Settembre 2018- Pagina 16

Diamanti, “i migliori amici delle donne”

Saranno i protagonisti della prima serata rotariana autunnale del Rotary Rivoli con Alessandro Buosi relatore

 

Il Rotary Club Rivoli apre la stagione autunnale delle sue serate conviviali sotto la presidenza dell’ingegner Massimo Rivalta con un appuntamento di eccezione, lunedì 24 settembre prossimo alle 20, dedicato ai diamanti, in cui si terrà la conferenza dal titolo “I migliori amici delle donne”, di cui sarà relatore Alessandro Buosi. Buosi è un concept Store che ha in Torino anche una seconda sede in Corso Re Umberto 11, e tiene marchi di gioielleria di alta qualità come Anna Maria Cammilli, un nome di tradizione orafa fiorentina attivo da 25 anni, Bibigi’, Chimento, sul mercato dal 1964 e sintesi di tradizione e design, ed altri quali Damiani ed il marchio di gioielli spagnolo Ciclon. Il diamante è considerato uno dei beni rifugio per eccellenza, un po’ alla stregua dell’oro. Queste pietre dai toni brillanti hanno da sempre affascinato gli uomini che, molto spesso, le hanno scelte come monili da esibire o donare. Forse non tutti sanno, però, che i diamanti possono anche essere scelti come opzione di un portafoglio finanziario, non incastonati in oro o altri metalli preziosi, bensì nudi e venduti con un certificato capace di attestarne le qualità principali. L’appuntamento si terrà presso la gioielleria Buosi in via Angrogna 16 a Torino.

 

Mara Martellotta

Micillina: storia di una masca piemontese

Le storie spesso iniziano là dove la Storia finisce
Folletti e satanassi, gnomi e spiriti malvagi, fate e streghe, questi sono i protagonisti delle leggende del folcklore, personaggi grotteschi, nati per incutere paura e per far sorridere, sempre pronti ad impartire qualche lezione. Parlano una lingua tutta particolare, che si avvicina al dialetto dei nonni e dei contadini, vivono in posti strani, dove è meglio non avventurarsi, tra bizzarri massi giganti, calderoni e boschi vastissimi. Mettono in atto magie, procurano molestie, fastidi, fanno sgambetti, ci nascondono le cose, sghignazzano alle nostre spalle, cambiano forma e non si lasciano vedere, ma ogni tanto, se siamo buoni e risultiamo loro simpatici, ci portano anche dei regali. Questa serie di articoli vuole soffermarsi su una figura della tradizione popolare in particolare, le masche, le streghe del Piemonte, scontrose e dispettose, mai eccessivamente inique, donne “magiche” che si perdono nel tempo e nella memoria, di cui pochi ancora raccontano, ma se le loro peripezie paiono svanire nei meandri dei secoli passati, esse, le masche, non se ne andranno mai. Continueranno ad aggirarsi tra noi, non viste, procurandoci dispetti, mentre tutti – forse – fingiamo di non crederci, e continuiamo a “toccare ferro” affinchè la sfortuna e le masche non ci sfiorino. (ac)
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Masca, termine diffuso prevalentemente nel Roero, nelle Langhe, in Astesana, nel Biellese, nel Canavese, nelle Valli cuneesi e nell’Alessandrino, significa propriamente strega, fattucchiera, maga, incantatrice, fata. Per lo più il vocabolo è usato per disprezzo o ingiuria. Nel latino tardo, (VII sec.d.C.), era sinonimo di lamia, mostro con faccia di donna maliarda e vampiro. Il termine assume una certa rilevanza con l’Editto di Rotari, (643), dove viene utilizzato per indicare una strega i cui poteri sono molto temuti, una donna malvagia che divora i propri simili, e che è quindi contrassegnata con caratteristiche antropofaghe e pregne di reminiscenze pagane. La masca -strega è anche voce di ambito occitano e francoprovenzale, pur se più propriamente tipica del Piemonte. Molte sono le donne -masche piemontesi con un’identità specifica, delle quali ancora si racconta… C’era una volta una fanciulla, originaria di Barolo, di nome Micillina, conosciuta purtroppo per essere capace di produrre effetti negativi che si abbattevano sulla gente del suo villaggio, tanto che, secondo alcuni, essa si divertiva a causare al suo prossimo danni fisici e malattie. Un giorno Micillina decise di andarsene e si spostò a Pocapaglia, dove trovò marito e una nuova dimora. Non passò molto tempo, e anche qui gli abitanti della comunità notarono i malefici della nuova arrivata: tutti sospettavano che essa procurasse danni alle persone anche solo con lo sguardo, ben convinti che la giovane si dedicasse ad oscure arti magiche per portare malattie e disgrazie all’intero paese. Tali imputazioni non potevano però essere provate e così gli abitanti di Pocapaglia si limitarono a guardarla di sottecchi e a fare di tutto per non includerla nella vita del paese. La cattiva reputazione della donna cresceva senza tregua, qualsiasi avvenimento sgradevole faceva capo a lei e le accuse divenivano sempre più colme di odio, finché arrivarono alle orecchie di Paucapelea, il marito di Micillina. Questi, invece di difendere la moglie, si schierò dalla parte dei compaesani, gridando a gran voce contro la compagna per distoglierla dagli insani interessi. Micillina però non cambiò nulla del suo comportamento, così le invettive contro di lei aumentarono ulteriormente. Fu allora che Paucapelea iniziò a picchiarla ogni giorno, dopo essere rientrato a casa dal lavoro, sempre nell’intento di cambiare l’indole della moglie: i suoi sforzi si rivelarono vani e si vide costretto a cacciare di casa la sposa. Avvenne però un fatto strano. Dopo qualche giorno dall’accaduto, il povero Paucapelea, cadde da un albero, sul quale si era arrampicato per raccogliere della frutta, rompendosi l’osso del collo. Micillina si trovò vedova e di nuovo in possesso della casa. Forse che la donna, con l’aiuto del Demonio, aveva messo lo zampino in tale sfortunato e sinistro avvenimento? La comunità non volle approfondire, tuttavia iniziò a temere in maggior misura la donna, che continuava ad aggirarsi per le strade del paese, guardando tutti malamente e sogghignando quando qualcuno inciampava o si feriva o si procurava qualche tipo di disgrazia. Un giorno il fornaio perse la pazienza e si infuriò con lei, e, per qualche bizzarra coincidenza, venne trovato morto sull’entrata del suo negozio la sera stessa. Di lì in avanti i compaesani iniziarono ad accusare la donna apertamente di aver cagionato loro ogni sorta di male, anche se non così grave e definitivo come la morte. 
La vicenda divenne fin troppo nota, tanto che di Micillina si parlava anche nei vicini paesi, e le voci giunsero al Tribunale dell’Inquisizione, che si vide costretto ad intervenire.  Non si hanno notizie del processo, né del dibattimento, né dell’eventuale indagine, si sa però che il 29 luglio del 1544 Micillina fu portata su un carro trainato da due buoi sulle rocche del Roero, dove era stato allestito il rogo per bruciarla. I racconti ci dicono che Micillina morì quel giorno, ma riuscì, in punto di morte a provocare ancora alcuni danni. Mentre ardeva, la donna lanciò le ultime maledizioni: i buoi, impazziti, trascinarono dietro di sé il carro pesante, con il quale travolsero molti presenti, causandone la morte. Alcuni tizzoni del rogo caddero sulla folla, procurando ustioni gravissime e ulteriori vittime. Questo è ciò che tramandano le dicerie, che la malvagia Micillina fu tale finché il Demonio non la portò via con sé: chissà se anche lui se n’è pentito? La vicenda si compenetra di realtà e fantasia, i protagonisti che la animano sfumano nel passato tanto da apparire fantasmi inventati, eppure questa donna misteriosa ha lasciato una traccia consistente e profonda nel Roero, e risulta pressoché impossibile considerare tali avvenimenti frutto solo della superstizione e dell’immaginazione. Il fuoco del rogo che arse la donna pare ancora bruciare, proprio là dove era stato appiccato secoli fa: esso colora diversamente la terra di un poggio rialzato, tuttora chiamato Bric d’la masca Micillina.
Alessia Cagnotto

1.500 auto sportive al “Midnight Meeting“

Venerdì 21 settembre a partire dalle ore 21 Mondojuve – lo Shopping Center situato tra i Comuni di Vinovo e Nichelino che ha dato il via allo sviluppo del maggiore Parco Commerciale del Piemonte – ospiterà un nuovo appuntamento con il raduno automobilistico “Midnight Meeting“, organizzato da Hardcore Drivers per tutti i petrolhead, gli appassionati e i curiosi del mondo del tuning.

L’evento è gratuito e aperto a tutti e si terrà nel parcheggio antistante lo Shopping Center Mondojuve, location scelta dagli organizzatori per la grandezza, il facile accesso allo svincolo autostradale e l’ottima illuminazione led dello spazio. Si attende una grande partecipazione di pubblico anche per questa nuova edizione del raduno, che rappresenta un’opportunità per ammirare da vicino più di 1.500 auto sportive che hanno fatto la storia dei rally e le supercar più famose, provenienti non solo dall’Italia, ma anche dalla Francia e dalla Svizzera. Il “Midnight Meeting” riceve il sostegno e la collaborazione della direzione di Mondojuve Shopping Center e di tutte le attività commerciali e di ristorazione. Per maggiori informazioni sull’evento e su tutte le attività del centro è possibile consultare il sito ufficiale www.mondojuve.it o la pagina Facebook Mondojuve Shopping Center. Sull’account Instagram @mondojuveshoppingcenter si potranno trovare le foto dell’evento.

LeU: Acquisto della prima casa e morosità incolpevole

È cominciata in Commissione Urbanistica la discussione della proposta di legge “Disposizioni in materia di mutui per l’acquisto della prima casa e interventi in caso di morosità incolpevole”, presentata dal Capogruppo di LeU Marco Grimaldi insieme ai colleghi Accossato e Ottria.

 

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO I numeri riguardanti gli sfratti in Piemonte restano altissimi: secondo gli ultimi dati del Ministero dell’Interno, nel 2016 i provvedimenti di sfratto emessi sono stati 6.920, il  65,79% in più rispetto all’anno precedente. Il Piemonte è la seconda regione in Italia per numero di sfratti eseguiti: 4.992 (di cui 3.388 solo nel capoluogo), ossia il 14,1% del totale nazionale. Torino è la provincia italiana che denuncia la situazione più grave, con uno sfratto ogni 241 famiglie, su una media nazionale di uno sfratto ogni 419. Secondo i dati dell’Osservatorio sulla condizione abitativa di Torino relativi all’anno 2017, su oltre 16.000 alloggi necessari per soddisfare il fabbisogno di case popolari a Torino, sono in tutto 2.370 quelli che il Comune è riuscito ad assegnare con l’ultimo bando dal 2012 a oggi. Solo il 16% delle famiglie che ha fatto richiesta ha potuto dunque ottenere una casa. D’altra parte, il tasso di disoccupazione nel 2017 in Piemonte è ancora del 9,1%, con 97.000 disoccupati a Torino. Per questo la proposta di legge interviene su due aspetti: innanzitutto l’accesso all’acquisto della prima casa, attraverso un progetto cui i Comuni potranno aderire individuando immobili pubblici o proprietà disponibili da parte di privati. Tramite bando regionale, gli istituti di credito potranno formulare proposte di mutuo a condizioni più favorevoli rispetto a quelle di mercato poiché, nei primi cinque anni di mutuo, la Regione ne garantisce l’adempimento tramite fideiussione in caso di morosità incolpevole. Tra il sesto e il ventesimo anno, in caso di  impossibilità a sostenerne gli oneri finanziari per morosità incolpevole imputabile alla perdita del lavoro sarà l’ATC ad acquistare la casa e sostenerne gli oneri finanziari. A quel punto l’ATC concede ai morosi incolpevoli l’immobile a canoni calmierati conformi a quelli previsti per l’edilizia residenziale pubblica. Il secondo aspetto è l’istituzione di un “Fondo salva mutui”, cui tutti titolari di un mutuo per l’acquisto della prima casa potranno accedere in caso abbiano subito un calo di reddito significativo. Dopo il “Fondo salva sfratti” istituito a inizio legislatura, questa è una misura che intende tutelare anche i proprietari in difficoltà.“Choosy, mammomi e bamboccioni? La verità è che chi non ha un contratto a tempo indeterminato o una famiglia alle spalle spesso non riesce ad accedere ai mutui e sono soprattutto le nuove generazioni a scontare questa situazione” – dichiara Grimaldi. – “Noi vogliamo restituire loro autonomia e dignità con un accesso al mutuo per tutti. Inoltre in ultima istanza interviene il Fondo a coprire la morosità incolpevole, per evitare che la precarietà di lavoro e reddito provochi la perdita della casa, ossia di un diritto primario. È una sperimentazione avviata anni fa a Torino, che oggi abbiamo voluto estendere a livello regionale. Speriamo che le banche e Finpiemonte introducano il ‘Tasso Salvini’ a interessi 0 in 81 anni di comode rate. In quel caso anche un precario non avrebbe bisogno del nostro fondo di garanzia.”.

Lavavetri tolleranza zero

Nel 2018 la polizia municipale di Torino  ha identificato 109 lavavetri  che sostavano agli incroci più importanti della città per pulire i parabrezza delle auto. Si tratta soprattutto di persone di etnia rom. Grazie ai controlli dei civich effettuati in aree come corso Regina Margherita, corso Vittorio Emanuele II e corso Bramante, sono state sequestrate 516 spazzole e il denaro frutto dell’attività illecita. Ai controlli sono dedicate pattuglie quotidiane e  soggetti individuati alla vista degli agenti, si danno  spesso alla fuga.

 

(foto. il Torinese)

L’Egizio nell’Arca del Gusto

La cultura alimentare egiziana è ricca, ma generalmente sottovalutata a livello internazionale. I prodotti egiziani segnalati nell’Arca del Gusto di Slow Food sono attualmente 22. Si va dal miele dell’ape mellifera egiziana all’assenzio, dalla menta habak alla salvia bardaqush, per finire con la vasta gamma di pani tradizionali preparati con farine di diversi cereali e in una varietà di forme che testimoniano una cultura millenaria. Quella stessa cultura le cui radici e il massimo splendore sono straordinariamente raccontati dentro le sale del Museo Egizio. Da venerdì 21 a lunedì 24 settembre il Museo Egizio propone una serie di iniziative in occasione dell’edizione 2018 di Terra Madre Salone del Gusto dove il cibo e l’alimentazione sono al centro delle visite tematiche. Lunedì 24, inoltre, il Museo prolungherà l’orario di apertura fino alle ore 18:30. Venerdì 21, sabato 22, domenica 23 e lunedì 24 settembre alle 10:40, il Museo Egizio propone la visita guidata, dedicata agli adulti, “Ogni cosa buona e pura per l’anima”. Il nuovo percorso conduce il visitatore alla scoperta delle proprietà nutritive e medicamentose del cibo e dei prodotti naturali usati nell’antico Egitto. Sempre in queste giornate alle ore 11:40 il Museo Egizio presenta il percorso olfattivo: “Egitto Essenziale”. Nella cultura faraonica, infatti, la cura del corpo e l’esaltazione della bellezza avevano molta importanza e le pratiche di cosmesi avevano finalità terapeutiche, ma anche simboliche. Si fondavano sul desiderio di preservare il corpo dalla dissoluzione del tempo, mirando all’immortalità. In questa prospettiva essenze e profumi presenti in natura erano ampiamente utilizzati, come documentano le collezioni del Museo Egizio. Sabato 22 e domenica 23 settembre il Museo Egizio propone la visita guidata per i più piccoli, “Una fame da oltretomba: menù per il corpo e per lo spirito”che indaga le abitudini alimentari della civiltà faraonica. Attraverso l’osservazione di curiosi oggetti, di alimenti straordinariamente conservati o delle loro raffigurazioni sulle pareti delle tombe, i bambini impareranno a conoscere gli ingredienti più comuni di questo popolo ed i prodotti più pregiati riservati invece alle tavole di faraoni e dèi. Sempre sabato 22 settembre, in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio, il Museo Egizio sarà aperto fino alle ore 23 con la tariffa unica 5 €. I visitatori troveranno lungo tutto il percorso museale i volontari dell’ACME – Associazione Amici Collaboratori del Museo Egizio di Torino – che saranno pronti a rispondere a tutte le domande e curiosità del pubblico.

Il castello Stregato

Dopo l’incontro tra Nicola Lagioia e Stefano Petrocchi del 16dicembre 2017, la Fondazione Bellonci sceglie ancora il Castello degli Orsini per ospitare un nuovo progetto


Ventiquattro tra gli scrittori vincitori della Strega saranno virtualmente presenti nelle sale della
Biblioteca Silvio Grimaldi dal 29 settembre al 28 ottobre nella mostra AUTORItratti per il
Premio Strega. L’esposizione, ideata e curata dalla Fondazione Bellonci, propone una carrellata di alcuni tra i principali protagonisti della letteratura italiana, ritratti da fotografi di fama internazionale come Riccardo Musacchio e Flavio Iannello con la collaborazione di Chiara Pasquini. Il progetto nasce nel 2015 con lo scopo di fotografare la scena letteraria italiana e straniera: ritrarre gli scrittori in un set appositamente allestito e metterli istantaneamente di fronte alla propria immagine, chiedendo loro di scrivere a margine un pensiero, un ricordo, una sensazione che la stampa ha suscitato. Ogni fotografia, riprodotta su carta “fine art”, diventa così una copia irripetibile, un “positivo unico”, caratteristica propria dei ritratti d’epoca. Particolarità dell’esposizione è proprio la natura unica degli scatti: ciascuna delle 24 fotografie in mostra conserva, accanto all’autografo dello scrittore, un suo personale commento “a caldo” che rispecchia la prima impressione suscitata dallo scatto fotografico. La mostra sarà anche occasione per riproporre al pubblico e ai frequentatori della biblioteca i grandi della nostra letteratura, offrendo al contempo l’opportunità ai gruppi di lettura rivaltesi di incontrarsi e confrontarsi sugli autori e sulle opere che hanno attraversato la storia del Premio. All’inaugurazione della mostra, in programma sabato 29 settembre alle ore 17, sono stati invitati alcuni tra gli scrittori dello Strega. Sabato 20 ottobre, poi, sarà a Rivalta Helena Janeczek: la scrittrice, intervistata da Stefano Gobbi, presenterà La ragazza con la Leica, il suo ultimo romanzo vincitore della 52° edizione del Premio Strega. L’appuntamento è alle ore 18. Nelle domenica 14, 21 e 28 ottobre, alle 15,30 16,30 e 17,30 sarà possibile partecipare a “Dalla letteratura alla voce”, visite guidate al Castello con le letture d’autore a cura di Rivalta Millenaria e Raffaele Folino.

Il Grande libro del Vermouth

Nell’ambito degli eventi legati a Terra Madre – Salone del Gusto 2018 si presenta in piazza Castello a Torino, venerdì 21 settembre, a partire dalle 16.30 nel Container della Regione Piemonte dedicato all’Istituto del Vermouth di Torino “Il Grande Libro del Vermouth di Torino” di Giusi Mainardi e Pierstefano Berta (socio onorario dell’Istituto). Pietra miliare per la storia e la comunicazione di questo importante prodotto piemontese, il libro è pubblicato dalle Edizioni Oicce di Canelli per diffondere le conoscenze sul Vermouth di Torino. Gli estensori del volume sono i principali esperti nelle sfaccettature di questo straordinario vino aromatizzato che ha avuto i suoi natali proprio in Piemonte.  Nel corso dell’incontro si darà spazio agli aspetti più affascinanti della storia del Vermouth, delle erbe e spezie che lo caratterizzano, della coltivazione piemontese delle Erbe Officinali, della bellezza delle etichette e degli storici manifesti, della tutela del prodotto, dell’ottenimento dell’Indicazione Geografica dalla UE, delle mode di consumo come aperitivo ormai noto in tutto il mondo. Durante la presentazione sarà possibile degustare una selezione di Vermouth di Torino a cura dell’Istituto del Vermouth di Torino.
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L’ingresso è gratuito, i posti sono limitati.  
Informazioni: vermouth@vermouthditorino.org oppure oicce@tiscali.it

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I curatori

Giusi Mainardi, laureata all’Università di Torino, studia le valenze storiche, culturali e simboliche che riguardano il mondo della vite e del vino. È autrice di numerosi libri e di articoli pubblicati su importanti riviste specializzate e su Oicce Times, la rivista enologica che dirige dal 1999. È docente del Corso di “Storia della vite e del vino” presso l’Università di Torino. Iscritta all’Ordine dei Giornalisti dal 1990. È coordinatrice della collana Fonti per la Storia dell’Enologia per Edizioni Oicce e della collana Storia della Vite e del Vino in Italia per l’Accademia Italiana della Vite e del Vino. È consulente storica su temi enologici per enti pubblici, consorzi, associazioni e aziende private; relatrice a convegni nazionali e internazionali; organizzatrice di eventi che presentano il vino e la sua storia. Coordina il gruppo di studio dell’Oicce “Valorizzazione della cultura vitivinicola italiana”. Membro dell’Accademia dei Georgofili di Firenze, dell’Accademia di Agricoltura di Torino, dell’Accademia Italiana della Vite e del Vino. Ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti per la sua attività di storica del vino e di giornalista.

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Pierstefano Berta, laureato in Chimica Pura e formato al Politecnico Federale di Zurigo, ha acquisito una solida esperienza internazionale nel mondo dei liquori, dei vini e degli spiriti. Dal 1985 al 1990 direttore di laboratorio presso “Luigi Bosca spa”. Dal 1990 al 2006 direttore delle Distillerie F.lli Ramazzotti. Dal 2007 al 2013 direttore industriale di Pernod-Ricard Italia. Dal 1985 si occupa professionalmente di aspetti tecnologici, culturali e di mercato dell’enologia. Gli ambiti di ricerca dei quali si è occupato sono metodi di analisi, tecnologia enologica, marketing e comunicazione, sistemi di gestione aziendale, storia dell’Enologia. Nel 1998 è stato uno dei fondatori dell’Oicce, associazione interprofessionale della quale è direttore. Membro dell’Accademia dei Georgofili di Firenze, dell’Accademia di Agricoltura di Torino, dell’Accademia Italiana della Vite e del Vino. Ha ricevuto numerosi premi per le sue attività, tra i quali la Medaglia della Presidenza della Repubblica e diversi riconoscimenti da parte dell’Organisation Internationale de la Vigne et du Vin.

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L’Istituto del Vermouth di Torino, l’associazione di produttori nata nel 2017 che raccoglie la grande maggioranza della produzione di questa storica denominazione. Il compito che l’Istituto porta avanti è quello del recupero della memoria collettiva di un prodotto così familiare per secoli in Italia e nel mondo, la riaffermazione delle radici culturali piemontesi – dalla casa Savoia ai Vermouth delle case storiche e dei nuovi produttori -, la rinascita e il rilancio di prodotti rinnovati da grandi e piccoli marchi, uniti per questo riconosciuto “Made in Italy”. Di quest’anno l’inclusione di tre nuovi soci con i marchi Calissano di Alba, Casa Martelletti di Asti e Peliti’s di Torino che si aggiungono a Berto, Bordiga, Carlo Alberto, Carpano, Chazalettes, Cinzano, Giulio Cocchi, Del Professore, Drapò, Gancia, La Canellese, Martini & Rossi, Giovanni Sperone, Tosti e Vergnano.

Bollo moto, come e quando versarlo

Di Patrizia Polliotto*

 

Anche le due ruote pagano il bollo, alias più propriamente detto tassa di possesso,   tributo legato proprio al possesso di una moto che deve essere pagato alla regione in cui si risiede, nella cifra che la regione stessa stabilisce, appunto, e che varia in base alla potenza in kilowatt e alla classe omologativa del veicolo. Il bollo viene applicato a tutti i motoveicoli e ciclomotori, viene pagato ogni anno, essendo una tassa di possesso e non di consumo, il vincolo di pagamento è di 12 mesi. Si può calcolare l’importo del bollo autonomamente, andando sul sito dell’Agenzia delle Entrate. Basta inserire i dati di classe e potenza della propria moto, quelli riportati sulla Carta di Circolazione. L’importo viene generato in automatico. Per quanto riguarda la potenza in kW, ai fini del calcolo, non influiscono i decimali, quindi se il veicolo ha una potenza di 77,5 kW, il bollo sarà calcolato su 77. È il coefficiente regionale a stabilire l’importo stesso, moltiplicato per i kW di potenza. La validità del bollo moto è di 12 mesi. Le modalità di pagamento e l’importo variano a seconda della regione di riferimento. Il rinnovo invece deve essere fatto entro un mese dalla scadenza e mai prima della stessa. Le modalità per pagare il bollo, in tutta Italia, sono le medesime. È possibile pagare anche nelle Agenzie di Pratiche Auto, agli sportelli e delegazioni Aci, oppure online, sui portali dedicati, come Bollonet di Aci, che è attivo per tutte le regioni d’Italia tranne Veneto, Friuli, Marche, Sardegna. In alcune regioni, come la Lombardia, è possibile domiciliare il pagamento del bollo, attraverso il circuito degli addebiti automatici SEPA, sul conto corrente.

 

*Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori

 

“Caporetto, 100 anni dopo”, convegno a Palazzo Lascaris

Uno storico con capacità comunicative straordinarie e un burocrate d’altri tempi impegnato volontariato: il docente universitario, scrittore e conduttore televisivo di Rai Storia Alessandro Barbero e l’ingegner Sergio Crescimanno, Segretario Generale del Consiglio regionale oggi in pensione ma attivissimo all’interno del Lions Club International, la più grande associazione di volontariato del mondo. Sono stati loro, ieri pomeriggio nell’Aula di Palazzo Lascaris, a Torino in via Alfieri 15, i protagonisti di un convegno che ha richiamato l’attenzione di oltre 150 persone. “Caporetto, 100 anni dopo” il titolo dell’incontro, organizzato dal Lions Club Pino Torinese, di cui Crescimanno è Presidente, e dal Club satellite Villarbasse.A introdurre il tema, Chantal Balbo di Vinadio, discendente diretta di Cesare Balbo, il grande uomo politico risorgimentale. “Caporetto”, la battaglia incominciata il 24 ottobre 1917 e conclusasi con le truppe austriache e tedesche attestate lungo la linea del Piave e 300 mila soldati italiani fatti prigionieri, nella storia militare italiana è diventato sinonimo di disfatta. “Una sconfitta che ha lasciato ferite aperte, che non si sono ancora rimarginate”, ha detto Barbero. Da cento anni la disfatta di Caporetto suscita le stesse domande: fu colpa di Cadorna, di Capello, di Badoglio? I soldati italiani si batterono bene o fuggirono vigliaccamente? Ma il vero problema è un altro: perché dopo due anni e mezzo di guerra l’esercito italiano si rivelò all’improvviso così fragile? Barbero ha offerto una ricostruzione della battaglia e di tutto lo scenario inedita e appassionante, frutto di anni di ricerca e di studio di documenti originali custoditi negli archivi storici di Stato.Crescimanno ha colto l’occasione per annunciare un importante evento per il prossimo 13 ottobre: Lions e Rotary poseranno presso la caserma Cernaia di Torino una campana appositamente forgiata per esaltare i principi della libertà e della pace da sempre fortemente sostenuti da entrambe le associazioni. “Un momento in cui l’associazionismo e le istituzioni militari e civili – ha precisato – sanciranno nuovamente un legame di fondamentale importanza per la nostra comunità”.