Dalle politiche tariffarie al lavoro per i più giovani, dal sostegno alla genitorialità all’integrazione delle famiglie immigrate, dal problema casa a quello della scuola, fino ai servizi di cura e alla disabilità. Sono alcuni dei punti su cui si fonda il manifesto programmatico che il Forum delle Associazioni Familiari del Piemonte invierà ai candidati sindaco dei 156 comuni piemontesi che andranno alle urne, richiedendo una promessa di impegno in almeno tre delle nove macro aree esposte, in caso di elezione.
Il Forum, infatti, vuole dare vita ad un’alleanza di amministratori che, oltre a risolvere importanti aspetti della vita cittadina, come il traffico e la viabilità, riportino la famiglia al centro della vita quotidiana, creando un ambiente favorevole intorno ad essa e impegnandosi attivamente nel fornire servizi sostenibili in termini di tempo, flessibilità e costo. Una richiesta che nasce dalla consapevolezza di come la famiglia sia un punto di riferimento imprescindibile per il buon funzionamento di tutte le istituzioni sociali, politiche, economiche, educative dell’intera comunità. Perché se una famiglia si sente protetta, può tornare a crescere.
“Le nostre richieste a favore della famiglia sono numerose – ammette Fabio Gallo, Presidente del Forum delle Associazioni Familiari del Piemonte – ma capiamo che sarebbe complicato riuscire ad ottenerle tutte assieme. Per questo chiediamo che i candidati ci restituiscano il nostro manifesto con evidenziati i tre ambiti a cui daranno la giusta priorità in caso di elezione. Sarà nostro compito controllare che le promesse vengano mantenute. Mai come oggi, infatti, la famiglia ha bisogno di sostegno e di cura da parte delle istituzioni, per continuare a svolgere quel ruolo di collante e di motore della Società, che da sempre le viene riconosciuto.”
Bastano alcuni numeri a evidenziare la crisi dell’istituzione familiare nella nostra regione. Secondo i dati Istat, il Piemonte ha una media inferiore a quella italiana per quanto riguarda i componenti per famiglia (2,18 rispetto alla media nazionale di 2,34 nel 2013, la diciottesima regione su venti in graduatoria) e per il tasso di natalità (8,1% nel 2013 rispetto a quella nazionale di 8,5%). La media è superiore, invece, per quanto riguarda il numero di divorzi (tasso di divorzialità dell’1,20 per mille nel 2012 contro lo 0,90 per mille nazionale, quarta regione su venti in graduatoria).
Una crisi che si ripercuote pericolosamente in uno stallo demografico. Sempre secondo l’Istat, infatti, in Piemonte si ha un decremento della popolazione pari al 2,2 per mille. La nostra è tra le regioni più “vecchie” d’Italia con un’età media di 46,1 anni (Italia: 44,4). In Piemonte il tasso di fecondità delle donne italiane è di 1,3 figli a testa, quelle straniere arrivano a 2,03, alzando la media complessiva regionale a 1,42. Anche l’età media delle donne al parto è in aumento: 32,3 anni per le italiane, 28,7 per le donne straniere (media 31,5).
“Delle buone pratiche politiche a favore della famiglia – conclude Fabio Gallo – potrebbero aiutare a invertire questa preoccupante tendenza”.
(Foto: il Torinese)
Leggi qui le ultime notizie: IL TORINESE