Salvini non si smentisce proprio mai. Dopo aver dato il via libera all’azzurro Cirio come candidato in Piemonte, ha presentato il conto salatissimo agli alleati. Nel listino sette leghisti e gli assessorati più importanti come Sanità e Bilancio sono roba sua. Comandava, comanda e comanderà
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La vedo dura per il nostro pasionario Giachino. Magari un posto per lui da Commissario Tav lo si troverà. Dipende se – ma soprattutto come – il Centro destra vincerà. Forza Italia punta a 4 o 5 consiglieri. Per loro più sono e meglio sarà. Giocata la partita tra Torino e Milano a bocce ferme si giocherà tutto a Torino e il Chiampa ricorre ad una metafora tutta piemontese, lui nato a Moncalieri e grande estimatore delle Langhe, conoscitore delle montagne che ha percorso in lungo e in largo con la bici e delle colline tra Cossato e la Val Sesia. I giocatori di bocce dicono che i punti si contano a bocce ferme. Vero come é vero che quando giocava Umberto Granaglia c’erano poche speranze di vincere. Umberto per vent’anni e più campione del mondo con i francesi che almeno per una volta lasciavano perdere il loro proverbiale nazionalismo ed ammettevano la sua superiorità. Granaglia era nato a Venaria e in Piemonte ed in Italia non aveva eguali. Al netto delle differenze, ancorché non veda in politica soggetti simili al campione di Venaria, bisogna ammettere che Salvini ha il vento in poppa. Addirittura supererà il 40 % dei consensi. La magra figura fatta dal leghista Roberto Cota è solo un lontano ricordo. Manco due mesi dal voto. La ricerca del consenso elettorale è come il maiale: non si butta mai via niente. Per la terza volta la piazza pro Tav è piena. Un po’ meno delle altre volte, ma con la novità della presenza dei sindacati degli imprenditori e dei lavoratori. La Tav non è ferma e sarà terminata, e sia che vinca Chiampa, sia che vinca Cirio ci sarà una solida maggioranza per parare eventuali contraccolpi sulla infrastruttura. In entrambi i casi conteranno anche gli equilibri interni alle singole coalizioni. Con un altro possibile problema. Problema storico per Torino: il rapporto con Milano. Non è una novità che il Matteo Nazionale prima di tutto é un lombardo . Direi quasi un lombardo – veneto. Toccherà alla classe dirigente farsi rispettare sia da Roma come da Milano. Non è una cosa da poco. E soprattutto in questi ultimi anni il Piemonte ha di fatto portato a casa ben poco. Per farci vivere dovremo o dovranno invertire radicalmente questa infausta tendenza. Bene , come si dice con lo spirito sportivo: vinca il migliore. Dopo, il migliore dimostri di esserlo veramente, appunto invertendo questa tendenza.
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(foto grande, Umberto Granaglia: Bocce in volo)
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