Novembre 2017- Pagina 37

IL SUONO DEL SILENZIO

SERRALUNGA DI CREA (AL)

TENUTA TENAGLIA

Strada Santuario di Crea 5  – tel. 0142 940252. Dal 11 novembre 2017 inaugurazione ore 17 al 25 febbraio 2018

 

 

Dopo 15 anni, torna ad esporre alla Tenuta Tenaglia il fotografo conzanese Renato Luparia, con la mostra “Il suono del silenzio” che inaugura sabato 11 novembre alle ore 17. In mostra, nella luminosa sala degustazione affacciata sui vigneti del Monferrato, stampe fotografiche bianco/nero “Fine Art” su carta cotone, numerate e firmate in edizione di dieci. Le immagini rappresentano paesaggi del Monferrato, zona del Piemonte tanto amata dal fotografo, realizzate con nebbia e neve, nelle quali spiccano solo pochi elementi. Il silenzio nelle opere di Renato Luparia ha molteplici sfaccettature: è prima di tutto chiave di lettura; è sensazione tangibile; è immagine che si manifesta nel nitore e nello splendore di fotografie evocative di campi privi di limiti, di alberi che si fanno segni grafici, circondati da nebbie che suggeriscono un possibile cammino di conquista. O semplicemente di contemplazione del/nel silenzio.

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Renato Luparia nasce a Casale Monferrato e risiede a Conzano (AL).

Fin da giovanissimo si interessa di fotografia. Collabora con giornali e riviste e le sue immagini sono state pubblicate su libri e calendari. I soggetti preferiti sono la natura, fiori e giardini e in modo particolare il paesaggio, rappresentato con diverse interpretazioni tutte molto personali. Le sue stampe fotografiche “Fine Art” sono state esposte a mostre di fotografia e d’arte contemporanea nazionali e internazionali e fanno parte di collezioni pubbliche e private in Italia e all’estero.

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Informazioni utili: Tenuta Tenaglia – Strada Santuario di Crea 5 – Serralunga di Crea (AL). Visitabile dal 11 novembre 2017 al 28 febbraio 2018 dal lunedì al giovedì dalle 8.30 alle 18.30 – venerdì dalle 8.30 alle 17.30 – sabato e domenica dalle 11 alle 18. Ingresso libero. Tel. 0142.940252.

 

Giocare alle Brigate Rosse come a Monopoli. Che decadenza morale e intellettuale

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni

Appare davvero  incredibile ciò che accade a Bobbio Pellice, paese in prevalenza valdese e quindi  abitato da gente rigorosa e seria. Se la cosa fosse capitata alle pendici del Vesuvio, sarebbe stata più comprensibile perché il gusto per la teatralità e l’espansività  dei napoletani  potrebbe condurli anche a vivere certe esperienze che trasformano le tragedie vere in farse teatrali. Il fatto che  a Bobbio  Pollice si giochi a fare il brigatista rosso appare davvero curioso, persino sconcertante. Gli anni di piombo sono vicini e sono in vita molti di coloro che ebbero la  propria vita cambiata a causa dei terroristi soprattutto i figli delle vittime . Il grande violinista Massimo Coco , figlio del Procuratore Generale di Genova ucciso dalle Br, ha scritto in un libro che non potrà mai perdonare gli assassini, rimasti impuniti , di suo padre. Carlo Casalegno ,40 anni fa, venne ferito a morte in novembre, sotto l’uscita di casa e ci fu chi brindò a quell’infame agguato. La storia piemontese e italiana e’ costellata da nomi di vittime e di carnefici. Uomini miti come Puddu, Notaristefano, Picco vennero aggrediti e feriti. Il numero degli attacchi e delle vittime non si conta. La violenza contestativa estrema di Lotta Continua uccise il commissario Calabresi e altri. “I compagni che sbagliano” vanno condannati senza eccezioni e solo gente strana può pensare di farne un gioco per adulti. Non riusciamo neppure ad estradare il brigatista pluriomicida Cesare Battisti e c’è qualche bello spirito che gioca alle brigate rosse come a Monopoli. Gli anni di piombo non sono stati forse studiati a scuola come si sarebbe dovuto e quindi si finisce di prendere sotto gamba una tragedia.  Più che l’indignazione, queste incredibili stravaganze  suscitano commiserazione per chi le ha ideate. Siamo davvero  caduti in basso e questi sono segni di una decadenza morale e di una povertà intellettuale che non ci consentono di sperare nel futuro di questo Paese, a meno di un forte scossone etico- politico  che ci faccia ripartire, facendo una preventiva tabula rasa del presente.

 

quaglieni@gmail.com

Blocco del traffico: con la pioggia potrebbe essere presto revocato

Resta in vigore anche lunedì 6 novembre lo stop ai veicoli  diesel fino agli euro 4. Questi non possono circolare in città dalle 8 alle 19 di tutti i giorni, compresi i festivi compresi. Lo stesso dicasi per i mezzi commerciali diesel, per i quali  il blocco è valido  fino alla classe euro 4, però in orario 8,30-14 e 16-19 dal lunedì al venerdì, 8.30-15 e 17-19 il sabato e nei giorni festivi. La pioggia di queste ore potrebbe far saltare il blocco, se le condizioni dell’inquinamento miglioreranno.

Linea di Confine. Spigolature di vita e storie torinesi

di Pier Franco Quaglieni

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Piemonte in fiamme – Maria Magnani Noya – Un bel libro ambientato a Torino – I due bulli torinesi


 

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Piemonte in fiamme

Piemonte in fiamme, Torino soffocata dal fumo. Il disastro in Val di Susa si può considerare un disastro annunciato che ha devastato la valle per sette giorni. Il sistema di protezione civile regionale si è rivelato inadeguato e chi ne ha la responsabilità, in un sistema normale, dovrebbe già aver rassegnato le dimissioni. I piromani hanno avuto la vita facilitata dalla sottovalutazione del possibile disastro ambientale determinato dal fuoco. La stessa notizia degli incendi è stata oscurata dallo smog torinese agitato dalla Sindaca Appendino, sindaco anche della Città Metropolitana che improvvidamente ha sostituito le Province . Ci sono stati anche ritardi negli interventi dei Canadair. L’andare in giro del Presidente della Giunta regionale non ha rappresentato nulla di utile, se non per la propaganda e per occultare le responsabilità della sua amministrazione. Anche la sospensione per il solo mese di novembre della caccia rivela insensibilità. Dopo questo disastro, aggravato da una siccità eccezionale, gli animali hanno diritto di non essere cacciati. E’ un fatto di civiltà e di sensibilità almeno per l’intera stagione. Vorrei proporre un’idea semplice semplice che forse non servirebbe a molto ,ma che darebbe un segnale. Non acquistare gli abeti per il Natale,servendosi di quelli artificiali, e contribuire all’acquisto di un abetino da piantare al posto di quelli perduti. Sarebbe un modo per dare una lezione ad una classe politica che anche in questa occasione ha brillato per superficialità e incapacità di agire in modo tempestivo. La stessa abolizione della Polizia forestale non ha dato buoni risultati anche se l’essere confluita nei Carabinieri da’ fiducia per il futuro.

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Maria Magnani Noya

La signora Appendino non è la prima Sindaca di Torino, la prima donna Sindaco fu Maria Magnani Noya (dal 1987 al 1990), deputata socialista di tre legislature, sottosegretario di Stato all’Industria, alla Sanità e alla Pubblica istruzione. Fu anche deputato al Parlamento Europeo di cui fu vicepresidente. Era un noto avvocato penalista: la sua professione le consentì sempre di mantenere un’autonomia rispetto al partito e ai suoi apparati. I miei rapporti con lei furono per molti anni di sincera amicizia e ,quando venne eletta Sindaco, mi sollecitò un colloquio che fu molto cordiale, dicendomi che voleva sentire i miei consigli. Accadde anche con Carpanini con cui ci si vedeva a colazione ogni tre mesi con lo stesso scopo. Ci eravamo conosciuti nel vivo delle battaglie laiche per il divorzio e mantenemmo sempre un rapporto nel corso degli anni successivi. Era donna capace che sapeva andar a parlare di divorzio (considerato un problema quasi esclusivamente borghese )davanti ai cancelli della Fiat. Spesso facevamo dei discorsi in coppia, io come laico liberale,lei come laica socialista, a sostegno della Legge Fortuna – Baslini, il primo socialista, il secondo liberale. Lei stessa era una socialista liberale convinta. Nella Sala Rossa del Consiglio Comunale partecipai ai festeggiamenti in suo onore per i suoi 80 anni, dopo anni di oblio. Ci fu anche un periodo in cui i nostri rapporti divennero tesi e persino spiacevoli per aver io espresso un giudizio favorevole verso il suo Pro Sindaco Giovanni Porcellana, mio amico e suo oppositore all’interno della Giunta. Io ero molto amico del mio compagno Giorgio Salvetti che fu presidente della Provincia di Torino, che ne fu molto dispiaciuto. Ci fu un momento in cui Maria venne presa dalla solitudine e dalla paura, lei donna- coraggio per eccellenza. Fu una dolorosa parentesi da cui seppe riprendersi con la forza che la contraddistingueva. Ci rivedemmo nell’88 per l’incontro in Consiglio Regionale voluto da Viglione ed onorato da un discorso di Montanelli, quando ella era Sindaco e ci fu un’amichevole riconciliazione. Poi negli anni terribili della caccia al socialista, dopo la fine della legislatura europea, tornò alla professione forense. Ci incontrammo nuovamente nei primi anni Duemila quando a Torino ricordai Bettino Craxi, io non socialista, insieme a Stefania Craxi e a Giorgio Cavallo. Una scelta difficile e controcorrente che vide la partecipazione di tanti torinesi. Peccato che non chiesi a lei di concludere l’incontro. Avrebbe portato una testimonianza importante. Ecco, di fronte alla fragilità dell’attuale Sindaca, viene spontaneo non un ingeneroso parallelo, ma la nostalgia per la prima donna Sindaco di Torino che aveva portato nelle istituzioni della Città l’esperienza di parlamentare e di donna di governo insieme all’autorevolezza di donna in prima linea nella battaglia di difesa delle donne e della loro emancipazione. Una sera nel 1982 ,dopo un incontro al Centro “Pannunzio”, in cui intervenne come Sottosegretario alla P.I. mi chiese di accompagnarla a casa a piedi. Fu quella l’occasione più importante che ebbi di parlare a lungo con lei e di conoscerla umanamente, camminando sotto i portici di Torino. Non sempre il Partito socialista espresse ottime amministratrici e politiche come Frida Malan, Carla Spagnuolo, Franca Prest che adesso fa la giornalista a Roma. Putroppo ebbe anche donne assessore sul tipo di quella dei “Gianduiotti” di piazza Solferino, sulla quale è meglio stendere un velo di oblio. Lasciò tra i primi il partito socialista per fare scelte di  altro segno.

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Un bel libro ambientato a Torino 

In una Torino immobile e notturna, la nebbia incalza e si fa complice dell’omicidio di una giornalista. Sulle fredde rive del Po, un cadavere e un cane: l’unico testimone oculare è Ludwig, lo Schnautzer della vittima. Un’antiquaria, un cantante di strada, un principe, una libraia e molti altri intrecciano le loro storie fra ombre e segreti. Le indagini della polizia li porteranno alla luce, uno a uno, ma ci vorrà un vero segugio per seguire la pista giusta. Solo chi saprà guardare dritto negli occhi di un cane scoprirà infine il volto dell’assassino.  Questa e la trama di “ Chiedimi aiuto”(edizioni Nero su bianco) di Umberta Boetti Villanis Mussi che verrà presentato il 18 novembre alle 21 al Circolo dei lettori. L’autrice è persona eccezionale, tra l’altro ex allieva del liceo “d’Azeglio”, e il libro sarà certamente un successo. Parte del ricavato delle vendita del libro sarà devoluto al “Canile rifugio di Fido” di Pollenzo. Non scrivo di più per non svelare null’altro di un libro che merita di essere letto e apprezzato. 
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I due bulli torinesi
I due bulli torinesi condannati ad otto anni di carcere per aver perseguitato un coetaneo fanno notizia. Si parla di una sentenza esemplare che dovrebbe far riflettere i giovani. Io diffido sempre delle sentenze esemplari perché possono suscitare il dubbio che il rigore della legge sia stato eccessivo, ma nel caso specifico mi sembra che la sentenza sia giusta e doverosa. Ho anche letto di studenti che lanciano i cestini della carta straccia sulla loro docente che resta impassibile . Finalmente i carabinieri applicheranno – malgrado l’arrendismo vergognoso della preside – l’articolo che tutela la docente come pubblico ufficiale che svolge un pubblico servizio che non è lecito interrompere. Per troppi anni le leggi sono state disattese ed e’ stato considerato fascista chi le applicava e le faceva appilicare, come il preside del “Cavour” Luigi Vigliani, o il preside della Facoltà Lettere Giorgio Gullini che 50 anni fa si opposero come poterono, alla contestazione che pretendeva di violare la legge. I troppi bulli di oggi sono figli e nipoti dell’eterno ‘68 e del permissivismo di troppi genitori che hanno protetto in modo sconsiderato i propri figli,senza educarli all’autodisciplina richiesta dal dover vivere in una società civile. Quante sciocchezze sono riconducibili alle astruse teorie di Benjamin Spock, teorico della pedagogia permissiva che ha generato ,sulla lunga, distanza i mostri del bullismo. Alberto Ronchey, parlando di Spock che riconobbe egli stesso l’errore insito nelle sue teorie, scrisse che il ministero della P.I. avrebbe dovuto reintrodurre la frase desueta “In piedi, quando entra l’insegnante “.
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LETTERE scrivere a quaglieni@gmail.com
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Pasolini uomo e scrittore
Caro Professore,
dirò una cosa impopolare. Posso ammirare Pasolini come artista e scrittore, ma non come uomo. Frequentava minorenni di strada, ragazzi in evidente stato di soggezione psicologica, economica e culturale. Non dimentichiamolo, soprattutto ora che stiamo “processando” per molestie sessuali molti personaggi famosi. Il talento non giustifica tutto. Cosa ne pensa ?
Antonella B.
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Ho messo il suo cognome con la sola iniziale per evitarle eventuali polemiche …moleste. Io ho sempre pensato di Pasolini le cose che Lei scrive, ma forse non ho mai avuto il coraggio di scriverle con la sincerità e l’acume che lei dimostra.Ebbi una litigata con Davide Lajolo che definiva martirio la morte  violenta di Pasolini. Lajolo era uno che si appassionava e fu molto duro con me che timidamente nel 1975 sollevavo qualche dubbio in proposito. Il 1975 fu l’anno della vittoria del Pci che conquistò le più importanti  amministrazioni  comunali, provinciali e regionali, dal Nord al Sud. Il conformismo era giunto, nel novembre di quell’anno, a livelli intollerabili. Leggere “Il Giornale” di Montanelli era l’unica via per sopravvivere nella città governata da Novelli.
 
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I piatti del Buon ricordo 

Caro Quaglieni, Lei che è anche un Accademico della Cucina Italiana, cosa pensa dei ristoranti del Buon ricordo e del fatto che la provincia di Torino sia oggi del tutto assente ?

Pier Luigi Gravello

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Io ho raccolto per molti anni i piatti del Buon ricordo in tutta Italia e anche all’estero. Alcuni sono molto belli e ornano la mia cucina da tempo. Sono appunto un ricordo di pranzi e cene memorabili. Non tutti i ristoranti del Buon ricordo sono allo stesso livello e non tutti meritano un’attenzione particolare, al di là del piatto. Certo tra la quindicina e oltre di locali lombardi e tre della Liguria, il Piemonte brilla per i due locali, dello stesso proprietario, di Belgirate, gli ottimi Hotel Milano e Villa Carlotta. Ci fu un tempo in cui a Torino c’era la “Vecchia Lanterna” di Armando Zanetti, mitico ritrovo dei gourmet e delle persone raffinate. A San Gillio c’era la “Rosa d’Oro”, il locale precedente di Zanetti. Poi vennero gli chef stellati, le guide e tante altre diavolerie e i ristoranti del Buon ricordo vennero dimenticati. Ne cito uno dove ancora oggi vado non certo per il piatto ,ma per la buona cucina “Il Pernambucco” di Albenga. Oggi ha un arredamento minimalista che non mi entusiasma, lo preferivo nella sua versione storica ,ma la cucina è rimasta sempre di altissimo livello.

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Halloween 

Ho letto il suo articolo (http://www.iltorinese.it/la-ricorrenza-dei-defunti-resiste-ancora-riflessioni-tra-culto-e-ricordi-sentimento-e-tradizione/ ) sul culto dei morti. Credo anch’io che Halloween sia una festa incompatibile con la nostra civiltà ,mentre ho apprezzato il culto foscoliano dei morti che lei ha richiamato.                        

Alessandra Zanella

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Io non apprezzo la festa di Halloween che ritengo estranea alla nostra cultura, ma non la ritengo incompatibile con la nostra civiltà. E’ vero, la nostra e’ una civiltà cristiana, ma è anche una civiltà laica e liberale ,quindi aperta alle scelte libere. Trovo di cattivo gusto Halloween ,anche decisamente lugubre e grottesco, direi persino barbaro, ma non rimpiango i tempi in cui la radio e la tv il 2 novembre trasmettevano sol musiche sacre. Posso rimpiangere la vita semplice delle famiglie in cui, recitando il rosario per i morti, si mangiavano le castagne bollite. Oggi Halloween dimostra un consumismo esasperato e stupido. Ma anche qui ci vuole misura. Meglio il consumismo rispetto al pauperismo ,meglio la società dei consumi rispetto alle società della miseria collettivista dell’URSS.

“CARO SEGRETARIO PD, IN TV NON CEDA ALLA DEMAGOGIA DELL’ANTIPOLITICA”

L’appello di Enzo Ghigo – governatore del Piemonte per 10 anni – a Matteo Renzi in vista del dibattito televisivo con Luigi Di Maio

Caro segretario del Pd Matteo Renzi, 
mi rivolgo a Lei da uomo che ha fatto politica attiva in passato (ed è’ un “grande amore” che non si dimentica mai) a uomo che  fa politica oggi, alla guida di un partito importante nello scenario nazionale. È’ proprio il termine Politica – uso la P maiuscola non a caso – quello sul quale voglio porre l’accento. Ora che una cosa buona Di Maio l’ha fatta, cioè proporre il confronto  televisivo di martedì prossimo, La invito a cogliere l’occasione  per far sì’ che quella trasmissione riporti la Politica al centro del dibattito. Basta parole urlate, demagogia, giustizialismo un tanto al chilo finché gli avvisi di garanzia non riguardano anche la propria  parte. Lei ed io proveniamo da mondi politici differenti e spesso in contrapposizione ma pur sempre, appunto, politici.  Se il qualunquismo più becero, vuoto e fine a sé stesso fosse una disciplina sportiva, allora i pentastellati ne sarebbero i campioni olimpionici. No, i grillini non sono solo antipolitica, ma ben peggio: sono l’autentica negazione della politica. La legittima e direi doverosa reazione a un sistema amministrativo, burocratico e istituzionale che ha dimostrato tutte le sue pecche e i suoi malfunzionamenti non può avvenire al di fuori della politica, che  va piuttosto migliorata, non  certo cancellata. Se dovessi darLe un consiglio per l’appuntamento di martedì Le suggerirei  di parlare di quanto la politica sia necessaria nel realizzare le scelte utili per vincere le sfide che la globalizzazione, l’evoluzione tecnologica, la ricerca di un nuovo equilibrio mondiale ci presentano quotidianamente. Il fenomeno delle migrazioni, i temi dell’ambiente e del clima, la disoccupazione, il terrorismo internazionale necessitano  di un approccio attraverso una politica “alta” che vincerebbe offrendo  soluzioni ai Paesi e ai cittadini. I partiti di scuola cattolica,  socialista,  liberale e conservatrice protagonisti del Novecento italiano e della prima e seconda repubblica, lo stesso Pci (che rappresentava ciò che di più distante fosse possibile dalle mie convinzioni) erano plasmati nelle idee, nella tradizione e nella storia politica. Se lo ricordi,  nel dibattito di martedì. Riporti al centro quei valori di impegno politico, di cultura di governo, di solidità e di esperienza che oggi per i grillini – analfabeti della Politica maiuscola – rappresentano invece disvalori. Non cada nella trappola di squalificare il dibattito sul tema misero dell’antipolitica e del moralismo fasullo, altrimenti avrà’ perso una occasione, avremo tutti perso un’occasione. Lei martedì rappresenterà, al di là delle idee e della militanza di ciascun telespettatore, tutti gli italiani che alla demagogia  del suo antagonista televisivo Di Maio preferiscono la forza e il pragmatismo, quello sano, della buona Politica. Sì, proprio quella con la P maiuscola.
Enzo Ghigo

Tartufo e Champagne

“Tartufo&Champagne, Arte pittorica, enologica e culinaria” è il titolo del prossimo incontro in programma al Santuario di Crea Patrimonio Unesco 

 

Dalla pittura all’enologia fino alla tavola, l’appuntamento sarà occasione per apprezzare arte e cultura nelle diverse forme ed espressioni, riservando i piaceri dei sapori più intensi ed autentici dello stile italo-francese famosi in tutto il mondo. Ad aprire l’incontro, nella suggestiva cornice del Santuario di Crea, sarà presente il critico d’arte Davide Dotti con una Lectio Magistralis dal titolo: “Le meraviglie della natura alla corte dei Medici. Nature morte con Tartufi e Champagne”, con intervento dell’enologo Roberto Imarisio e introduzione del Rettore del Santuario don Francesco Mancinelli. Ingresso libero.

 

Il pomeriggio proseguirà con una originale proposta enogastronomica improntata sul connubio di eccellenze a valenza internazionale senza pari, quali il Tuber Magnatum Pico piemontese raccolto in Valcerrina e lo Champagne di piccoli vigneron francesi. In tavola piatti della tradizione monferrina arricchiti da sfiziose divagazioni per un simposio di prestigio, la cui qualità è garantita dai maestri del sapere d’esperienza. Per ogni portata verrà servito un calice di Champagne con cenni sulle particolari produzioni a cura di Petit Perlage.

 

Torna il Divine Queer Film Festival

Il Divine Queer Film Festival (DQFF) si terrà dal 10 al 12 novembre. Tre giorni di proiezioni sui temi di identità di genere, migrazione e disabilità. Tutti e tre i temi trattati, ovviamente, in una prospettiva Queer. La location quest’anno sarà al Via Baltea – Laboratori di Barriera, in via Baltea, 3 a Torino. La sostanza però non cambia: sarà un festival cinematografico ricco di produzioni indipendenti e soprattutto a ingresso libero e gratuito. Divine, giunto ormai alla sua terza edizione, nasce dal desiderio di infrangere, attraverso il linguaggio cinematografico, stereotipi, pregiudizi, tabù e paure sulle persone transessuali/transgender, disabili e migranti. Raccontando in modo ironico e positivo le storie di chi, ogni giorno, non si arrende e continua a lottare in maniera costruttiva per apportare un cambiamento.

È online la programmazione sul sito ufficiale www.divinequeer.it: le pellicole avranno una provenienza ricca e varia: Italia, Belgio, Australia, India, Turchia, Germania, Canada, Irlanda, Nuova Zelanda, Francia, e Stati Uniti. Nel palinsesto sono previsti corti, medi e lungometraggi sia di finzione che documentaristici. Inoltre tutte le proiezioni saranno in lingua originale e sottotitolati in Italiano e per tutti i dibattiti/interventi sarà garantito il servizio di interpreti LIS, offerto dalla Città di Torino. Via Baltea garantisce la massima accessibilità alle persone con disabilità fisiche.
Inoltre verrà proiettato tutte le sere il film Verba Volant dedicato a due giovani insegnanti in sciopero della fame da più di 200 giorni in Turchia. L’edizione è quest’anno interamente dedicata a Mario Mieli, attivista e teorico Queer in Italia.Anche in questa edizione saranno assegnati tre premi ai film in gara: un premio assegnato dal DQFF, uno assegnato da una giuria internazionale e uno assegnato dal pubblico. Tutti i premi sono stati realizzati dall’artista Roque Fucci. La premiazione è prevista l’ultima sera del Festival. Sono previsti inoltre interventi di alcuni registi e ogni sera si potrà anche fare convivialità con aperitivi, spaghettate all’interno di Via Baltea. Prima, durante e dopo il Festival tutti gli aggiornamenti saranno disponibili sul sito web ufficiale del DQFF e sui social newtork Twitter(@DivineQueerFF) e Facebook(@divineqff). Incomincia a seguirci!

Tutte le sere inoltre sono previsti momenti conviviali, aperitivi, spaghettate e pizzate divine e sabato 11 ci sarà una festa con dj Maestro Totale con cui ci scateneremo sulle note di musica anni ’80 fino alle 3 del mattino! Il Divine è organizzato dall’associazione culturale Taksim ed è patrocinato dalla Regione Piemonte, dalla Città Metropolitana di Torino, dal Comune di Torino e da Amnesty International (Italia).

 

Scudo a 5 stelle a tutela della sindaca: “Giornalismo crea clima di paura e sospetto”

I grillini torinesi ribadiscono la loro  completa  fiducia nella magistratura dicendo che sono ” vicini alla sindaca assediata e aggredita da un giornalismo che mai avremmo pensato di vedere in un Paese democratico

Come per una sorta di legge del contrappasso ora sono i pentastellati a lamentarsi delle critiche da parte dei giornali. Quasi si trattasse dei vecchi partiti “massacrati” mediaticamente e dalle inchieste giudiziarie. In una nota M5S di Torino sottolinea, a proposito di un presunto avviso di garanzia in arrivo alla sindaca Appendino per i fatti di piazza San Carlo,  coma sia ” triste notare molti organi di stampa sostituirsi alla procura, inscenando processi mediatici e pensando di fare i magistrati”. I grillini sottolineano che da due giorni si parla di avvisi di garanzia in arrivo e  di vertici della Città indagati anche se, fino ad ora, “nessun atto è stato notificato dalla procura che non ha neanche rilasciato dichiarazioni.  Stiamo assistendo a un giornalismo che non può definirsi di inchiesta ma che sta  alimentando un clima di paura e di sospetto – sostengono –  speriamo non perché siamo alla vigilia dell’appuntamento elettorale in Sicilia” I pentastellati torinesi ribadiscono la loro  completa  fiducia nella magistratura dicendo che sono ” vicini alla sindaca assediata e aggredita da un giornalismo che mai avremmo pensato di vedere in un Paese democratico”.

 

(foto: il Torinese)

Anzile dopo l’inaugurazione del 24 ottobre si veste di novità

Anzile controlla giorno dopo giorno la qualità dei prodotti 

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Anzile dopo l’inaugurazione del 24 ottobre si veste di novità. Un grande spazio in Corso Garibaldi 207 per accogliere privati a cui è dedicata la vendita al kg fino alle aziende con richieste massive di prodotti.  Anzile controlla giorno dopo giorno la qualità dei prodotti provenienti da aziende di alto livello nel settore della pasticceria, panificazione e gelateria. 

 

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informazione commerciale

Limone Piemonte intitola una via al Col. Domenico Rossotto

Domenica 18 giugno  Limone Piemonte ha  intitolato una via cittadina al Colonnello Domenico Rossotto, cittadino d’adozione dal 1991. All’Eroe sono stati dedicati anche gli annessi giardini ove è stata innalzata una stele commemorativa in acciaio, creata dall’artista Nino Baudino

La cerimonia presieduta dal sindaco di Limone Piemonte Angelo Fruttero, già Ufficiale medico di complemento degli Alpini, è stata promossa dall’Istituto del Nastro Azzurro – Sezione di Vigevano e Lomellina ed organizzata dall’A.N.A. – Gruppo Limone Piemonte.Erano presenti la figlia del Colonnello, Signora Maria Vittoria Rossotto e i nipoti, tutti residenti a Vigevano.L’Autorità più elevata è il Comandante del 1° Rgt. a. mon. Col. Stefano Panoni.

Dalla zona di raduno per raggiungere la chiesa parrocchiale di San Pietro in vincoli (1^ fase della manifestazione) aprivano lo sfilamento i gonfaloni dei Comuni di Limone P.te e di Vigevano, seguiti dai labari dell’Istituto del Nastro Azzurro- Federazioni provinciali di Torino e di Imperia e Sezione di Vigevano-Lomellina; dell’ A.N.Art.I.- Delegazione del Piemonte e sezioni di Moncalvo d’Asti e Villafranca P.te; dell’Arma Aeronautica; dei Bersaglieri; del Comitato locale di Limone Piemonte della Croce Rossa Italiana; dell’Unione Combattenti e Reduci di Imperia. Chiudevano la sfilata i gagliardetti dei Gruppi locali degli Alpini preceduti dal loro labaro della Sezione di Cuneo.

Dopo la Santa Messa le Autorità e le citate Associazioni si sono trasferite al monumento ai Caduti dove ha avuto luogo l’alzabandiera con la guardia schierante del 1° Rgt. a. mon. di Fossano, che presentava le armi e, a seguire, la deposizione della corona di alloro ai Caduti ad opera del Sindaco e del Comandante del Reggimento. Sono quindi seguite le allocuzioni del Sindaco che ha commentato “Siamo orgogliosi di dedicare una strada del nostro paese al Colonnello Rossotto, un personaggio di grande levatura morale e intellettuale che era molto legato a Limone, dove ha trascorso molti anni della sua vita. Questo vuol essere uno stimolo per la comunità a ricordare le gesta eroiche del nostro concittadino, che rappresenta senza dubbio un esempio di rettitudine per i giovani” e della professoressa Laura Pasquino, del Nastro Azzurro di Vigevano, che ha brevemente ricordato i meriti del Colonnello Rossotto, più avanti riportati.

Il Presidente del Nastro Azzurro di Vigevano – Lomellina, Brigadiere M.A.V.M. Calogero Modica ha sottolineato, con voce incrinata dall’emozione, come sempre il Colonnello abbia messo prima l’uomo, il soldato con i suoi problemi, le sue ansie, i suoi timori e ha concluso come sia “nostro dovere ricordare l’operato di questo grande uomo, che ha speso tutta la vita per insegnarci con il suo esempio l’Amor di Patria, il rispetto delle istituzioni e l’importanza delle tradizioni, per non dimenticare chi si è immolato per conquistare la libertà di cui godiamo”.

È stato quindi il turno degli Alpini con il Presidente del Gruppo Alpini locale Fedele Gertosio che ha ringraziato tutti gli intervenuti e un grazie speciale l’ha riservato all’artista Nino Baudino, che, con la sua opera, sancisce un rapporto decennale con gli Alpini di Limone P.te. Subito dopo il Vice Presidente della Sezione A.N.A. di Cuneo, Marco Agnello, ha plaudito l’iniziativa, rammaricandosi che altri Gruppi Alpini non siano potuti intervenire per concominanti impegni nella bassa cunese.

 

Per ultimo lo speaker ha invitato il Delegato Regionale A.N.Art.I. del Piemonte e della Valle d’Aosta, Gen. Luigi Ghezzi, a prendere la parola. Il Generale, in rappresentanza del Presidente Nazionale- Gen. Rocco Viglietta- ha portato il saluto dello Stesso e dell’Associazione tutta ed ha ringraziato il Presidente Nazionale del Nastro Azzurro, Gen. Carlo Maria Magnani, per la squisita delicatezza nell’aver voluto coinvolgere nella cerimonia anche gli Artiglieri d’Italia, considerato che il Colonnello Rossotto era sì Alpino, ma pur sempre innanzitutto Artigliere, uscito dalla storica e gloriosa Regia Accademia di Artiglieria e Genio di Torino (cosa tra l’altro confermatami dalla Figlia).

Il Delegato, prendendo spunto dalle parole del Parroco, Don Elio Dotto, chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la vita per causa mia, la troverà, a commento del Vangelo e dalle parole Soldato, riferita al Colonnello e Soldati ai suoi Artiglieri (Ufficiali, Sottufficiali e Truppa), ha esordito ricordando quanto appropriatamente il Cappellano militare della Caserma Piave di Civitavecchia propose, come riflessione, agli Artiglieri del 13° Gruppo “Magliana” l’accostamento del Soldato a Cristo. Esso, il Soldato, è chiamato a sacrificarsi- financo con la vita- per il Prossimo e questo è schietto altruismo, vera e propria negazione di quell’egoismo che- il Vangelo ammonisce- fa perdere la vita.

L’altra parola chiave è “Soldato”. Sì soldato perché tale termine identifica maturità, responsabilità, disciplina, dovere. E qui il pensiero ci riporta indietro, alla Cresima, quando il Vescovo, con l’imposizione delle mani sul capo e l’unzione della fronte col Sacro Crisma, stigmatizza la piena maturità Cristiana del cresimato, definendolo Soldato di Cristo.

Tornando a noi militari, la cosa più importante dell’uniforme sono le stellette che si portano sul bavero della giubba. Queste stanno sopra le mostrine proprio a ricordare che al di sopra dell’artigliere, dell’alpino, del bersagliere, etc c’è lui, il soldato. E il Colonnello Rossotto era un vero Soldato, un Comandante a tutto tondo: intelligente, capacità professionale superba, prontezza e lucidità di valutazione anche in situazioni più estreme, cura costante dei dipendenti, coraggio. A ciò univa un’eccezionale dirittura morale (esempio, non chiacchiere), che le conquistava la stima e l’affetto dei suoi soldati: non a caso i suoi Artiglieri lo chiamavano “papà Rossotto”. Era un autentico trascinatore: i suoi Artiglieri avevano estrema fiducia in lui e lo seguivano dovunque.

Tutti i vivi all’assalto! Il mio Gruppo alla baionetta con me tra tre minuti!” E al terzo minuto, al grido di “Savoiaaa!“, pistola in pugno, strappando con i denti la sicura della bomba a mano, si lanciò contro i fanti Russi. Tutti i soldati, anche gli addetti ai servizi – furieri, telefonisti, infermieri, dottori, cucinieri, conducenti e addetti alle salmerie – baionetta inastata, scattarono in avanti e questa massa di disperati riesce a ricacciare i Russi e a rompere l’accerchiamento fatale. Questo era il Colonnello Rossotto: una superba figura di Comandante. A Lui si attaglia in pieno il Pensiero di Sant’Agostino in merito al Comando: Rossotto infatti esercitava il comando non per primeggiare, ma per amore di provvedere al bene e – aggiungo io – alla salvezza dei suoi Artiglieri. Dopo le allocuzioni, il Sindaco, il Comandante del 1° Rgt. a. mon. e la Signora Maria Vittoria Rossotto hanno scoperto la targa della via intitolata al Colonnello e la stele a ricordo dello Stesso posizionata negli gli adiacenti giardini.

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IL COLONNELLO DOMENICO ROSSOTTO (di Prof. Laura Pasquino )

Domenico Rossotto è stato Comandante del Gruppo Conegliano del 3° Reggimento Artiglieria da montagna della Divisione Julia dal 1937 al 1943, prima durante la campagna di Grecia e poi sul fronte russo-franco, guidando i superstiti della colonna Rossotto e portando in salvo il gruppo nella ritirata del Don. Per i suoi atti eroici in guerra è stato insignito di ben quattro Medaglie d’Argento al Valor Militare e della Croce di Cavaliere dell’Ordine Militare d’Italia Nel 1985 il Comune di Conegliano (TV) gli ha conferito la cittadinanza onoraria, mentre nel 1992 alla sua memoria è stata intitolata la sede del Gruppo Alpini di Limone Piemonte, dove risiedeva negli ultimi anni di vita. È autore del libro “Ricordi di guerra”, dove racconta il suo passato militare. Inoltre, viene citato nel libro di Giulio Bedeschi “Centomila gavette di ghiaccio” con lo pseudonimo di Colonnello Verdotti.

Questo è tutto sulla cerimonia di Limone P.te.

Non posso però chiudere senza citare quanto il Generale di Corpo d’Armata Umberto Ricagno, già Comandante della Divisione Alpina Julia scrive del Colonnello Domenico Rossotto in un rapporto informativo, datato Bari 26 marzo 1952 ” …Uomo riflessivo e di sangue freddo, pieno di risorse, in situazioni assai difficili dimostrò alta capacità e leggendario valore. …”

Il Delegato Regionale Luigi Ghezzi