FIAT TORINO VINCE LA COPPA ITALIA: LE EMOZIONI!

Per la prima volta Torino vince qualcosa di tangibile nel panorama del basket Nazionale. Sembrava impossibile dopo il recente passato, noto ormai a tutti gli appassionati, ma non è vero che l’impossibile esiste, esistono solo persone che per lavoro giocano, ma giocano con il cuore e usano la testa e superano i limiti

I giornali “ufficiali” hanno già trattato della cronaca delle partite e i commenti sui vari giocatori sono stati già forniti. Da queste righe, come sempre, lanciamo le emozioni vissute dalla “curva” sia quella eroica presente sugli spalti sia quelle innumerevoli “curve” che erano costituite come assemblee provvisorie in ogni casa con un video a trasmettere le stesse emozioni!

Si hanno notizie di gruppi organizzati che si sono trovati senza voce a fine partita come se fossero presenti sul campo a far sentire la propria voce, e abbiamo notizie di vicini di casa “preoccupati” da forti urla con imprecazioni e grida di gioia alternate provenienti da stanze attigue fino ad allora sempre tranquille, così come di alberghi con persone preoccupate dei loro occupanti impegnati in salti nei letti non dovuti ad attività “consuete”: ma questa è Torino, il basket, l’emozione che toglie la voce e ti fa stancare come se giocassi… e tutti coloro che soffrono di questo “male” sanno di cosa si parla.Una finale dove per la prima volta, credo, non è stata effettuata neanche una schiacciata a canestro, dove i protagonisti sono saliti sul palcoscenico a turno, prima Vander Blue, poi Colò, quindi Garrett, Poeta, Mazzola e sempre presente come “spalla” di tutti, Deron Washington, probabilmente il miglior giocatore non riconosciuto delle Finals.

Le emozioni narrano di tifosi afoni che ci mandano messaggi di “bellissimo, siamo distrutti, quattro giorni avanti indietro, ma lo rifaremmo altre cento volte se fosse necessario!”, e altri che incrociati il giorno dopo per strada riconosciamo aver visto la partita e vissuta con il cuore dagli occhi ancora increduli e il sorriso che parte spontaneo appena ti vedono. E’ la rivincita di chi non ha mai mollato, di quelli che anche contro Brindisi e Avellino c’erano, di quelli che non sono andati via imprecando dopo la sconfitta con lo Zenit San Pietroburgo; è la vittoria della forza del proprio cuore contro la ragione, del talento contro la tecnica, dell’emozione contro la tattica e di un gruppo nuovo che si è consolidato sotto la guida del nuovo alfiere, Paolo Galbiati, che da sempre è stato il confidente di tutti e sapeva probabilmente bene con chi aveva e avrà a che fare nel prosieguo della stagione.

Ma soprattutto il sorriso, le mani aperte dei giocatori che esultano: guardate i loro gesti, non sono quasi mai pugni alzati con rabbia, ma gesti di gioia, chi tira con l’arco, chi punta le dita al cielo, chi apre le braccia con ecumenico slancio, chi chiede ascolto, chi fa altri gesti ma mai di rabbia contro qualcuno. Se doveva essere una vittoria lo è stata: ma è stata una vittoria per sé stessi e per il proprio pubblico: tutti coloro che erano presenti, in ogni modo lo fossero, non dimenticheranno mai le emozioni vissute.

Paolo Michieletto

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