TAV, COSTANZO (M5S): "NO AVVIO BANDI, OPERA DA FERMARE A TUTTI I COSTI"

“PRETESTUOSA LA SCADENZA DI LUNEDI’ PROSSIMO”
Nel giorno in cui il Governo si siederà al tavolo per decidere se indire o meno i bandi da 2,3 miliardi di euro della società Telt, che aspetta una risposta entro lunedì prossimo, la deputata piemontese Jessica Costanzo (M5S) torna a farsi sentire e introduce nuovi elementi nella discussione in corso. “Telt non può avere alcun titolo o via libera al lancio delle gare Tav. Qualora lo facesse, sarebbe una grave e diretta violazione degli accordi Italia Francia che sono legge vigente dello Stato e sarà interpretato dal territorio come atto politicamente ostile e con conseguenze politiche irreversibili” dichiara la deputata.  “Ricordo – continua Costanzo – che l’unico accordo da rispettare è quello del 2001, che aveva come presupposto fondamentale per la realizzazione dell’opera, all’articolo 1, la saturazione della linea esistente. Saturazione ampiamente sconfessata dall’analisi costi-benefici e smentita anche dal commissario Foietta, costretto ad ammettere che molte previsioni fatte quasi 10 anni fa, in assoluta buona fede, anche appoggiandosi a previsioni ufficiali dell’Unione Europea, sono state smentite dai fatti”. Costanzo ribadisce poi come, in materia di bandi, il cantiere di Chiomonte stesso sia illegittimo per irregolarità nell’attribuzione dell’appalto per la costruzione del tunnel: “Nel 2011 il cantiere per lo scavo del tunnel geognostico della Maddalena è stato aperto nonostante l’assenza di un bando di gara, e ciò attraverso una serie di alchimie giuridiche. Eppure il bando di gara, lo voglio ricordare, era obbligatoriamente prevista dalla legge italiana, da una delibera del CIPE del 2010 e da tutte le norme comunitarie. La stessa decisione di finanziamento dell’opera da parte della Commissione Europea nel 2008 vincolava all’indizione di un bando di gara d’appalto, che tuttavia non c’è mai stata. Ecco dunque che la pressione mediatica attorno alla scadenza dei bandi risulta quanto meno pretestuosa, dal momento che per il tunnel geognostico la gara non è stata neppure indetta e curiosamente la Commissione non se n’è mai accorta. Al tempo – conclude Costanzo – figurava la Ltf, la società mista italo-francese il cui direttore generale Marco Comastri è stato condannato in primo grado per turbativa d’asta, reato poi prescritto successivamente.”
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