I carabinieri di Mathi hanno arrestato un uomo algerino e una donna italiana, di 38 e 41 anni, operai, incensurati, con l’hobby del furto senza scasso. È successo ieri mattina a Nole, in via Martiri della Libertà. I due ladri hanno rubato le chiavi alle vittime (amici/conoscenti) qualche giorno fa mentre si trovavano a casa loro per una visita di cortesia. Ieri sono tornati per svaligiare la casa mentre i loro amici erano al lavoro. Lei è entrata in casa con le chiavi mentre il complice è rimasto in strada per fare da palo. Una condomina ha visto tutti i movimenti della coppia e ha chiamato al 112. I carabinieri sono intervenuti immediatamente e hanno fermato prima il palo e poi la complice, chiusa in casa. I carabinieri hanno trovato le chiavi in tasca della donna. I proprietari non si erano accorti del furto delle chiavi. La coppia è sospettata di aver commesso altri furto senza scasso.
Una centrale dello spaccio in un alloggio di via Custoza, a Settimo Torinese, è stata scoperta e chiusa dai carabinieri. Un uomo di 28 anni italiano è stato arrestato per detenzione e spaccio di droga. Durante la perquisizione dell’appartamento i militari hanno sequestrato un chilo di marijuana. Quando sono arrivati i carabinieri, senza appuntamento e fingendosi clienti, l’uomo non aperto la porta. Per potere entrare in casa, i militari hanno aspettato l’arrivo di un cliente. Quando il pusher ha aperto la porta per fa uscire l’acquirente, i carabinieri hanno fatto irruzione in casa. Il cliente è stato perquisito e nella sue tasche i carabinieri hanno trovato 50 grammi di marijuana. Per tale motivo è stato denunciato.
Tenta di rubare tonno e altri cibi per 150 euro
In via Gorizia ha tentato di rubare prodotti alimentari per circa 150 euro, per lo più di confezioni di tonno ed altre cibarie. Il ladro, un cittadino nato in Sudan di 42 anni, nel pomeriggio di domenica, dopo aver riempito la borsa della spesa, ha raggiunto l’ingresso, posato la sacca oltre il tornello, per poi allontanarsi dalla corsia riservata all’uscita senza acquisti. Un operatore addetto alla sicurezza, che aveva notato la scena, ha immediatamente fermato l’uomo. Gli agenti della Squadra Volante hanno arrestato il quarantaduenne, con precedenti di Polizia, per tentato furto aggravato e falsa dichiarazione delle proprie generalità.
Diamante Nero, Corallo Rosso, Zaffiro, Topazio, Perla di Boemia. Queste alcune delle indicazioni riportate sugli oltre 2 milioni di articoli sequestrati dalla Guardia di Finanza di Torino ma che in realtà erano prodotti, artificialmente, con pasta vitrea o ceramica
È il risultato di un’operazione dei Finanzieri del Gruppo Pronto Impiego del capoluogo Piemontese che ha visto coinvolte le provincie di Torino e di Milano. Oltre 2 milioni gli articoli, tra monili ed accessori d’abbigliamento, sequestrati e riportanti false indicazioni qualitative anche in relazione alla loro qualità e provenienza ovvero con indicazioni merceologiche non conformi. Onice, Opale, Diaspro, Avventurina, Occhio di Tigre, Tanzanite, Madrepora, Perla Marina e Madreperla le ulteriori ingannevoli indicazioni riportate sui monili e sugli accessori d’abbigliamento ornamentali in vendita, tra questi collane, bracciali, orecchini e anelli. L’ingente quantitativo di prodotti illeciti, che avrebbe consentito un profitto di diversi milioni di euro, è stato rinvenuto dai “Baschi Verdi” presso le sedi ed i depositi situati nei quartieri torinesi di “Madonna di Campagna” e “Parella” nonché presso due magazzini ubicati all’interno della nota area denominata “Città Commerciale” di Settimo Torinese (TO) nella disponibilità di tre imprenditori cinesi ed un imprenditore italiano. Per i titolari delle quattro attività e per il loro fornitore, leader mondiale del settore, con centro di distribuzione nella Repubblica Ceca, è scattata la denuncia alla Procura della Repubblica di Torino per frode in commercio, oltre alla segnalazione alla Camera di Commercio di Torino, per le relative sanzioni amministrative. Il mercato del falso monile non si limitava solamente alla semplice vendita al dettaglio; il commerciante italiano indagato, infatti, un settantenne di origini lombarde, con le sedi della sua attività a Torino ed in Svizzera, aveva pensato bene di truffare i clienti anche attraverso un sito internet, creato ad hoc, dove commercializzava i falsi articoli. L’operazione, coordinata dal Pool Tutela del Consumatore della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torino, impegnato costantemente nel contrasto ai fenomeni distorsivi del mercato, è stata posta in essere a tutela della collettività e ad argine delle sempre più frequenti frodi commerciali. L’assenza dell’indicazione di un importatore o di un mandatario con sede all’interno dell’Unione Europea comporta, di fatto, l’impossibilità di ricostruire la filiera di approvvigionamento della merce e, in ultimo, di verificare che il fabbricante abbia predisposto la documentazione tecnica comprovante la conformità del prodotto stesso con le normative armonizzate comunitarie e nazionali. L’operazione rientra nell’ambito del controllo economico-finanziario del territorio eseguito, quotidianamente, dalla Guardia di Finanza, per contrastare tutte quelle forme di commercio illegale in modo da tutelare non solo i consumatori, ma anche gli imprenditori onesti eliminando pericolose distorsioni delle corrette regole dell’economia di mercato.
Le storie spesso iniziano là dove la Storia finisce.
Con la locuzione “sesso debole” si indica il genere femminile. Una differenza di genere quella insita nell’espressione “sesso debole” che presuppone la condizione subalterna della donna bisognosa della protezione del cosiddetto “sesso forte”, uno stereotipo che ne ha sancito l’esclusione sociale e culturale per secoli. Ma le donne hanno saputo via via conquistare importanti diritti, e farsi spazio in una società da sempre prepotentemente maschilista. A questa “categoria” appartengono figure di rilievo come Giovanna D’arco, Elisabetta I d’Inghilterra, EmmelinePankhurst, colei che ha combattuto la battaglia più dura in occidente per i diritti delle donne, Amelia Earhart, pioniera del volo e Valentina Tereskova, prima donna a viaggiare nello spazio. Anche Marie Curie, vincitrice del premio Nobel nel 1911 oltre che prima donna a insegnare alla Sorbona a Parigi, cade sotto tale definizione, così come Rita Levi Montalcini o Margherita Hack. Rientrano nell’elenco anche Coco Chanel, l’orfana rivoluzionaria che ha stravolto il concetto di stile ed eleganza e Rosa Parks, figura-simbolo del movimento per i diritti civili, o ancora Patty Smith, indimenticabile cantante rock. Il repertorio è decisamente lungo e fitto di nomi di quel “sesso debole” che “non si è addomesticato”, per dirla alla Alda Merini. Donne che non si sono mai arrese, proprio come hanno fatto alcune iconiche figure cinematografiche quali Sarah Connor o Ellen Ripley o, se pensiamo alle più piccole, Mulan. Coloro i quali sono soliti utilizzare tale perifrasi per intendere il “gentil sesso” sono invitati a cercare nel dizionario l’etimologia della parola “donna”: “domna”, forma sincopata dal latino “domina” = signora, padrona. Non c’è altro da aggiungere. (ac)
***
6 Gli esami non finiscono mai: la storia di Mirella Antonione Casale
“La maestrina della prima inferiore numero tre, quella giovane col viso color di rosa, che ha due belle pozzette nelle guance, e porta una gran penna rossa sul cappellino, e una crocetta di vetro giallo appesa al collo”, così Enrico, alunno di terza classe di una scuola municipale d’Italia, descrive la maestra, nel diario immaginario, che non è altro che il celebre libro “Cuore” di Edmondo De Amicis. Lo scolaro ricorda la donna “sempre allegra”, che “tien la classe allegra, sorride sempre, grida sempre con la sua voce argentina che par che canti, picchiando la bacchetta sul tavolino e battendo le mani per imporre silenzio; poi quando escono, corre come una bimba dietro all’ uno e all’ altro per rimetterli in fila; e a questo tira su il bavero, a quell’altro abbottona il cappotto perché non infreddino; li segue fin sulla strada perché non s’ accapiglino, supplica i parenti che non li castighino a casa e porta delle pastiglie a quei che han la tosse”. L’autore del libro conosce bene l’ambiente scolastico, soprattutto quello delle elementari di via della Cittadella, che frequentano i suoi due figli, conosce anche per davvero la giovane maestra dalla penna rossa, in realtà Eugenia Barruero, un’insegnante umile e modesta che abitava in Largo Montebello 38, e a cui Edmondo si ispira per il suo personaggio indimenticabile. A Eugenia i vecchi torinesi, del sodalizio “i Ragazzi del ’99”, hanno dedicato una targa a sua memoria apposta sulla facciata della casa in cui visse, con incise poche parole, come a voler dimostrare che di lei non si sarebbero mai dimenticati. Proprio come avviene nella memoria di tutti per il suo incancellabile alter egoletterario. Nel capolavoro di ambientazione torinese il personaggio della maestrina non solo rappresenta il simbolo della giovinezza, ma è anche l’emblema di ciò che per De Amicis è la missione della scuola, ossia di fare gli italiani una volta fatta l’Italia, (per riprendere d’Azeglio), senza distinzioni di censo e di lingua, e di dialetti. Ed è sempre stato questo il compito della scuola, essere quella solida pietra monolitica che infonde cultura e conoscenza, teatro di crescita civile affinché tutti diventino capaci di affrontare il mondo con coscienza critica e responsabilità, essere quell’Istituzione fondamentale in cui da piccoli nessuno vuole mai entrare e della cui importanza ci si accorge sempre dopo. Ed è così che arriviamo alla storia di oggi, che ha per protagonista un’insegnante torinese, una storia ambientata nella scuola e che tratta del diritto all’istruzione per tutti. La scuola nasce elitaria, destinata e riservata ad una ristretta classe sociale altolocata; quando il sistema cambia si passa ad una fase di modernizzazione, in cui la scuola ha la specifica funzione di socializzazione etico-culturale, per poi giungere alla fase di industrialismo e all’alfabetizzazione di massa. Anche se può sembrare incredibile, fino a non pochi anni fa non tutti hanno potuto usufruire della scuola pubblica, una parte di bambini e ragazzi è rimasta esclusadalle classi “normali”, quasi confinata in strutture e istituti specializzati: si tratta dei disabili. Con il tempo tuttavia anche questa situazione ha incominciato a sbloccarsi. Il primo passo è rappresentato dalla Legge 118/1971, grazie alla quale i disabili lievi possono frequentare le classi comuni, negli anni successivi vengono prese disposizioni affinché alcuni docenti vengano inseriti a supporto degli insegnanti curricolari.
.
La prima vittoria si ha con la Legge 517/1977, che approva l’abolizione delle classi differenziali, la seconda, quella più degna di nota, è l’importante Legge 104/1992, Legge quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e per i diritti delle persone con handicap. Alla 104 segue la Legge 170/2010 in cui si trovano le norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico, che sancisce così il diritto per tutti, -abili e diversamente abili- a partecipare alla vita scolastica ad ogni effetto. Dopo un lungo pellegrinaggio, pare che la scuola sia riuscita ad attuare ciò che l’articolo 34 della Costituzione Italiana proclama già da un bel po’ di anni: “La scuola è aperta a tutti (…) I capaci e i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi”. Tra le tante personalità che hanno contribuito ai cambiamenti appena citati c’è anche Mirella Antonione Casale, nata a Torino il 12 dicembre del 1925, città in cui vive e lavora fino al pensionamento, nel 1988. Si laurea in Lettere presso l’Università degli Studi di Torino nel 1949, insegna Materie Letterarie presso la scuola media, e poi all’istituto tecnico, prima in provincia di Vercelli e successivamente, dal 1955, a Torino, fino alla partecipazione al concorso a preside di scuola media. La lineare vita di Mirella è destinata a stravolgersi, un evento drammaticamente significante porta la donna ad approcciarsi al mondo con altri occhi: il 1 maggio 1957 nasce la figlia Flavia, che all’età di sei mesi contrae l’influenza “asiatica”; la piccola, dopo febbri fortissime e convulsioni, sviluppa una grave encefalite virale, seguita da coma con previsione di certezza di morte. Dopo un ultimo consulto medico e un nuovo farmaco specifico per i lattanti appena arrivato dall’estero, la bimba riesce a sopravvivere, riportando però gravi conseguenze per le numerose lesioni celebrali. E quando la madre vuole iscrivere la bambina – giunta all’età di sei anni – a scuola, tutti la rifiutano, tranne gli istituti privati e differenziali. Mirella, però, non si lascia abbattere dalle difficoltà e continua nel suo percorso: dal 1960 viene eletta Consigliere d’Amministrazione, nominata dalla Provincia di Torino, dell’Istituto Buon Pastore (istituto rieducativo per le ragazze difficili, e di sostegno per le ragazze madri). Dal 1972 al 1980 ricopre la carica di Giudice Onorario presso il Tribunale dei Minori di Torino e dal 1985 al 1999 è Consigliere di maggioranza al Comune di Torre Pellice, dove vive tutt’ora. Dal 1977 al 1982 è comandata dal Ministero della Pubblica Istruzione presso il Provveditorato agli Studi di Torino per coordinare e seguire l’integrazione scolastica dei disabili. Mirella aveva frequentato, infatti, tra il 1963 e il 1965, un corso biennale di specializzazione dell’Università in Psicologia-Pedagogia e successivamente corsi reiterati di formazione ministeriale. Nel 1968 vince il concorso a preside a Torino, e ottiene la dirigenza scolastica della scuola media Camillo Olivetti dove, qualche anno dopo, in seguito ad un corso d’aggiornamento, inizia in alcune classi la sperimentazione del tempo pieno (sono sei le scuole medie di Torino a iniziare la sperimentazione).
.
Fin dal 1971 promuove anche un’altra sperimentazione, che prevede l’inserimento di alunni disabili intellettivi e psicofisici nelle classi comuni del tempo pieno, prima ancora dell’approvazione della Legge istitutiva 517/1977. Dal 1964 è iscritta all’ANFFAS (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità) a Torino, ricoprendone nel corso degli anni cariche locali ma anche nazionali. Nel 1988, ormai in pensione, si trasferisce con la famiglia a Torre Pellice, dove pochi mesi dopo fonda con sede locale a Pinerolo l’Associazione ANFFAS-Valli Pinerolesi, nella quale ancora oggi continua a prestare la propria attività come socia, dopo otto anni di presidenza. Nel 1991 scrive “Il bambino handicappato e la scuola” per Bollati Boringhieri, insieme a Pier Angela Peila Castellani e Francesca Saglio. Il libro si basa sull’esperienza e sulla riflessione delle autrici a proposito dell’ambito diagnostico-terapeutico della presa in carico dei bambini con disabilità da parte della scuola, e del loro inserimento all’interno dell’Istituzione. Fino alla primavera 2012 svolge attività di volontariato come componente della Commissione minori e disabili per i piani di zona ed è ancora presente nella Commissione permanente per l‘integrazione scolastica dei disabili. Fa parte della Commissione welfare del comune di Torre Pellice. Per alcuni anni ha partecipato all’accoglienza presso il presidio ospedaliero in aiuto agli utenti, nello specifico degli anziani, per aiutare nel dare informazioni o nella stesura delle domande per esenzioni ticket. Inoltre, con altri volontari di altre associazioni locali, dopo aver frequentato corsi di preparazione, si è occupata del tempo libero degli adulti disabili intellettivi e/o relazionali, organizzando attività teatrali. Ha partecipato, grazie all’AUSER (Associazione per l’invecchiamento attivo), all’animazione nelle case di riposo per anziani dove tutt’ora si propone come lettrice.
Alessia Cagnotto
Gondole al Valentino
Si vendono più case ma valgono meno
Gli immobili nella città metropolitana di Torino si vendono di più: Le vendite, infatti, sono state 25.000 nel 2018, ovvero il 4,5% in più rispetto al 2018. Purtroppo i valori a metro quadro stagnano al centro città e scendono del 3% in periferia. E i negozi? I prezzi registrano dei cali dal 2 al 5%, tranne il centro. I dati sono del Borsino Immobiliare Fimaa Torino, studio presentato all’Ascom di Torino. Dice il presidente Fimaa Torino, Franco Dall’Aglio. “L’Italia è il fanalino di coda in Europa, ha uno stock immobiliare obsoleto: soltanto il 9% degli edifici risale a dopo il 1990”.
Diari tra Diari. La mostra
Alla “Fondazione Spinola Banna per l’Arte” di Poirino, esposizione conclusiva del progetto residenziale per giovani artisti
Poirino (Torino)
L’espressione diaristica in tutte le sue forme: visive, letterarie, tecniche, archivistiche e musicali. E’ stato questo il filo conduttore dell’evento “Diari tra Diari” (edizione 2018-2019), terzo ed ultimo appuntamento del “progetto di residenza” rivolto a giovani artisti, promosso e organizzato da “Fondazione Spinola Banna per l’Arte” e da GAM-Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, con il sostegno della Compagnia di San Paolo. Scelti in tutt’Italia tramite bando di selezione e coordinati dall’artista tutor Maria Morganti (milanese, residente a Venezia e un curriculum di mostre personali in Istituzioni fra le più prestigiose in ambito nazionale), sono cinque gli artisti under 35 coinvolti nel progetto: Daniele Costa (Castelfranco Veneto-Treviso, 1992; attivo particolarmente nel campo video), Alice Mazzarella (Foligno-Perugia, 1991; dal 2012 impegnata presso l’Associazione “ViaIndustriae” nella gestione e progettazione dell’archivio del libro d’artista), Virginia Russolo ( Conegliano–Treviso, 1995; residente e operante fra Venezia e Londra, al suo attivo sperimentazioni pittoriche in cui convergono interessanti ricerche video e fotografiche), Davide Sgambaro (Cittadella-Padova, 1989; oggi residente e operante fra Milano e Torino) e Caterina Silva (Roma, 1983; impegnata a Londra come pittrice, performer e videomaker). Le loro opere, prodotte – sotto l’attenta vigilanza del tutor – nell’arco di nove mesi di lavoro, saranno esposte, con la curatela di Elena Volpato e insieme a quelle della stessa Morganti e di Stefano Arienti (fra i nomi di punta della ricerca artistica nazionale dopo le stagioni dell’Arte Povera e della Transavanguardia e al quale si deve l’accompagnamento dei giovani artisti nella fase finale e creativa del percorso) presso la “Fondazione Spinola Banna per l’Arte”, in Frazione Banna 1, a Poirino (Torino, tel. 011/9459800). L’appuntamento è per sabato 8 giugno (inaugurazione, ore 18) e domenica 9 giugno, con apertura dalle 10 alle 17, alla presenza di tutti gli artisti partecipanti. Durante l’inaugurazione, sarà presentata anche la pubblicazione “Diari tra Diari”, a cura di Maria Morganti ed Elena Volpato, edita da “ViaIndustriae”, “Fondazione Spinola Banna per l’Arte” e GAM di Torino. Il progetto si è avvalso anche della preziosa collaborazione di importanti centri culturali come il “Museo di Antropologia Criminale Cesare Lombroso di Torino”, ”FLAT – Fiera Libro Arte Torino” (che ha dedicato l’esposizione monografica dell’edizione 2018 a Dieter Roth e alla sua produzione diaristica), il “Piccolo Museo del Diario” e la “Fondazione Archivio Diaristico Nazionale” di Pieve Santo Stefano (Arezzo). Importanti sono stati anche i diversi approfondimenti sul tema del diario attraverso incontri interdisciplinari che hanno visto gli interventi, fra gli altri, dello storico Luca Pes, della critica d’arte Cristina Baldacci, dello psichiatra antropologo Roberto Beneduce e della critica letteraria Nadia Fusini. In occasione dell’evento, si è anche programmata l’esposizione straordinaria, fino a domenica 9 giugno, dell’opera in progress di Maria Morganti “Il sostituto: lo studio itinerante”, presso l’atrio della GAM di Torino.
g.m.
Colori e profumi alla Festa delle Rose
Una primavera all’insegna dei colori e dei profumi a Venaria Reale, con l’esposizione e la vendita di piante, fiori, intrisi di fragranze e sapori, con l’animazione, gli spettacoli, le mostre, la magia e la musica che permeano le vie, le piazze del Borgo Antico e la Reggia di Venaria. ,La Festa delle Rose, giunta alla 17^ edizione,si è scvolta da venerdì 17 a domenica 19 maggio. Anche quest’anno la Festa delle Rose sarà accompagnata da Fragranzia, che nella sua quarta edizione si svolgerà l’1 e il 2 giugno, sempre nella splendida cornice del Centro storico Venariese. Come sottolineato dal sindaco della Città di Venaria Reale, anche quest’anno grande è stato il lavoro dell’organizzazione degli Uffici comunali e della Fondazione Via Maestra per preparare un programma ricco e poliedrico. Si evidenzia la partecipazione delle tante Associazioni, che anche in questa edizione hanno dato il loro preziosissimo contributo. L’arco delle Rose all’inizio di via Mensa e piazza Vittorio Veneto, simboleggia ormai l’ingresso ideale all’interno della Festa delle Rose, un evento che è anche motore economico e appuntamento irrinunciabile per il turismo e quanto quest’ultimo restituisce in valore di produttività ad esso legata sia per gli espositori sia per il commercio cittadino. L’assessore alla Cultura della Città di Venaria Reale, evidenzia la crescita in questi anni che ha avuto la manifestazione, grazie alla presenza di espositori nuovi, e alla sezione profumi e fragranze, quest’anno anche grazie allo svolgimento in Reggia, durante la Festa delle Rose, del Congresso Mondiale di Magia, che vedrà spettacoli ed intrattenimenti aperti al pubblico nelle vie e nelle piazze della Reale. Un evento di grande suggestione, arricchito nel tempo di nuovi contenuti e sezioni che generano ulteriore valore, dato il prezioso lavoro fatto sin qui. Oggi è importante fidelizzare il visitatore ed il turista e rispondere alle esigenze di un pubblico appassionato sempre più diversificato. La 17^ edizione della Festa delle Rose vede la conferma di Fragranzia, giunta alla 4^ edizione, dedicata ai percorsi olfattivi e alle conferenze, dove nella Cappella di Sant’Uberto della Reggia di Venaria sarà riproposta l’Infiorata.
Le iniziative sono gratuite e aperte a tutti. E poi, l’importantissima presenza nel territorio comunale della manifestazione Masters of Magic World Convention, una ulteriore nuova e valida occasione, che grazie alla collaborazione con la Città, offrirà spettacoli di magia in strada nel Centro storico.
Afferma Mirco Repetto, direttore artistico della Fondazione Via Maestra «Gli espositori registrati sono in totale 100, sia del settore florovivaistico sia degli altri settori, provenienti dal Piemonte, Liguria, Toscana, Emilia Romagna, Veneto, Sicilia, Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige, Umbria, Puglia e dalla Francia. La XVII edizione della Festa delle Rose si presenta con molte novità e immutato fascino. Ogni anno il Borgo Antico di Venaria Reale è come se si riscoprisse in una dimensione nuova, fantastica. Deve essere così l’impressione di chi, passeggiando lungo la via Mensa, si trova in una piazza Annunziata trasformata in un giardino e piena di colori e profumi. Mai come con l’edizione numero 17 si può parlare di magia. Naturale infatti è il connubio tra la Festa delle Rose e l’incontro con i grandi maghi. Una Festa delle Rose che sottolinea il valore della sezione Fragranzia, dedicata alla scoperta di un mondo, quello dei profumi, altrettanto magico e, sotto certi aspetti, sconosciuto. La Cappella di Sant’Uberto in Reggia, sarà protagonista di un allestimento davvero suggestivo, curato da Diletta Tonatto, e dalla possibilità di attraversare un percorso olfattivo particolare e affascinante. Evento che vedrà coinvolti anche i Giardini della Reggia, con un percorso alla scoperta di profumi, con la società MuMO di Macerata. Ecco dunque che, con l’edizione 2019, viene ulteriormente sottolineato ed esaltato quell’ Unicum ambientale e architettonico, segno distintivo della Città di Venaria Reale e della Reggia».
L’intera iniziativa è ideata e promossa dalla Città di Venaria Reale ed organizzata dalla Fondazione Via Maestra, in collaborazione con “La Venaria Reale – Consorzio delle Residenze Reali Sabaude” e con la Proloco Altessano-Venaria Reale.
L’ingresso alla Festa delle Rose e Fragranzia è gratuito.
Per conoscere al meglio il programma e gli appuntamenti proposti, visitare il sito ufficiale della festa, alla pagina web:
www.festadellerose.it oppure: www.comune.venariareale.to.it
e le pagine Facebook Festa delle Rose, Città di Venaria Reale
e il sito www.lavenaria.it
Clinici: "Fare presto con il Parco della Salute"
Documento della neonata commissione e dell’Università di Torino
Si è insediata in questi giorni la nuova Commissione Clinici della Scuola di Medicina dell’Università di Torino per il triennio 2019-21. Constatata la grave obsolescenza delle attuali strutture edilizie della Città della Salute e della Scienza di Torino e l’altissimo costo di gestione e manutenzione delle stesse, la Commissione unanime ritiene non più procrastinabile la realizzazione del Parco della Salute, della Ricerca e dell’Innovazione della città di Torino. Si è pertanto deciso di dedicare nei prossimi mesi al tema del Parco della Salute l’intera attività della Commissione stessa nell’intento da un lato di sostenere con forza in tutte le sedi ogni iniziativa volta a dare alla luce nel più breve tempo possibile quell’Ospedale dedicato alla Medicina di alta complessità che tutti i piemontesi attendono da anni, dall’altro di dare un deciso contributo accademico alla definizione di una struttura che dovrà rispondere alle sfide della Sanità dei decenni futuri. Tale struttura pertanto non potrà essere una semplice trasposizione in spazi nuovi dell’esistente, ma dovrà porsi obiettivi ben più complessi ed ambiziosi. La Commissione, che lavorerà in stretta correlazione con la cabina di regia diretta dal dottor Silvio Falco, attuale Direttore Generale della Città della Scienza e della Salute di Torino, e con il Collegio di Direzione della stessa, ritiene in particolare che il valore aggiunto della nuova struttura debba essere rappresentato dalla integrazione dell’alta complessità clinica con gli aspetti più innovativi della ricerca traslazionale, biomedica e robotica, in linea con il nome scelto di “Parco della Salute, della Ricerca e dell’Innovazione”. Pertanto i lavori della Commissione saranno indirizzati ad integrare ed implementare l’attuale progetto della Regione Piemonte in un’ottica di sinergia tra assistenza clinica, ricerca ed insegnamento, con l’ambizione di dare a Torino ed al Piemonte una struttura di eccellenza che non solo risponda alle più complesse esigenze sanitarie regionali e nazionali, ma sia anche motore e fulcro dello sviluppo economico e culturale della nostra città nel prossimo decennio.
(foto: il Torinese)