Ottobre 2017- Pagina 42

Poesia e trasgressione, il cammino di un maestro del Novecento

Ben 130 opere, quasi tutti olii di grande formato, prestate dalla Fundaciò Pilar i Joan Mirò di Maiorca per illustrare l’attività del maestro catalano in un lungo periodo che corre tra gli anni 1956 e 1983, l’anno della sua morte, novantenne. Un lungo periodo legato alla tranquillità della “sua” isola, l’isola della madre e dei nonni materni, una grande casa immersa in una natura protettiva, un luogo dove concretizzare il desiderio di dipingere in uno spazio tutto suo, nel silenzio, la compagnia dei soggetti che più il maestro aveva amato, le donne, gli uccelli, i paesaggi. Le ultime prove, sino ai colori abbandonati accanto alla tavolozza, quelle della pittura più materica, i quadri “fatti con le dita e dal colore steso con i pugni spalmando gli impasti su compensato, cartone e materiali di riciclo”. Joan Mirò – una mostra cui con facilità s’avvicinato i termini “sogno e colore”, Mirò poeta e artefice della trasgressione.

130 opere, la dimostrazione dell’idea che l’artista portò avanti per tutta la vita circa la vitalità del proprio lavoro: ovvero una parte reclamata per se stesso, un soffio che s’avvicina ad un monologo interiore, ed una pubblica, forse persino più desiderata, colloquiante con il pubblico. Un percorso che attraversa le sale di palazzo Chiablese (sino al prossimo14 gennaio) suddividendosi in cinque sezioni, “Radici”, “Principali influenze artistiche di Mirò”, “Maiorca, gli ambienti in cui creava”, “La metamorfosi plastica (1956 – 1981)”, “Vocabolario di forme”. Partendo quindi da un legame spirituale che l’artista instaura con la natura, intravedendo l’importanza delle culture primitive e della pittura rupestre, la purezza di linee che affonda nei dipinti preistorici, la visione delle costruzioni dell’isola di Pasqua e le opere dell’arte precolombiana, il vasto campo degli affreschi romanici della sua Catalogna. Non ultima l’importanza della figura di Antonio Gaudì nel proprio universo artistico. E ancora lo spazio che la poesia viene ad occupare nell’intera produzione, il predominio delle parole, delle iscrizioni e dei segni utili a stabilire la magia che sfocia in complessi significati e in sorprendenti catene d’associazioni; o ancora quello occupato dalla pittura astratta americana, l’uso del colore inteso come esplosione è uno dei tanti legami.

Il tutto ricreato nell’ampio spazio – in mostra in parte rappresentato – affidato all’amico architetto Josep Lluis Sert o nella grande casa settecentesca, Son Poter, in cui possono anche trovar posto via via la ceramica, come l’incisione e la litografia, la scultura monumentale e le opere più grandi, o la sperimentazione che abbraccia graffiti, statuette di arte popolare, cartoline, ritagli di giornale, sassi, conchiglie e altro ancora. Un angolo di espressione e di tranquillità in cui ancora Mirò può dedicarsi a rivedere le proprie opere degli anni Quaranta e Cinquanta e a ricavarne nuove suggestioni, può confrontarsi con l’arte orientale, può sperimentare quel nuovo gesto innalzato e acuito nella propria espressività: per abbandonarsi, al termine di una vita, a cieli stellati, a nude linee femminili, a personaggi ibridi in opere costellate da teste, occhi e uccelli, ineguagliabili espressioni di libertà.

“Mirò. Sogno e colore”, che riapre forse a Torino la stagione delle grandi mostre – ricordando soltanto l’involucro di palazzo Chiablese ritornano alla memoria la Lempicka, Matisse e Toulouse-Lautrec -, vede la collaborazione del Gruppo Arthemisia e il sostegno della Regione Piemonte e della Città di Torino, “offrendosi come momento per rinnovare un confronto attivo tra i Musei Reali e le amministrazioni del territorio”, come ha sottolineato Enrica Pagella, direttrice dei Musei Reali torinesi.

 

Elio Rabbione

 

Le immagini:

 

Mirò 1

Joan Mirò, Untitled, 1974 ca, acrylic on canvas, 162,5×130,5,  © Successiò Mirò by SIAE 2017, Archive Fundaciò Pilar i Joan Mirò a Mallorca, foto: Joan Ramòn Bonet & David Bonet

 

Mirò 3

Joan Mirò, Femme danno la rue, 1973, oil on canvas, 95×130,  © Successiò Mirò by SIAE 2017, Archive Fundaciò Pilar i Joan Mirò a Mallorca, foto: Joan Ramòn Bonet & David Bonet

 

Mirò 4

Joan Mirò, Maqueta para Gaudì X / Maquette for Gaudì X, 1975 ca, gouache, ink, pencil, pastel and collage on paper, 30,2×25,2,  © Successiò Mirò by SIAE 2017, Archive Fundaciò Pilar i Joan Mirò a Mallorca, foto: Joan Ramòn Bonet & David Bonet

 

 

Mirò 2

Joan Mirò, Untitled, 1968-72, oil, acrylic, charcoal and chalk on canvas, 130,6×195,5,  © Successiò Mirò by SIAE 2017, Archive Fundaciò Pilar i Joan Mirò a Mallorca, foto: Joan Ramòn Bonet & David Bonet

 

Drammaturgia n.1

Le poesie di Alessia Savoini
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Odore di pioggia,
Di cielo che cola,
plana a gocce
Il dipinto astrale che si scioglie.
Lei leggeva Dostoevsky
Stringendo tra le dita una sigaretta spenta,
Alle sue spalle il mondo si sgretolava
Senza perdere i contorni.
S’affollavano i drammi tra quei capelli arancioni
Tanti
E l’amore che per ogni donna provò
Non trovò resistenza alla poesia.
Nella selva lacustre
Sullo specchio in cui s’annega,
Se troppo in largo lo sguardo si volge,
Spolveravamo i corpi dalle vecchie abitudini.

TRENTACINQUESIMO ANNIVERSARIO DI FONDAZIONE DI VSSC VOLONTARI SOCCORSO SUD CANAVESE

Domenica 8 ottobre l’associazione Anpas Volontari Soccorso Sud Canavese di Caluso, in occasione della festa patronale di San Calocero, festeggerà il trentacinquesimo anniversario di fondazione.

Il programma della giornata prevede alle ore 10.30 la funzione religiosa presso la Chiesa Parrocchiale di Caluso e alle 11.30 la tradizionale sfilata dei volontari per le vie del paese. Al termine si terrà il buffet presso l’Enoteca Regionale dei vini della Provincia di Torino a Caluso.

 

Eugenio Abellonio, presidente Volontari Soccorso Sud Canavese di Caluso: «Un importante traguardo per la nostra Pubblica Assistenza. Ringrazio tutti i volontari che con impegno, disponibilità e generosità si mettono ogni giorno al servizio della comunità e del territorio canavesano. Un riconoscimento speciale va inoltre ai volontari Gianni ActisDomenico Gamerro e Gianpaolo Dalozzo che riceveranno, in questa occasione, una targa per i 35 anni di attività di volontariato attivo nella nostra associazione».

 

La Pubblica Assistenza Volontari Soccorso Sud Canavese, associata Anpas, può contare su 96 volontari, di cui 41 donne, grazie ai quali ogni anno svolge oltre 2mila servizi con una percorrenza di circa 212mila chilometri. Effettua servizi di emergenza 118, trasporti ordinari a mezzo ambulanza come dialisi e terapie, trasporti interospedalieri, assistenza sanitaria a eventi e manifestazioni, accompagnamento per visite anche con mezzi attrezzati al trasporto dei disabili. Il parco automezzi è composto da tre ambulanze, un mezzo disabili e tre autoveicoli per i servizi socio sanitari.

 

L’Anpas Comitato Regionale Piemonte rappresenta 78 associazioni di volontariato con 9 sezioni distaccate, 9.471 volontari (di cui 3.430 donne), 6.635 soci sostenitori e 377 dipendenti. Nel corso dell’ultimo anno le associate Anpas del Piemonte hanno svolto 432mila servizi con una percorrenza complessiva di circa 14 milioni di chilometri utilizzando 382 autoambulanze, 172 automezzi per il trasporto disabili, 223 automezzi per il trasporto persone e di protezione civile.

 

Scarcerato il leader-antagonista arrestato per i disordini del G7

Davanti al giudice, nel corso dell’interrogatorio, Bonadonna ha negato di aver sferrato un pugno ad un agente. Intanto la consigliera regionale dei 5Stelle e il sindaco di Susa, esponente del Pd, chiedono la liberazione dell’uomo

AGGIORNAMENTO E’ stato scarcerato nel pomeriggio, ma sottoposto all’obbligo di dimora a Bussoleno, in Valle di Susa, Andrea Bonadonna, il leader di Askatasuna arrestato sabato dopo il corteo anti-G7 di Venaria Reale.

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“Sereno nel cuore, lucido nella mente, solo un po’ stanco (per usare un eufemismo) e provato dalle fatiche delle giornate di lotta e di lavoro appena trascorse. Gioia per le migliaia e migliaia di voci e di corpi contro il summit, e la determinazione nonostante l’isolamento fatto di sbarre e muri” . Scrive così in una lettera dal carcere pubblicata su un sito di area autonoma, Andrea Bonadonna, il  leader di Askatasuna arrestato.

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Si è tenuta ieri, nel Tribunale del capoluogo piemontese, l’udienza di convalida della custodia cautelare in carcere per Andrea Bonadonna, leader di Askatasuna arrestato dopo il corteo anti-G7 di Venaria Reale. Bonadonna era stato arrestato nella notte tra sabato e domenica, subito dopo la chiusura dei tre vertici del G-7 sullo sviluppo, con l’accusa di percosse e lesioni nei confronti di un poliziotto e resistenza a pubblico ufficiale. Durante le ore successive alla convalida della misura di custodia cautelare, sono subito partiti diversi appelli per chiedere l’immediata scarcerazione del leader quarantenne – ricordiamo che Bonadonna è attualmente detenuto nel carcere delle Vallette di Torino -. A esporsi pubblicamente, oltre al mondo dei centri sociali, ci sono stati moltissimi esponenti del famoso movimento No Tav a cui l’uomo, in questi ultimi anni, si è avvicinato molto. Diversi “appelli di grazia” – che hanno suscitato non poche polemiche – sono giunti anche da alcuni rappresentanti della politica italiana come la consigliera regionale dei 5Stelle in Piemonte, Francesca Frediani e il sindaco di Susa, Sandro Plano, esponente del Pd. Intanto domani pomeriggio, gli antagonisti di Reset G7 hanno organizzato un nuovo corteo di protesta in Piazza Carlina, nel centro torinese, dove è ubicato l’hotel che ha ospitato tutti i ministri partecipanti al vertice.

Simona Pili Stella

Auto contro camion, un morto

Un morto in un grave incidente stradale, questa mattina sulla regionale 589 dei Laghi di Avigliana, a Cavour, nel Pinerolese. Lo scontro si è verificato  alle porte del paese. Coinvolti un mezzo pesante e un’automobile. La vittima è il conducente della vettura le cui generalità non sono al momento note. sulla strada regionale il traffico è rimasto bloccato.

Il basket visto “dalla curva”: Brindisi – Fiat Torino

La prima partita di campionato sembra finalmente essere arrivata per mettere d’accordo tutti i tifosi: anche chi è scettico contro chi è ottimista, alla fine, deve inchinarsi al risultato positivo del campo: Torino è una buona squadra con ampi margini di miglioramento ma che già così come gioca sembra dare buone nuove impressioni.

Rispetto agli anni scorsi si intravvede una cosa che era da sempre “latitante”: la difesa. A memoria di tifoso della curva è raro trovare negli score degli avversari un punteggio sotto i 70 punti, e, con maggiore intensità già in questa partita avrebbero potuto essere ancora meno. Inoltre esiste una possibilità che i “giochi” finalmente comincino a intravvedersi. Non è casuale, anzi, è assolutamente possibile che la mano di più persone, e soprattutto quella di coach Banchi, abbia dato un notevole contributo alla causa gialloblù. Inoltre Torino, così come gli altri anni, è comunque sempre una squadra con momenti di spettacolo puro come poche altre squadre in Italia sa fornire.

La squadra trova piacere nel passarsi la palla e in qualche caso la fluidità regala momenti di ottimo basket. Il perno su cui girare sembra finalmente il ruolo di centro che finalmente il buon Trevor Mbakwe dall’alto dei suoi 2.07 “virtuali” sa governare con grande abilità, sopperendo con abilità e potenza a quell’altezza che sembra diversa dal dichiarato. Garrett scivola via con movenze nuove per il nostro basket e sembra realmente di ottima levatura e se si adatterà ulteriormente al nostro basket potrebbe essere la nostra sorpresa più elevata.

Facile parlare di Vujacic, la classe non è “water” e pur giocando sul velluto in attesa di ulteriori sorprendenti, per noi, giocate, ma per lui “normali”, possiamo intravvedere qualità elevata in chi, d’altra parte, è un vincente da sempre.

Secondo Simone dai Rude Boys ” Un’ottima auxilium con qualche brivido finale… buon attacco con un giro palla che l’anno scorso non sempre si è visto e buona difesa. L’esperienza di Sasha si vede e si sente quando serve… buona la prova di tutti comunque, e soprattutto ottimo coach Banchi che utilizza quasi tutti (merce rara)…”

Secondo Sabrina dalla visione sui canali TV “La sensazione è che Torino giochi veramente bene, e fino a quando la condizione ha retto sembra veramente di un livello superiore. La bagarre scatenata alla fine grazie anche ad alcune decisioni arbitrali, non solo discutibili, ma sicuramente errate, come anche confermate dalle immagini TV, avrebbe potuto destabilizzare la squadra, come succedeva gli altri anni. Ma quest’anno sembrano più solidi in campo e senza isterismi e “favoritismi” in panchina la partita è rimasta in mano a Torino. La strada è iniziata bene. Speriamo.”

La squadra rivela proprio una volontà di vittoria, così come la qualità di Patterson, di Jones, di Stephens e di tutti gli altri che sono disposti a mettere in secondo piano le loro individualità in funzione del risultato.

“Washington è un giocatore unico, forse tra i più sottovalutati del campionato; si nasconde al tabellino degli scout, perché le sue innumerevoli giocate per sporcare un passaggio, difendere un istante “prima” per destabilizzare l’attacco avversario e tanto altro non può apparire sullo scout delle partite. Ma la sua presenza si sente”, e questo è il parere di S. Maria dalla visione della partita dal teleschermo.

A onor del vero, saper andare oltre le cifre è sempre obbligatorio per chi voglia capire bene lo sport della palla dorata, e in questo caso, il risultato può dare una sensazione errata di una partita giocata punto a punto, ma in realtà non è così. L’altr’anno Torino a Brindisi aveva iniziato con un primo quarto di 35 a 21 e poi aveva perso. Quest’anno sembrava uguale ma alla fine ha vinto. Qualità mentali che nei momenti di difficoltà non si sciolgono come neve al sole. E anche una panchina più lunga garantisce più lucidità nei finali, sempre che si possa definire panchina un gruppo di giocatori che non si distinguono “in senso buono” gli uni dagli altri e definirli “panchinari” non è proprio corretto.

Forse Torino era forte anche l’altr’anno e senza infortuni avremmo sicuramente raccontato un’altra storia. Ma quest’anno Torino sembra più solida.

La voce del commesso del negozio “Olimpia Basket” del Forum di Assago ci avvisa che “Banchi ha lasciato un ottimo ricordo a Milano, soprattutto con chi ha realmente lavorato con lui, gli assistenti e i giocatori. E’un gran motivatore ed è attento a tutti i particolari e a tutti coloro che gli sono intorno. Il pubblico può avere parere discordante, ma non ho dubbi sulle qualità tecniche. Complimenti a Torino che lo ha preso”.

Le valutazioni al momento anche “degli avversari” sembrano quindi dare fiducia ed ottimismo per il futuro prossimo del basket a Torino.

Staremo attenti a vedere ogni progresso e ogni momento di questa stagione: e, se chi vedrà le partite vorrà dare un suo parere potrà inviarcelo a torinesesport@yahoo.it .

L’appuntamento è per questo fine settimana: due anni fa, circa, Dyson segnava una bomba memorabile per vincere una partita incredibile contro Sassari; i ricordi belli non bastano, ma ora abbiamo anche il presente e speriamo in un ottimo e solido futuro.

Paolo Michieletto

 

Mirafiori- Barcellona la catena non funziona

STORIE DI CITTA’ di Patrizio Tosetto
Non so se la Storia si ripete o è una spirale. Riflettevo  su quello che è avvenuto a Torino e Barcellona. Mi sono ricordato di uno slogan metà anni 70: Mirafiori Barcellona la catena non funziona.  La Fiat era proprietaria della Seat e Comision Obresas erano contro la dittatura e il Franchismo. La Catalogna da decenni collegava autonomia ed antifascismo.  Ora fa specie sentire i leghisti ascrivere alla propria forza politica il successo di votanti per ii buon esito  del referendum.
Come fa “senso” sentire chi sostiene il diritto di dissentire contro il G7 dei padroni. Entrambi hanno un elemento comune: sono infondati. Il problema a Torino non è stato il dissenso.  E’ stata la violenza, e a Barcellona chi ha ingiustamente utilizzato la violenza è stata la Guardia Civil…appunto di triste memoria franchista. Cosa che del resto è stata inutile e dannosa e non ha impedito al referendum di svolgersi. L’eventuale ricomposizione e mediazione tra Madrid e Barcellona avverrà  con le armi della politica e non della violenza.  Ricomposizione magari difficile ma non impossibile. Ciò che è stato impossibile e sarà impossibile con i violenti proprio perché violenti. Visto che loro vogliono semplicemente abbattere lo Stato.E allora qualcuno ha spiegato al vicesindaco Montanari e ai 4 consiglieri pentastellati, che essendo rappresentanti dello Stato non possono fare quello che vogliono? Posso pensare e dissentire ma partecipando a cortei con violenti alla testa  sono di fatto corresponsabili delle violenze.Chi picchia poliziotti deve essere arrestato. Chi giustifica la violenza deve essere stigmatizzato. il dissenso e la contestazione sono solo un pretesto. Avete visto che i Manifestanti di Barcellona affrontavano la Guardia Civil con i fiori.  E appunto le cariche e l’ irruzione nei seggi non hanno impedito il referendum. Concludo con una nota amara. Sono più ottimista per la Catalogna e la Spagna che per  gli attuali ” sinistrorsi” nostrani: capiscono le stupidaggini politiche che continuano imperterriti a compiere?.

Bollette luce e gas, che cosa occorre sapere

Di Patrizia Polliotto*

Ecco alcune novità introdotte nel 2017 in merito alla fatturazione chiarendo le modalità di emissioni delle bollette miste, ovvero quelle composte da una lettura stimata e una reale e introducendo una novità davvero inaspettata. Non sono più concessi ritardi: i fornitori devono inviare in tempi brevi le bollette. Se non verranno rispettati, saranno soggetti a una sanzione che può arrivare anche ai 35,00 euro. Nello specifico in caso di chiusura di contratto la spedizione dell’ultima fattura dovrà essere emessa entro otto giorni lavorativi in caso di cartacea, di due giorni invece per modalità di ricezione virtuale online con mail. Un punto chiave fondamentale legato ai cambiamenti che avverranno a partire dal prossimo gennaio vedrà i fornitori di luce e gas obbligati ad effettuare la rateizzazione nei casi in cui la bolletta sia stata emessa con errori di calcolo o importi imprecisi. Un secondo obbligo prevede un’emissione delle fatture più frequente, nello specifico bimensile per i piccoli consumatori mentre mensile per i grandi, con una lettura obbligatoria una volta ogni quattro mesi e non un conguaglio unico una volta all’anno.

*Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori

UNIONE NAZIONALE CONSUMATORI
COMITATO REGIONALE DEL PIEMONTE
TEL. 011 5611800, Via Roma 366 – Torino
EMAIL: UNC.CONSUMATORITORINO@GMAIL.COM

 

 

Catalogna: in piazza anche noi, ma per il Tricolore

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni

Quanto sta avvenendo in Spagna rivela la profonda crisi della politica in generale e di quella spagnola in particolare che ha perso una delle due sue funzioni  essenziali ,quella di mediare tra interessi contrastanti. L’altra funzione, quella di decidere, appare appannata da tempo


La pretesa della Catalogna di fare un referendum incostituzionale volto a dichiarare una repubblica indipendente e’ un atto rivoluzionario che nulla ha a che fare con la democrazia.  La fermezza – sicuramente eccessiva – della Guardia civile spagnola – era quindi un atto dovuto. Certo, il numero dei feriti e’ impressionante, ma esso ci fa capire che la protesta catalana e’ stata anche violenta. Nulla a che fare con la rivoluzione di velluto cecoslovacca .  L’aver preteso di votare ad ogni costo e’ un atto eversivo, anche se il voto e’ ,in linea di principio, sempre democratico di per se’.
La Catalogna rivela i limiti di una certa concezione democratica che non riesce più ad esprimere i valori condivisi del secolo scorso e determina una frattura tra eletti ed  elettori. La violenza, in ogni caso , andrebbe condannata, ma sarebbe sbagliato dividere in pacifici e buoni i Catalani e in violenti e cattivi gli Spagnoli. Oggi c’è il pericolo di un contagio a livello spagnolo ed europeo, con l’inizio di un processo di balcanizzazione che significherebbe un ritorno indietro alle piccole patrie anche come reazione alla globalizzazione mondiale e all’unificazione europea che non soddisfa ed  appare espressione dei ceti finanziari.

 

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La Nazioni sono un elemento da difendere e non si tratta di gretto nazionalismo. L’uscita dell’Inghilterra deve far pensare, come deve far pensare il fatto che  la Scozia e l’Irlanda vorrebbero staccarsi dal Regno Unito ,ma non dall’Europa. La figura assente in Spagna e’ quella del Re che pure è il simbolo dell’unità nazionale .Un’assenza incredibile e che non significa neppure porsi super partes. La Monarchia avrebbe un ruolo fondamentale da giocare ,se non lo gioca, giustifica la Repubblica. Un pavido silenzio la rende inutile. Viviamo in un momento di profondissima crisi delle istituzioni e dei partiti. I referendum leghisti italiani al confronto  sono cose da operetta, da mera propaganda .I tempi della secessione  di Bossi ,per nostra fortuna, sono lontani. Si pone però il problema delle Regioni, dei loro  costi, della loro inefficienza. Forse aveva ragione Malagoli nel non volerle. Certo, le regioni a statuto speciale esistenti sono storicamente superate e hanno dei costi proibitivi. E le Province sono invece realtà irrinunciabili in Italia.

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Io mi sono commosso alla vigilia del referendum catalano quando gli spagnoli sono scesi in piazza ,sventolando la bandiera nazionale contro un referendum disgregatore. In Italia le bandiere si sventolano solo alle partite, manca il senso nazionale e lo spirito civico. La Spagna ha alle spalle secoli di unità ,malgrado le guerre civili, noi abbiamo 150anni con due guerre mondiali e una guerra civile i cui fantasmi si agitano ancora oggi. E abbiamo una Chiesa che scomunicò il Risorgimento ed oggi vuole interferire nella politica italiana in modo intollerabile, non solo per i migranti. Sarebbe bello che anche noi scendessimo in piazza con il tricolore a rivendicare lo spirito nazionale, invece abbiamo gli antagonisti che fanno casino in ogni occasione sia loro possibile farlo.  Il Tricolore anche per dire che un rapporto solidale tra Nord e Sud e’ indispensabile, lo volle il Risorgimento, lo impone la coscienza morale di un popolo che deve vincere gli ottusi egoismi localistici.  Inviterei Lombardi e Veneti ad andare non ai seggi ,ma a raccogliere funghi e castagne domenica 22 ottobre.  Sarebbe più utile per tutti e ed eviterebbe ulteriori, inutili polemiche in un paese dilaniato come il nostro che ha bisogno di unità e di non dispute distruttive.

quaglieni@gmail.com

Calabrese insegna a vivere in salute

Vivere più a lungo e in salute. Questa la ricetta del professor Giorgio Calabrese al Relais San Maurizio a Santo Stefano Belbo. Non è soltanto un semplice slogan, ma la ferma convinzione e la ricetta per un elisir di lunga vita in salute del professor Giorgio Calabrese, nutrizionista clinico e docente di Dietologia Umana e Dietoterapia, presso il Dipartimento di Medicina e Farmacia della Scuola di Specializzazione in Chirurgia delle Molinette di Torino. Il professore è intervenuto a una conferenza organizzata giovedì 28 settembre scorso presso il Tower Center di TORINO CASTELLO, la storica agenzia Principale di Reale Mutua. In uno scenario unico, come quello offerto dal grattacielo di Piazza Castello, in una sala allestita con opere del maestro Ezio Gribaudo. Giuseppe , Valentina e Andrea Ruscica hanno accolto il Professor Calabrese e la dr.ssa Virginia Tiraboschi, AD del Relais San Maurizio, tenendo una conferenza rivolta a un pubblico tutto al femminile, proprio sul tema del welfare e del benessere legati alle prospettive sempre più ampie di vita attuali. E lo ha fatto non solo in veste di specialista e di medico, ma anche di direttore scientifico del Medical Center del Relais San Maurizio a Santo Stefano Belbo, nel Cuneese, celebre per aver dato i natali a uno dei più noti scrittori italiani del Novecento, Cesare Pavese. Calabrese è diventato direttore scientifico del nuovo centro nato nel Relais San Maurizio, che affianca al percorso di talassoterapia una serie di esami di medicina predittiva per vivere più a lungo e in salute, insieme a alcune linee guida nutrizionali personalizzate, dopo aver effettuato test genetici, in collaborazione con l’Istituto Fleming di Milano. “La Wellness & Medical Spa – spiega Virginia Tiraboschi, – è veramente un luogo incantato costituito di acqua e di luce, in cui, nella Grotta del sale, affacciata sulle suggestive colline delle Langhe, è possibile sperimentare le virtù vivificanti del sale nel percorso di talassoterapia, per poi approdare al percorso “di-vino” della vinoterapia, che unisce benessere e armonia alla conquista di un rinnovato equilibrio personale”.”La talassoterapia – spiega il professor Giorgio Calabrese – riunisce in sé molti benefici terapeutici, come il contrasto alle malattie della pelle, la capacità di coadiuvare le malattie respiratorie, la riduzione dei dolori dell’artrosi, la stimolazione della circolazione e l’abbattimento di ansia e depressione. Il corpo, attraverso la talassoterapia, si disintossica e si purifica, arricchendosi di energie nuove. Essa ha azione antisettica, cicatrizzante, decongestionante ed è particolarmente indicata per l’eliminazione delle scorie e delle tossine e per il drenaggio dei liquidi in eccesso”. Grazie alla talassoterapia si ottiene anche un effetto rimineralizzante della cute, che consente la riduzione del tessuto adiposo e delle cellulite, favorendo il miglioramento dell’elasticità cutanea e permettendo un’ampia azione riparatrice. “Questo importante evento – ha precisato Antonio De Carolis, direttore commerciale della struttura e Chairman della serata – fa parte del ciclo di incontri sul welfare dal titolo “Dal Benessere individuale al welfare sociale”, attraverso il quale Torino Castello si pone l’obiettivo di sensibilizzare i torinesi sull’importanza di un corretto stile di vita, per mantenere il più a lungo possibile invariato nel tempo il livello di qualità della propria esistenza”. Reale Mutua stimola questi comportamenti positivi favorendo coloro che scelgono di affiancare al social welfare un proprio welfare privato attraverso prodotti e tariffe mirate allo scopo e alle persone.