“La donna della luna” (Meridiano Zero,2018) è il bel libro con il quale Matteo Severgnini fa conoscere ai lettori Marco Tobia, investigatore privato che vive sull’isola di San Giulio, in mezzo al lago d’Orta. In una storia a metà strada tra il noir e il giallo d’ambiente, il protagonista (un ex poliziotto dall’infanzia difficile,afflitto dalla sindrome di Tourette che complica i rapporti con le persone, spesso intento a “rollarsi” una canna come il vicequestore Rocco Schiavone) affronta la sua prima indagine nei luoghi di una delle più piccole province italiane, stretta tra monti e laghi a ridosso del confine con la Svizzera. Come un lupo solitario, protetto dal silenzio e dall’acqua dell’isola,Tobia indaga sul presunto suicidio del fratello di una donna dal profilo misterioso. Accanto a lui un ex collega costretto su una sedia a rotelle e l’amico Anselmo,barcaiolo ortese.La sorte di una misteriosa bambina, Marilena, che ha perso il suo zainetto rosa e la necessità di difendere Clara – la sua compagna, di professione sex worker – da uno stalker, rendono ancora più intricata l’indagine. Come scrive in una nota Carlo Lucarelli è “la tranquilla normalità della provincia” che fa paura. “ Perché nasconde sempre qualcosa di eccezionalmente inquietante. Per squarciare quel velo placido e immobile come la superficie di un lago ci vuole qualcuno di speciale, un personaggio bello, tormentato ed eroico come Marco Tobia. E uno scrittore preciso e visionario come Matteo Severgnini”. In un seguirsi di investigazioni e di brillanti invenzioni narrative, il personaggio uscito dalla penna di Matteo Severgnini in questo suo primo romanzo si cimenta con una storia di ricatti e di parentele mai chiarite. Con intelligenza l’autore colloca i fatti in un territorio straordinariamente bello come il lago d’Orta e più in generale i luoghi più a nord del Piemonte. Un fondale naturale che si presta a rendere ancor più suggestiva la storia, con le sue vicende di confini e contrabbando, di frontiere e di misteri. Del resto in questi luoghi Matteo Severgnini – che è di Omegna, città di Gianni Rodari e delle caffettiere – ci è nato e tutt’ora vive. Collaboratore della Radio Televisione Svizzera Italiana a diversi programmi culturali, radiofonici e televisivi, ha pubblicato racconti su diverse antologie, tra le quali “La spesa del commissario”. Per il cinema ha scritto e co-sceneggiato il film documentario poliziesco “A Omegna non si beve più il caffè” di Erik Bernasconi (prodotto dalla Ventura Film) che sarà nelle sale cinematografiche italiane e svizzere quest’anno. Dopo l’ottimo esordio con “La donna della luna” non resta che attendere la seconda indagine di Marco Tobia.
Marco Travaglini
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