L’Ultimate Frisbee è una disciplina ai più sconosciuta, eppure vengono organizzati addirittura i Mondiali, che radunano migliaia di appassionati.
La leggenda metropolitana racconta che il Frisbee, sia nato da un gioco goliardico praticato da studenti universitari che dopo aver consumate delle torte, si lanciavano le teglie come dischi volanti. Pare poi che il nome Frisbee sia la distorsione del nome del pasticcere produttore delle famose prelibatezze mangiate dagli universitari. Verso la fine degli anni sessanta la disciplina prende corpo e si diffonde a macchia di leopardo, attualmente si pratica in 6 continenti e sono 62 i Paesi aderenti alla Federazione internazionale, che ogni 4 anni organizza i Mondiali. L’Ultimate Frisbee non è ancora considerato uno sport olimpico, ma ha tutti i presupposti per diventarlo, intanto è sempre presente ai World Games. In Italia si è diffuso da una ventina d’anni e la Nazionale è al nono posto nel ranking mondiale. Anche sotto la Mole si pratica da una decina d’anni, merito della BeeFree Ultimate che indossa i colori nero/gialli come l’ape simbolo della stessa, capitanata dalla trentenne Maria Yanina Palagio, che ci racconta regole e la storia del team torinese. “L’Ultimate Frisbee si pratica molto nel bolognese e nel riminese e, a Torino, per il momento ci siamo solo noi. Da quest’anno abbiamo circa una cinquantina di associati e due team maschili che militano in serie B e D, vorremmo creare anche un gruppo femminile, a livello nazionale esistono solo 10 formazioni. L’età media dei giocatori è di 23/24 anni, ci alleniamo due volte alla settimana il lunedì/giovedì dalle 21 alle 23 nel campo Robilant”. “L’Ultimate si pratica su un campo rettangolare che come dimensioni è la metà più o meno di quello da calcio 100×37 metri e si indossano scarpe da calcio o meglio ancora da football americano che hanno tacchetti più adatti, ma anche in palestra dove si utilizzano scarpe da basket e in spiaggia. E’ uno sport di scatti, salti, coordinazione e tuffi. Due squadre in campo 7 vs 7 e il “famoso” disco regolamentare di 175 grammi e con un diametro di 27,5 cm. La regola fondamentale è la mancanza di contatto fisico, il frisbee si può agguantare in volo e mai placcando, il giocatore non può correre e diventa il perno stesso. Altra regola fondamentale è la mancanza di un arbitro, lo spirito del gioco prevede l’autoarbitraggio e i giocatori devono conoscere perfettamente le regole e le dispute si risolvono sul momento, un sistema difficile da far capire agli italiani abituati al modus operandi del calcio. In pratica, per segnare un punto la squadra deve avanzare fino a raggiungere la meta avversaria, passandosi il disco senza correre”. La BeeFree Ultimate organizza anche corsi nelle scuole per promuovere la disciplina e ogni anno partecipa a Torino Street Style e il sogno nel cassetto è quello di formare un team in rosa. Chi vuole provare e perché no, fare parte della squadra giallo nera, può andare al campo Robilant o inviare una mail a ultimatetorino@gmail.com …e chissà che qualcuno non si appassioni allo sport, nato da una gara di vassoi…
Uisp Torino
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