City. Ne derivò una nutrita raccolta di brani inediti di carattere eterogeneo e di gruppi di differenti influenze musicali e aree territoriali, ma “Love Times Eight” dei The Jackals spiccò immediatamente nei gusti dei cultori del rock di nicchia, non solo nel genere garage. Della band si perdono quasi tutti i riferimenti dopo il 1966, allorquando Mike Neal, chiamato nella Air Force, dovette abbandonare, sostituito da William Williams. Non è da escludere che le esibizioni fossero comunque frequenti e il calendario fitto, anche se è presumibile che l’attività manageriale di George Rickrich, ormai orientata sui Chessmen, avesse “scaricato” The Jackals, condannandoli ad una lenta ed inesorabile parabola discendente sicuramente dal 1967. “Love Times Eight” resta comunque tuttora punto di riferimento degli aficionados del garage di nicchia e di quella vasta area degli inediti protopunk degli Stati Uniti di metà anni Sessanta.
 

Gian Marchisio

 

 
 

A Torino nasce Casa Giglio

Uno spazio di 800mq in via Cappel Verde 2 angolo via XX Settembre, in un’ala dell’ex Seminario della Diocesi di Torino, che ospiterà gratuitamente undici famiglie, di cui dieci con difficoltà economiche e sociali con bambini ricoverati all’Ospedale Infantile Regina Margherita ed una famiglia in emergenza abitativa. I lavori di ristrutturazione dell’immobile, avvenuti in soli due anni, hanno richiesto un investimento di circa un milione di euro. L’accoglienza delle prime famiglie è prevista a partire dal mese di giugno.

 

Casa Giglio è un progetto dell’associazione Giglio Onlus, che dal 2002 ha ospitato gratuitamente oltre 150 famiglie, realizzato in collaborazione con Azienda Ospedaliero-Universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino e grazie al Programma Housing della Compagnia di San Paolo come maggior sostenitore, con il sostegno di Fondazione CRT e con il contributo di Banca d’Italia eUniCredit e con il patrocinio di Città Metropolitana di Torino e Comune di Santena.

 

I nuovi spazi saranno più di una semplice casa: un progetto di social housing nel centro della città in cui ogni famiglia ospitata avrà l’opportunità di condividere esperienze sia con le altre famiglie ospitate, sia con la comunità del quartiere, per affrontare con maggiore serenità le preoccupazioni dovute ai problemi di salute e alla malattia dei propri bambini.

 

Oltre alle zone notte con bagno privato, cucina e lavanderia condivise, è infatti presente una sala polivalente che permetterà lo svolgimento di attività aperte al pubblico, tra cui corsi, performance teatrali ed altre attività ludiche e formative promosse dai volontari di Giglio Onlus, dalla comunità e da altre associazioni. Tutte le famiglie potranno inoltre contare su un costante supporto psicologico.

 

L’approccio di Giglio Onlus si distingue per un servizio completo di ospitalità gratuita alle famiglie con bambini ricoverati in qualsiasi reparto dell’Ospedale Infantile Regina Margherita, segnalate dagli assistenti sociali e dai mediatori culturali, che non avrebbero la possibilità economica di trasferirsi in albergo per accompagnare i piccoli pazienti durante tutto il periodo di degenza fino al momento delle dimissioni.

 

Collaborano al progetto Casa Giglio i partner AICS Comitato Provinciale di Torino, ASAI, A.Titolo, Consorzio Abele Lavoro, Cooperativa Terzo Tempo, Federvolontari, Fondazione Forma, Rete Italiana Cultura Popolare e Spazio ZeroSei.  

Interruzioni della circolazione ferroviaria

Su ordinanza della Prefettura di Cuneo, dalle 8 alle 11 di domenica 19 maggio, sarà sospesa la circolazione ferroviaria tra Mondovì, Savigliano e Cuneo. Interessate le linee Torino – Savona e Torino – Cuneo, Fossano – San Giuseppe, Fossano – Cuneo – Limone e SFM 7 Torino Stura – Fossano.   Il provvedimento è necessario per consentire il disinnesco e la rimozione di un ordigno bellico della Seconda Guerra Mondiale, rinvenuto nel territorio del comune di Fossano, nelle vicinanze della stazione ferroviaria. Alcuni treni regionali saranno sostituiti con bus o modificheranno il loro percorso. Il dettaglio delle modifiche è consultabile nella locandina allegata. Fossano sarà raggiungibile con servizio bus che effettuerà fermata in Via Torino 35. L’orario previsto per il termine delle attività potrà essere anticipato o posticipato in base all’effettivo completamento delle operazioni programmate.
 

Autonomisti a Venezia

Sabato 18 maggio, all’Antony Palace Hotel di Marcon, comune della Città Metropolitana di Venezia, si tiene un convegno sul tema de ‘Le identità regionali protagoniste dell’autonomia solidale’, organizzato dal Patto per l’autonomia del Veneto e dal Patto per l’autonomia friulano. All’importante convegno prende parte anche una delegazione del Comitato Autonomia Piemont, guidata dal segretario/tesoriere, Emiliano Racca (che è componente del coordinamento di presidenza con Carlo Comoli e Massimo Iaretti), il quale prenderà parte, nel pomeriggio alla tavola rotonda ‘Quali strategie per l’autonomia dei popoli ? Progetti e soluzioni per riformare l’Europa’, insieme a Roberto Agirmo, presidente del Patto per l’autonomia Veneto, Erik Lavelaz, presidente dell’Union Valdotaine, ed Herbert Dorfamann, europarlamentare della Sudtiroler Volskpartei. A moderare sarà il direttore di Rete Veneto e Antenna 3, Luigi Bacialli. Seguirà un’altra tavola rotonda su ‘Autonomia estesa a tutte le regioni: i vantaggi economici e giuridici’ con il consigliere regionale del Patto per l’autonomia Friuli, Massimo Moretuzzo, il costituzionalista Daniele Trabucco, l’economista Gian Angelo Bellati e l’avvocato Luca Azzano Cantarutti.
 

Allerta maltempo. E il Po sale di un metro e mezzo

E’ allerta gialla a causa delle piogge,  in Piemonte. Previsti  temporali sulle zone occidentali, con rischio di locali allagamenti e frane superficiali.  Il livello del Po a Torino dovrebbe crescere di circa 1,5 metri, ma pur sempre sotto i livelli di attenzione. Il pericolo di valanghe sarà di grado 3  “marcato” prima nel Cuneese e ai confini, poi  sulla fascia prealpina dalle Alpi Cozie  alle Pennine.