Maggio 2019- Pagina 22

Boero: “l'unica scommessa in cui si è sicuri di vincere è quella della famiglia”

Di Romana Allegra Monti
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Il candidato Presidente del Popolo Della Famiglia, Valter Boero, e la sua ricetta per il Piemonte: famiglia al centro con il reddito di maternità e premi agli imprenditori che permettono ai giovani di costruirsi un futuro sul territorio
 
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Da candidato alla presidenza, qual è la visione per la Regione?
 
Tutto il programma è dedicato alla famiglia. Si tratta di una scelta sentimentale? No, nasce dall’inverno demografico del Piemonte di cui nessuno si accorge e nessuno parla. Ogni anno in Piemonte ci sono circa 55 mila decessi, per avere un equilibrio ci vorrebbero 55 mila bimbi, invece ne abbiamo solo 30 mila. In cinque anni siamo a meno 125 mila bimbi. In realtà non si dovrebbe stare in pari, ma la natalità dovrebbe essere superiore. Portare il tema della famiglia al centro dell’attenzione della politica pensiamo possa esser un modo per risolvere il problema. Il tema della maternità sembra essere a sé stante, invece è centrale e travolge il clima dell’intera società e la sua economia: noi parliamo molto di cambiamento climatico, ma il maggior cambiamento che stiamo avendo è proprio questo, perché determina una mancanza di motivazione e un rallentamento dell’economia. Gli economisti sanno bene che quando la natalità cresce, si muove tutto il resto.
 
Non crede che proprio la crisi economica degli ultimi anni sia un grosso freno per la natalità, specie per i più giovani?
 
No, credo sia l’effetto di questa mancanza, non la causa. Si tratta di una conseguenza. Il clima sociale è fondamentale, continuiamo a occuparci di una cornice quando il quadro, ovvero la famiglia costituita da papà e mamma che generano figli, è abbandonato. Esistono persone senza figli molto motivate, ma chiunque sia genitore lo sa: la determinazione e l’energia derivante dall’avere figli è incredibile. Serve più attenzione nei confronti delle madri che offrono il più grande investimento che si possa fare alla società: finora vi è stata una difesa solo apparente della donna, in realtà essa è strumentalizzata. Oggi le donne che in un colloquio dicono che desiderano avere una famiglia spesso vengono penalizzate e al contempo il lavoro educativo è considerato di serie B, è più apprezzato quello di pulire le scale a 800 euro al mese. Leggere la fiaba al proprio figlio la sera oggi è considerato zero! Anzi ci sono situazioni in cui i mariti dicono alle mogli “ma si ma tu stai a casa tutto il giorno”, oppure “perché non vai a lavorare?”, come se quello casalingo non fosse un lavoro. Secondo me l’educazione è fondamentale, formare i figli sopratutto nei primi anni, è essenziale: vi sono fior fiore di studi pedagogici e psicologici su questo. Crediamo che questo lavoro straordinario della donna dovrebbe essere riconosciuto, tant’è e vero che proponiamo l’introduzione del reddito di maternità.
 
Perché in relazione all’educazione dei figli si riferisce esclusivamente alla donna? Non vale lo stesso per il padre?
 
La donna porta in grembo suo figlio per nove mesi, la figura del padre interviene in un secondo momento. Un figlio ha bisogno di un padre e di una madre, ma ci son poi situazioni particolari come il caso di don Bosco, orfano di padre già dalla prima infanzia: la presenza della figura maschile è rilevante, ma non indispensabile. Dobbiamo dare una rotta diversa a questa nave da crociera che è la Regione Piemonte e che sta andando verso l’isola del Giglio. Per farlo dobbiamo cambiare comandante, perché è colui che ci ha guidato finora a non aver preso i dovuti accorgimenti per la situazione. Molti pensano che le energie lavorative necessarie al Paese possono esser prestate dagli immigrati, ma questo ha un costo, prima di tutto sociale e umano: l’immigrato è sradicato dalla sua famiglia per integrarsi altrove ed è una fatica enorme, lo so perché ci sono passato, ho vissuto in Germania. Perché non possiamo incoraggiare le coppie a metter su famiglia, dando certezze in più? Impegnarsi e creare una vita è un atto rivoluzionario in tutti i sensi e noi vogliamo sostenerlo con il reddito di maternità.
 
Avete fatto la raccolta firme, ancora in corso, per presentarlo come disegno di legge: come sta andando?
Sta riscuotendo successo sul territorio, nonostante i mezzi di comunicazione ci abbiamo volutamente oscurato o comunque non ci abbiamo dato spazio. Eppure nelle piazze e nei mercati le persone erano entusiaste, la considerano una chance in più per i propri figli/e.
 
Ci può spiegare cosa prevede questa vostra proposta?
 
Ringraziare le madri che fanno un investimento per la nostra società. Si tratta di un reddito di mille euro al mese esentasse per otto anni, per le madri che decidono di dedicarsi in via esclusiva alla cura del bimbo. Se nel frattempo arriva un altro figlio, il contatore si azzera e riparte fino al terzo figlio, dopodiché il reddito diviene un vitalizio sempre di mille euro, come quello dei parlamentari. Il vitalizio è previsto anche in caso di figlio con disabilità, perché richiede un impegno maggiore. Potremmo sperimentare questo progetto in Piemonte già dal prossimo anno, si tratterebbe poi di utilizzare solo il 2% del bilancio.
 
L’Italia occupa il penultimo posto tra i paesi UE nella classifica dei tassi di occupazione delle donne dai 15 ai 64 anni e secondo i dati, le donne con almeno un figlio registrano un tasso di occupazione inferiore del 15% rispetto a quello delle donne senza figli: al crescere del numero di figli, insomma, diminuisce proporzionalmente il tasso di occupazione femminile (2018). Non crede che il reddito di maternità possa contribuire ad allontanare le donne dal mondo del lavoro?
 
No, è una possibilità in più e una prospettiva di respiro. Inoltre nulla esclude che possa reiserirsi posteriormente. Pensi ad esempio alle studentesse: se rimanessero incinte durante gli studi, potrebbero permettersi con mille euro al mese, di continuare gli studi e tenere il bambino. Una scelta fra le due cose sarebbe drammatica, sia in caso di abbandono degli studi, sia di aborto che non voglio nemmeno considerare. La prospettiva è diversa. In caso di divorzi o fine della convivenza, il reddito resterebbe alla madre, perché è lei che ha fatto questo dono alla società.
 
Sui temi di competenza regionale come la sanità, qual è la sua linea?
 
La sanità assorbe più del 70 % del bilancio regionale e va armonizzata con le famiglie, solo così può funzionare meglio. Distribuendo il servizio medico domiciliare è possibile completare la propria degenza a casa: se si viene aituati, tutto ciò che non è nell’acuto può essere benissimo affrontato a casa con la famiglia. Dare 500 euro al mese a una famiglia per curare i propri anziani in casa, non solo fa risparmiare il nucleo familiare e libera un posto letto, ma fa star meglio anche l’anziano che resta vicino i suoi cari. Lo stesso vale per le residenze per anziani. Si spostano i medici, perché i medici li abbiamo, bisogna aprire i concorsi.
 
Qual è la sua posizione rispetto alla Città della Salute?
 
Lo scontro tra Salizzoni e Abbruzzese è un teatrino, dicono tutti le stesse cose. In generale lo scenario politico è quello del litigio per primeggiare e ottenere audience, la verità è che nei consigli regionali serve un clima di concordia che deve operare per il bene delle famiglie e non la propria visibilità e poltrona. Con la questione Tav si fa lo stesso. La priorità per noi è la natalità: vogliamo premiare i cittadini che si vogliono impegnare per la loro regione, tirando fuori il loro meglio, premiando le imprese familiari ad esempio.
 
In quale modo?
Incentivando l’assunzione di giovani e premiando gli imprenditori che tutelano il lavoro dei giovani che hanno o vogliono una famiglia. Quelli che lavorano da quarant’anni devono andare in pensione lasciando spazio ai giovani su cui noi e il nostro Stato abbiamo investito, permettere loro di costruirsi un futuro qui, senza dover emigrare. Molti vanno all’estero perchè ci sono più possibilità di lavoro e per quale motivo? Perché ci sono aiuti alle famiglie in tutta Europa: Francia, Germania, Danimarca. Occorre aiutare senza passivizzare. Se diventerò Presidente della Regione spingerò le aziende familiari in questa direzione, perché a causa delle condizioni che abbiamo qui avere un figlio ormai è visto come una disgrazia, ma è il contrario: una benedizione che ti cambia la vita in meglio, per sempre.
 
Un ultima domanda: in tema di trasporti e inquinamento, quali sono le sue proposte?
 
La linea dura delle Ztl ad esempio, secondo me non serve. Il trasporto pubblico deve essere potenziato, tutti lo dicono ma non ci sono i soldi. E dove sono? Sui conti correnti delle famiglie. Chi è che genera risparmio? Le famiglie. La Regione, se avesse uno sguardo più ampio e un vero progetto, potrebbe dire alle famiglie: “prestatemi dei soldi, così facciamo altre due linee della metro”. Farsi dare i soldi dal governo, magari di un altro colore politico, diventa difficile. Saresti disposta a scommettere in una città dove gli amministratori litigano continuamente e non ci son prospettive? No. Le scommesse si fanno se si sa di poter vincere e l’unica scommessa dove si vince, è quella sulla famiglia.
 
 

"Via i fascisti dal quartiere Aurora e da tutti i quartieri della città"

Martedì 21 maggio, ore 19, presidio antifascista
I fascisti non possono e non debbono continuare a godere della possibilità di organizzare scorribande nei quartieri della città. Proprio per questo chiediamo che le autorità competenti pongano un divieto alla scorribanda – la chiamano passeggiata –  indetta nel quartiere Aurora, dove tra l’altro è ubicata la  sede provinciale del Partito della Rifondazione Comunista. Una sede che è un luogo di ascolto, di servizi, di iniziative rivolte contro la situazione di insicurezza sociale, di impoverimento che colpisce fette intere di popolazione. Per parte loro I fascisti hanno come unico obbiettivo di fomentare violenza e guerra tra poveri  senza risolvere alcun problema. Anzi, essi stessi sono parte in causa della situazione di degrado dei quartieri impoveriti. Nel ribadire che ai fascisti non deve essere concessa alcuna possibilità di indire scorribande in questo come in altri quartieri Rifondazione Comunista invita a ritrovarsi alle ore 19 davanti alla propria sede provinciale, in via Brindisi 18/C per contrastare qualsiasi provocazione di marca fascista.  
                                                                La segreteria provinciale Prc-Se di Torino

La nuova sede della Guardia Costiera Ausiliaria

Si tratta di locali che sono stati messi a disposizione dal Comune in comodato d’uso
E’ stata inaugurata sabato la nuova sede del Centro operativo Lago Maggiore della Guardia Costiera Ausiliaria in via Gramsci 12 a Castelletto Sopra Ticino. Si tratta di locali che sono stati messi a disposizione dal Comune in comodato d’uso, oltre ad un posto barca in un cantiere nautico sempre a Castelletto. A fare gli onori di casa c’era il presidente del Centro di coordinamento regionale del Piemonte Vezio Fava. Complessivamente sono 24 i volontari interessati.
 
 

L'isola del libro

Rubrica settimanale sulle novità in libreria
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Camilla Läckberg “La gabbia dorata” -Marsilio Farfalle- euro 19,00
 
Cambia decisamente registro la regina del thriller svedese Camilla Läckberg, autrice dal successo planetario, tradotta in 42 lingue e pubblicata in 66 paesi. Bellissima come una top model, arriva dai fiordi con un noir dai connotati femministi in cui racconta un inferno coniugale, ma anche la capacità di riscatto e vendetta delle donne. Questa volta non ci narra le avventure della sua coppia vincente -la scrittrice Erica Falk ed il marito ispettore Patrick Hedström- ambientate a Fjällabacka, l’(apparentemente) idilliaco borgo di pescatori in cui l’autrice è nata. Però state tranquilli perché questo libro non delude le aspettative. Protagonista de “La gabbia dorata” è Faye che ha messo al primo posto il suo affascinante marito Jack. Ha interrotto gli studi per lavorare e mantenerlo, l’ha aiutato a costruirsi un patrimonio. Poi si è adagiata nell’idillio di una famiglia perfetta, una figlia splendida, casa lussuosa e stile di vita glamour, un marito di successo e lei che si è lasciata dietro talento e ambizioni. Peccato che il castello di carte venga improvvisamente spazzato via dal tradimento di Jack. Ed ecco venire a galla la sua vera natura di traditore seriale. Peggio ancora: si rivela uomo spietato che ama sottomettere e sminuire le sue donne, sottoponendole a violenze verbali e a perversioni che sono costrette a subire, sempre alla ricerca di quello che non ha, arrogante e abilissimo nel girare a suo favore gli eventi. Non solo tradisce Faye con una sua versione più giovane e più magra, ma la lascia senza nulla: la butta fuori di casa, la umilia e la tratta come se la colpevole del disastro fosse lei. Dapprima annientata e depressa, Faye, si rivela poi piena di risorse. Ha un passato oscuro e turbolento di violenza domestica che l’ha temprata, due amiche che tutte vorremmo avere, e una figlia da proteggere. Soprattutto è intelligente e machiavellica. Il suo è un piano geniale per risollevarsi; è stata lei la vera artefice del successo della società miliardaria di Jack e certo non ha dimenticato come si costruisce un impero dal nulla. Di più non va svelato, vi basti sapere che Faye ha ormai un solo obiettivo: la vendetta. Che va consumata con calma e pazienza, inducendo Jack ad abbassare la guardia per meglio intrappolarlo in una ragnatela di mosse che non gli lascino scampo. E preparatevi alle sorprese…
 
 
 
Lidia Ravera   “L’amore che dura” -Bompiani-   euro 18,00
 
La scrittrice torinese che aveva raggiunto uno strepitoso successo nel 1976 con “Porci con le ali”, (storia diventata manifesto della ribellione di un’intera generazione) da allora ha lavorato per cinema, televisione e teatro, e scritto una 30ina di romanzi. Cosa tiene legati due giovani innamorati che il tempo e le scelte hanno geograficamente diviso? Qual è e cos’è l’amore che dura tutta una vita? Per rispondere anche ad altre domande difficili sui massimi sistemi dell’esistenza, l’amore in primis, l’autrice usa come strumento d’indagine la scrittura e lo fa con un magnifico montaggio cinematografico. Imbastisce la storia di Emma e Carlo (ricordano un po’ i protagonisti di “Porci con le ali”, Rocco e Antonia) che s’innamorano giovanissimi, a 16 anni, quando sono ancora in quell’età terra di nessuno in cui si è informi fisicamente e ancor più interiormente. Sono attratti l’uno dall’altra come ferro e calamita, però le loro vite prendono tangenti diverse man mano che caratteri e ambizioni si delineano meglio. Lei è nata per aiutare i più deboli, diventa insegnante di borgata, e vorrebbe risolvere tutte le vite disgraziate in cui s’imbatte. Carlo invece sogna in grande: cinema, gloria e carriera lo attendono oltreoceano, a New York. Si amano fin dall’adolescenza, si sposano, ma nessuno dei due è disposto ad accantonare il suo progetto di vita per quello dell’altro. Finiranno per divorziare e rifarsi ognuno una nuova vita. Lei, che non ha voluto annullarsi per lui, resta in Italia; avrà una figlia e un nuovo compagno che di lavoro fa il sindacalista. Ormai Carlo è newyorkese da 20 anni, ha avuto un certo successo ed ha un’altra compagna. Viene invitato al Festival del cinema di Roma per presentare il suo ultimo film ispirato proprio alla love story adolescenziale tra lui ed Emma. Peccato che lei l’abbia stroncato su una rivista online. Si crea così l’occasione per un loro incontro anche chiarificatore, in cui lei progetta di rivelargli un segreto che lo riguarda e che si è tenuta dentro in tutti quegli anni. Ma quando stanno per rivedersi, il destino spariglia le carte ed Emma viene coinvolta in un incidente che la farà scivolare tra la vita e la morte. E’ la scheggia impazzita con cui Carlo, il nuovo compagno di Emma e la figlia Franny dovranno fare i conti, ricomponendo le tessere del passato e affrontando la portata dei loro sentimenti.
 
 
Shifra Horn    “Quattro madri”    -Fazi Editore- euro17,50
 
E’ un affresco tutto al femminile quello tratteggiato dalla scrittrice israeliana Shifra Horn nel romanzo “Quattro madri”, storia di 4 generazioni di donne nel corso dell’ultimo secolo a Gerusalemme. La scrittrice 68enne, nata a Tel Aviv nel 1951, da madre sefardita e padre russo, infanzia trascorsa a Gerusalemme, Laureata in Studi biblici e Archeologia, è stata anche corrispondente dal Giappone per 5 anni. Ma il suo cuore e i suoi libri sono per lo più ambientati in Israele, terra travagliata e divisa, di cui lei narra e assembla vicende storiche e drammi privati. Il romanzo è una saga in cui le donne sono protagoniste sullo sfondo delle vicende storico-politiche del paese. Un affresco epico e appassionante che s’intreccia con la tormentata storia della Palestina e dello Stato di Israele. E si percepiscono un affascinante realismo magico da fiaba, la forza delle tradizioni e dei riti che si perpetuano da tempi antichi; ma anche una buona dose di mistero e fantastico. E’ la storia di 4 madri sulle quali pesa una maledizione: crescere le figlie senza l’aiuto di un marito. Le loro vite sono ricostruite da Amal (5° generazione), che viene al mondo nel 1948, nella morbidezza del letto di ottone della bisnonna Sarah. E’ l’ultima delle madri, quella che dando alla luce un figlio maschio spezza la catena maledetta che aveva pesato sulle antenate. Anche suo marito si dilegua dopo il parto, ma a diluire la disperazione c’è la gioia delle anziane di casa perché finalmente non ci sarà un’altra femmina ad ereditare la sventura. La prima della stirpe di cui si racconta la vita è Mazal, poi c’è sua figlia Sarah dalla travolgente bellezza che incantava tutta Gerusalemme. Lunghi capelli biondi e tempra da guerriera; da sola, senza il suo grande amore, ha cresciuto i suoi figli tra mille difficoltà. E’ lei la bisnonna di Amal, ed è un’ anziana longeva, pilastro della famiglia, che lascia col sorriso sulle labbra questa vita, dopo aver visto il neonato. Figlia di Sarah è Pnina Mazal, il cui marito David è morto in guerra; a sua volta dà alla luce Gheula, che non si sposerà mai, cova un odio profondo per gli uomini e non vuol sentirsi chiedere notizie dell’uomo con cui ha concepito Amal. Una carrellata di donne molto diverse tra loro, ognuna con il suo personalissimo modo di affrontare la vita e le sfide durissime che impone, soprattutto a certe latitudini del mondo.
 

Apprendistato, accordo tra Regione e Confindustria

La sperimentazione dello scorso anno ha permesso a 200 studenti di fare apprendistato nelle aziende piemontesi durante la scuola superiore, e ad altri 400  nell’alta formazione. Ora la Regione Piemonte sigla un’intesa con Confindustria, Unione industriale di Torino, Ufficio scolastico regionale e Anpal per potenziare l’iniziativa nell’ambito dell’industria 4.0, per  incidere “nell’intreccio inestricabile – commenta  il presidente Sergio Chiamparino – di capitale umano e innovazione su cui si basa lo sviluppo del futuro”. L’intento è quello di  favorire l’incontro fra domanda e offerta di lavoro. Secondo il presidente dell’Unione Industriale Dario Gallina, il sistema imprenditoriale vede la  “carenza di figure professionali nel campo tecnico, e i giovani avendo studiato in altri settori non trovano lavoro”.

La Regione Piemonte dichiara guerra alle zanzare

La Giunta regionale ha approvato il programma delle attività di lotta alle zanzare per il 2019, la cui attuazione sarà ancora affidata ad Ipla S.p.A

Lo stanziamento massimo previsto è di 2.5 milioni di euro: uno servirà per coprire la metà del costo dei progetti urbani presentati da 234 Comuni piemontesi, il resto sarà utilizzato per incrementare le attività di informazione, monitoraggio e contrasto alla diffusione dei vettori di patologie umane ed animali veicolate da zanzare, per anticipazioni contabili ai Comuni stessi. Negli ultimi anni il ruolo vettoriale assunto dalle zanzare nella diffusione di patologie umane ed animali è infatti notevolmente aumentato a causa dell’introduzione di specie in grado di diffondere malattie virali come ChikungunyaDengue, Zika West Nile. Le linee di azione per il contrasto a queste malattie virali, in accordo con il Piano nazionale integrato di prevenzione, sorveglianza e risposta ai virus West Nile e Usutu del Ministero della Salute, comprendono attività di sorveglianza generale (entomologica, virologica, dei vettori), il prelievo di campioni entomologici ed una rete di monitoraggio basata sull’utilizzo di 1200 ovitrappole. Previsti anche interventi di sorveglianza, indagine e lotta in particolare nelle aree sensibili, attività tecniche in ambiti urbani e rurali non risicoli, formazione, informazione, ricerca e sviluppo.

cs – www.regione.piemonte.it

La Partita del cuore fa il pieno all'Allianz stadium

Grazie Torino! Complimenti e grazie ai 41 mila torinesi, piemontesi e non solo che hanno consentito di raggiungere il primo obiettivo della Partita del Cuore: il tutto esaurito per il 27 maggio all’Allianz Stadium“. Esulta Paolo Belli, il presidente e capitano della Nazionale Italiana Cantanti che giocherà contro i Campioni per la Ricerca, capitanati da Andrea Agnelli.

In poche settimane sono stati venduti tutti i biglietti: “Questo fatto mi conferma ciò che ho sempre pensato di questa città, di questa regione e della sua gente – aggiunge il conduttore Rai di Ballando con le Stelle – ne ammiro la sensibilità, l’umanità, la generosità nel sostenere progetti veri, utili, importanti per la ricerca e la cura del cancro e di malattie genetiche rare“. Tutto l’incasso, infatti, sarà devoluto a favore della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro e della Fondazione Telethon.

Chi non è riuscito ad acquistare il biglietto per entrare all’Allianz Stadium, potrà godersi lo spettacolo e la magia della serata guardando la trasmissione che Raiuno manderà in onda martedì 28 maggio, alle ore 21.25. “E così – sottolinea Belli – continueremo a raccogliere le offerte da ogni parte del Paese attraverso l’sms solidale 45527.  Grazie al contributo di tanti cercheremo di battere il record dei 2 milioni e 111 mila euro donati nel 2015“. Il numero 45527 sarà attivo fino al 9 giugno. Si possono donare dai 2 euro con il cellulare ai 5-10 euro con il telefono da rete fissa.

La Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro utilizzerà i fondi raccolti per realizzare la sala operatoria più evoluta d’Europa all’Istituto per la Ricerca e la Cura del Cancro di Candiolo, dotandola delle migliori tecnologie esistenti al mondo. In questa sala, integrata e multidisciplinare, le straordinarie potenzialità offerte dalle nuove tecnologie (full 4K e full 3D) consentiranno di avere una visione ad alta definizione del campo operatorio per effettuare interventi chirurgici sempre più precisi e sempre meno invasivi. Non solo. Si potranno mettere in comunicazione in tempo reale i professionisti di Candiolo con quelli dei grandi centri internazionali con i quali l’Istituto collabora.

Intanto le rose si arricchiscono di star, a cominciare dagli allenatori: la Nazionale Italiana Cantanti sarà affidata a Marco Masini, i Campioni per la Ricerca alla coppia Michel Platini – Gianluca Vialli.

Tra i grandi campioni di calcio che giocheranno brillano i nomi dei capitani delle squadre scudettate degli ultimi decenni: Albertini (Milan), Zanetti (Inter) e le new entry Totti (Roma) e Buffon (Juventus). Tra gli artisti della Nazionale Cantanti molti i big: Ruggeri, Neri Marcorè, Niccolò Fabi, Paolo Vallesi, Raoul Bova, Benji e Fede, Moreno, Briga, ci sarà pure il giovane torinese Shade, che ha partecipato all’ultimo Festival di Sanremo con il brano “Senza farlo apposta”, il suo maggior successo è dell’estate 2017 con il brano ” Bene ma non benissimo”: 22 milioni di visualizzazioni in pochi mesi su Youtube.

 

Per i Campioni per la Ricerca scenderanno anche in campo John Elkann, i piloti della Ferrari Sebastian Vettel e Christian Leclerc, Mick Schumacher, figlio del grande Michael e membro della Ferrari Driver Academy, Pavel Nedved e Luca Zingaretti.

A dare il cacio d’inizio, ci sarà Cristiano Ronaldo.

 

Vestiti d’Artista

Da sabato 25 maggio ci sono le opere di Giovanni Tamburelli nello spazio espositivo di Arte e Moda a Casale Monferrato
 
VESTITI D’ARTISTA torna a stupire con gli outfit della fashion designer casalese Cinzia Sassone ispirati alle opere di vari artisti che, nella passata stagione, sono stati protagonisti di questo progetto di successo nella contaminazione tra moda ed arte, nato dalla collaborazione tra Cinzia Sassone e il critico d’arte ed artista Piergiorgio Panelli. Il brand della Sassone, è in continua evoluzione e questa volta, si impreziosisce delle opere di Giovanni Tamburelli, a conclusione di questo primo ciclo di collaborazioni, ma che, a breve, si arricchirà di nuovi artisti. Giovanni Tamburelli è un artista sensibile ed al contempo giocoso e le sue opere metalliche, raccontano paesaggi magici e creature fantastiche, in un immaginario dai colori vibranti e dalle atmosfere fiabesche. Questo artista straordinario torinese, ma che da anni vive nel nostro territorio, a Saluggia in Provincia di Vercelli, ha al suo attivo esposizioni internazionali, partecipazioni alla Biennale di Venezia e collaborazioni con scrittori di prestigio. La stilista Cinzia Sassone racconta degli outfit ispirati alle sue opere: ” L’ironia di rane e pesci che giocano in applicazione su superfici mosse e cangianti, creando volumi sinuosi ed in metamorfosi.”
SECRET GARDEN, è il titolo della mostra-evento che sarà inaugurata sabato 25 maggio alle ore 17 nello lo spazio espositivo di ARTEeMODA CONCEPT a Casale Monferrato, in viale Morozzo di San Michele 5
Uun giardino segreto, fantastico  abitato da creature immaginarie, che dialogano con gli abiti in una favola che prende vita.
Per informazioni e contatti : tel 0142590395
Facebook: arteemoda Casale Monferrato
mail arteemoda.casalemonferrato@gmail.com

Giornata mondiale delle api:  Slow Food lancia la campagna Slow Bees

Il 20 maggio, in occasione della Giornata mondiale delle api, Slow Food lancia la campagna internazionale “Slow Bees”. Obiettivi dell’iniziativa: difendere gli impollinatori e assicurare maggiore eco e visibilità alle minacce che colpiscono le api, gli altri insetti impollinatori, le piante e la biodiversità.

Circa il 75% delle coltivazioni alimentari dipende dall’impollinazione animale. Secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao), oggi le colonie di api sono soggette a livelli di estinzione che sono da 100 a 1000 volte più elevati del normale. La responsabilità? Dell’uomo e dall’uso e abuso di pesticidi in agricoltura. Per far fronte a questi dati allarmanti, in occasione della Giornata mondiale delle api, attivisti, comunità e Condotte Slow Food pianteranno arbusti o alberi biologici da fiore per offrire alle api un nutrimento privo di pesticidi. Una mobilitazione lanciata a livello globale tra tutta la rete della Chiocciola e non solo: chiunque può partecipare, piantando fiori e alberi biologici e condividendo il lavoro fatto sui propri canali social usando gli hashtag #onetreeforahive, #plantoneforpollinators e #slowtreesforbees. «Siamo convinti che parlare e far conoscere il mondo di api e impollinatori sia il segreto per osservare, conoscere, misurare e proteggere la biodiversità, mettendo in primo piano le conoscenze tradizionali riguardanti le pratiche agricole sostenibili. Non possono esserci impollinatori sani senza un numero sufficiente di fiori biologici per tutto il periodo vegetativo: ecco perché è fondamentale agire adesso!» commentano gli apicoltori Jennifer Holmes (Florida), Terry Oxford (California) e Guido Cortese (Italia), coordinatori delle attività di Slow Food per la Giornata mondiale delle api. Simbolicamente, il 20 maggio alcuni rappresentanti di Stati membri dell’Unione Europea si incontreranno per discutere l’attuazione degli standard per la valutazione della tossicità, ovvero il Bee Guidance Document elaborato dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) già nel 2013, e che comprende anche la proposta di protocolli più adeguati e cautelativi  in caso di valutazione dell’autorizzazione di nuove molecole. Questi infatti non sono ancora stati adottati in tutta Europa e si persevera con le farse pseudo-precauzionali, per l’ostinata opposizione degli Stati membri dell’Ue e delle filiere agrochimiche. Per completezza di informazioni, aggiungiamo che l’Efsa ha applicato appieno le nuove norme solo nella valutazione dei tre neonicotinoidi (imidacloprid, clothianidin e thiamethoxam), vietati in Unione Europea nel 2018. Finora, i governi nazionali europei non hanno applicato le linee guida dell’Efsa in tutte le altre decisioni riguardanti i pesticidi. Per questo Slow Food chiede che queste linee guide vengano adottate al più presto e fa parte di una coalizione di organizzazioni della società civile che chiedono a chi detiene il potere di salvare le api e una maggiore trasparenza nel processo di valutazione del rischio. Qualche giorno fa si è svolta in diverse città europee un’azione congiunta: apicoltori e organizzazioni ambientaliste hanno consegnato una petizione firmata da più di 230.000 europei ai ministri nazionali dell’Agricoltura in 7 capitali europee, chiedendo di migliorare il modo in cui l’Unione testa i nuovi pesticidi. Il gruppo locale di apicoltori e attivisti Slow Food ha rivolto tali richieste al ministro delle politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo Marco Centinaio chiedendo al governo italiano di proteggere davvero le api dai pesticidi tossici. Slow Food teme che, in assenza di regole precise, continuino a essere usati molti pesticidi letali per le api e che altri vengano messi in commercio, rendendo inutili i tanto celebrati divieti europei sui neonicotinoidi dell’anno scorso. Slow Food sa bene che, per salvare le api, l’Unione Europea deve bandire tutti i pesticidi letali per questi insetti, non solo tre oggi vietati.