I vigneti urbani fanno squadra

Torino capofila di una rete che coinvolgerà anche le vigne metropolitane di Parigi e Vienna

Inizia sotto la Mole il primo passo per la costituzione di una rete europea delle vigne di città, un patrimonio rurale, storico e culturale da tutelare, valorizzare e rendere produttivo per il futuro. È quanto emerge dalla dichiarazione di intenti firmata al termine della due giorni che, grazie alla collaborazione e al contributo della Regione Piemonte, ha riunito a Torino alcuni tra i principali vigneti urbani d’Italia in occasione della seconda edizione di Vendemmia a Torino – Grapes in Town. Padrona di casa la Vigna reale di Villa della Regina di Torino, con lei la Vigna di San Martino di Napoli e la Vigna del Parco Archeologico di Pompei, il Vigneto Pusterla di Brescia, i Vigneti della Laguna di Venezia e i Vigneti di Siena. Ospite anche il Vigneto urbano di Parigi “Clos Montmartre”. «Abbiamo fortemente voluto organizzare un convegno dedicato alle vigne urbane nell’ambito della seconda edizione di Vendemmia a Torino e promuovere un dialogo tra i gestori dei diversi siti italiani – dichiara Antonella Parigi, assessore alla Cultura e al Turismo della Regione Piemonte –Il nostro obiettivo è valorizzare e rafforzare il ruolo di Torino e del Piemonte come area di riferimento a livello nazionale sui temi della valorizzazione culturale e turistica di questi vigneti, a partire dall’importante esperienza di Villa della Regina». «Abbiamo condiviso l’entusiasmo e l’urgenza di mettere in rete competenze, storie e conoscenze per riuscire a sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni – spiega Luca Balbiano, curatore di Vigna della Regina –. Il prossimo passo sarà dare una forma giuridica a questo gruppo che unisce realtà pubblico-private eterogenee e molto diverse tra loro. Torino, ad esempio, vede la sinergia tra le Cantine Balbiano e l’Associazione Amici di Villa della Regina, a Pompei esiste una partnership tra la Soprintendenza Speciale e l’Azienda Mastroberardino, Siena ha un progetto interdisciplinare che fa capo all’Università, i vigneti di Brescia e Napoli sono realtà completamente private, Venezia e Parigi invece hanno alle spalle associazioni di promozione sociale. L’obiettivo è creare una linea di intervento comune e coordinata in cui coinvolgeremo subito anche Vienna. Puntiamo a progetti di recupero storico e divulgazione culturale di questo patrimonio, ma anche ad essere ispirazione di nuove iniziative imprenditoriali e sinergie pubblico-private, fino a vere e proprie azioni congiunte di promozione turistica dei vigneti urbani d’Europa».

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