La compagnia del Caffè

Proviamo a raccontare le storie di tutti coloro che dopo averci provato…ce l’hanno anche fatta a fare qualcosa nel mondo dello spettacolo d’intrattenimento, conoscendo la loro storia, i loro progetti e, soprattutto chi sono

 Ogni ambiente sviluppa caratteristiche proprie, ma, di solito, chi ce la fa ha caratteristiche che lo rendono unico. Scoprire i “segreti” di tali personaggi può essere una bella strada da conoscere. Dal positivo possono nascere solo cose buone, e noi proveremo a cercarlo e a raccontarlo.
Apriamo quindi questa serie di incontri con Sara Bagnato, fondatrice, anche se forse è improprio definirla così in modo “riduttivo” in quanto è più una “sognatrice concreta”, del gruppo la Compagnia Del Caffè. La “Compagnia del Caffè” nasce nel 2005, da uno di quei luoghi che una volta erano le prime fucine di tanti spettacoli e di grandi campioni dello sport, gli oratori, e nel nostro caso dall’oratorio di San Secondo dove Sara coinvolge un gruppo di ragazzi molto attivi nell’animazione di campi estivi, feste, gruppi giovanili e allestisce il primo spettacolo: “Aggiungi un posto a tavola” (di Garinei e Giovannini). Il risultato è sorprendente: lo spettacolo, pur essendo allestito da amatori, riscuote tantissimo successo fra amici, parenti, simpatizzanti, e decidono di continuare. I sogni sono talvolta vissuti nei momenti belli della notte, e poi alle prime luci dell’alba svaniscono e di loro resta solo un vago ricordo. Le persone che realmente credono nei propri sogni, come Sara, invece non vogliono vivere di ricordi, e si applicano affinché la vita diventi (almeno per alcuni istanti) un sogno. Ma non è facile. Infatti il gruppo è molto numeroso, ed è difficile trovare copioni adatti alle loro caratteristiche, ed è difficile ottenere i diritti di rappresentazione, senza un discorso “intenso” economico. I più lascerebbero stare, narrando epopee di storie mai vissute per giustificare la loro ignavia, ma Sara trova una soluzione che la coinvolge in prima persona: scrive lei un copione. Funziona. Da quel momento in poi inizia a scrivere lei tutti i copioni, strappando al proprio tempo libero la passione per il teatro e non perdere i propri sogni. Quanti di noi vorrebbero essere come lei. Ma la fatica è reale, non è un film, anzi, un teatro… Per un paio di anni propone un adattamento da due commedie popolarissime di Feydeau, traducendole personalmente dai testi originali (tradotti personalmente grazie al grande amore per la letteratura francese che le resta dal percorso di studi: laurea in lingue e letterature straniere – tesi in storia del teatro francese, Apollinaire e il teatro). Quando si vuole fortemente qualcosa, non si chiede ad altri, ma si va avanti in prima persona. Gli anni passano e la Compagnia del Caffè prosegue, e mi dice che “si allena, migliora”. E’ una squadra, il teatro non è un solo divertimento: per arrivare sul palco esiste un percorso lungo di studi e fatica, e se poi a farlo non guadagni nulla, vuol dire che cuore e passione sono dentro tutti i “teatranti”. Infatti molti intraprendono studi professionalizzanti, ma non tralasciano la passione. E, nel 2009, giunge la prima opera completamente originale per soggetto, quindi non più un copione su un soggetto noto. Originali anche le musiche. “Quarantaquattro gatti tutti su un tetto” (Sara Bagnato, Dario Salomone). Un bel traguardo. Cortina propone la scrittura del racconto omonimo “Tutti su un tetto”, ed il racconto viene scelto per essere presentato nella manifestazione “Un tram per la lettura” abbinato al Salone del Libro. Le pagine del libro sono lette da Matteo Brancaleoni. L’autrice e alcuni componenti del cast salgono sul tram con i costumi di scena, travestiti da gatti e allo stesso modo si presentano al Salone del Libro. Un pizzico di sana follia aiuta sempre, sia sulla scena che nella vita. E loro ci sembrano folli al punto giusto… .Nel 2011 nasce “Specchio riflesso”, nuovamente edito da Cortina nella versione racconto. Nel tempo la Compagnia cresce e personalizza sempre di più il suo stile. Si allontana dal musical tradizionale. La scrittura dei copioni riflette la naturalezza appresa dall’autrice nello studio del doppiaggio (corso triennale professionale ODS Torino). Ironia e leggerezza sono ingredienti fondamentali che fanno sì che si crei un rapporto di perfetta empatia fra i personaggi e il pubblico. Una cosa particolare è che al termine di ogni spettacolo l’energia e l’emozione “scendono” dal palco e il pubblico, al termine degli spettacoli, abbraccia gli attori e chiacchiera con loro. Assistere a uno spettacolo della Compagnia del Caffè non è solo trascorrere una serata a teatro, ma è vivere un’esperienza che ti tocca nel profondo. I fan sentono di essere parte del “gruppo” e seguono e scrivono messaggi sulla pagina Facebook e gli attori sono tanto abili nella rappresentazione quanto vicini a chi li guarda. La Compagnia del Caffè ha un altro elemento importante. Fin dalla sua nascita, sostiene progetti benefici dedicati, in particolare, ai bambini. Lo fa attraverso donazioni, iniziative e regalando i proventi di tutti i suoi spettacoli ad associazioni e ONLUS impegnate nel sociale. Vivere nella Compagnia del Caffè è per tutti i performer e gli assistenti dello staff è più di un lavoro: è una gioia ed una passione; infatti svolgono la loro attività a titolo gratuito, investendo moltissime ore ogni settimana da 15 anni. In un mondo in cui non si fa niente per nulla, allora vuol dire che essere parte della Compagnia di Sara e i suoi “amici” vale moltissimo. Forse quel qualcosa che il denaro non può comprare: amicizia e serenità. Siamo tutti in attesa del prossimo spettacolo: “Essere o non essere poveri”. Il copione è stato scritto ovviamente da Sara Bagnato, autrice e direi di più ideatrice di tutti gli spettacoli della Compagnia del Caffè, e in questo caso si aggiunge il fatto che il soggetto questa volta è stato ideato da uno dei performer più giovani della Compagnia, Paolo Tortomano (neo laureato in DAMS). Lo spettacolo racconta la storia di una ragazza scomparsa e della sua famiglia che la sta cercando. Due senzatetto la incontrano per strada e si impegnano a riaccompagnarla a casa, senza sapere però che qualcuno ha tramato un piano malefico per allontanarla. Nel corso della storia si incrociano le vite di molti personaggi che vengono messi a nudo da tre Indovine: l’Indovina del Passato, del Presente e del Futuro. Un po’ magiche e un po’ ciniche, le Indovine tessono i destini dei protagonisti di “Essere o non essere poveri”, un’esilarante commedia musicale che, con qualche nota amara, ci racconta come possano assomigliarsi la povertà e la ricchezza. Il tempo saprà dare il giusto valore a chi, pur lavorando tutti i giorni normalmente per poter vivere la propria vita, lavora con rinnovato impegno anche sul palco di un teatro tra prove in luoghi inverosimili e orari rubati al tempo libero. Ma forse è questo il miglior lato di chi fa ciò che gli piace: non vede come una fatica stare con persone amiche, e se questo porterà un sorriso nel mondo, potremo dire solo grazie a persone come Sara e la sua “compagnia”.
 
Paolo Michieletto

 
Per info spettacoli pagina Facebook Compagnia del Caffè.
29 e 30 maggio 2019 – Teatro Astra
dal 6 al 9 giugno 2019 – Teatro Le Serre

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