Novembre 2017- Pagina 32

Il Kuwait di Sebastiao Salgado

FOCUS di Filippo Re

Era un colossale incendio anche qualche decennio fa il Medio Oriente, come oggi o più di oggi. Erano i tempi della prima guerra del Golfo, di “Desert Storm”, che tra il 17 gennaio e il 24 febbraio 1991 scatenò un impressionante inferno di fuoco su quella regione. Fu una vera tempesta nel deserto che costrinse Saddam Hussein a ritirarsi dal Kuwait invaso con un’armata di 100.000 soldati alcuni mesi prima, il 2 agosto 1990. Un autentico inferno perchè, oltre alle migliaia di tonnellate di bombe sganciate sulle truppe e sui mezzi corazzati del rais di Baghdad nel corso di 110.000 missioni, fu il deserto a bruciare per settimane con devastanti conseguenze sull’ambiente. Costretto alla fuga dal Kuwait, Saddam fece incendiare centinaia di pozzi petroliferi, 600 o forse 700, ordinando di versare il petrolio in mare. L’incendio dei pozzi nel Kuwait è stato uno degli episodi di inquinamento ambientale più grave di tutti i tempi ad opera dell’uomo, un piano di terrorismo ecologico messo in atto da un dittatore ormai sconfitto, in preda alla disperazione e timoroso di perdere il potere. Sebastiao Salgado, celebre fotografo brasiliano, ha fermato quei terribili momenti con la sua macchina fotografica in 34 immagini in grande formato che mostrano il coraggio dei vigili del fuoco impegnati a spegnere le fiamme dei pozzi di petrolio incendiati dai soldati iracheni in ritirata dal Kuwait verso la fine della guerra del Golfo, come rappresaglia per l’avanzata della coalizione militare guidata dagli americani. I pozzi in fiamme oscurarono il cielo per settimane, il giorno era uguale alla notte, disegnando un paesaggio demoniaco che troviamo nelle fotografie di Salgado, esposte a Milano presso la galleria Forma Meravigli fino al 28 gennaio 2018. Gli scatti in bianco e nero di Salgado esaltano l’eroismo dei pompieri e dei tecnici paracadutati nel deserto kuwaitiano con la missione, quasi impossibile, di spegnere i pozzi che continuavano a ricoprire di petrolio il terreno, gli uomini, gli animali, in uno scenario apocalittico di guerra e di morte. Le truppe di Saddam Hussein si erano già ritirate dal Kuwait ma il dittatore mesopotamico decise, in un estremo atto di vendetta per l’intervento militare deciso dalle Nazioni Unite, di provocare il più grande disastro ambientale mai visto prima. La mostra “Kuwait, un deserto in fiamme”, è allestita presso il Forma Meravigli, in via Meravigli 5 a Milano, tutti i giorni dalle 11 alle 20, giovedì dalle 12 alle 22, lunedì e martedì chiuso, ingresso 8 euro (ridotto 6 euro).

Filippo Re

IL POLITECNICO DI TORINO ATTRAE LE ECCELLENZE DELLA RICERCA

Il vincitore di un ERC Grant da 2 milioni di euro Francesco P. Andriulli cercherà a Torino il “Santo Graal” dell’elettromagnetismo computazionale

 

Il Politecnico di Torino è sempre più competitivo nel quadro della ricerca internazionale e riesce ad attrarre un’eccellenza in ambito europeo: Francesco P. Andriulli,  vincitore di uno dei prestigiosi riconoscimenti  dell’ERC-European Research Council,  ha scelto infatti di condurre  la sua ricerca al Politecnico.

Andriulli, dal 2010 docente in Francia, si è aggiudicato un ERC consolidator grant da 2 milioni di euro; si tratta del premio istituito nel 2007 dall’Unione Europea per supportare progetti di eccellenza “altamente ambiziosi, pioneristici e non convenzionali”, a sostegno dell’indipendenza scientifica e del consolidamento del gruppo di ricerca e delle attività dei ricercatori e docenti europei. Salgono così a 10 i progetti ERC condotti al Politecnico di Torino.

 

La scelta di Andriulli è in controtendenza: il nostro Paese, infatti, ottiene ottimi risultati nell’assegnazione di riconoscimenti ERC, ma dei 644 grant assegnati nei primi 10 anni del programma a scienziati italiani ben 294 sono stati in realtà ottenuti da nostri compatrioti che lavorano all’estero: “L’acquisizione di finanziamenti ERC è un indice riconosciuto della qualità della ricerca di un istituzione e testimonia un ambiente favorevole allo sviluppo di  progetti innovativi e di frontiera; il rientro di un ricercatore di grande valore nel nostro Paese è sempre una vittoria per la ricerca italiana”, commenta il Rettore Marco Gilli, che prosegue: “Il nostro Ateneo non solo ha incrementato sensibilmente il numero di progetti ERC presentati internamente ma, negli ultimi anni, è riuscito ad attrarre ricercatori che, avendo vinto il riconoscimento ERC presso un’altra istituzione, scelgono di condurre la loro ricerca al Politecnico: senza dubbio si tratta di un risultato che qualifica ulteriormente il nostro Ateneo come una research university riconosciuta a livello internazionale ed è il risultato di politiche mirate volte a favorire la creazione di un ambiente di ricerca solido e internazionale”.

 

“Scelsi il Politecnico di Torino già come allievo ingegnere e ora sono lieto di potervi tornare da docente assieme alla mia ricerca. Il progetto ERC e le sfide che attendono me e la mia equipe non potranno che trarre beneficio dal dinamismo scientifico e dal prestigio di questo Ateneo.”, commenta Francesco P. Andriulli, che dall’1 settembre scorso si è trasferito al Politecnico come Professore Ordinario di Campi Elettromagnetici (tra i più giovani d’Italia), dove condurrà il suo progetto ERC “321-from Cubic To Linear complexity in computational electromagnetics”, che si propone di semplificare la complessità dei modelli matematici nell’elettromagnetismo computazionale, con applicazioni in tutte quelle tecnologie che utilizzano i campi elettromagnetici (dai telefoni cellulari, ai satelliti, alle macchine biomediche come la risonanza magnetica, alla rilevazione dell’attività elettrica del cervello umano).

 

L’obiettivo è di trovare la soluzione a un problema che la comunità scientifica dell’elettromagnetismo computazionale si pone da diversi anni: le tecnologie emergenti nell’ambito dell’ingegneria elettromagnetica divengono sempre più miniaturizzate e complesse, per cui emerge la necessità di applicare a questi nuovi oggetti modelli matematici che permettano di semplificare la fase di simulazione numerica.  Il progetto ERC “321”, che si pone come ricerca multidisciplinare  tra l’ingegneria avanzata, le matematiche e l’informatica ad alte prestazioni (high performance computing), si focalizza sullo studio di tecniche di calcolo altamente predittive per modellizzare e predire fenomeni elettromagnetici ad elevate dimensioni o grado di complessità. Questi modelli matematici si possono applicare a una grande varietà di tecnologie come, ad esempio, lo sviluppo di dispositivi di risonanza magnetica più precisi ed affidabili, a tecniche di imaging del cancro più avanzate e sicure o al neuroimaging in tempo reale – cioè la riproduzione dell’attività elettrica del cervello – per il trattamento dell’epilessia e lo sviluppo di interfacce cervello-macchina.

 

 

 

Biografia

 

Francesco P. Andriulli da settembre 2017, a 36 anni, è Professore Ordinario al Politecnico di Torino dove si è laureato in Ingegneria Elettronica nel 2004. I suoi studi sono proseguiti negli Stati Uniti alla University of Illinois at Chicago per un Master of Science e alla University of Michigan at Ann Arbor per il dottorato (2008). La sua carriera di ricerca è proseguita in Francia  all’École Nationale Supérieure Mines-Télécom Atlantique (IMT-Atlantique) dove è stato professore ordinario e presso il quale dirige il Computational Electromagnetics Research Laboratory (CERL).

 

Le sue attività di ricerca si concentrano sull’elettromagnetismo computazionale e hanno ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali tra i quali svariati premi per il miglior articolo scientifico, il premio L. B. Felsen for Excellence in Electrodynamics del 2015 e l’URSI Issac Koga Gold Medal2014-2016, una medaglia d’oro assegnata solo ogni tre anni dall’Unione Radioscientifica Internazionale.

 

Francesco P. Andriulli è membro di varie Honor Societies americane e di numerose società scientifiche, è Editore Associato di molteplici riviste scientifiche internazionali tra cui l’IEEE Transactions on Antennas and Propagation, IEEE Antennas and Wireless Propagation Letters e IEEE Access. Inoltre è membro del Comitato Scientifico di molti congressi internazionali del suo settore e del consiglio direttivo della European School of Antennas (EsoA). É autore di più di 40  articoli pubblicati su riviste scientifiche internazionali e di 80 conference proceedings. Ha coordinato come Principal Investigator numerosi progetti scientifici nazionali ed internazionali.

 

Associassion Piemontèisa, patrimonio da salvare

L’Associazione è una realtà attualmente non attiva e gravata dai debiti: in pericolo il prezioso patrimonio librario e archivistico e un inestimabile patrimonio culturale. Ho portato il tema in Consiglio Comunale per cercare di sbloccare la situazione

Un patrimonio librario e archivistico di valore assoluto e, in generale, un prezioso capitale di cultura per Torino e per il Piemonte. L’Associassion Piemontèisa ha rappresentato tutto questo fino a oggi, ma rischia di non esserlo più in futuro. La situazione, in breve: l’Associassion Piemontèisa, fondata nel 1957 da Andrea Flamini (recentemente scomparso), per anni ha valorizzato la cultura e le tradizioni piemontesi, occupandosi di conservare e promuovere il folklore e la cultura della nostra regione. Il patrimonio dell’Associazione è costituito dalla biblioteca e dell’archivio, con oltre 12mila volumi, molti dei quali introvabili e di grande valore. Tutti i volumi sono custoditi presso la sede di Palazzo Birago di Vische (di proprietà della Asl), all’incrocio tra via Verdi e via Vanchiglia. A causa di problemi di carattere economico e di un rilevante indebitamento, l’Associassion Piemontèisa ha recentemente interrotto la sua attività, e risulta difficile identificare un soggetto che possa rilevarla. I nodi della questione: Palazzo Birago di Vische presenta gravi criticità strutturali. Ci sono problemi rilevanti anche in termini di salvaguardia dell’immobile dalle occupazioni abusive. Che qualcuno possa entrare nella biblioteca e sottrarre o distruggere libri e materiale non è un’ipotesi assurda. L’Associazione al momento non dispone di nessun altro bene. Il figlio di Andrea Flamini ha rinunciato all’eredità (con relativa situazione debitoria). Questo dal punto di vista della situazione economica e strutturale. Dal punto di vista politico, invece, preoccupa l’immobilismo della Giunta. Non si registrano sviluppi da mesi a questa parte, nonostante le roboanti dichiarazioni di qualcuno sui giornali. Ho portato il tema in Consiglio Comunale questo pomeriggio per cercare di smuovere la situazione, ma alla domanda “quando faremo un intervento di salvaguardia su quel luogo?” non ho avuto una risposta precisa. Ho chiesto di poter approfondire il tema in Commissione, alla presenza di rappresentanti della Regione Piemonte (disponibile a ospitare nei locali della Biblioteca del Consiglio Regionale il vasto patrimonio archivistico e librario dell’Associazione). Sarebbe utile, a questo punto, andare in Commissione, invitando anche rappresentanti della Regione. L’Associassion Piemontèisa è un patrimonio che deve essere messo nuovamente nella disponibilità dei torinesi. Non c’è tempo da perdere.

Silvio Magliano – Capogruppo Moderati, Consiglio Comunale Torino.

Chicca Morone, un mondo di idee

Scrittrice, librettista e poetessa, aderente alla corrente letteraria Mitomodernismo, è fondatrice dell’associazione “Il Mondo delle Idee”, promotrice del premio “Rodolfo Valentino-Sogni a occhi aperti”

 

Scrittrice, librettista e poetessa, milanese di nascita ma torinese di adozione, Chicca Morone colpisce il suo interlocutore per la sua inconfondibile dolcezza e per la passione che pone nel suo lavoro letterario. Ha al suo attivo numerosi romanzi e raccolte di poesie, ha realizzato mostre e fatto rappresentare le sue opere in teatro. Chicca Morone sarà presente venerdì 10 novembre prossimo, alle 18.30, nella Sala Piemonte del Centro Congressi dell’Unione Industriale, in occasione della presentazione, con Lina Callari, della raccolta di racconti “Spiritual Network”, un significativo cammino nel mondo delle emozioni condotto da Francesca Vitale, scrittrice e giornalista siciliana, con lettura dei brani affidata all’attore Sergio Troiano. “Nel 1984, quasi per coincidenza – spiega Chicca Morone – si concretizzarono due eventi: la presentazione a Firenze della corrente Mitmodernismo e, a Torino, la fondazione dell’associazione del  ”Il Mondo delle idee “, di cui sono presidente fondatrice. Il Mitomodernismo, che ha tra i suoi più autorevoli rappresentanti il poeta e critico letterario ungherese Tomaso Kémeny, nasce ufficialmente il 1 ottobre 1994 a Firenze sul sagrato della chiesa di Santa Croce, preceduto il 5 agosto 1994, dalla pubblicazione, sulle pagine de “Il Giornale”, da una lunga conversazione tra il poeta e romanziere Giuseppe Conte e il filosofo Stefano Zecchi sulla cultura contemporanea e la missione della poesia. Contestualmente venivano presentate le nove tesi del Manifesto del Mitomodernismo, tra cui: Facciamo dell’arte azione. La sua forma visibile sia la sua bellezza; La bellezza è profonda moralità, il brutto è immorale; Opponiamoci all’avanzare della decadenza, che è là dove l’arte rinuncia all’estetica. Nel manifesto si sottolineava, inoltre, “l’importanza del mito, strumento capace di riportare tra noi anima, natura, eroe e destino, e quella dell’eroismo, sintesi di luce e forza spirituale”. Il Mitomodernismo si oppone all’ironia nichilista e utopica di coloro che evocano la fine della civiltà e considera il mito non solo la forma del pensiero primitivo e selvaggio, ma un elemento capace di racchiudere una conoscenza che si colloca al di là della distinzione tra razionale e irrazionale. Il mito contiene un sapere che si interroga sulle origini e favorisce l’irruzione del sacro nella vita dell’uomo. C’è un romanzo di Chicca Morone, composto nel ’93, che lo scrittore Giuseppe Conte ha definito come “antesignano del Movimento mitomodernista”: è quello intitolato “Sette madri”, edito da Bompiani, un libro in cui il lettore rimane sospeso tra un mondo atemporale e uno storico e attuale, di cui sono protagoniste figure femminili connesse con Atlantide, che vivono sia nel passato sia nella contemporaneità. “L’associazione “Il Mondo delle Idee” – spiega la scrittrice Chicca Morone – ha promosso in questi ventiquattro anni numerosi progetti, di cui uno in particolare è il Premio letterario “Rodolfo Valentino- Sogni a occhi aperti”, un premio per la poesia di carattere internazionale, aperto anche agli italiani residenti all’estero. Si articola in varie sezione, di libri editi, inediti, racconti brevi e landays. Questi sono componimenti di due distici di autrici femminili, che si richiamano alla tradizione di quelli composti dalle donne afghane pashtun, che utilizzano in segreto questa breve forma poetica per denunciare violenze e soprusi cui sono sottoposte. Il premio viene conferito ogni due anni nella ricorrenza di San Valentino; il prossimo è previsto nel febbraio 2019″. Nei romanzi di Chicca Morone una presenza costante è quella del femminile, che assume a tratti il volto materno, spesso quello della luna, simbolo del femminile per eccellenza, come nel romanzo intitolato “Il soffio della luna”, una raccolta di racconti articolati in tre parti, “Lo splendore della luna”, “La voce della luna” e “Luna d’ amore”, in cui il rapporto tra uomo e donna viene descritto oltre le intermittenze del cuore e il limite fisico della vita, mettendo in luce l’aspetto più   profondo del legame tra il femminile e il maschile.

Mara Martellotta

Si scontrano due tram, sei passeggeri feriti

Alcuni feriti lievi nello scontro tra due tram della linea 13,  stamane, nel centro di Torino, in via Pietro Micca. Sei i passeggeri  che hanno riportato più che altro leggere contusioni. E’ stata sospesa la circolazione nella zona. Per motivi da accertare il tram diretto a Porta Susa, anzichè proseguire in via Micca ha urtato  il tram che arrivava dalla parte  opposta ed era diretto in piazza Castello.

M5S: “La Circoscrizione ritiri il patrocinio a Lele Mora”

Il 19 Novembre 2017 l’associazione commercianti Quadrilatero 5 organizza una festa di via “Aspettando il natale”. Nella locandina compare tra gli ospiti d’eccezione Lele Mora (condannato per evasione fiscale, bancarotta fraudolenta e favoreggiamento alla prostituzione per una pena complessiva di 6 anni e un mese di reclusione) definito “l’agente dei vip più famoso d’Italia”.     

 

Se un’associazione di via invita certi “personaggi” impresentabili pur di attirare pubblico (??), è un’iniziativa certamente di cattivo gusto. Ciò che non è assolutamente accettabile è la concessione del patrocinio gratuito della Circoscrizione 5 ad una iniziativa di questo genere, offensiva verso tutte le famiglie che solitamente partecipano alle feste di via domenicali.

 

Ricordiamo che il patrocinio, a termini di regolamento, viene concesso dal Presidente della Circoscrizione sentita la Giunta Circoscrizionale, a seguito di presentazione e visione della bozza del materiale pubblicitario. Il che vuol dire che il Presidente della Circoscrizione 5 sapeva della presenza di Lele Mora e ha dato il proprio consenso. Viene da pensare che lo stesso pensi, come chi ha invitato lo squallido personaggio in questione, che Lele Mora sia una buona attrattiva per il quartiere Borgo Vittoria e i suoi abitanti e che questo sia un buon modo di portare la cultura in periferia, altroché le “luci d’artista” molto criticate dallo stesso Presidente.

 

Pertanto, conclude il consigliere della circoscrizione V Pasquale Frisina: “chiediamo che venga immediatamente revocato il patrocinio della Circoscrizione 5”.

 

Inoltre, invitiamo il Comune di Torino a tutelare la propria immagine impedendo l’utilizzo improprio del simbolo della Città da parte di inaffidabili Presidenti di Circoscrizione con una apposita regolamentazione.

 

Per ultimo, attendiamo le scuse pubbliche del Presidente della Circoscrizione a tutti gli abitanti di Borgo Vittoria per questa scelta squallida e infelice.

 

 

                               Gruppo consiliare Movimento 5 Stelle

                                               Circoscrizione V

“Suk: degrado, illegalità e immondizia”

Dopo due settimane di stop è ritornato il Suk del sabato in via Cirio e non è cambiato nulla: degrado, illegalità e immondizia hanno invaso tutta la zona. Evidentemente la tragedia avvenuta in via Carcano non è bastata al Comune, ma adesso deve intervenire la tensione tra i residenti che vengono privati della loro libertà. Tensione alle stelle, non aspettiamo che accada qualcosa di grave, questo immondezzaio va spostato da sotto casa di cittadini che pagano le tasse e vedono i loro diritti calpestati da incivili.

 

 

Dopo piazza San Carlo per difendere la sindaca non bastano 30 righe su Facebook

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni

Il far quadrato attorno al loro sindaco dei consiglieri 5 stelle e’ doveroso e conveniente. In caso di dimissioni del Sindaco, essi  decadrebbero da consiglieri e, per gente in larga misura senza occupazione, sarebbe una tragedia. Ma, per difendere Appendino, bisogna avere, oltre che fegato, soprattutto buoni  argomenti. Con i gravissimi reati a lei contestati dalla Magistratura, non basta dire che Appendino è capace e preparata. Nei cinquecento giorni di governo (dalle alghe del Po che volevano estirpare a mano, al disastro  di  “Valentina  “e “Valentino”, dalla  cacciata di Patrizia Asproni alle multe degli amici fatte cancellare da un onnipotente e  quanto meno  eccentrico  capo di Gabinetto  , dalla strage di piazza San Carlo agli errori grossolani  per il G7, dai provvedimenti per lo smog ai parcheggi,  per finire con le luci d’artista poste in periferie abbandonate dove Appendino non ha fatto nulla di nulla, se non tante  parole) risalta il non operato di una  Giunta di principianti e apprendisti svogliati  che non imparano. Ha  aperto dialoghi con alcuni poteri forti di Torino, ma la città che vive, lavora, pensa, studia e’ stata ignorata con supponenza da Appendino che spesso si è rivelata anche arrogante.Il suo ideale ispiratore è l’ex presidente del “San Paolo “Salza che ha sempre preteso di metter becco nella scelta dei sindaci di Torino. Persino la cittadinanza onoraria a Piero Angela l’hanno copiata da chi la propose per iscritto e venne ignorato forse proprio per poterlo copiare. Per difendere qualcuno /a (il sesso non c’entra ) bisogna avere buoni  argomenti,ma soprattutto fatti inoppugnabili.Trenta righe su Facebook  non bastano. Oggi balza all’occhio che Appendino non è meglio della Raggi. In politica occorre conoscenza delle materie giuridico – economiche  ed esperienza amministrativa. Nulla si improvvisa, se non a spese e discapito dei cittadini considerati delle cavie. Nessuno si farebbe operare da un neo laureato . Così vale anche per l’amministrazione di una città grande come Torino. Per non parlare del vice sindaco che flirta con i no global che contestarono con violenza il G7 e che vorrebbe la “decrescita felice” della Città come la voleva Novelli nel 1975. Forse è ora di pensare di restituire la parola agli elettori, nominando un commissario prefettizio che riporti entro le rotaie della normalità Torino in tempi brevi.

 

quaglieni@gmail.com

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(Leggi anche il post  di M5S su Facebook pubblicato integralmente dal nostro giornale: http://www.iltorinese.it/500-giorni-pentastellati-sotto-la-mole/ – ndr )

 

70° dell’Istoreto. Tavola rotonda al Polo del ‘900 di Torino

L’Istituto piemontese per la storia  della Resistenza e della società contemporanea “Giorgio Agosti”, in collaborazione con il Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale, organizza per Venerdì 10 Novembre, alle ore 15, a Palazzo San Celso (Torino) una tavola rotonda sul tema “Patrimoni per il futuro“. L’evento fa parte del programma di iniziative promosse per il 70° dell’Istoreto. Introdurranno l’incontro il vicepresidente del Consiglio regionale, Nino Boeti, e il presidente del Polo del ‘900, Sergio Soave. Alla tavola rotonda parteciperanno Gino Famiglietti, Claudio Dellavalle,Tomaso Montanari, Linda Giuva,Monica Grossi e Salvatore Settis. Modererà lo storico Giovanni De Luna. L’ingresso è libero fino a esaurimento dei posti.

Piazza San Carlo e il garantismo a senso unico

STORIE DI CITTA’  di Patrizio Tosetto
I consiglieri comunali pentastellati  riconfermano la loro fiducia in Chiara Appendino. Ci mancherebbe altro. Se si votasse alcuni di loro tornerebbero ad essere disoccupati o precari, e come ben si sa, il posto di lavoro non si tocca, nemmeno lo scranno da presidenti di commissione. E poi, diamine, tutti tengono famiglia. Hanno sostenuto (nel post su Facebook pubblicato integralmente dal nostro giornale: http://www.iltorinese.it/500-giorni-pentastellati-sotto-la-mole/ – ndr ) che in questi 500 giorni hanno fatto tanto al governo della città. Benissimo, se ci rendono edotti gliene saremo immensamente grati. Ma veniamo al punto, i tragici fatti di piazza San Carlo. Non ho letto o sentito nulla in proposito, da parte loro. Se non le accuse ai giornali. La Sindachessa è la prima negli ultimi 25 anni che non ha delegato a un assessore materie come  sicurezza e protezione civile. Cosa alla quale è stata costretta dopo il disastro. Lecita la domanda : perché? Possibile risposta: “ero io in grado di fare da sola”. Si è visto, ahimè. Forse i permessi  sono stati dati “affettuosamente” perché dire di no a Fiat,  Agnelli e Juve non è facile, qui a Torino? Quando abbiamo sostenuto che doveva essere la società sportiva a farsene carico siamo stati subissati da una valanga di fischi. Siamo stato fischiati da tifosi  e non, con la lapidaria l’affermazione : non era un problema della Juve ma della città.  E qui entra in gioco la magistratura che contesta piazza San Carlo come non idonea per queste manifestazioni, tra l’altro in questo nuovo e tragico clima determinato  dalla paura del  terrorismo.  Rimanevano solo due possibilità: o negare l’autorizzazione o trovare un altro sito. Nel primo caso essere indipendenti, nel secondo studiare la soluzione del problema. Ma purtroppo non si è approfondito e la questione è stata sottovalutata, al di là degli eventuali reati che  vengono contestati. Eventuali perché sarà appunto la magistratura ad appurare.  Dettaglio: se ho capito bene è stata notificata una conclusione d’ indagine. Non sono un avvocato, ma vuol dire che dopo le difese degli imputati ci sarà il rinvio. In poche parole il processo si farà. E cosa faranno i politici penstallati se ci fossero condanne? Faranno i garantisti, cosa che non facevano prima con gli “altri politici”.  Noi  poniamo un’ ultima domanda ai grillini torinesi: che realtà state vivendo?  Quando si nega ciò che è si inventa una realtà virtuale e si sprofonda nella mera ideologia. Con la città che rischia di non essere governata e lasciata al suo destino.