Marzo 2018- Pagina 37

Non una dieta, ma un metodo alimentare personalizzato

Dieta. Dal greco “daita” il termine indica un modo di vivere; nel secondo significato, dal latino “dies”, si richiama al termine “giorno”. È nella prima accezione che la intende il dottor Eugenio Franzero, medico chirurgo nutrizionista, con studio a Torino in corso Galileo Ferraris 51 e, dal settembre 2009, attivo anche a Milano. “Non mi piace parlare ai miei pazienti di dieta – precisa il dottor Franzero – quanto piuttosto di “metodo alimentare”. Oggi in Italia esiste, purtroppo, nel campo ancora molta confusione legislativa e normativa e, spesso, i pazienti appaiono disorientati nel momento nel quale decidono di affrontare un percorso di dieta, a volte spinti, soprattutto se donne, soltanto dall’esigenza e dal desiderio di perdita di peso corporeo. Assumere un metodo alimentare nuovo, secondo me, rappresenta, invece, un passo molto più completo nella vita di una persona, coinvolgendo anche l’acquisizione di nuove conoscenze sugli alimenti ed ottenendo benefici sulla salute a 360 gradi. Il medico deve servire come guida nel percorso di dieta del paziente, che in un momento successivo dovrà proseguire più autonomamente”.

 

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“La mia attività di medico chirurgo esperto in nutrizione umana – precisa il dottor Franzero – si avvale di molteplici e proficue collaborazioni che hanno permesso di sviluppare esclusivi kit per le indagini diagnostiche, qual il cytotest ed il test del DNA, vale a dire l’analisi dei geni, che viene effettuata con prelievo mucoso, elaborato dal Genetic Lab, laboratorio leader a livello europeo nella diagnostica molecolare. Per questo test dallo scorso gennaio sto utilizzando un kit delle intolleranze che è frutto di miei studi, messo a punto da me in maniera esclusiva. Il cytotest rappresenta ad oggi la tecnica d’indagine più affidabile per le intolleranze alimentari e riconosciuta dal Ministero della Sanità, ottenuta con prelievo di sangue venoso. Dopo aver effettuato sul paziente il cytotest e dopo la sua valutazione dal punto di vista anamnestico, elaboro un piano alimentare personalizzato, partendo sempre dalla considerazione che la dieta deve essere una scelta consapevole personale. Il mio piano alimentare personalizzato si basa su un metodo che non prevede che si pesino gli alimenti, né che si contino le calorie o si utilizzino farmaci. Il mio metodo si basa, invece, sull’eliminazione temporanea (di solito da 4 a 6 mesi) dei soli alimenti verso i quali il paziente presenta una intolleranza e sul loro successivo reintegro a fine dieta, sotto stretto controllo medico”.

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“Con questo metodo” aggiunge il dottor Franzero – si ottengono risultati molto positivi nel calo graduale del peso corporeo, nel mantenimento nel tempo dei risultati raggiunti, nell’attenuazione ed in molti casi scomparsa della sintomatologia di accompagnamento (cefalee, coliti, dermatiti), nel miglioramento dei valori della glicemia, colesterolemia e della pressione sanguigna. Un altro test che i pazienti possono effettuare presso il mio studio è quello del DNA, vale a dire l’analisi dei geni, effettuato con prelievo del tampone mucoso. È un test adatto a tutti ed in particolare a coloro che sospettino una predisposizione familiare ad una patologia, utile anche nel mantenimento di diete pregresse, negli sportivi e nei bambini. Questo test rientra nella disciplina della nutrigenomica, che si basa non sul principio della dieta, bensì su quello di un programma di prevenzione finalizzato a ridurre al minimo lo sviluppo di gravi patologie quali diabete, elevati livelli nel sangue di colesterolo e trigliceridi, aumento degli acidi urici, osteoporosi, intolleranza al glucosio, sensibilità all’alcool, resistenza glicidica, stress ossidativo, obesità genetica. La conoscenza della predisposizione genetica consente di programmare piani alimentari preventivi, capaci di ridurre al minimo lo sviluppo delle patologie legate ai geni studiati, indispensabile per chiunque voglia conoscere, gestire e vivere in modo sano la propria alimentazione senza alcun tipo di rinuncia”. Il dottor Franzero si avvale nel suo studio anche della collaborazione della dottoressa Paola Villata, dietista, coadiuvante nelle visite di controllo e nel follow up di alcuni pazienti, e di una biologa per gli esami del sangue effettuati in sede.

 

Mara Martellotta

Emma Bonino sbaglia a dire addio al Latino

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni

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L’on.Emma Bonino, forse inconsciamente, ha ripreso le tre i di Silvio Berlusconi di una decina di anni fa in relazione alla scuola:internet,impresa, inglese,se non ricordo male. Ed ha aggiunto che bisogna dire basta ai latinisti,il che significa allo studio del Latino. Emma Bonino forse non conosce la realtà della scuola italiana e non sa che il Latino è stato abolito nella scuola media unica da tanti anni e che al liceo scientifico sopravvive più nella forma che nella sostanza. Nello stesso liceo classico il Latino è ridotto al minimo,nei bienni si preferisce un bel ciclo di film di natura sociale rispetto alla noiosa grammatica e alla difficoltosa sintassi. Sono rimasti pochi gli studenti che sanno cosa sia ,ad esempio, la consecutio temporum anche perché sono poco meno di cinquant’anni che la traduzione dall’italiano al latino è stata abolita. Insegnare il latino in una scuola che non prepara allo studio dell’Italiano ed ha eliminato da decenni l’analisi logica come una sorta di supplizio mentale per le giovani menti ,diventa difficile,se non impossibile. Così come il non studio del latino non facilita certo la conoscenza dell’Italiano. Se il congiuntivo è stato sostituito dall’indicativo,ciò è dovuto anche al non studio del latino che coglie l’idea della potenzialità e dell’eventualità , oggi diventata una raffinatezza per un’élite assai striminzita di persone. Andrebbe ancora aggiunto che tra i politici è frequente trovare chi confonde il condizionale con il congiuntivo (non mi riferisco solo al mitico senatore Razzi) come fanno gli ignoranti,soprattutto nel Mezzogiorno, che pure fu la terra di alcuni dei nostri massimi pensatori e letterati.

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Le ragioni dell’ignoranza che ci pervade sono molteplici e non sono solo collegate alla non conoscenza della lingua latina.  Ma certo un colpo micidiale al declassamento dei nostri studi e della nostra cultura è arrivato dall’attacco sistematico che la politica ha rivolto allo studio delle lingue classiche considerate un qualcosa di inutile. Ho conosciuto un giovane avviato agli studi classici che subì un vero e proprio lavaggio del cervello da parte dei nonni illetterati ( lui geometra e lei casalinga) che convinsero il giovane a cambiare il corso di studi in quanto il latino ed il greco non servono. E’ verissimo che non hanno uno sbocco professionale né il latino né il greco,come non ha fini pratici la lettura della Commedia di Dante. E non per questo le letture dantesche vanno bandite o un carme di Catullo va ignorato. Ci sono cose che appartengono al mondo dello spirito,della formazione intellettuale,della humanitas ,appunto,che gli ignoranti non sanno neppure cosa sia. Gli “studia humanitatis” che riguardano valori umani che non possono essere sostituiti dalla tecnica,pena un nuovo medio evo tecnologico di ritorno.  In passato gli ignoranti tacevano, oggi vogliono andare in cattedra e decidere cosa si debba insegnare nella scuola. Non a caso l’ignoranza ha preso il sopravvento e c’è gente che è persino orgogliosa della propria ignoranza.Ricordo che una volta,appena ventenne, ebbi una discussione con un assicuratore,un ragioniere che era un buon conoscente di mio padre. Il ragioniere telefonò il giorno dopo a mio padre,dicendo che era stato difficile starmi dietro nei ragionamenti perché alle sue osservazioni tecniche io ribattevo-pur digiuno di diritto assicurativo- con ragionamenti che lo avevano messo in difficoltà. Quella “dialettica” di adolescente non era un segno di valore personale,ma era soprattutto la conseguenza di essere stato abituato per otto anni di fila al ragionamento rigoroso che mi veniva dallo studio del Latino:il “ragionare come si deve” di Pascal.Chi non ha mai studiato il latino non può capire. Si tratta di gente che non mai letto la lettera del Machiavelli a Francesco Vettori in cui il grande fiorentino scrive che ogni sera ,leggendo i grandi classici del passato, si nutre di quel”cibo che solum è mio e che io nacqui per lui”.Quella gente si limita a gustare come cibo il pane e il salame o ,al massimo,se abbienti, ostriche e champagne. 

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Certi politici praticano le più banali machiavellerie che non hanno però nulla a che vedere con il pensiero di Machiavelli che non hanno mai letto e di cui non saprebbero cogliere la grandezza politica ed intellettuale modulata sulla storia romana scritta da Tito Livio.  Sarebbe facile opporre all’on. Bonino il latinista Concetto Marchesi ,deputato del Pci, che difese ad oltranza la lingua e la cultura di Orazio e di Virgilio ,contro le demagogie del suo partito che riteneva il Latino un privilegio dei ricchi da abolire. Concetto Marchesi cercò di spiegare che quella fu la lingua anche dei nostri maggiori scienziati e di studi classici si nutrirono Marx,Gramsci e Togliatti. Aver studiato o non aver studiato il latino dà una quadratura mentale,un’agilità intellettuale che nessun ragioniere o geometra o perito avrà mai. E lo scrivo con tutto il rispetto possibile per chi non ha studiato la lingua di Cicerone.Io non potrò mai dimenticare il lavorìo intellettuale-una vera ginnastica del cervello,”una ginnastica fino alla frenesia”,come consigliava La Marmora ai suoi bersaglieri sul piano fisico – che comportava lo studio del latino e di cui coglievo l’importanza già alle Medie. Avevo avuto un compagno di elementari-carissimo amico di giochi- che aveva dovuto scegliere le scuole tecniche ed anche solo nell’arco dei tre anni di medie verificai che qualcosa nel nostro modo di pensare era cambiato.Non capivo di cosa si trattasse ,ma lo colsi successivamente anche quando altri miei compagni di scuola media scelsero gli istituti tecnici. Ovviamente esisteva il problema del privilegio sociale degli studi classici ed ho avuto al liceo anche compagni del tutto disinteressati allo studio delle lingue classiche perché era stata la famiglia ad imporre loro il liceo, anziché un ottimo istituto professionale in cui avrebbero messo a frutto i propri talenti in modo ottimale .Certo non bastava la frequenza del liceo per acquisire quella dimestichezza negli studi che portava gli studenti del classico a primeggiare anche al Politecnico. Avrei anche dei ricordi non gradevoli degli anni liceali con un professore di latino e greco che inaridiva la letteratura e la lettura dei classici a meri e pignoleschi riferimenti grammaticali e sintattici che distruggevano il piacere di entrare in un mondo straordinario come quello greco-latino.Ma alla fine superai anche le visioni anguste di quel professore e alla scuola di Vincenzo Ciaffi acquisii in modo definitivo il valore della classicità.Anche all’università ebbi docenti limitati,purtroppo,ma l’amicizia con Luciano Perelli,letterato raffinato e storico acuto della latinità – mi consentì di superare certe lacune.

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Oggi sono e resto un convinto sostenitore della scuola classica per la quale mi sono battuto a fianco di tanti uomini di sinistra come l’indimenticabile Costanzo Preve non offuscati dalla demagogia di cui dà prova Emma Bonino.  Il problema semmai-va ribadito – era e forse è ancora quello di fare in modo che gli studi classici non fossero o non siano un privilegio di pochi e venissero o vengano garantiti,ai sensi della Costituzione,”ai capaci e meritevoli,anche se privi di mezzi”. Un vecchio professore del liceo “ Massimo d’Azeglio” (che oggi incredibilmente scrivono D’Azeglio) Augusto Monti,un mito della sinistra di ogni tempo, aveva già visto il nesso tra la scuola classica e la vita moderna.La sua lezione in quella direzionefinì presto di essere dimenticata e di lui è rimasto solo il suo nobile e intransigente antifascismo che aveva però origine anche nella lettura dei classici che il professore citava ai suoi allievi durante il ventennio come esempi di amore per la libertà.Lo scrissero Mila,Fusi,Firpo che furono suoi allievi. In tempi recenti sono usciti libri molto documentati sull’importanza del Latino ,ma l’on. Bonino sicuramente non li ha letti. Una volta Pannella si infervorò con me nella difesa delle lingue classiche.Lui stesso, a volte ,amava fare qualche citazione latina. Pannella aveva alle sue spalle studi classici severi, di cui andava orgoglioso.  Spiace che Emma Bonino, che pure ha frequentato il liceo classico “Gandino” di Bra ,sia rimasta ferma alle origini rurali e commerciali della sua famiglia. L’anatema laico che ha rivolto verso i latinisti rivela purtroppo una visione molto limitata che è l’esatto opposto della cultura cosmopolita di Marco Pannella. Sandro Pertini definitiva la Bonino “la monella di Montecitorio”.Peccato che ,a quasi 70 anni,non sia cresciuta o non abbia fatto tesoro degli anni liceali in Piemonte. L’imprenditore pragmatico Silvio Berlusconi, lanciando le sue tre I per un rinnovamento della scuola,non disse mai basta al latino ,che apprese alla scuola dei salesiani,come invece ha fatto Emma Bonino, laureata in letteratura moderna negli anni dell’immediato ’68. 

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scrivere a quaglieni@gmaill.com

“Operazione antighiaccio” in corso. Treni regionali ridotti fino al 50% per le nevicate

Treni  regionali “decurtati” fino al  50%  sul territorio piemontese a causa del maltempo che  ha fatto scattare il livello  di “emergenza grave” del’Piano neve e gelo di Rfi – Rete Ferroviaria Italiana- E’ stato invece confermato l’80% dei treni ad alta velocità Torino-Milano-Napoli e il 90% dei servizi a lunga percorrenza sulla linea Torino-Venezia. Il servizio regionale viene ridotto su  21  tratte, con servizi al solo al 20% sulla Ivrea-Chivasso-Novara. Intanto a Torino, dopo la nevicata della notte scorsa che ha lasciato un manto di qualche centimetro sulle strade è in corso l’azione dei mezzi antineve e lo spargimento di sale. Nei magazzini del Comune erano conservate da tempo 4 mila tonnellate di sale pronte all’uso.

 

(foto: il Torinese)

Lotta ai furbetti: dalla Regione Piemonte più controlli sull’uso dei finanziamenti europei

Migliorare e rafforzare l’efficacia dei controlli sui finanziamenti stanziati con i fondi strutturali europei, in modo da evitare usi impropri delle risorse e contrastare le possibili infiltrazioni della criminalità organizzata, è l’obiettivo che si pone il nuovo protocollo d’intesa firmato  dal presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino e dal comandante regionale per il Piemonte della Guardia di Finanza, generale Giuseppe Grassi. Sarà pertanto possibile proseguire lo scambio di informazioni e la collaborazione tra le parti, tesi ad agevolare il recupero delle somme per qualsiasi motivo indebitamente incassate da soggetti richiedenti nell’ambito dei programmi cofinanziati, nonché assolvere l’obbligo in capo ad ogni Stato membro dell’Unione di immediata comunicazione alla Commissione delle irregolarità accertate. Regione e Guardia di Finanza intendono così intensificare le azioni a tutela della legalità dell’azione amministrativa tramite la prevenzione e il contrasto a qualsiasi tentativo di utilizzo irregolare o fraudolento delle risorse. Interventi che vogliono anche costituire un’adeguata forma di deterrenza. In particolare, la Regione consente l’accesso diretto ai sistemi informativo e di monitoraggio dei beneficiari dei finanziamenti comunitari e segnalare fatti che possono configurarsi come violazioni tributarie affinché sia valutata la possibilità di effettuare approfondimenti investigativi; la Guardia di Finanza comunica, in caso di eventi penalmente rilevanti d’interesse del protocollo e previo nulla osta dell’autorità giudiziaria, le generalità delle persone fisiche e giuridiche coinvolte, in modo da avviare le procedure di recupero di finanziamenti indebiti. Come ha precisato il presidente, i fondi europei sono lo strumento con cui la Regione applica le proprie azioni per lo sviluppo e la crescita del territorio. Poiché la criminalità organizzata potrebbe avere interesse a mettere le mani su queste risorse, è fondamentale fare tutto il possibile per contrastare infiltrazioni che ne stravolgano l’utilizzo. Coordinare i controlli vuol dire aiutare la Guardia di Finanza nel proprio compito e semplificare le procedure perché non si debba a ogni livello di indagine ricominciare da zero. “Nel processo di assegnazione dei fondi Ue – ha evidenziato Grassi – si infiltrano frequentemente persone che mirano a compiere truffe, ma anche la presenza della criminalità organizzata è forte. Questo protocollo, con il quale la Regione ci comunica immediatamente quali soggetti si sono presentati per ottenere i fondi, ci permette di avviare una selezione in via preliminare. E’ una garanzia in più per la Regione e per la comunità tutta”. Tra Fondo sociale europeo, Fondo europeo di sviluppo regionale e Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale il Piemonte ha a disposizione per il periodo di programmazione 2014-2020 quasi 2 miliardi di euro.

www.regione.piemonte.it

(foto: il Torinese)

Arte per bambini

INNERKIDS: “LE MELE” – INNERSPACE17, via Battisti 17, Torino

 

Sarà inaugurata giovedì 8 marzo alle ore 17 la mostra del collettivo Le Mele, la nuova esposizione allestita da InnerKids negli spazi dell’InnerSpace17 dopo il successo di “Le mani guardano”, ispirata alla figura di Bruno Munari. InnerKids è la prima galleria d’arte per bambini: l’intera programmazione, infatti, ha lo scopo di sviluppare nei più piccoli l’attenzione e la passione per l’arte. La mostra sarà aperta fino a venerdì 16 marzo, dalle 17 alle 19 (esclusi lunedì e martedì) con ingresso gratuito.

Il collettivo Le Mele è un gruppo di illustratori (Beatrice Costamagna, Elisa Patrissi, Gabriele Tafuni, Mattia Cerato, Valentina Belloni) che nel 2011 ha deciso di unirsi proponendo mostre, iniziative e eventi legati al mondo dell’illustrazione. L’attività è rivolta a un target che parte dalla prima infanzia fino a un pubblico più adulto e si propone di interpretare e sviluppare una tematica comune lasciando libertà ai singoli componenti nella realizzazione delle opere, così da mantenere forte la personalità espressiva del singolo, ma dando al progetto una visione unitaria. Le loro strade si sono intrecciate nel 2005, quando ha avuto inizio quella che non può essere definita in altro modo che “amicizia creativa”. Le loro opere – come le loro esperienze – sono veri e propri incontri di traiettorie dissimili. Intrecci di colori e di fantasie oniriche, che richiamano mondi fluidi, scostanti. Sogni nei quali si annidano incubi ma, anche, incubi nei quali non è mai persa la speranza del sogno, attraverso una realtà in cui tutto si spezza e degenera (o sublima) in fantasia assoluta.

Durante il periodo della mostra, InnerKids ospiterà anche “Tutte le bestiacce dell’universo”, laboratorio di Zoologia immaginaria di Pino Pace (sabato 10 marzo, ore 15.30). Lo scrittore ha ripreso e interpretato in maniera scanzonata e umoristica gli antichi bestiari e le zoologie fantastiche e ne ha tratto, con Giorgio Sommacal, due libri illustrati – “Bestiacce!” e “UniverZoo” (Edizoni Giralangolo) – che mescolano tra di loro animali piccoli e grandi, d’acqua e di terra, che saltano e strisciano, sulla Terra o nelle galassie più sperdute… Pino Pace introduce il laboratorio: guida i presenti alla scoperta delle bestiacce e gli alieni raccontati fin nei dettagli nei due libri. Poi li conduce alla scoperta di altri animali per trovare le coppie più stupefacenti, ridicole, improbabili e dare loro un nome, una storia. Infine, attraverso il disegno, li invita a corredarli di tutte le opportune (o inopportune) scaglie, piume, pinne, corna, zampe e ali… Il costo del laboratorio è di 12 euro. Per iscrizioni e ulteriori informazioni si può chiamare il 3485550937 (Alessandra) o scrivere a galleria@innerkids.it.

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