Settembre 2017- Pagina 11

Come si muovono gli universitari? Soprattutto con i mezzi pubblici

Come si spostano gli studenti universitari di Torino? Soprattutto con i mezzi pubblici, che  sono i più utilizzati per spostarsi da casa all’università, secondo una indagine su oltre 17mila persone tra studenti, docenti e personale realizzata dal Green Office di UniTo. L’automobile è scelta solo dal 16% dei casi, il 12% dichiara di andare prevalentemente a piedi, e la bicicletta è il mezzo prevalente solo nel 4,2% dei casi, il doppio in estate. Si muovono di più in macchina, invece, i docenti, con punte che superano il 40% d’inverno. Significativa tra gli insegnanti, anche la quota di ciclisti, il 12-13%. “Promossi” quindi  gli studenti, con oltre l’80% di spostamenti pienamente sostenibili, mentre i docenti si fermano al 55% e il personale tecnico al 60%.

Tiro con l’arco: Irene Franchini e Giuliano Faletti a medaglia ai Mondiali 3D

L’Italia conclude i Mondiali 3D con sei medaglie, due d’oro e quattro di bronzo. E c’è anche un po’ di Piemonte sul podio iridato di Robion, in Francia. Sul gradino più alto è salita Irene Franchini, emiliana di Fiamme Azzurre e Arcieri delle Alpi, in compagnia di Giulia Barbaro e Cinzia Noziglia al termine della prova a squadre femminile. Terzo nel longbow, invece, Giuliano Faletti, originario della provincia di Brescia ma tesserato per gli Arcieri delle Alpi

Le azzurre hanno vinto la finale contro la Spagna (Garrido Labaro, Merida Moreno, Minyano Mique) con un netto 108-91, aggiudicandosi tutti i parziali con i punteggi di 31-24, 27-21, 29-26 e 21-20. Inarrestabile il percorso del trio italiano, passato attraverso i successi 187-138 ai quarti contro l’Austria (Altenberger, Franz, Wildmann) e 99-82 in semifinale contro la Svezia (Lindblom, Saviluoto, Sodersten). Le azzurre avevano concluso in prima posizione anche la qualifica, con 2331 punti.

La medaglia individuale è come detto di Giuliano Faletti (longbow), che nella finale per il terzo posto ha piegato 35-29 lo svedese Yngve Malmstrom (parziali 8-8, 8-8, 11-8 e 8-5). In precedenza Faletti aveva perso 31-18 la semifinale con il francese Robin Gardeur. Aveva invece concluso al primo posto sia la prima sia la seconda fase eliminatoria, con gli score di 94 e 72, e si era piazzato 14esimo al termine delle qualifiche (627 punti).

Si ferma a un passo dal podio, invece, la squadra maschile formata da Giuseppe Seimandi (Fiamme Azzurre/Arcieri delle Alpi), Alessio Noceti e dallo stesso Giuliano Faletti, sconfitta 119-113 dalla Francia (Gardeur, Jackson, Pauner) nella finale per il bronzo (parziali 29-31, 29-26, 32-30 e 29-26). In precedenza i tre avevano sconfitto ai quarti 192-177 la Svezia (Hansson, Lundmark, Malmstrom) e perso la semifinale per un solo punto (99-98) contro gli Stati Uniti (Martin, Richardson, Smock). In qualifica avevano concluso in terza posizione con 2458 punti.

A livello individuale Giuseppe Seimandi (compound) si è fermato alla seconda fase eliminatoria, chiudendo al quinto posto (75 punti, uno in meno del quarto) e pertanto primo degli esclusi. Analogo piazzamento anche per la compagna di squadra Irene Franchini (compound, 68 punti). Seimandi era risultato terzo alla fine della prima fase eliminatoria (123), la Franchini sesta (112). Entrambi avevano brillato in qualifica; Irene Franchini prima con 935 punti, Giuseppe Seimandi secondo con 967 punti.

Marina Tesio (Arcieri delle Alpi, longbow) aveva chiuso il suo Mondiale all’undicesimo posto della prima fase eliminatoria (49 punti), dopo il secondo posto della qualifiche con 600 punti. Stessa sorte per Enzo Lazzaroni (arco istintivo), 15esimo della prima eliminatoria con 68 punti dopo il decimo posto delle qualifiche con 730 punti.

Tutti i risultati a questo link

Ragazza di 22 anni muore all’improvviso dopo un malore

Si trovava a casa di un amico, con il fidanzato, a Castelrosso di Chivasso. All’improvviso la giovane si è sentita male ed è andata in bagno, dove nel giro di pochi attimi e’ caduta ed è morta. Jessica Granata, di 22 anni, di Villanova d’Asti, e’ deceduta per cause ancora da scoprire. Quel che e’ certo e’ che non sono state trovate tracce di droga o ferite di alcun tipo. La procura di Ivrea ha aperto comunque un’inchiesta, ed e’ stata disposta l’autopsia sul corpo della ragazza. La tragedia e’ avvenuta ieri quando la giovane e il suo ragazzo  si trovavano nella zona di Chivasso per un moto raduno.

28 astronome viste da sei artisti di oggi

Attraversare più di quattro millenni di storia e incrociare quelle Signore del cielo “che hanno contribuito ad avvicinare tante persone alla scoperta dell’universo”, come sottolinea Sergio Chiamparino presentando in catalogo l’omonima esposizione ospitata fino al primo ottobre nella Sala Mostre del Palazzo della Regione in piazza Castello e curata da Luciana Penna. Dipinti e sculture che toccano il percorso di una intera rivelazione astronomica con sentimenti dell’età moderna, con brevi appunti, con misurati interventi, con le differenti personalità di chi è stato chiamato a tratteggiare le passioni e gli studi di 28 astronome di diverse epoche – nonché le tappe non sempre facili di alcune loro vite, contrastate, appartate, per alcune quasi nascoste, in epoche che consideravano questi studi e le relative scoperte propri dei soli signori uomini. Un lungo percorso che parte dalla Mesopotamia del 2300 a. C. con la sacerdotessa En-Hedu-Anna, poetessa e prima donna ad occuparsi di scienza di cui ci sia giunta testimonianza, per raggiungere la figura martoriata di Ipazia (IV-V secolo dopo Cristo), cui si deve tra l’altro la divulgazione delle opere di Euclide e Archimede e gli studi intorno al sistema solare, personaggio già teatrale e cinematografico, vittima di un’accusa di paganesimo da parte del vescovo Cirillo, patriarca d’Alessandria d’Egitto e per questo condannata a morte, a Fatima di Madrid nella Spagna del decimo secolo e alla germanica Hildegarda di Bingen, morta più che ottantenne nel 1179.

***

Con la seconda metà del Cinquecento, troviamo Sophie Brahe, sorella del più celebre Tycho, considerata una delle donne più erudite della sua epoca, che studiò a fianco del fratello le eclissi lunari e le comete con sestanti, quadranti, sfere armillari e strumenti di loro invenzione. A lei seguirono nei due secoli successivi la polacca Maria Cunitz, le tedesche Maria Winkelmann Kirch, Maria Clara Eimmart e Caroline Lucretia Herschel. Più lontano da noi, nella Cina del Settecento maturarono gli studi di Wang Zhenyi, che s’appassionò alle eclissi lunari, usando per le sue ricerche modelli che lei stessa costruiva nel giardino di casa sua, approfondendo con la stesura di una dozzina di volumi che trattarono tra l’altro dei dati atmosferici raccolti per prevenire la siccità e le inondazioni che flagellavano la sua regione. In Italia, troviamo nell’Ottocento Caterina Scalpellini, di origine umbra ma romana di adozione, interessata alle eclissi del sole e della luna, alle stelle cadenti, alle comete e alle maree e ai terremoti. Poi arrivarono i nomi importanti delle statunitensi Maria Mitchell, Annie Jump Cannon, Antonia Pereira Maury, Henrietta Swan Leavitt, Cecilia Payne Gaposchkin e Dorritt Hoffleit. Indimenticabile per noi la figura di Margherita Hack (1922 – 2013), fiorentina, grande e affermata divulgatrice scientifica attraverso pubblicazioni e conferenze, amatissimo volto televisivo, per anni tenne corsi di astrofisica presso l’Istituto di Fisica dell’Università di Milano, collaborò con varie università straniere, diresse per più di vent’anni l’Osservatorio Astronomico di Trieste.

***

Al progetto, inserito nel decimo anniversario del Festival “Teatro e scienza”, che culminerà il 30 settembre con “la notte europea dei ricercatori”, hanno aderito gli artisti Angela Betta Casale, Martino Bissacco, Gianfranco Cantù, Attilio Lauricella, Nikolinka Nikolova e la stessa Luciana Penna. La prima artista, che conosciamo da tempo e di cui continuiamo ad ammirare quel suo approfondimento di un classicismo dell’arte più pura che si collega a materiali contemporanei capaci di accrescere la poesia dell’opera stessa, irreale, fantasticata, intrecciata attraverso la presenza di mondi lontani: sarebbe sufficiente, in mostra, soffermarsi dinanzi al ritratto di “Fatima di Madrid”, con quell’accenno alle architetture di Cordoba, al grande astrolabio e alla bellezza perfetta del viso femminile affondato nel blu variegato del cielo, per vedere ancora una volta la poesia e la tecnica che trovano spazio nelle opere di Betta Casale. Di Martino Bissacco sappiamo l’uso e il contrasto dei materiali, gli inserimenti, i colori che esplodono nelle sue opere: oggi ci si sofferma dinanzi all’omaggio che l’autore ha voluto creare per Beatrice Tinsley, una tecnica mista dove attorno ad un punto focale s’irradiano vele rosate, attraversate da brevi squarci, buchi sconosciuti, poetiche tessiture nello spazio. Sciami multicolori di fiori e foglie e vegetali, simili a comete, disseminati su uno spazio scuro, attraversano l’opera interessante di Gianfranco Cantù, un lungo paravento di oltre tre metri, suddiviso nelle differenti stagioni, mentre oltre le coloriture spezzate, le geometrie e le astrazioni composte dalla tavolozza dell’artista, colpiscono ancor più nell’occasione le sculture lignee, che trasportano chi guarda ad un bronzo camuffato, di Attilio Lauricella, una costruzione perfetta di meccanismi antichi, reali e immaginari al tempo stesso, congegni catturati da antiche civiltà cui l’artista ha posto attenzione da non molti anni.

***

Incide la pittura di Nikolinka Nikolova, di origini bulgare ma da anni in Italia, affinatasi con gli anni e sempre più presente sulla scena pittorica non soltanto italiana, ricercata pittrice e organizzatrice di mostre anche all’estero di grande successo. Una pittura la sua coloratissima, che ben si addice ad un discorso cosmologico, vivace nell’espressione, che lascia debordare studio e allegria, in cui le forme irreali si concentrano in quelle linee che come una musica attraversano la tela in piena libertà pur conservando un loro precisissimo e soffusamente geometrico ordine: all’interno visi e occhi lasciati intravedere al riparo di piccoli nascondigli osservano e studiano come da manuale la volta celeste. In ultimo Luciana Penna, cui si deve la scelta e il successo della mostra. In lei si fondono pittura e scultura, si fa ammirare quel volto di Mary Somerville seminascosto dietro l’opera d’ingegno, come chi scrive si ferma dinanzi al “trattatello” su Ipazia, figura rivoluzionaria, un intarsio che ha il sapore del ricamo, un 100 x 90 capace di racchiudere l’intero operato dell’astronoma egiziana e la sua vita attraversata dagli studi e dalle pene e dalle sconfitte, gli alunni e gli aguzzini, i luoghi che l’hanno vista vivere, i suoi strumenti e le sue carte. Una mostra da visitare, non soltanto dagli appassionati della materia.

 

Elio Rabbione

 

Nelle immagini:

 

Angela Betta Casale, “Antonia Maury”, olio e resine su tela

Martino Bissacco, “M.J. Amélie Harlay”, acrilico e olio su tela

Gianfranco Cantù, “Viandante cosmico”, dipinto su legno

Attilio Lauricella, “Maria Mitchell”, scultura in legno effetto bronzo

Nikolinka Nikolova, “Hildegarda di Bingen”, acrilico su tela

Luciana Penna, “Henrietta Swan Leavitt”, acrilico su tela

 

 

  

Una tonnellata di marijuana sequestrata, mai successo prima

Dall’inizio del 2017 sino ad oggi la squadra mobile di Torino ha sequestrato quasi una tonnellata di marijuana, per circa un milione e mezzo di euro all’ingrosso e tre milioni al dettaglio, droga destinata alle strade della città. Una quantità che non ha precedenti nella storia del capoluogo piemontese. Nelle ultime due operazioni sono stati arrestati due albanesi di 30 e 25 anni e un italiano di 61 ed è stato intercettato un consistente quantitativo di marijuana da smerciare nei quartieri di Barriera Milano e San Salvario. Dietro una grossa parte del mercato dello stupefacente è probabile un sodalizio criminale composto da albanesi. Si tratta di derivati della cannabis che possono contenere una percentuale di Thc cinque volte superiore alla marijuana degli anni ’80.

Oggi al cinema

LE TRAME DEI FILM

NELLE SALE DI TORINO

 

A cura di Elio Rabbione

 

Appuntamento al parco – Commedia. Regia di Joel Hopkins, con Diane Keaton e Brendan Gleason. Una storia a due, un uomo e una donna di non più freschissima età, una di quelle storie che il cinema di oggi ha preso a inseguire. Lei, una vedova che arriva da oltreoceano, lui, un vecchio scorbutico e solitario, rintanato in spregio al mondo, nel folto di un parco londinese. Niente di più facile che quell’incontro, insperato e in un certo senso quasi surreale, porti ad un nuovo credere nella vita. Durata 102 minuti. (Eliseo blu, Romano sala 1)

 

Baby driver – Il genio della fuga – Azione. Regia di Edgar Wright, con Ansel Elgort, Kevin Spacey, Lily James e Jamie Foxx. Il “baby” del titolo è un ragazzo cui un incidente subito negli anni dell’adolescenza ha regalato un fastidiosissimo fischio alle orecchie che lui cerca di diminuire o cancellare con la musica nelle orecchie, ascoltata continuamente. Ma è anche un ragazzo che guida da dio le vetture che gli capitano a tiro, per cui nulla da stupirsi se arrotonda i guadagni e prolunga la sua voglia di vivere pilotando la fuga di rapinatori, con il fine di azzerare un vecchio debito che lui ha con il boss Doc. Tutto dovrebbe nelle intenzioni scorrere al meglio se ancora Doc non lo obbligasse a partecipare ad una rapina ad un ufficio postale: proprio quando Baby ha incontrato in una tavola calda la cameriera Debora, il grande amore della sua vita, una per cui merita certo cambiare vita. Durata 112 minuti. (Greenwich sala 3, Ideal, The Space, Uci)

 

Barry Seals – Una storia americana – Azione. Regia di Doug Liman, con Tom Cruise e Domhnall Gleeson. Da una vicenda vera, quella di un uomo che molto disinvoltamente scelse di passare da attività ad attività, prima pilota di linea poi contrabbandiere della droga al servizio del cartello di Medellin come della Dea, più all’occasione dare una mano alla Cia in questioni poco chiare a Panama ai tempi di Noriega. Passaggi spregiudicati che lo fecero vittima nel 1986 di due sicari inviati dalla Colombia. Durata 107 minuti. (Massaua, Ideal, Reposi, The Space, Uci)

 

Cars 3 – Animazione. Regia di Brian Fee. Ancora un’avventura per Saetta McQueen, in piena depressione per la vittoria del giovane rivale Jackson Storm: ma l’idea di abbandonare le corse verrà immediatamente scacciata se all’orizzonte si mostrerà un’angelica Cruz, che ha cancellato l’idea di correre in pista per abbracciare quella di diventare una perfetta istruttrice. Durata109 minuti. (Massaua, Ideal, Lux sala 1, Reposi, The Space, Uci anche in 3D)

 

Cattivissimo me 3 – Animazione. Regia di Kyle Balda e Pierre Coffin. Quando è ormai divenuto un importante membro della Lega Anti Cattivi, Gru viene avvertito di avere un fratello gemello, Dru: con lui andrà alla ricerca di Balthazar, il cattivo ossessionato dalla fama e fanatico degli anni Ottanta. Durata 96 minuti. (Massaua, Ideal, Reposi, The Space, Uci anche in 3D)

 

Che Dio ci perdoni – Thriller. Regia di Rodrigo Sorogoyen, con Antonio de la Torre e Roberto Alamo. Grande successo dell’anno per la cinematografia spagnola. Nella Madrid dell’agosto 2011, mentre si prepara la visita del papa, ecco entrare in azione un serial killer contro cui due ispettori di polizia dovranno mettere in campo intelligenza, velocità e intuizioni perfette. Durata 127 minuti. (Classico)

 

Il colore nascosto delle cose – Drammatico. Regia di Silvio Soldini, con Valeria Golino e Adriano Giannini. Ancora due esistenze, diversissime, tratteggiate dall’autore di “Pane e tulipani”. Un giovane sciupafemmine, decisamente in carriera, una agenzia du pubblicità che riempie le sue giornate, dall’altro lato Emma, una ragazza cieca a rimettere in sesto corpi nella sua professione di osteopata: avranno l’occasione per incrociare le loro storie. Durata 112 minuti. (Ambrosio sala 2, Eliseo Rosso, Romano sala 2, Uci)

 

Due biglietti della lotteria – Commedia. Regia di Paul Negoescu, con Dorian Boguta e Dragos Bucur. Una storia romena, un meccanico abbandonato dalla moglie, un carpentiere con il vizio del gioco, un pubblico impiegato decidono insieme di acquistare un biglietto della lotteria, che si rivelerà vincente: ma uno dei tre a seguito di un’aggressione lo perde. Non resterà che andare alla ricerca di quel cambiamento di vita che quel biglietto poteva assicurare. Durata 96 minuti. (F.lli Chico sala Chico)

 

Dunkirk – Bellico. Regia di Christopher Dolan, con Harry Styles, Cilian Murphy, Mark Rylance, Tom Hardy e Kenneth Branagh. “Un colossale disastro militare” definì Churchill la disfatta delle truppe alleate – francesi e inglesi uniti nella disfatta – sotto il fuoco tedesco che avanzava sul fronte Nord della Francia nel maggio 1940. Una trappola sulle spiagge di Dunkerque, una ritirata che coinvolse circa 350 mila uomini, qui raccontata da Nolan nello spazio di sette giorni, con un triplice sguardo pronto a posarsi sulle cronache e sugli eroismi accaduti tra mare e terra e cielo: i giovani soldati che su quella costa tentano di tutto per non essere travolti dalla guerra e morire, i civili che mettono a disposizione le loro imbarcazioni, un eroe del volo che combatte contro la furia della Luftwaffe. Durata 106 minuti. (Ambrosio sala 3, Massaua, Eliseo Blu, F.lli Marx sala Chico, Ideal, Lux sala 2, Reposi, The Space, Uci)

 

Easy – Un viaggio facile facile – Drammatico. Regia di Andrea Magnani, con Nicola Nocella, Libero De Renzo e Barbara Bouchet. Isidoro, detto Easy, è un ragazzone sovrappeso, solo e depresso. Il fratello Filo, che della furbizia e dell’arte di arrangiarsi ha fatto la sua ragione di vita, lo incarica di portare in Ucraina la bara con dentro il corpo di un suo operaio, vittima di un incidente sul lavoro. Un lavoro che dovrebbe andare liscio come l’olio: se Easy non incrociasse un cartello sbagliato e la strada sconosciuta non lo portasse al centro di un paese sconosciuto. Durata 91 minuti. (Massimo sala 2)

 

L’equilibrio – Drammatico. Regia di Vincenzo Marra, con Mimmo Borrelli e Roberto Del Gaudio. Don Giuseppe chiede al suo vescovo di essere trasferito in un piccolo paese della sua regione d’origine, la Campania. La sua missione è quella di aiutare senza se e senza ma tutte le persone che vivono nella sua realtà parrocchiale: ma dovrà scontrarsi contro quelli che da sempre reggono le sorti (amare) del paesi, contro quelle leggi con cui i poteri si sono creati il dominio totale. Durata 90 minuti. (Due Giardini sala Ombrerosse, Massimo 1)

 

La fratellanza – Drammatico. Regia di Rice Roman Waugh, con Nikolaj Coster-Waldau e Lake Bell. Jacob è un uomo mite e manager di successo, che conduce una tranquilla esistenza accanto alla moglie al figlio. Una sera, a causa di un incidente in cui un uomo perde la vita, viene arrestato e tradotto in carcere, con l’accusa di omicidio colposo. Se vorrà sopravvivere, dovrà affiliarsi ad un gruppo di nazistoidi e far sue quelle leggi di supremazia e di ferocia che governano la vita carceraria, entrando in una filosofia di vita che non lo abbandonerà anche quando rientrerà nella libertà di ogni giorno. Durata 121 minuti. (Greenwich sala 3, The Space, Uci)

 

Gatta Cenerentola – Animazione. Regia di Ivan Cappiello e Marino Guarnieri. Cenerentola è cresciuta all’interno della Megaride, un’enorme nave ferma nel porto di Napoli da più di 15 anni. Suo padre, ricco armatore e scienziato, è morto portando con sé i segreti tecnologici della nave e il sogno di una rinascita del porto. La piccola vive da allora all’ombra della temibile matrigna e delle sue sei perfide figlie. Dentro il degrado la figura emergente di Salvatore, un ambizioso trafficante di droga che, d’accordo con la matrigna, sfrutta l’eredità dell’ignara Cenerentola per fare del porto di Napoli una capitale del riciclaggio. Durata 86 minuti. (Nazionale sala 2)

 

Glory – Non c’è tempo per gli onesti – Commedia drammatica. Regia di Kristina Grozeva e Petar Valchanov con Stefan Denolyubov e Margita Gosheva. C’è odore di scandalo in Bulgaria, il ministro dei trasporti è vittima di una negativa campagna di stampa a proposito di appalti che coinvolgono le ferrovia di stato. Ma non può essere colpito lui, è necessario trovare qualcuno al suo posto. Un povero ferroviere, balbuziente, per il corretto comportamento vittima dei soprusi dei disonesti colleghi, trova un giorno durante il solito giro d’ispezione una borsa piena di quattrini. Il dovere vuol dire consegnarla alla polizia. Trionferà la giustizia o sarà il sopravvento ad avere il tornaconto? Le agenzie di stampa indicano “Glory” come il rappresentante della Bulgaria alla corsa agli Oscar. Durata 101 minuti. (Romano sala 3)

 

L’inganno – Drammatico. Regia di Sofia Coppola, con Colin Farrell, Nicole Kidman, Kirsten Dunst e Elle Fanning. L’autrice del “Giardino delle vergine suicide”, di “Lost in translation” e di “Marie Antoinette” traduce ancora per lo schermo The Beguiled, il romanzo scritto da Thomas Cullinan e trasposto da un vigoroso Don Siegel nel 1971, qui da noi “La notte brava del soldato Jonathan”, interprete Clint Eastwood. La storia di John McBurney, caporale dell’esercito dell’Unione, ferito e scovato in piena guerra di Secessione in Virginia, nella piantagione che è accanto ad un collegio di ragazze, dove Kidman è la direttrice, Dunst una delle insegnanti, Fanning una allieva, tutte colpite dal fascino del bel militare. Il nemico non verrà consegnato, ma curato e inserito nella piccola comunità: ma quando sarà l’uomo a voler guidare il gioco della seduzione che inevitabilmente s’inserisce tra lui e le donne della casa, ecco che ne uscirà vittima. Premio per la regia a Cannes. Durata 94 minuti. (Ambrosio sala 1, Centrale V.O., Eliseo Grande, F.lli Marx sala Groucho, Reposi, The Space, Uci)

 

Kingsman: il cerchio d’oro – Azione. Regia di Matthew Vaughn, con Colin Firth, Taron Egerton, Julienne Moore e Channing Tatum. Seconda puntata degli ironici agenti segreti sulla scia di James Bond 007, camuffati dietro una sartoria londinese che nasconde il gruppo capitanato da un molto british Harry Hart, decisamente redivivo se nella puntata precedente il cattivo di turno era riuscito a mandarlo a miglior vita. Questa volta, guerrescamente rimesso in sesto, se la deve vedere con la narcotrafficante Moore, feroce e sorridente, che ha delle soluzioni finali di tutto rispetto per i propri nemici. Durata 141 minuti. (Massaua, Ideal, Reposi, The Space, Uci anche in V.O.)

 

Neve nera – Drammatico. Regia di Martin Hodara, con Ricardo Darin e Laia Costa. Un uomo ucciso durante una battuta di caccia, della morte è ritenuto responsabile il fratello, i fatti rivissuti alcuni anni dopo quando, alla morte del capofamiglia, si deve parlare di eredità. Durata 90 minuti. (Classico)

 

Noi siamo tutto – Commedia drammatica. Regia di Stella Meghie, con Nick Robinson e Amanda Stenberg. Al romanzo si è già appassionato un numero enorme di persone, ora sullo schermo l’incontro tra la diciottenne Maddy, che una malattia tiene rinchiusa tra le pareti della sua casa, impossibilitata ad avere alcun rapporto esterno, e il suo nuovo vicino Olly. Durata 96 minuti. (Massaua, Ideal, Reposi, The Space, Uci)

 

The Teacher – Commedia. Regia di Jan Hrebejk, con Zuzana Maurery. Tratto da una storia vera. Maria, vedova di un ufficiale, è un’insegnante nella Bratislava del 1983 con metodi e idee tutti propri circa l’insegnamento. Non appena i nuovi alunni arrivano in aula, ecco che le prime fare un’unica domanda: “Che mestiere fa tuo padre” ed ecco che ai più “sostanziosi” inizia a chiedere aiuti e interessamenti di vario tipo. Per quelli che non hanno nulla da offrire, è una lunga sequela di votazioni non proprio eccellenti e discriminazioni. Ma a qualche genitore quel metodo non va assolutamente bene. Durata 102 minuti. (Due Giardini sala Nirvana)

 

Un profilo per due – Commedia. Regia di Stéphane Robelin, con Pierre Richard e Yaniss Lespert. Pierre è un vedovo ottantenne, chiuso nella solitudine della sua casa, il ricordo perennemente rivolto alla moglie scomparsa. All’improvviso, a farlo risorgere alla vita ci pensa Alex, il fidanzato della figlia, che lo inizia simpaticamente alla navigazione in rete. E qui il vegliardo incontra Flora che lo vorrebbe incontrare: ma se Pierre ha creato un profilo giovane, vorrà Alex ancora aiutarlo nella nuova avventura? Durata 100 minuti. (Nazionale sala 1)

 

Valerian e la città dei mille pianeti – Fantascienza. Regia di Lui Besson, con Dane DeHaan e Cara Delevingne. Una storia che vediamo soltanto oggi sugli schermi ma alla quale l’autore di “Nikita” pensava da almeno due decenni. In un lontanissimo futuro, Valerian e Loreline sono incaricati di una missione presso Alpha, metropoli immersa negli spazi galattici. Creature dai lunghi arti, con contorno di cattivi di vario genere e mostri famelici. Tecniche di ultimissima generazione, musiche assordanti, scenografie pronte a infiammare ogni immaginazione. Durata 140 minuti. (Massaua, Greenwich sala 1, Reposi, The Space in 3D e in V.O., Uci anche in 3D)

 

Al Lingotto il festival del Lavoro

Dal 28 al 30 settembre 2017 la città di Torino sarà al centro delle riflessioni sul lavoro e il futuro del Paese in occasione della VIII edizione del Festival del Lavoro, la manifestazione organizzata dai Consulenti del Lavoro divenuta ormai centrale nel dibattito nazionale sui temi economici, lavoristici, fiscali e sociali. La tre giorni, in programma al Lingotto Fiere, avrà come filo conduttore il “lavoro 4.0” e le sue trasformazioni sulla società e vedrà presentare con l’hashtag #TUTTIALLAVORO la “ricetta” della Categoria per l’occupazione di domani, in linea con le riflessioni del G7 Lavoro che si terrà alla Reggia di Venaria Reale. Numerose le occasioni di dibattito e confronto che animeranno il Festival e che vedranno autorevoli rappresentanti del panorama istituzionale, politico, imprenditoriale e sindacale interloquire con i Consulenti del Lavoro sulle riforme importanti per il Paese. Tra gli ospiti in calendario: i due vicepresidenti della Camera dei Deputati, Simone Baldelli e Luigi Di Maio, il sottosegretario al Ministero del Lavoro, Luigi Bobba, il presidente INPS, Tito Boeri, i presidenti delle Commissioni Lavoro della Camera e del Senato, Cesare Damiano e Maurizio Sacconi, il presidente ANPAL, Maurizio Del Conte, il consigliere economico alla Presidenza del Consiglio, Marco Leonardi, il direttore dell’Ispettorato nazionale del lavoro, Paolo Pennesi, il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti, il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, il presidente INAPP, Stefano Sacchi e tanti altri. I temi affrontati durante la tre giorni così come tutte le informazioni sul Festival sono disponibili sul sito www.festivaldellavoro.it e su “Festival del Lavoro”: l’App ufficiale della kermesse scaricabile da App Store e Play Store. La conferenza stampa di presentazione dell’evento si terrà il 27 settembre alle ore 11.00 presso la Sala delle Colonne del Comune di Torino  in Piazza Palazzo di Città n.1 alla presenza del Sindaco di Torino, Chiara Appendino, del Presidente della Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro, Rosario De Luca, della Presidente del Consiglio provinciale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro di Torino, Luisella Fassino e dell’Assessore al Lavoro del Comune di Torino, Alberto Sacco.

Il Derby della Mole: Juventus vs. Torino 4-0. Bianconeri troppo forti, ma il Toro…

/

Tutte le foto su www.fotoegrafico.net

di Claudio Benedetto

Davvero senza storia, Juve troppo forte per il Toro, e questo si sapeva già! Se però poi, caro Toro, te la vai pure a cercare… i granata si presentano infatti allo Stadium con soli due centrocampisti e col modulo tutto a trazione anteriore, praticamente lo stesso messo in campo dai bianconeri ma, diciamo, con un impatto alquanto differente. Poi, come se non bastasse, al 24′ minuto arriva pure la follia di Baselli che, già ammonito, fa un’entrata tanto assurda quanto inutile su Pijanic e si fa buttare fuori. Granata che rimangono in 10 contro 11 e Juve che, già in vantaggio grazie a Dybala, di lì in poi comincia davvero a passeggiare senza rischiare più nulla, anzi… bisogna ringraziare Sirigu portiere dei granata e sicuramente migliore in campo se la goleada finale non si è drammaticamente trasformata in una vera e propria disfatta.

***

Comunque ecco la cronaca: Juve si presenta in campo senza Higuain, con Cuadrado e Douglas Costa ali molto larghe e Dybala in mezzo ad inventare, Pjanić di nuovo in regia. Il Toro invece ribatte, come già detto, con i soli Baselli e Rincon a centrocampo a cercare di sorreggere l’attacco a quattro punte di Mihailovic. Juve fin da subito molto concentrata, agguerrita e vivace; Toro invece incredibilmente frastornato, assente, infilato più volte in velocità soprattutto da Cuadrado e Douglas Costa.Azioni pericolose al 6′, al 12′ e gol al 16′: Baselli e Rincon, davvero fuori fase ma forse non per colpa solo loro, combinano un mezzo guaio a centrocampo, Pjanic ne approfitta e lancia Dybala che dal limite infila di precisione un esterefatto Sirigu, 1-0.

***

Al 24’ la già ricordata espulsione di Baselli e al 40′ il gol di Pjanic in pratica chiudono, se ci fosse stato qualche dubbio, la partita. All’intervallo 2-0 per i padroni di casa, ma soprattutto una notevole supremazia tecnica e territoriale. Nella ripresa la Juve dilaga, la porta di Sirigu diventa il bersaglio preferito un po’ da tutti e il portiere granata sale sugli scudi evitando davvero che il punteggio possa diventare devastante. Alla fine le parate decisive saranno almeno cinque (in particolare su Bernardeschi, Benatia e Mandzukic) e i tiri in porta dei bianconeri almeno una dozzina! La Juve va ancora in gol con Alex Sandro e, di nuovo, con Dybala che nel frattempo aveva anche provato a sorprendere e deliziare tutti con una spettacolare rovesciata, ma sarebbe stato davvero troppo!

***

Toro che esce dallo Stadium con le ossa rotte, un 4-0 molto pesante che non ha scusanti, anche per via delle forti parole che in settimana il suo allenatore aveva lanciato contro gli avversari… forse un po’ più di moderazione non farebbe male e, visto il risultato molto influenzato dalle sue spregiudicate scelte tattiche, anche un po’ meno di presunzione! La Juve invece supera un ostacolo che poteva essere pericoloso e, dopo sei partite, continua a comandare la classifica a punteggio pieno insieme al Napoli. Ora però… rotta sulla Champion’s, dove c’è tanto da riscattare dopo la brutta sconfitta di Barcellona, mercoledì arrivano i greci dell’Olympiakos e non si può proprio più sbagliare, servirà davvero una buona Juve!

.

TUTTE LE FOTO DI CLAUDIO BENEDETTO SU WWW.FOTOEGRAFICO.NET

Linea di confine. Spigolature di vita e storie torinesi

di Pier Franco Quaglieni

Settembre, andiamo… – Aldo Garosci combattente per la libertà – La decadenza di Torino – Il 9 politico

 

***

Settembre, andiamo… 
Chiara Boriosi ha scritto questo pensiero carico di sentimenti, per dirla con un’espressione di  Giovanni Gentile :

“Settembre ferisce con dolcezza e insegna la malinconia.
Gioca con la luce e intanto la toglie, un po’ per volta, con crudele precisione.
Non è l’Aprile bambino né il Luglio della giovinezza smemorata
È il tempo che sfuma e non torna. E puoi capirlo solo quando sei stato toccato dalla grazia delle rughe e del rimpianto”.
.
Pensieri, parole , immagini, ricordi che evocano un settembre dei sentimenti ,non un settembre un  po’ scontato di uve, vendemmie, castagne, come accade nel nostro Piemonte. Chiara è toscana, ha in mente Carducci e D’Annunzio,forse anche Pascoli. Ricorda la sua vita di adolescente  in splendidi racconti  che meritano di essere pubblicati. Io ricordo  certi periodi del passato, quando, a settembre, passeggiavo in attesa della scuola sotto i portici di Torino  e sovente c’erano  le prime piogge d’autunno. Sentivo la malinconia dell’estate finita, in attesa della riapertura il 1° ottobre della scuola, solo in poche occasioni vissuta come desiderio di apprendere cose nuove: il mio liceo non mi attraeva aff atto e a volte mi angosciava . In altri periodi successivi  ho voluto godere  nel mese di settembre ,in modo avido e spensierato, la gioia  del sole, del mare, della luce di Alassio. Fino a metà ottobre, quando la spiaggia era già deserta .O andando a Capri dove oltre al Premio Malaparte, c’era un mare straordinario ,direi unico ,che mi intrigava  più del Premio. In spiaggia signore dell’alta borghesia napoletana e da Luigi ai Faraglioni gli spaghetti Umma Umma. Spesso settembre coincideva con  la fine degli amori estivi, tanto incendiari, quanto destinati a svanire. Alcuni lasciavano ricordi non destinati  dissiparsi con i primi freddi , ai quali, a volte, penso con una qualche  nostalgia anche oggi e mi domando che fine abbiano fatto le ragazze amate allora. Un po’ come faceva Gozzano.

***

Aldo Garosci combattente per la libertà 

E’ uscito dall’editore Angeli il saggio di Daniele Pipitone “Alla ricerca della libertà- Vita di Aldo Garosci”(38 euro).Esso si inserisce nella collana dell’Istoreto “Giorgio Agosti” diretto da Luciano Boccalatte che dà un costante ed apprezzabile  apporto di equilibrio storiografico al lavoro storico dell’Istituto davvero aperto a temi e argomenti non pensabili in passato. Una biografia di Garosci era quanto si auspicava da anni, essendo il centenario della nascita di Aldo nel 2007 passato senza il benché minimo ricordo a Torino o altrove. Si tratta di una biografia importante e completa in cui si rivelano le qualità storiche del giovane studioso  torinese già noto per i suoi studi sul socialismo democratico del 2013. Soprattutto si ha la possibilità di conoscere da vicino episodi della vita di questo straordinario  storico, politico e giornalista, unica nel ‘900, con la  sua caratura intellettuale, il suo anticonformismo ,il suo amore per la libertà: dal coraggioso antifascismo giovanile,all’esilio in Francia, alla guerra di Spagna, alla Resistenza a Roma. Ma la biografia affronta anche altri temi: il ’68,il terrorismo, l’illusione dell’unificazione socialista, l’impegno nel PSDI di Saragat, la battaglia per Israele, contro l’antisemitismo e la persecuzione degli Ebrei in Russia, il distacco dall’impegno politico dovuta al profonda delusione di fronte al fatto  che l’Italia della fine degli Anni 70 avesse imboccato strade che Aldo non poteva condividere, in primis il compromesso storico. Garosci fu un socialista liberale alla maniera di Rosselli, antitotalitario a 360 ° e quindi naturaliter antifascista e anticomunista.Quest’ultimo aspetto della sua battaglia non venne compreso da chi vedeva il pericolo per la democrazia solo a destra. Appaiono anche scorci di vita  della sua compagna Irene Numberg con cui Aldo condivise amore e impegno civile. Il libro appena uscito  è importante. Dovrei lamentarmi che non citi certi libri, tra cui alcuni dei miei, che sarebbero stati utili all’autore  per comprendere maggiormente  le scelte di Garosci,ma non lo faccio perché essersi lui dedicato ad Aldo è per me è di per sé  di troppa soddisfazione. Leggendo avidamente il libro, mi sono reso conto di essere il più garosciano della generazione dei suoi allievi. Ho condiviso sempre le sue analisi sul ’68,sugli anni di piombo, sulla viltà degli intellettuali italiani nella loro fuga verso il comunismo alla ricerca di posti nelle università,nei giornali,nelle case editrici. Aldo ci ha insegnato con l’esempio cosa significhi l’indipendenza morale e intellettuale.Per questo motivo,più di ogni altro,resta un Maestro.

***

La decadenza di Torino 

Di ritorno dalla Biblioteca nazionale universitaria dove ho combinato per il 2 dicembre un concerto per Carlo Casalegno nel quarantennale del suo martirio, tenuto dal violinista Massimo Coco ,figlio del procuratore generale di Genova  Francesco Coco vittima delle BR come Casalegno, ho passeggiato un po’ per la città, cosa che non riesco a fare di frequente per i continui impegni fuori Torino che, per altro, mi consentono di sopravvivere in una città asfittica e morta com’è quella attuale. In piazza Carlo Alberto ho notato un furgone- bar della Punt e Mes-sicuramente prodotto tipico torinese-  con cartelloni e musica che stonavano totalmente in quella piazza aulica. Mi sono fermato, come mi piaceva un tempo, in piazza Carignano da Pepino per mangiare un gelato e contemplare Palazzo Carignano. Con mia somma sorpresa ho notato che le sue storiche specialità non ci sono più: né il pezzo duro né lo spumone. Si è salvato l’affogato che è  però ormai un gelato molto comune ovunque. L’industrializzazione alimentare ha mietuto un’altra vittima. Com’era diverso quando il laboratorio di Pepino era in via Verdi! In piazza san Carlo noto crocchi di arzilli vecchietti che occupano le panchine. E’ bello che tutti possano godere del salotto di Torino, ma se poi vedo gli accattoni  in piazza e in via Roma mi sorge qualche perplessità. Di notte i portici diventano dormitorio, ma di giorno, nel cuore di Torino, questo accattonaggio non è accettabile. Passino i suonatori ambulanti che pure danno un tono strapaesano ad una città nota in passato per la sua eleganza regale, ma una regolata è necessaria. P.A.I.S.S.A è chiuso da anni e le sue vetrine sono utilizzate per pubblicizzare un formaggio. Ricordo che un grande magazzino di prelibatezze alimentari a Vienna veniva chiamato dall’ambasciatore italiano il P.A.I.S.S.A. austriaco. Certamente ha dovuto chiudere anche per i prezzi insostenibili degli affitti . Olympic (dove si vestiva un tempo l’intera mia famiglia ) si è trasformato ,vendendo abiti sportivi, come anche il negozio che fu di Ruffatti. Ritrovi torinesi di eleganza che non ci sono più. In parte sopravvive solo Emmerson in via Cesare Battisti. Nostalgie del passato ? Forse sì ,anche perché non vedo novità che mi attraggano. Forse il gelato Niva (ex Rivareno)  in piazza Vittorio e in Via Lagrange resta la novità recente più  eccezionale. Il gusto ricotta e fichi merita davvero attenzione. In via Lagrange, divenuta la via del passeggio, ha lasciato un vuoto incolmabile il negozio di pelletterie eleganti Laurence che aveva un stile inimitabile. Per trovare qualcosa di simile devo andare in via Condotti a Roma, ma non è la stessa cosa.

***

Il 9 politico

Il caso della professoressa del liceo scientifico di Varese che dava nove a tutti gli allievi perché non aveva finito il programma, suscita clamore mediatico. Forse verrà anche sanzionata penalmente da una condanna . Ma quanti casi simili ci sono stati a Torino in passato ? Non si trattava del 9 politico, ma di voti più modesti, ma altrettanto regalati. Io ricordo cosa avveniva in un liceo artistico torinese in cui volevano promuovere oves et boves,i capaci e i meritevoli,ma anche gli stupidi e i fannulloni. Persino gli assenteisti dei corsi serali che “avevano bisogno del pezzo di carta “. In un noto e  prestigioso liceo classico torinese un insegnante di matematica  che lavorava pochissimo, aveva la tendenza a regalare i voti, con piena soddisfazione di studenti e famiglie. Io ricordo anche i casi  di professori seri, preparati, ma non disposti a promuovere tutti, che furono oggetto di persecuzioni nel blasonato e oggi defunto  liceo “Segre”.I presidi facevano finta di non vedere e ,in un caso, il dirigente scolastico era effettivamente non vedente e lascio’ andare la scuola allo sbando. L’eterno’ 68 italiano giustifico ‘ mille illegalità e diecimila lassismi. Oggi la prof. di Varese e’ stata denunciata e rischia grosso, ma se avesse dato a tutti non 9 ,ma 7,nessuno avrebbe mosso un dito contro di lei.Anzi ,sarebbe stata considerata  una docente umana e comprensiva .Magari anche una docente democratica e aperta al nuovo che avanza.

***

LETTERE  scrivere a quaglieni@gmail.com

Piume al vento
Ho letto che domenica parla alla caserma Piave di Albenga  al raduno dei Bersaglieri “Sernaglia”.Io sono un suo lettore di Albenga. Ho apprezzato che lei si sia fatto iniziatore del ripristino del monumento al bersagliere (che Le invio in una rara fotografia scattata da mio zio) ad Albenga dopo che fu tanti anni nella Caserma. Davvero dopo la rotonda con la maxi  fionda  che non c’entra nulla con la storia della mia città ,sarebbe bello avere un po’ di  piume al vento che ci ricordi i giovani che prestavano servizio militare in città. Con loro era una città giovane e sicura. Oggi è solo piena di immigrati.
                                                                                                                    Calogero Aicardi
.

Grazie per la fotografia. Io vorrei che il monumento venisse rintracciato e riposizionato magari proprio in una rotonda. Saranno in tanti a preferire le fiamme cremisi alla fionda .La storia d’Italia  contro la preistoria? Ovviamente è una provocazione.                                                     pfq

 

La verità storica che disturba
Ho letto della discriminazione che ha subito per il suo articolo sul “Torinese” sulla bambina tredicenne seviziata e ammazzata dai partigiani comunisti. Come scritto il prof. Bertolo di Savona su FB ,forse non la meritano.
Umberta Delfino

.

Mi avevano invitato insistentemente a tenere una conferenza, poi all’improvviso con argomenti speciosi mi hanno chiesto “di fare un passo indietro” . Mi è sembrato incomprensibile. Per darmi un contentino mi hanno proposto di presentare in tempi successivi il mio ultimo libro. Ho ringraziato e ho rifiutato.                                                                                                                                  pfq

“Voci e Volti” ultima tappa

Ultimo appuntamento domenica 24 settembre con 432 Project al Castello di Moncalieri

La rassegna Voci e Volti si concluderà il 24 settembre, al termine di un “viaggio” tra arte e tradizione iniziato il 23 maggio . Un percorso che ha portato artisti internazionali della musica popolare in luoghi dall’alto valore culturale del territorio piemontese. Voci e Volti visiterà con gli spettatori, tra gli altri, il Castello di Moncalieri, il Castello di Masino, il Castello della Manta, l’Abbazia di Vezzolano, l’Abbazia di Santa Maria a Cavour, Infini.To Planetario, il Filatoio di Caraglio. Voci e Volti ha ospitato artisti provenienti da Finlandia, Senegal, Tunisia, Argentina, Brasile, Canada e da diverse regioni d’Italia. Sonorità, volti, etnie, simbolo ed espressione di tradizioni musicali molto diversi fra di loro hanno accompagnato il pubblico alla scoperta di luoghi non convenzionali. La rassegna è stata un successo. Tutto esaurito per la maggior parte delle date con una media di 150 spettatori a concerto.

La direzione artistica di Voci e Volti è affidata ai componenti dell’Orchestra Multietnica MOM che accompagneranno gli artisti ospiti durante l’intera rassegna. Il progetto nasce dall’esperienza pluriennale della Fondazione Dravelli in ambito interculturale.

I concerti sono tutti ad ingresso gratuito e si svolgeranno anche in caso di pioggia.

Domenica 24 settembre, ore 21.00

​ ***

432 Project​

Il Giardino delle Rose del Castello Reale, Piazza Baden Baden, 4 Moncalieri (TO)

Un appuntamento fra suono e immagini dove mondi apparentemente lontani come la WORLD MUSIC e L’ELETTRONICA MINIMALE, si uniscono perfettamente in un canto corale che diventa colonna sonora di una nuova narrazione.

432 PROJECT è ​l’ultimo atto della saga The magical Box , installazione video musicale di Gian Giacomo Parigini detto Giangi – musicista e pittore e Davide Sgorlon – musicista e videomaker.

​U​n progetto artistico musicale in 4 atti sviluppato appositamente per Voci e Volti – oltre il confine.