50 ANNI FA L’EPISODIO DELL’URNA RUBATA
Fra qualche settimana, a fine novembre, ricorrerà il cinquantesimo anniversario di un evento che, a suo modo, è entrato nella storia dell’Italia contemporanea: l’occupazione a Torino dell’allora sede delle Facoltà umanistiche, Palazzo Campana.
Fu il primo episodio importante della nascita di quel che fu chiamato il Movimento Studentesco. Il maggio francese venne sei mesi dopo. Da lì partirono molte vicende, non sempre positive. Ma ne riparleremo nella data giusta. Oggi vorrei raccontare un episodio minore, dell’ottobre del ‘67, ricordato da pochi ma che ebbe il suo significato e segnò la mia formazione politica.

50 anni fa gli studenti universitari, o almeno quelli politicizzati, si organizzavano in associazioni che concorrevano alle elezioni degli organismi rappresentativi studenteschi. Da destra a sinistra esistevano il FUAN (neofascisti), il Viva Verdi (monarchici, guidati da Luigi Rossi di Montelera, poi deputato DC), l’Associazione Goliardica Italiana (liberali, fra cui ricordo Diego Marconi e Mercedes Bresso), l’Intesa (cattolici, con molte personalità di spicco, fra tutte Beppe Gatti, poi consigliere comunale di Torino per la DC e alto dirigente), e infine l’Unione Goliardica Italiana, che, dopo essere stata originariamente un’associazione unitaria con personalità come Pannella Occhetto e Craxi ai vertici, organizzava ormai solo gli studenti di sinistra.
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Nell’UGI di Torino militavano studenti comunisti, socialisti, psiuppini, nonché molti “cani sciolti”. All’inizio dell’anno accademico un congresso fra gli iscritti doveva eleggere i nuovi dirigenti. Nell’ottobre del ‘67 si riunì l’assemblea alla Camera del Lavoro, che allora era in via Principe Amedeo (oggi trasformata in un magnifico palazzo di appartamenti, di proprietà dell’INPGI). I socialisti negli ultimi anni a Torino erano in minoranza, pur essendo l’UGI nazionale guidata da un socialista lombardiano, Marcello Inghilesi. Ma fra le matricole io avevo fatto molto lavoro organizzativo e quell’anno le new entry cambiavano gli equilibri. In assemblea si votava per appello nominale e voto segreto, con una grande urna in fondo al salone. I dirigenti di maggioranza (Luigi Bobbio, proprio oggi purtroppo improvvisamente scomparso, Massimo Negarville, erede eretico di un’importante famiglia comunista, Laura Derossi, Giovanni De Luna e molti altri che divennero illustri esponenti della sinistra extraparlamentare) nel corso dell’assemblea, man a mano che i votanti si avvicinavano all’urna, si resero conto di rischiare di non vincere il congresso. Allora successe il patatrac. L’appello era arrivato alla lettera V.
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Di colpo andò via la luce. Nel buio fitto l’urna con le schede votate fu trafugata e quando la luce tornò il congresso fu sospeso e rinviato ad altra data. Era successo che il portinaio della CGIL, allertato del rischio che gli odiati socialisti potessero vincere il congresso, aveva tolto la corrente. Negarville molti anni dopo ammise di aver fatto sparire l’urna con le schede. Qualcun altro, che non cito per non far polemica, se ne vantò. Erano le avvisaglie della teoria, che divenne ben presto prassi, del superamento della democrazia elettiva, sostituita dalla democrazia assembleare (che scimmiottava i soviet). All’epoca avevo 19 anni e, insieme ai miei compagni, una cieca fiducia nella democrazia e nel rispetto delle regole. Fu una grande delusione. Ci battemmo per difenderle. Poco più di un mese dopo ottenemmo l’ultimo successo: l’avvio dell’occupazione delle aule di Palazzo Campana fu deliberata con votazione a scrutinio segreto, con larga partecipazione. Dopo di allora il movimento, di assemblea in assemblea, rinunciò a regolarsi e prese altre strade. Primo embrione di una cattiva cultura, che degenerò fino ai terribili anni ‘70. Ma è un’altra storia. L’episodio dell’urna rubata mi rimase impresso nella memoria, insieme alle tante elucubrazioni che provavano a giustificarlo. E mi convinse che nella contrapposizione fra “democrazia sostanziale” e “democrazia formale” solo la seconda, anche se meno ammantata di romanticismo rivoluzionario, garantisce la libertà di tutti.
partite 
Il Sindaco Paolo Montagna, l’Assessore Angelo Ferrero, il Tesoriere della Pro Loco di Moncalieri Salvatore Cisano, i Consiglieri Lucio Feletti, Augusto Mellina e Vincenzo Ramello, il Presidente dell’Associazione Macellai Giorgio Tesio ed il Presidente del Circolo Culturale Saturnio Wanda Sorbilli per il Museo dji Subièt 

A Palazzo Arsenale, sede del Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito, gli ufficiali del 12° corso dell’Accademia Militare hanno celebrato i sessant’anni trascorsi dalla nomina a Sottotenente.
12° “andati avanti”. Fra di essi, come più volte ricordato dal generale Enzo Conte, il capo corso del 12° tenente generale Luigi Giovenale per tutti esempio di generosità, professionalità e dedizione al dovere. La firma dell’albo d’onore dinanzi alla Bandiera d’Istituto ha consentito ai presenti di ricordare i valori supremi che quotidianamente ispirano i soldati in armi e in congedo nell’assolvimento dei propri compiti. A suggellare il profondo significato di una giornata trascorsa non soltanto all’insegna dei ricordi, la presenza di numerosi ufficiali del 197° corso “Tenacia”, da pochi giorni giunti alla Scuola di Applicazione. Ad accomunare la saggezza degli ufficiali del 12° e l’entusiasmo dei ragazzi del 197° la fierezza di servire in armi il Paese: una consapevolezza dalla quale discende quell’orgoglio che i sessant’anni trascorsi non hanno per nulla scalfito.
Sia chiaro, se la Giunta Appendino pensa di risparmiare sul bilancio comunale bloccando assunzioni e appaltando ai privati la gestione degli asili nido la risposta non potrà che essere a muso duro
Un incidente sul lavoro o un malore? Un operaio italiano di 45 anni è morto nel complesso Fiat Mirafiori.
Arte e grafica rappresentano il fil rouge della mostra dal titolo “Polisgraphics”, che apre battenti l’11 ottobre prossimo presso il Miaao, Museo di Arti Applicate, nella galleria Sottana.
democrazia, autonomia e quale radice etimologica del termine “politica”. Una coppia di artisti formatisi per l’occasione, Mauro Buccico e Mario Cresci, invita a prendere in considerazione la tradizione come rivoluzione, in una lettura diversa e avanguardista della cultura popolare. Un trio formatosi in occasione della mostra, composto da Marco Calabrese, Alessandro Scali e Mauro
Gottardo, illustra prove di passaggio dal digitale all’analogico e al pensiero manuale, attraverso un apparecchio steampunk come il Giphoscope, creato e fabbricato dai primi due, accanto agli stupefacenti disegni di Gottardo. Nelle loro opere la polis risulta sovrappopolata e degradata, come si era configurata negli anni Sessanta, destinata a essere occupata da nuove comunità di mosche, piccioni e topi. Anche il tema del genere viene trattato nella mostra, in particolare da tre artisti in modo diverso. L’attivista lesbica Mary Tremonte, discepolo della studiosa femminista Silvia Federici, ha realizzato risografie e serigrafie per Queer Scouts; Franco Ferrero ironizza su un certo immaginario maschile, e il designer Andrea Vecera denuncia le terribili violenze subite dalle
donne. E lo fa con un’opera dal titolo “Ipazia” che descrive la donna attraverso gli occhi di alcune protagoniste femminili che hanno subito violenze. Si tratta di un progetto finanziato dal Programma Operativo della Regione Piemonte e cofinanziato dal Fondo Sociale Europeo, finalizzato a favorire l’inserimento lavorativo di donne vittime di violenza, attraverso la realizzazione di percorsi integrati di inserimento socio-lavorativo, in cui per le donne vittime di violenza sia anche
possibile acquisire consapevolezza, serenità e riappropriarsi della dignità. Andrea Vecera è oggi uno dei più eclettici designer torinesi. Laureatosi in Design Industriale al Politecnico di Torino, con il quale tuttora collabora, ha da sempre nutrito una profonda passione per le arti visive, mostrata già dai suoi primi lavori esposti in alcune mostre d’arte. Oltre a essere un artista grafico, realizza oggetti di design anche industriale ed ha ottenuto importanti riconoscimenti, vincendo il primo premio internazionale Hp hand project design 2008 promosso da Hewlett -Packard e, nel 2007, il Silver Award nella competizione di giovani talenti Samsung Young Design Award, con il progetto “hiRec-produt recorder”, e nel 2008 il primo premio per il merchandising ufficiale di Torino World Design Capital.
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
L’ospedale Mauriziano di Torino partecipa alla campagna nazionale “Obesity Day”. Martedì 10 ottobre dalle ore 9 alle ore 16, presso l’ospedale Mauriziano di Torino