LA VERSIONE DI GIUSI / di Giusi La Ganga
Si realizza un paradosso: i due tradizionali bastioni filo-occidentali nel Medio Oriente sembrano conniventi con chi proclama la guerra santa proprio contro l’Occidente. Le potenze sciite, a cominciare dall’Iran, da sempre ostili, diventano “oggettivamente” meno ostili. E’ un bel guazzabuglio, che non si può affrontare se non con grande prudenza e realismo. Per l’Italia il ventilato impegno in Libia si preannuncia pieno di insidie
L’anno nuovo incomincia male, almeno per la situazione internazionale. L’esplodere del conflitto, da tempo latente, fra Iran e Arabia Saudita aggiunge nuove difficoltà alla già complessa vicenda siriana. Il progetto che le cancellerie occidentali da tempo stavano coltivando era quello di costruire una vasta coalizione di paesi islamici che concorressero, sul campo, a contrastare militarmente l’Isis, per ricostituire la piena sovranità di Siria e Iraq, attualmente di fatto privati di qualsiasi controllo di una vastissima porzione dei loro territori, in mano ai terroristi, intenzionati a realizzare una nuova istituzione statuale, il “Califfato”.
Il progetto aveva, agli occhi occidentali, due vantaggi: da un lato evitava, o quanto meno riduceva, la necessità di una presenza militare di terra di americani ed europei; dall’altro impegnava, in ambienti particolarmente ostili, truppe che per religione e lingua potevano operare meglio a contatto con le popolazioni. In questo modo il conflitto era con una devianza criminale e terroristica dell’Islam, a cui gli stessi mussulmani reagivano. Con l’impegno diretto di truppe occidentali invece il rischio era quello di accreditare lo schema, gradito ai terroristi, di una guerra santa contro il Grande Satana e i suoi alleati.
Adesso tutto si complica. La violenta contrapposizione fra sunniti e sciiti rende assai improbabile lo scenario di una vasta coalizione musulmana anti-Isis. Non solo. Le vicende ultime confermano quanto da tempo già molti sospettavano. La tiepidezza di paesi come la Turchia e l’Arabia Saudita nei confronti dei terroristi può essere intesa come un interesse ad usare costoro in funzione anti-sciita. Iran, Siria e Iraq hanno leadership sciite o assimilabili.
Si realizza quindi un paradosso: i due tradizionali bastioni filo-occidentali nel Medio Oriente sembrano conniventi con chi proclama la guerra santa proprio contro l’Occidente. Le potenze sciite, a cominciare dall’Iran, da sempre ostili, diventano “oggettivamente” meno ostili. E’ un bel guazzabuglio, che non si può affrontare se non con grande prudenza e realismo. Per l’Italia il ventilato impegno in Libia si preannuncia pieno di insidie.
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