Un incontro per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla legge nazionale che tutela gli orfani per crimini domestici ma che, in mancanza dei regolamenti attuativi, non può ancora produrre pienamente i suoi effetti
È stato questo l’obiettivo del convegno “Orfani di femminicidio. Una legge incompiuta”, che si è svolto a Palazzo Lascaris lunedì 18 febbraio, organizzato dal Comitato associazioni femminili torinesi (Caft) con il patrocinio della Consulta femminile regionale. “La legge nazionale 4/2018 è un provvedimento importante, che colma un vuoto normativo creatosi a fronte del fenomeno diffuso delle violenze domestiche che possono sfociare fino all’omicidio e ha fra i suoi obiettivi quello di semplificare le attività processuali e successorie per gli orfani di femminicidio”, ha spiegato l’avvocata Assunta Confente. “Tuttavia, mancano ancora i regolamenti attuativi riferiti alla parte economica, per disciplinare il fondo per il diritto allo studio e alla formazione di questi orfani “speciali”. È fondamentale quindi che gli organi competenti si attivino affinché la norma possa avere compiuta applicazione”. All’incontro, aperto dalla presidente della Consulta femminile Cinzia Pecchio e moderato da Cristina Vernizzi, rappresentante del Caft, è intervenuta anche l’assessora regionale alle Pari opportunità e alle Politiche giovanili, Monica Cerutti, che ha ricordato anche l’esistenza di una legge regionale, la 4/2016 “Interventi di prevenzione e contrasto della violenza di genere e per il sostegno alle donne vittime di violenza e ai loro figli” che sta costruendo un importante sistema attraverso la rete dei centri antiviolenza e le altre realtà di supporto alle vittime. Hanno inoltre partecipato all’incontro la garante regionale per l’infanzia e per l’adolescenza Rita Turino, la psicologa e psicoterapeuta Claudia Cuminetti e il giudice onorario presso il Tribunale dei minori Ermelinda Bertini.
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