E’ in uscita presso l’editore Lampi di stampa una nuova edizione de “Il Capitano”, la storia di Filippo Maria Beltrami, noto architetto Milanese, e della moglie Giuliana Gadola. Nel 1943 lasciano il capoluogo lombardo e si trasferiscono con i figli nella casa di campagna della famiglia Beltrami, in un paese sopra al lago d’Orta. Qui è ambientata la storia raccolta in queste pagine e narrata a due voci. Una storia che ha un triste epilogo perché lo scenario è la guerra di Resistenza antinazista e antifascista: Filippo, divenuto comandante partigiano, morirà in un conflitto a fuoco insieme ad alcuni suoi compagni, a Mégolo in Val d’Ossola. Un’appendice, comprendente pagine di Gianni Rodari, Marziano Guglielminetti, Eugenio Montale, Piero Calamandrei, Mauro Begozzi e Cesare Pavese, arricchisce l’edizione del 1964, di cui il volume è fedele riproduzione. “La vicenda del capitano diventata subito una leggenda… È un libro che può essere letto in tanti modi e a tutte le età”, sottolinea Gianni Rodari. Cesare Pavese nel marzo del 1946, dopo aver letto “Il Capitano” scrive a Giuliana Gadola e, dopo averle ricordato la sua amicizia col giovanissimo Gaspare Pajetta, caduto a Mégolo al fianco di Beltrami, aggiunge: “Non voglio farle – né Lei aspetta – apprezzamenti letterari su questo libro, ma posso almeno dire, che è il primo di ispirazione partigiana, dove non s’acquatti la retorica…». Un libro importante, una storia vera sul riscatto degli italiani dalla vergogna del regime fascista.
Marco Travaglini
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