“L’arte di conservare il contemporaneo: servizi e punti di vista a confronto”. Il 6 giugno alle 21.00 incontro aperto al Circolo dei Lettori Con questo titolo l’innovativo servizio per l’arte “Project MARTA – Monitoring Art Archive” si presenta come organizzatore, al Circolo dei Lettori, di una serata divulgativa che si terrà di fronte al pubblico in Palazzo Graneri della Roccia, il prossimo 6 giugno alle ore 21

Relatori, oltre alla dott.ssa Benedetta Bodo di Albaretto, conservatrice dei beni culturali e fondatrice di Project MARTA, il prof. Francesco Poli, storico dell’arte, docente ed esperto del mercato dell’arte contemporanea, il dott. Antonio Rava, restauratore e docente specializzato in arte contemporanea e l’artista Giorgio Griffa. Dopo l’incontro del 15 marzo a Palazzo Bricherasio, in collaborazione con l’assicurazione per l’arte BROSEL s.p.a., rivolto specificatamente al mondo dei collezionisti, e la presentazione del progetto a Reggio Emilia, lo scorso 20 maggio, promossa dal laboratorio di restauro Vicolo Folletto, Project MARTA torna così alla sua vocazione principale di divulgazione e sensibilizzazione sulla tutela delle opere d’arte contemporanee, spesso di difficile gestione per quanto riguarda la movimentazione, la tutela e gli eventuali interventi manutentivi. Project MARTA – Monitoring Art Archive è infatti un servizio innovativo per la sua impostazione: si tratta di un archivio di schede tecniche sviluppate sulla base di un’intervista diretta all’artista, che accompagnano l’opera nei vari passaggi di proprietà in modo da rendere disponibile costantemente un identikit utile a tutti gli operatori del settore che possano entrarne in contatto. La scheda tecnica viene realizzata sulla base di uno studio specifico sulla linea artistica dell’autore, con un confronto diretto ed il reperimento di tutte le informazioni utili per realizzarne un’approfondita analisi, che viene ulteriormente ampliata con la collaborazione di specifiche figure specializzate in restauro e gestione dei materiali utilizzati, che hanno aderito al progetto in qualità di consulenti.
«La finalità di Project MARTA – dichiara la fondatrice Benedetta Bodo di Albaretto – è quella di rendere accessibile a tutti uno strumento snello ma completo di tutela delle opere nella propria collezione, che per molti sono anche un investimento. Una “best practice” standardizzata ma definita nello specifico sul singolo caso, che costituisce un valore aggiunto come documentazione di un’opera, redatto in un momento in cui non c’è un’emergenza manutentiva ed in cui, quindi, si può operare più serenamente e lucidamente». L’incontro al Circolo dei Lettori, inserito nel calendario del circolo di via Bogino 9, sarà il primo appuntamento principalmente divulgativo. «Abbiamo voluto – spiega Benedetta – che il servizio per realizzare la scheda tecnica fosse legato solo alla consapevolezza dei collezionisti della necessità di dare qualche regola e informazione in più nell’ambito dell’arte contemporanea, spesso molto “fluido”. Non abbiamo quindi stabilito una quotazione minima per gli artisti, o le opere, da prendere in analisi e stiamo portando avanti un discorso che speriamo possa divenire un punto di riferimento per l’intero settore: anche per questo motivo, , abbiamo reso disponibile a tutti un archivio di abstract delle schede vere e proprie, un riassunto delle interviste che svolgiamo con gli artisti “ripulito” di tutti i dati sensibili o eccessivamente tecnici, che rimangono invece a disposizione solo dei diretti interessati». L’invito a partecipare è quindi rivolto a tutti, non solo a collezionisti, galleristi o esperti nel settore.
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sede nel palazzo che ancora oggi lo ospita. Tra Cavour e Rattazzi anche in quelle sale nacque l’idea del famoso connubio tra “centro e sinistro ” che avrebbe dato al Parlamento subalpino una maggioranza stabile per dar vita al “decennio di preparazione “ sfociato nella II Guerra per l’indipendenza del 1859. Con l’accordo tra Cavour e Rattazzi venne sacrificata la carriera politica di d’Azeglio che,va ricordato,fu anche un grande pittore e in quanto tale partecipò alla vita del Circolo che seppe radunare i migliori artisti piemontesi e italiani.Sono 170 anni di storia che non rendono il Circolo l’istituzione aulica di un passato glorioso, ma lo rendono artefice vivo, direi unico e sempre attuale, della vita culturale subalpina ed italiana. Un classico, direi,perché non schiavo delle mode,ma fedele a valori che non passano con il tempo e restano i cardini di quella che Mario Soldati definiva la “civiltà” italiana e torinese. Non a caso, tra l’avvocato Tartaglino e chi scrive si è stabilita da tempo una simpatia umana,una collaborazione disinteressata e una consonanza di idee che profumano di libertà. Una parola importante più che mai oggi.
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