La Boheme di Puccini 120 anni dopo

regio 2La regia è affidata a Alex Olle’, celebre regista de La Fura dels Baus

Apre la stagione 2016 -17 del Teatro Regio di Torino mercoledì 12 ottobre alle 20 la Boheme di Giacomo Puccini, che approdò a tre anni di distanza dalla Manon Lescaut, il primo febbraio del 1896, sul podio Arturo Toscanini. A dirigere la Boheme, a 120 anni dal suo debutto torinese, sarà il Direttore musicale del Regio Gianandrea Noseda, sul podio dell’ Orchestra e del Coro del Teatro Regio, affrontando la ricca partitura nel nuovo allestimento firmato dal regista de La Fura dels Baus, Alex Olle’. Per l’occasione gli Amici del Regio, associazione che dal 2012 affianca l’attività del Teatro con una serie di iniziative rivolte a mantenere la sua offerta culturale di alto livello, daranno un contributo alla realizzazione dello spettacolo.

” La Boheme – spiega Gianandrea Noseda – è un’opera difficilissima e pochi altri drammi del panorama italiano presentano questa complessità. Si tratta di una partitura lavorata in filigrana, capace di mettere in moto un perfetto meccanismo teatrale, perseguito con moltissimo acume. Più che un’opera tradizionalista, può essere definita “modernista”, capace di utilizzare un linguaggio profondamente novecentesco, con una velocità teatrale e emotiva serrata”.

Alex Olle’, uno dei sei registi de La Fura dels Baus, mette in scena per la prima volta quest’opera, che ambienta nella periferia contemporanea, metafora e matrice, secondo lui, del futuro. I luoghi malfamati e poveri scelti non sono gradevoli, ma autentici e in questa ambientazione la vita e l’arte, similmente a quanto accadeva nel Romanticismo, appartengono ai superstiti.

La realizzazione scenica dell’allestimento vanta il contributo di Alcantara, cui si devono parte delle scenografie e dei costumi. Nell’opera Mimi’ sarà interpretata dal soprano Irina Lungu, artista applaudita a livello internazionale che vanta con il Regio di Torino una stretta collaborazione artistica. Con il suo timbro lirico incarna perfettamente la fragilità e la poesia del personaggio pucciniano; accanto a lei il tenore Giorgio Berrugi interpreterà Rodolfo. Artista dalle notevoli doti vocali doti vocali e sceniche, Berrugi ha iniziato la sua carriera proprio come Rodolfo alla Fenice di Venezia, diventando in breve tempo uno dei tenori di riferimento del repertorio pucciniano. Musetta sarà il soprano Kelebogile Besong, giovane artista sudafricana, molto apprezzata da critica e pubblico per il suo talento e la sua tecnica, capaci di renderla adatta a un repertorio che spazia dalla musica barocca a quella contemporanea. A interpretare Marcello sarà il baritono Massino Cavalletti, cantante dal timbro caldo e generoso, mentre Colline avrà la voce di Aleksandr Vinogradov, uno dei migliori bassi della gloriosa scuola russa, artista molto richiesto da importanti direttori quali Zubin Metha, Daniel Barenboim e Valery Gergiev.

L’opera, su libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa, è tratta dalle “Scenes de la vie de Boheme” di Henri Munger. Sulla gestazione dell’opera i giornali dell’epoca raccontano le liti tra Puccini e Leoncavallo, la cui Boheme non entrò mai stabilmente in repertorio. Puccini visse personalmente una sua ” vie de Boheme” quando era studente a Milano e pativa freddo fame, riuscendo, quindi, a descrivere molto bene la vita dei quattro squattrinati protagonisti dell’opera. Grande fu il successo di pubblico del Boheme , minore il consenso da parte della critica, tanto da essere definita da Carlo Bersezio “l’errore di un momento” e da Carlo d’ Ormeville “un’opera mancata”. Questi giudizi sarebbero poi stati ampiamente contraddetti dal successo internazionale riscosso dall’opera.

Mara Martellotta

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