Ottobre 2017- Pagina 34

Al via “Rights on the movie”

“Il cammino verso la conquista dei diritti umani ha bisogno non solo della volontà di vedere rispettati i principi di uguaglianza e dignità di ogni singola persona, vicina e lontana, ma richiede anche la conoscenza e la condivisione delle storie, delle diverse realtà, delle culture in cui quei diritti devono e possono essere rispettati e affermati”. È con questo spirito, dichiara il presidente del Consiglio regionale e del Comitato Diritti umani Mauro Laus che il Comitato organizza, anche quest’anno – in collaborazione con Agiscuola – la rassegna cinematografica Rights on the Movie, che si apre lunedì 9 ottobre alle 10.30 al cinema Monterosa di via Brandizzo 65, a Torino, con la pellicola Boyhood di Richard Linklater. Giunta alla terza edizione, l’iniziativa, dedicata agli studenti delle scuole secondarie di primo e di secondo grado e ai cittadini, si focalizza quest’anno sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. “Un’occasione – prosegue il presidente Laus – per capire cosa siano i diritti e quando vengano negati, per conoscere la realtà di oggi in diversi contesti e paesi del mondo. Abbiamo scelto di farlo raccontando le vite di uomini, donne e bambini che sperimentano sulla propria pelle la negazione dei più importanti diritti. Dare visibilità a questi temi, ai diritti fondamentali, sanciti dalla Costituzione e dai Trattati internazionali, significa denunciare le situazioni di crisi, ma anche e soprattutto far conoscere percorsi reali per affermare una nuova e più rispettosa coscienza civile e sociale nella vita di tutti i giorni, nella politica, nell’economia e nella società civile”. Rights on the Movie prevede, a cadenza quindicinale dal 9 ottobre al 20 novembre, la proiezione mattutina di quattro pellicole per gli studenti e, dal 10 ottobre al 5 dicembre cinque proiezioni serali per la cittadinanza.

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Questi i film e gli orari delle proiezioni

– Boyhood di Richard Linklater, che affronta il tema dei genitori separati, lunedì 9 ottobre alle 10.30 al cinema Monterosa di via Brandizzo 65 e martedì 10 alle 20.30 al cinema Massimo di via Verdi 18, a Torino;

– Un bacio di Ivan Cotroneo, sul bullismo, lunedì 23 ottobre alle 10.30 al cinema Massaua di piazza Massaua 9 e martedì 24 alle 20.30 al cinema Massimo, a Torino;

 Vai e vivrai di Radu Mihaileanu, sui temi dell’adozione e dell’integrazione, lunedì 6 novembre alle 10.30 ai cinema Monterosa di via Brandizzo 65 a Torino, Cristallo di via Battisti 7 ad Acqui Terme (Al), Lumiere di corso Dante 188 ad Asti, Verdi di via Pozzo 2 a Candelo (Bi), Vittoria di via Cavour 20 a Bra (Cn), Pellico di piazza Cattaneo 24 a Trecate (No), Sociale di via Carducci 2 a Omegna (Vco) e Lux di via Calderini 9 a Borgosesia (Vc) e martedì 7 alle 20.30 al cinema Massimo di via Verdi 18, a Torino;

– Vado a scuola di Pascal Plisson, sul diritto allo studio, lunedì 20 novembre alle 10.30 al cinema Monterosa di via Brandizzo 65 e martedì 21 alle 20.30 al cinema Massimo, a Torino.

La rassegna si conclude martedì 5 dicembre alle 20.30 al cinema Massimo di Torino con la proiezione di Mustang di Deniz Gamze Ergüwen sul tema dell’autodeterminazione femminile.

Tutte le proiezioni sono ad ingresso gratuito, fino a esaurimento posti.

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Trenitalia – Regione, ecco l’accordo per rinnovare le ferrovie e migliorare il servizio

Investimenti in nuovo materiale per 102 milioni di euro, maggior controllo e monitoraggio da parte di Regione e Agenzia, un più efficace sistema di penali a tutela dell’utenza, il superamento del “Catalogo” e la possibilità di scorporare linee per affidarle ad altri gestori. E’ quanto prevede l’accordo tra Trenitalia e Agenzia per la mobilità piemontese, che  hanno sottoscritto un “contratto ponte” quadriennale per il periodo 2017-2020. L’obiettivo è garantire la continuità in attesa dell’esito delle procedure di affidamento del Servizio ferroviario metropolitano e del servizio dei treni regionali, attualmente in corso secondo le modalità del confronto competitivo e che si prevede si concluderanno entro i primi mesi del prossimo anno.

Ecco gli aspetti più significativi dell’accordo :
· impegno di Trenitalia per investire nel rinnovo e nell’adeguamento del materiale rotabile (effettuando nell’immediato gli ordini di fornitura) per 42 milioni di euro, mentre ulteriori 60 milioni saranno finanziati dall’Amp grazie ai trasferimenti della Regione; i treni acquistati con queste risorse saranno completamente di proprietà della Regione e rimarranno nella sua disponibilità anche alla scadenza;
· un più stringente sistema di monitoraggio e controllo sulla qualità del servizio attraverso determinati indicatori di puntualità e parametri qualitativi, a tutela dell’utenza, anche in linea con le direttive dell’Autorità di regolazione dei trasporti;
· un sistema di penali che garantirà maggior potere sanzionatorio all’Amp in caso di mancato raggiungimento degli standard minimi di qualità definiti;
· obbligo di Trenitalia a fornire dati essenziali come i ricavi da traffico (debito informativo);
· superamento del sistema a catalogo con un meccanismo più flessibile che consentirà alla Regione e all’Amp una migliore programmazione del servizio, pur garantendo l’equilibrio economico-finanziario al gestore;
· facoltà per Regione di scorporare alcune linee ed affidarle a gestori terzi.

“L’intento della Regione – spiega l’assessore ai Trasporti, Francesco Balocco – è arrivare prima della scadenza del contratto ponte al nuovo assetto del sistema ferroviario, sia per il nodo torinese e l’SFM, sia per il lotto dei regionali veloci con le sue adduzioni, e alcune linee cosiddette secondarie potranno rientrare nelle gare integrate di bacino con il  sistema gomma o essere scorporate ed affidate a operatori diversi. Lo stesso dicasi per le linee sospese. Interventi più significativi ed innovativi saranno certamente oggetto dei contratti che scaturiranno dalle procedure di confronto competitivo”.

Il contributo regionale sarà stabile fino al 2019 e verrà incrementato nel 2020. Sono previsti aumenti da ricavi nel quadriennio del 9%, dovuti sia a incrementi da traffico (maggior utenza e maggior controllo all’evasione), sia ad un diverso ed innovativo sistema tariffario che favorisca ed incentivi l’utilizzo continuativo dei mezzi pubblici.

 

(foto: il Torinese)

 

Guida per 10 km contromano e urta due auto

Alla guida di una  utilitaria, nel pomeriggio ha percorso contromano più di dieci chilometri di autostrada, sulla Torino-Pinerolo, urtando  due auto. Un automobilista di 67 anni, con problemi di salute, è stato denunciato dalla polizia stradale e gli è stata revocata la patente .Dopo l’incidente, ha fatto inversione di marcia ed è fuggito nel senso corretto, ma la polizia stradale è riuscita a bloccarlo a Moncalieri.

Piano paesaggistico. Legambiente: “Ottima notizia, ora i Comuni lo recepiscano rapidamente”

Il Piemonte è la terza regione italiana, dopo Puglia e Toscana, a dotarsi di un piano paesaggistico regionale

 

 

Dopo Puglia e Toscana è il Piemonte la terza regione italiana a dotarsi di un piano paesaggistico regionale. Il Piano, frutto di un lavoro decennale, è stato approvato dal Consiglio regionale martedì 3 ottobre. “L’approvazione del Piano paesaggistico, a cui abbiamo contribuito negli anni con diverse osservazioni, è un’ottima notizia per il nostro territorio. Ora bisogna far sì che non resti nei cassetti della Regione ma che venga recepito dal territorio come un utile strumento per una corretta gestione del suolo volta alla salvaguardia del paesaggio piemontese -dichiarano Fabio Dovana e Flavia Bianchi, rispettivamente presidente e membro del consiglio di presidenza di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta-. Ci auguriamo che nel più breve tempo possibile i Comuni avviino un processo di aggiornamento dei piani comunali per recepire gli indirizzi del Piano paesaggistico regionale. Oggi infatti abbiamo la necessità non solo di evitare che nuovi piani regolatori aggiungano ulteriori aree edificabili ma di far sì che quelli esistenti vengano rivisti cancellando aree edificabili già previste, coniugando in questo modo la sicurezza del territorio con la salvaguardia di zone di prestigio ambientale e paesaggistico”.

Mobilità condivisa: progetto al Valentino

Prende avvio ufficialmente al Castello del Valentino con l’incontro di kick-off il progetto europeo STARS – Shared mobility opporTunities And challenges foR European citieS. Il progetto, finanziato dal programma Horizon 2020 nel quadro del Pilastro “Societal Challenges – Smart, Green And Integrated Transport”, vede come capofila il Politecnico di Torino, con il coordinamento del professor Marco Diana del Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente, del Territorio e delle Infrastrutture.

 

STARS nasce dal bisogno di una riflessione approfondita sui servizi di mobilità condivisa in Europa. Il car sharing sta infatti crescendo rapidamente nel nostro continente, con più di 2,2 milioni di utenti stimati nel 2014 (+79% rispetto al 2012). Tuttavia molti aspetti devono ancora essere chiariti per poter orientare lo sviluppo di tali servizi verso la massimizzazione dei potenziali benefici per le collettività. Per questo il progetto mira a individuare scenari futuri di mobilità condivisa, valutarne i relativi benefici potenziali e sviluppare per i policy-maker strumenti decisionali utili a raggiungerli.

 

“Gli impatti reali dei servizi di car sharing – in termini di riduzione della congestione, di impronta ambientale e di inclusione sociale – sono mediati sia dalle preferenze individuali che dai modelli di innovazione sociale”, spiega il professor Diana. Per questo verranno impiegate congiuntamente conoscenze e metodi di ricerca propri dell’ingegneria dei trasporti, della psicologia sociale e dell’economia ambientale al fine di comparare i modelli di business e le innovazioni sociali esistenti e di valutare le implicazioni degli schemi di car sharing per l’industria e per le comunità locali. “Vogliamo da un lato identificare nuovi modelli di business a supporto del settore industriale e dall’altro fornire ai policy-maker degli strumenti utili a individuare la combinazione più appropriata di misure per raggiungere il mix modale ottimale, dato un dichiarato obiettivo di politica dei trasporti”.

 

Le attività saranno svolte nell’arco di 30 mesi da un consorzio composto da 9 partner di 6 diversi Paesi europei, tra cui GM Global Propulsion Systems – Torino come partner industriale.

 

(foto: il Torinese)

Cairo: “La sconfitta nel derby? Non è la fine del mondo”

Il presidente del Toro, Urbano Cairo, parla nuovamente con l’agenzia Ansa della  sconfitta nel derby con la Juventus: “Non è stato uno spartiacque, abbiamo giocato in 10, non fa molto testo così come per la Nazionale non deve fare testo il ko in Spagna. Una partita non è la fine del mondo. Ora pensiamo a riprendere la strada intrapresa nelle precedenti partite e a fare bene, tornando a vincere”. 

 

(foto: il Torinese)

Sospetto tetano per una bimba non vaccinata

Si sospetta il tetano all’ospedale Regina Margherita di Torino, dove una bimba di sette anni, colpita da spasmi e convulsioni, è attualmente ricoverata in Rianimazione. La piccola è sedata e in prognosi riservata. I medici ritengono che i sintomi siano  compatibili con un’infezione da tetano, ma la conferma arriverà soltanto nei prossimi giorni all’esito degli esami. La bambina è stata sottoposta alla profilassi contro il tetano, per cui non è risultata vaccinata (il vaccino contro il tetano è tra i dieci antidoti classificati come obbligatori per la frequenza scolastica dal decreto Lorenzin)  e un  campione di sangue è stato inviato all’ospedale Amedeo di Savoia di Torino, specializzato nelle malattie infettive.

“Tristano e Isotta” apre al Regio

La stagione lirica 2017-18 del Regio di Torino si apre nel segno e sulle note di Wagner, con quella che si preannuncia una vera e propria sfida operistica, il “Tristano e Isotta”?, che inaugurerà il 10 ottobre prossimo, alle 19, il cartellone di quest’anno. “Si tratta di un’opera che ha cambiato la storia della musica – afferma il maestro Gianandrea Noseda, che la dirigerà per la prima volta e che ha terminato il suo studio completo pochi giorni fa – il Tristano si può .definire, non a torto, “un’opera intossicante”, tanto che la sua prima esecuzione, nel 1865, seguì una fase di precedenti rifiuti, essendo stata giudicata troppo difficile”. Il 4 ottobre, alle 17.30, il direttore artistico del Teatro   egio, Gaston Fournier Facio tiene una conferenza sul tema dal titolo “Un viaggio rivoluzionario attraverso la trasfigurazione”, cui seguirà un ciclo di interessanti incontri, tra cui quello previsto al Goethe Istitut il 16 ottobre prossimo, alle 17.30, sulle figure di Richard Wagner e Franz Liszt. A chiudere il ciclo il convegno in programma il 19 ottobre, alle 14.30, presso la Sala Lauree del Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’ Università degli Studi di Torino, sul tema ” Wagner e la passione “.

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Il Tristano e Isotta viene definita “opera risanatrice” dal celebre filosofo Nietzsche e in breve tempo sarà destinata a divenire l’opera simbolo che lo condurrà alla devozione per questo compositore. Quest’opera, infatti, lo soggiogo’ con il suo fascino pericoloso, per la sua “dolce e tremenda infinitezza” di una musica senza il canto, che il filosofo ebbe modo di leggere e rileggere al pianoforte. Quei suoni e quelle armonie rapprrsentavano, per lui, “la sintesi estrema di un anelito vitale che suscita somma eccitazione”. Il Tristano e Isotta, su libretto dello stesso compositore, nasce come progetto nella mente di Wagner già dal lontano 1864, quando egli ne parlò all’amico Liszt e, dopo aver letto il componimento cavalleresco “Tristan” di Von Strassburg, decise di mettere in musica il soggetto medievale, seppure in dimensioni ridotte. In realtà l’opera coinvolgerà totalmente Wagner, dopo la lettura di “Il mondo come volontà e rappresentazione” di Schopenhauer, filosofo tedesco anti idealista. L’opera, anche per la fine della burrascosa relazione del compositore con Mathilde Wasendonck,   esprimerà la sublime infelicità dell’amore più elevato e i lamenti del più doloroso rapimento. Oggi il Tristano è   considerato un insieme di musica romantica e, al tempo stesso, l’inizio di un’era nuova per la musica e per le sue atonalità. Nel ruolo di Tristan, nipote di Marke e amante di Isolde, il tenore Peter Seiffert; in quello di Isolde, la principessa irlandese promessa di Marke, la soprano Ricarda Merbeth, nel ruolo di Marke, re di Cornovaglia, il basso Steven Humes. L’allestimento dell’opera, nella sua prima italiana al Teatro Regio, è dell’Opernhaus Zurich. L’Orchestra e il Coro del Teatro Regio.

Mara Martellotta

I “sì” e i “no” di Appendino

STORIE DI CITTA’ di Patrizio Tosetto
Non credevo a ciò che stavo leggendo.  Per la prima volta l’importante testata giornalistica torinese ha ospitato un commento particolarmente negativo nei confronti dell’ operato di Chiara Appendino.  Lecito il mio stupore.  Eppure la nostra dolcissima Sindachessa e’ figlia della più rinomata borghesia torinese. Robusti rapporti e anche parentele con esponenti del bel mondo industriale.  Non è una novità che almeno una parte la ha appoggiata alle elezioni.  Poi di Chiara…fede Juventina, il che non guasta in una città che “deve molto alla famiglia Agnelli”. Ed ora si sprecano i commenti.  I poteri forti l’hanno mollata.  Francamente io non me ne intendo di Massoneria o poteri occulti.  Atteniamoci ai fatti. Il G7 andando a Venaria ha dato un colpo alla credibilità internazionale di Torino. Soprattutto è stata un’occasione mancata per i nostri imprenditori.  Il vicesindaco Montanari rivendica il suo essere di sinistra. Io aggiungo di estrema sinistra.  Ho avuto modo di ascoltarlo ultimamente.  Io sono non solo per i no, ma anche per i sì. Ho capito quali sono i no, ma francamente non ho capito quali sono i sì. Soprattutto quelli che attraggono investimenti produttivi nella nostra città. Persino il Chiampa ha capito che Fiat e Marchionne stanno facendo i furbi e sono disinteressati alla  città. TNE proprietaria di Mirafiori è in concordato preventivo. Anticamera al fallimento o liquidazione. Costituita una dozzina di anni fa avrebbe dovuto rilanciare l’attività produttiva. Milioni di euro pubblici buttati via. Ora ci saranno un centro commerciale coop e  una società per il design, bassissima l’occupazione. Ovviamente questa giunta non è responsabile di tali non politiche e forse il treno dello sviluppo è già passato ma teorizzare la cosiddetta decrescita felice mi sembra molto azzardato.  E ci risiamo. Quando si è all’ opposizione possono essere sufficienti i no. Non quando si governa. In passato ci siamo permessi di dirlo. Governare vuol dire scegliere e non mi sembra che questa giunta brilli per scelte. Parliamoci chiaro, sta vivacchiando. Poi subentra una falsa coscienza della realtà.  Dice Chiara: non è vero che Torino è in declino. Scusate? Ne siete voi i notai teorizzando appunto la decrescita felice . Siete voi che accettare il declino con la parola felice dandone una accezione  positiva.  Intanto cresce la povertà. Cresce l’accattonaggio.  Una vostra giustificazione è continuare nel chiamare in causa chi vi ha preceduti. Ma voi dove volete andare, dove state andando? Ho paura che manco voi lo sappiate. Prima forse scelte sbagliate, dipende dai gusti, ma sempre scelte. Ora l’inerzia e l’incapacità di cogliere le occasioni. Diremmo la mazzata finale. Ora sono proprio pessimista.

Linea di confine. Spigolature di vita e storie torinesi

di Pier Franco Quaglieni

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4 anni di Appendino e sarà la morte di Torino – Ius soli, digiuno e trasformismo – MITO, vince Milano – 80 milioni di tagli –Riflessioni sull’Ordine dei Giornalisti – Cavour, Bergamo, un medico gentiluomo

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4 anni di Appendino e sarà la morte di Torino

“La Stampa” con un editoriale di Luigi La Spina ha preso una durissima posizione nei confronti del sindaco Appendino e della sua maggioranza strabica e inconcludente. Il Sindaco riceve il G7 e il suo vice va in piazza a manifestare contro il G7,tanto per citare solo un esempio. La Spina ha dimostrato di essere spinoso,come lui ama dire, anzi direi coraggioso. “La Stampa” anche di fronte al massacro umano e mediatico di piazza San Carlo si è barcamenata,come per il G7. Un giornale che voglia esprimere la Città deve avere il coraggio di schierarsi se la Città cade in mano ai Visigoti e agli incapaci. La Spina l’ha fatto. Ma l’aver chiuso subito il dibattito aperto pubblicando una replica del Sindaco è un errore. L’articolo di La Spina meritava approfondimenti da parte di forze politiche,sociali,culturali della città,se possibile, non sempre le stesse e soprattutto non sempre i soliti dispensatori di sentenze scontate. Il giornale ha strozzato il dibattito in culla,dando la parola al Sindaco che ha risposto con banalità. Altri quattro anni di Appendino e sarà la morte di questa città. Credo che tutte le persone pensanti ne siano ormai irrimediabilmente convinte.

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Ius soli, digiuno e trasformismo

Ho argomentato ampiamente il tema dello ius soli ( http://www.iltorinese.it/ius-soli-piu-dubbi-che-certezze/),esprimendo una qualche adesione in linea di principio e rifiutandolo per motivi politici che alterano la democrazia italiana,influendo sul corpo elettorale e quindi sul voto. Su temi delicati come lo ius soli bisogna andare con i piedi di piombo. Chi ama la democrazia non intende comprometterla con atti di buonismo che si rivelerebbero insensati. Adesso con il digiuno pro ius soli di Chiamparino , Del Rio,Bindi e altri (manca solo la presidenta della Camera ) dichiaro la mia contrarietà perché il ricatto del digiuno è ridicolo e antidemocratico.I Senatori devono decidere in libertà. Non scimmiottiamo Pannella che digiunava per ben altri motivi. Inoltre la trasformista caccia al voto dei senatori,andando a chiedere consenso ovunque è un fatto privo di dignità . Infine la fuga dall’aula dei senatori di Alfano per far passare il provvedimento abbassando il quorum è cosa indecente ,come lo fu Alfano ministro degli Interni che permise che ci lasciassimo invadere dagli immigrati.

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MITO, vince Milano

A Torino si è perso del tempo a discutere sul come dipingere i blocchi di cemento che dovrebbero proteggere dal terrorismo. Ovviamente c’è chi,Sindaco in testa, ha pensato di affidarsi agli imbrattatori professionali di muri che invece andrebbero severamente perseguiti perché lordano con i loro manufatti la città. L’arte è altra cosa.Anche quella di strada. Milano,come dimostra la foto,ha risolto con stile ed eleganza come dipingere i blocchi di cemento in piazza Duomo. Si confronta normalmente Appendino con Raggi dicendo che la prima è migliore della seconda. Ci vuole poco per superare Raggi che pure non ha al suo attivo il disastro di piazza San Carlo. Il vero confronto va fatto con il Sindaco di Milano Sala che non ha finora fatto nulla di particolare,ma si rivela sicuramente migliore della Nostra. Anche nelle piccole cose .

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80 milioni di tagli

Non si è ancora capito se si tratta di tagli lineari o dove la Giunta di Torino andrà a tagliare per 80 milioni di euro la spesa comunale. Il deficit c’è, la responsabilità è di Chiamparino, Fassino ha fatto il possibile per rientrare nelle spese esagerate avviate dal Sindaco Ds che inspiegabilmente anche come presidente della Regione, ha ancora un consenso. Fassino non ha potuto dire che il deficit accumulato era quello di Chiamparino. Ma la verità è questa. Mettere le colpe sulla Giunta Fassino è intellettualmente disonesto e politicamente non veritiero. Poi anche Fassino ha certamente le sue responsabilità .

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Riflessioni sull’Ordine dei Giornalisti 
Oggi si tengono i ballottaggi per la elezione degli organi dirigenti dell’Ordine dei Giornalisti.
Chi scrive compirà cinquant’anni di iscrizione all’Ordine nel 2018. Sull’esistenza dell’Ordine è sempre stato scettico. La rinascita del 1963 ricalcò troppo l’Ordine creato durante il Ventennio fascista. Per altri versi, la contiguità tra Ordine e sindacato mi ha sempre dato molto fastidio perché il sindacato è unitario solo a parole perché è sempre stato  troppo sbilanciato politicamente in modo molto vistoso. E’ merito del presidente uscente dell’Ordine piemontese Sinigaglia aver scisso gli uffici dell’Ordine da quelli del sindacato. Era  una coabitazione illegittima e scorretta ad un tempo. Ovviamente la democrazia comporta la possibilità che il sindacato finisca per condizionare pesantemente l’esito delle elezioni,come sempre è accaduto. Non potrebbe accadere  diversamente anche perché i votanti sono pochi e il presidente uscente ha raccolto appena 150 voti, molti rispetto ai votanti, pochi rispetto agli iscritti.  Per altri versi, non si vota più neppure alle elezioni politiche ,figurarsi a quelle per un ordine professionale. La disaffezione ha un perché . Uno degli aspetti che più mi colpiscono sono l’impotenza dell’Ordine e l’incapacità del sindacato (che spesso si limita a far politica)rispetto alla disoccupazione e alla sottooccupazione giornalistica. L’abusivismo sanzionato con severità dall’Ordine in passato con sospensioni e cancellazioni, oggi è diventato  un che di tollerato, anzi di normale. L’Ordine ha avuto grandi presidenti come Mario Berardi e presidenti come Giovanni Trovati che è difficile ricordare con simpatia.  Una riflessione trascurata dai più mi sembra molto importante.  In passato l’aggiornamento dei giornalisti avveniva attraverso la scrittura di  articoli (per scrivere bisognava aggiornarsi e la prova migliore dell’aggiornamento erano proprio gli articoli pubblicati e apprezzati dai lettori )oggi  esso avviene  attraverso corsi che finiscono di giustificare l’esistenza dell’Ordine anche in mancanza di lavoro giornalistico.L’attestazione è una presenza obbligata e  più o meno gradita ad un corso. Si parla tanto di deontologia, ma essa è assai poco praticata dalla categoria ,soprattutto dai cronisti. In passato ,tra i pubblicisti c’era il meglio dell’Università e delle professioni. Nei consigli regionali e in quello nazionale c’erano pubblicisti  come Emilio R. Papa e Bruno Segre, tanto per citare due nomi. I pubblicisti erano quasi  l’anima colta dell’Ordine. Oggi ,mi sembra, da persona che segue da lontano, che tutto sia  molto cambiato. Il fatto che una giornalista come Cristina Caccia  rappresenti i professionisti piemontesi al Consiglio Nazionale dell’Ordine è un buon segno che fa sperare in un Ordine rinnovato. Altrimenti è meglio che esso venga sciolto e che si dia piena attuazione all’articolo 21 della Costituzione senza burocrazie intermedie, specie se si pensa a certe recenti sanzioni disciplinari dell’Ordine romano lesive della libertà di stampa e della stessa libertà di pensiero del giornalista. Sanzionare in merito alle idee considerate sbagliate o da rifiutare è profondamente illiberale.  L’Ordine non può inoltre perdersi nelle sciocchezze di genere imposte da Appendino o  Boldrini anche se non sarebbe male che alcuni vertici fossero femminili e ci fossero opportuni ricambi.

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Cavour, Bergamo, un medico gentiluomo

Questa settimana ho conosciuto uno straordinario personaggio di Bergamo, il dottor Carlo Saffioti, medico, gentiluomo, cultore di storia patria, collezionista, consigliere regionale lombardo per 18 anni. Mi ha accompagnato a Bergamo Alta nella pasticceria “Cavour” che ha un arredamento in cui risalta la figura dello statista piemontese. Nel cuore della città storica la pasticceria e’ sulla via principale a pochi passi dalla storica piazza e a breve distanza dalla funicolare che collega con Bergamo bassa . Venne fondata da nobili piemontesi che la dedicarono a Cavour. E’ un locale storico d’ Italia, tra i pochi meritevoli del titolo oggi spesso elargito con troppa generosità a caffè privi dei  requisiti della storicità come alcuni locali liguri. Nella sua collezione ho visto come Cavour, che poteva sembrare un uomo incapace di suscitare entusiasmi, veniva invece celebrato con statue, piatti, vasi, manufatti un po’ in tutta Italia. Gli italiani dell’Ottocento erano consapevoli che l’Italia l’aveva in larga misura realizzata lui. In una città clericale (ma l’”Eco di Bergamo”, di proprietà della Curia, mi ha intervistato)fa specie il culto di Cavour. Ma Bergamo è anche la Città dei Mille di Garibaldi. E’ una città che è stata leghista, ma nessuno, credo, abbia mai contestato la pasticceria “Cavour” che,tra l’altro, sforna giornalmente delle vere e proprie delizie.

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LETTERE  scrivere a quaglieni@gmail.com

Storie parallele ?

Lei ha descritto molto lucidamente la situazione catalana e spagnola di fronte alla secessione di Barcellona. Premesso che il referendum catalano era illegittimo e sovversivo, perché la sinistra condanna l’intervento della guardia civile spagnola e invece contemporaneamente condanna Vittorio Emanuele III che non firmò lo stato di assedio nell’Ottobre del 1922 per impedire la Marcia su Roma? Si tratta di due eversioni .

Caterina Richetti

Il perché è semplice, al di là’ di certa faziosità congenita :la storia non si ripete mai, come diceva Guicciardini e confondere la Spagna con l’Italia è un errore. Posso solo dirle che Vittorio Emanuele III non fu solo a cedere al fascismo perché buona parte della classe dirigente italiana lo fece insieme a lui.

pfq

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Eco

La biblioteca della Regione Piemonte venne subito intitolata a Umberto Eco. Alessandria, la sua città, si è opposta con motivi pretestuosi. Cosa ne pensa?

Cosimo Bellini

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Intitolare una scuola, eliminando il nome precedente ,specie se non secondario, non è un modo di procedere giusto. Ha ragione Alessandria che però sbaglia se non provvede al più presto a ricordare degnamente il suo cittadino più illustre morto in tempi recenti. Io non ho mai avuto un buon rapporto con Eco, ma sicuramente egli fu un uomo di rara intelligenza. Uno dei pochi. Poi commise anche errori e fu un po’ troppo conformista per piacermi. Ma chi non commise errori?

pfq