La storia di Torino passa anche dagli ex-voto della Consolata

Da più di mille anni la chiesa della Consolata è il cuore religioso della città, il luogo in cui il fedele si reca per chiedere conforto per l’anima e aiuto nei pericoli e nei momenti difficili della vita.

Un segno tangibile di questa devozione alla madonna Consolata sono gli oltre tredicimila ex-voto che la Basilica conserva. Migliaia sono i cuori argentati, centinaia le spalline di ufficiali che ringraziano per la protezione in guerra o al termine di una carriera, centinaia le medaglie o i riconoscimenti di gruppi e associazioni, decine le realizzazioni casalinghe all’uncinetto o al ricamo, molte le fotografie di graziati, oltre 3000 gli ex -voto dipinti. Sono soprattutto questi ultimi, per la immediatezza del messaggio, per la drammaticità della situazione e per la concretezza di vita, ad attirare lo sguardo e l’interesse del fedele o del visitatore, suscitando spesso risonanze di fede o richiami al mistero. Proprio gli ex-voto sono al centro della mostra dal titolo “Momenti di vita negli ex-voto alla Consolata”, sostenuta dal Consiglio regionale del Piemonte, che verrà inaugurata mercoledì 6 dicembre, alle ore 17, presso la Biblioteca della Regione Piemonte “Umberto Eco” (Torino, via Confienza 14). “Al di là della libertà di culto, che in una società sempre più multietnica mi sembra doveroso ribadire come imprescindibile, non si può tuttavia negare che dall’opera di numerosi religiosi (primi tra tutti San Giovanni Bosco e San Giuseppe Cottolengo) sia partita proprio da Torino una spinta al bene comune e alla giustizia anche sociale le cui opere, attraverso coloro che ne continuano l’opera, si sono estese in tutto il mondo” ha voluto sottolineare il presidente del Consiglio regionaleMauro Laus nella sua introduzione al catalogo della mostra. “L’ottantina di ex-voto che questa mostra presenta sono stati selezionati cercando i segni o le storie di Torino. Possiamo cogliere la nostra città nelle indicazioni delle vie o nelle architetture precise di alcune piazze, la possiamo ricordare negli interni delle case popolari, nei giochi dei ragazzi, ne possiamo ricordare il passato economico nei rumori delle officine e nella ricchezza dei negozi, e la sentiamo ancora soffrire nei terribili giorni dei bombardamenti durante la Seconda guerra mondiale”, spiega il curatore Lino Ferracin.

 

La mostra sarà visitabile fino al 31 gennaio 2018. Orari: dal lunedì al giovedì ore 9.00 – 12.30; 14.00 – 16.00. Il venerdì ore 9.00 – 12.30.

 

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