Dicembre 2015- Pagina 5

Donna muore nello scontro frontale tra auto

carabinieri 332Viaggiava  a bordo di una vettura guidata dalla nuora

 

Una donna di 74 anni, di  Marentino è morta in uno scontro  frontale avvenuto a Chieri. Graziella Castellacci viaggiava  a bordo di una Fiat 600, guidata dalla nuora. Per cause ancora da accertare si è scontrata con una Chevrolet Kalos che viaggiava nel senso opposto. Tre  feriti, nessuno grave. Si tratta del  figlio dell’anziana e di due ragazzi che erano sulla Kalos. Le indagini sono affidate ai carabinieri.

Ortelius, le storie tra lago e monti di Giorgio Rava

RAVARAVA MOSTRORAVA FOTO17 racconti ambientati tra il lago d’Orta e le montagne circostanti, con molti personaggi curiosi e carichi di umanità

 

Ortelius, storie di lago e dintorni” di Giorgio Rava ( Edizioni FareNOTTE) si offre al lettore con 17 racconti ambientati tra il lago d’Orta e le montagne circostanti, con molti personaggi curiosi e carichi di umanità, in un personalissimo “mondo piccolo” tutto da scoprire. Rava, pittore e cuoco creativo oltre che poeta e narratore, come ricorda lo storico Cesare Bermani nella sua prefazione, utilizza questi racconti per comunicare “una gran voglia di godere la vita e il senso dell’humour che aiuta a farlo”.  Dal concepimento della piccola Guglielmina al Grand Hotel del Mottarone ( prima che il fuoco divorasse uno dei simboli della Belle Époque nella terra “tra i due laghi”) alla “luna di settembre”, dalle boccaccesche avventure dei coscritti del 1937 ne “La classe di ferro” ai ferrovieri omegnesi che sembrano usciti dalle descrizioni di Piero Chiara e così’ via, pagina dopo pagina. “Ortelius” è un percorso attraverso la vita vera,  profondamente popolare, con uno sguardo delicato, a volte divertito, sempre sensibile e incline a lasciar correre la fantasia. Rispetto alla prima edizione ci sono tre racconti in più: un omaggio alle ballerine nostrane, affascinate dal nuovo ritmo giunto a lambire le rive lacustri, un altro ai minatori dell’oro di Pestarena – località di Macugnaga, ai piedi della parete est del monte Rosa –  ispirato da una lapide posta su una parete della Chiesa di Pieve Vergonte, e infine un racconto prodotto dall’immaginazione sui nomi inusitati comparsi sulle “carte da morto” in Valle Strona. Un libro agile e godibile, da leggere a piccoli sorsi, come un bicchiere di buon Nebbiolo.

 

Marco Travaglini

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Marco Travaglini 

“I CAVALLI DIVENTINO ANIMALI D’AFFEZIONE”

L’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega Italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, rilancia le sue proposte sugli equidi, ufficializzate in progetti di legge,  a cominciare dal divieto di macellazione di cavalli, asini, muli 

 

BRAMBILLA CAVALLI“Bisogna metter fine all’ambiguità che circonda lo status giuridico degli equidi e dichiararli, senza se e senza ma, “animali d’affezione”. Da “Fieracavalli”, la principale rassegna del settore che si tiene ogni anno a Verona, l’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega Italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, rilancia le sue proposte sugli equidi, ufficializzate in progetti di legge,  a cominciare dal divieto di macellazione di cavalli, asini, muli e bardotti, nonché  i divieti di vendita e di consumo della loro carne su tutto il territorio nazionale, di importazione ed esportazione a fini alimentari.

 

Anche se i numeri parlano di un declino costante della macellazione (da 67.005 capi nel 2010 a 41.257 nel 2014), l’Italia resta uno dei principali  consumatori al mondo di carne equina, la maggior parte della quale importata. “Nei confronti  del cavallo – sottolinea l’ex ministro – l’uomo riesce davvero a dare il peggio di sè, tradendo un patto millenario che lo colloca da sempre al nostro fianco.  È giunto il momento di riconoscergli lo status di amico e compagno dell’uomo e conseguentemente vietarne la macellazione, lo sfruttamento in manifestazioni e spettacoli e l’utilizzazione in esperimenti scientifici”.

 

“Ormai – prosegue la parlamentare – sono familiari a tutti e ampiamente condivisi obiettivi come il rispetto della vita degli animali, la tutela dell’ambiente, la salvaguardia della salute. A maggiore ragione dopo che l’OMS ha ufficializzato quanto la scienza medica ripeteva da tempo sui danni che può produrre il consumo di carne rossa. Se poi i macelli fossero di vetro, credo che nessuno avrebbe più il coraggio di mangiare i nostri fratelli animali. E proprio perché tutte le scelte devono essere consapevoli, abbiamo preparato un video-verità sulle terribile condizioni in cui versano i cavalli nei macelli, visibile sul canale YouTube della Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente al link  https://youtu.be/lxQbAWtza9w. Chiediamo a tutti di diffonderlo”.

 

“La mia proposta  – aggiunge l’on. Brambilla – fissa criteri per la custodia e la cura degli equini, per evitare la detenzione in condizioni non adeguate, e istituisce un registro anagrafico degli equini presso le Asl che dia garanzia di tracciabilità e riconducibilità all’effettivo proprietario o possessore. Sono regolate le modalità di addestramento. Si aboliscono le aste di equini di proprietà delle Forze armate e di altri enti pubblici, che potranno essere affidati ad associazioni. Per gli equini anziani o malati sono previste convenzioni con strutture private o l’istituzione di veri e propri “pensionati”. Sono infine introdotte sanzioni per chi viola la legge ed è rafforzato l’istituto della confisca, indispensabile strumento di lotta soprattutto contro le corse clandestine”.

 

Link per scaricare il video: http://bit.ly/1WEZySn

A Natale un ricordo per Morris

MORRIS3MORRIS 1MORRIS2Quella notte la vita di Morris è stata spezzata e quella dalla sua famiglia e di tutti i suoi amici è stata sconvolta per sempre. Questo sarà il primo Natale senza di lui, senza quel sorriso tanto amato da chi lo conosceva e che ora tutti possono vedere impresso sui muri e per le strade della città


Sono trascorsi due mesi dal tragico incidente che, lo scorso 25 ottobre causò la tragica e prematura scomparsa del ventottenne Morris Divorziati. Da qualche settimana la famiglia del sorridente ragazzo di Ciriè, ha deciso di mantenere vivo il ricordo del giovane, affiggendo numerosi volantini lungo le vie di Torino, in modo che né Morris né l’assurda dinamica che ha portato alla sua drammatica morte vengano dimenticati.

 

Durante la notte del 25 ottobre 2015, poco dopo la mezzanotte, Morris e un suo amico stavano passeggiando lungo il marciapiede di via XX Settembre, nei pressi della sede INPS di Torino. Secondo la ricostruzione del nucleo infortuni della polizia municipale che si è occupata del caso, un’autovettura Fiat 500 nera, proveniente da via Arcivescovado, non avrebbe rispettato il segnale di “Stop” e il limite di velocità imposto in quel tratto di strada, causando così lo scontro con un taxi proveniente -anche lui a velocità sostenuta- da via XX Settembre. L’urto violento tra le due vetture avrebbe quindi causato il ribaltamento del taxi che purtroppo sarebbe finito per schiantarsi contro i due giovani: Morris è morto sul colpo, schiacciato dalle ruote dell’autovettura. Entrambi i conducenti delle due vetture -22 anni l’età del tassista e 18 anni l’età della ragazza che guidava l’altra macchina- sono usciti illesi dall’incidente, mentre il ragazzo che era insieme a Morris è rimasto ferito.

 

L’assurdità di questo incidente ha portato agli onori della cronaca la pericolosità del tratto di strada che incrocia via Arcivescovado e di cui si sono occupati, subito dopo l’incidente, sia il presidente della Circoscrizione 1, Massimo Guerrini, sia il responsabile del settore Mobilità del Comune di Torino, Fabrizio Voltolini. Per evitare che quell’incrocio sia ancora teatro di gravi incidenti, alla fine sembrerebbe essere stata trovata la soluzione di posizionare un attraversamento pedonale rialzato in via Arcivescovado, in modo da limitare il più possibile la velocità delle autovetture che vi transitano.

 

Quella notte la vita di Morris è stata spezzata e quella dalla sua famiglia e di tutti i suoi amici è stata sconvolta per sempre. Questo sarà il primo Natale senza di lui, senza quel sorriso tanto amato da chi lo conosceva e che ora tutti possono vedere impresso sui muri e per le strade della città.

 

La famiglia vuole giustizia o per lo meno chiarezza sulla vicenda, poiché come si può leggere anche dalle dichiarazioni presenti sul volantino, Morris non è morto per una semplice passeggiata. E’ morto per un segnale stradale non rispettato, per un limite di velocità ignorato e a causa di una involontaria ma terribile distrazione che lo ha portato via per sempre; è morto perché, come purtroppo a volte accade, si è trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato.

 

 (Foto: il Torinese)

Simona Pili Stella

Niente neve, il Piemonte chiede lo stato di emergenza

MONTAGNA PIEMONTEMaggiori risorse per le società danneggiate

 

Dice il consigliere regionale di Forza Italia, Gianluca Vignale: “La Regione ha approvato la nostra richiesta di chiedere al governo il riconoscimento dello stato d’emergenza per i danni subiti dalle società d’impianti di risalita derivanti dalla siccità e dall’inversione termica di queste settimane”. E’ stato infatti approvato un suo ordine del giorno in Consiglio regionale, che chiederà anche a province e Città Metropolitana di Torino maggiori risorse per le società danneggiate.

Trascorso il Natale si spera che si avverino i mille sogni appesi all'albero di Porta Nuova

ALBERO 1 NATALEALBERO 5 NATALEALBERO 6 NATALEALBERO 7 NATALEALBERO 3 NATALEALBERO 8 NATALE ALBERO 2 NATALEALBERO 7 NATALEE’ stato ribattezzato “l’albero dei desideri e della speranza”, poiché oltre alle luminarie e ai lustrini, questo gigantesco abete possiede quegli addobbi che lo rendono un po’ più speciale rispetto a tutti gli altri alberi: sistemati ad altezza uomo, vi sono i sogni, i desideri e le speranze dei torinesi e di tutti coloro che transitano per la stazione

 

Gianni Rodari una volta scrisse : “Se io fossi il mago del Natale farei spuntare un albero di Natale in ogni casa, in ogni appartamento dalle piastrelle del pavimento”. E anche quest’anno la città di Torino non ha voluto deludere le aspettative di grandi e piccini e ha deciso di immergersi completamente nello spirito e nella magia del Natale, allestendo non solo il grande e luminoso albero di piazza Castello, ma anche l’ormai famoso albero di Porta Nuova.

 

E’ stato ribattezzato “l’albero dei desideri e della speranza”, poiché oltre alle luminarie e ai lustrini, questo gigantesco abete possiede quegli addobbi che lo rendono un po’ più speciale rispetto a tutti gli altri alberi: sistemati ad altezza uomo, vi sono i sogni, i desideri e le speranze dei torinesi e di tutti coloro che transitano per la stazione della città. Non solo luci splendenti e palline colorate, ciò che lo rende realmente lucente e sontuoso, è la presenza di centinaia di lettere e di bigliettini sparsi tra i suoi rami. Fogli di carta grandi, piccoli, colorati o strappati da qualche quaderno; tutti diversi tra loro ma tutti contenenti un messaggio speciale. Sopra ogni pezzo di carta ci sono aspettative e piccoli racconti di vita di chi, nonostante la frenesia del periodo, ha sentito il bisogno di fermarsi qualche minuto per scrivere a quel “Babbo” a cui si finisce troppo presto di credere.

 

Niente mail, niente Twitter, nessun “social”, semplicemente un foglio e una penna che insieme raccontano le ambizioni, i sogni e le fantasie di chi, passando nell’atrio della stazione, di fronte all’entrata di piazza Carlo Felice, ha voluto in qualche modo lasciare un segno. Ed ecco tornare, come ogni anno, romantiche dichiarazioni d’amore, preghiere per quel tanto agognato diciotto di “Analisi, oppure richieste più generali come tanta fortuna, tanta felicità e tanti soldi. Non ci sono però solo messaggi d’amore o biglietti spiritosi, anche quest’anno, tra palline e luci colorate, vi sono nascoste le delusioni, le frustrazioni e le preoccupazioni di chi urla a gran voce ma molto spesso non viene sentito. Si percepisce la commozione e la solidarietà per i terribili fatti di Parigi, il dolore per chi, in questo momento, sta vivendo una sanguinosa e atroce guerra, ma soprattutto si percepisce il desiderio di non voler avere più paura di un mondo che è sempre più difficile da capire e comprendere.

 

In un Natale che si è portato sulle spalle il peso di molte ingiustizie e atrocità, “l’albero dei desideri e della speranza” rappresenta quella voglia di voler continuare a credere che forse, ciò che viene chiamato “magia del Natale”, esista davvero.

 

 (Foto: il Torinese)

Simona Pili Stella

Dalla Regola di San Benedetto alle Bio Abbazie

monaci abbaziaGARAU2IL MONDO DEL BIO / di Ignazio Garau *

 

il Monastero di Plankstetten (D), seguendo la Regola benedettina e scegliendo di “Ritornare alle origini”, ha deciso di convertirsi ai metodi dell’agricoltura biologica, tanto da essere oggi conosciuto come la “Bio Abbazia”

 

La “custodia del creato” e la tutela della “casa comune” che Papa Francesco con l’enciclica ” Laudato si’ “ ha posto in grande evidenza nei mesi appena trascorsi, stante anche la gravità della situazione a cui siamo giunti, sono stati oggetto di riflessione e di impegno da parte dei credenti nel corso della storia della Chiesa. L’emergenza clima e gli allarmi smog, che risuonano da Torino a Pechino anche in questi giorni prenatalizi, ci ricordano come sia urgente l’impegno di ciascuno di noi anche nei piccoli gesti quotidiani, con l’adozione di nuovi stili di vita più sobri e conviviali. Oggi vi racconterò brevemente la scelta di alcuni monasteri.

 

L’Enciclica di Papa Francesco ” Laudato si’ ” è stata rivolta a ogni persona che abita questo pianeta, con l’intento di aprire un dialogo con tutti riguardo alla conservazione della “nostra casa comune”. La lettera pastorale del Pontefice richiama San Francesco, di cui ha assunto il nome e il cui cantico dà il titolo all’Enciclica e la introduce «Laudato si, mi Signore, per sora nostra matre Terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba». Ma, come vi dicevo poc’anzi, non mancano nella storia della Chiesa altri esempi di Santi che hanno lasciato la loro testimonianza di attenzione e rispetto per la natura.

 

Il Santo di Assisi è sicuramente noto per il “Cantico delle creature” e il suo amore verso tutte le manifestazioni di vita (tutti ricorderete la predica agli uccelli o l’episodio del “lupo di Gubbio” che terrorizzava gli abitanti e fu ammansito dal Santo, tanto che “frate lupo vivette due anni in Agobio; ed entrava dimesticamente per le case, a uscio a uscio, sanza fare male a persona e senza esserne fatto a lui; e fu nutricato cortesemente dalla gente”).

 

Meno noto è il fatto che San Benedetto da Norcia (Norcia 480 circa – Montecassino, 21 marzo 547) fondatore dell’ordine dei Benedettini, nella sua Regola qualifica la vita monastica nel suo dovere di prendere in mano il “creato” e custodirlo per lo “scopo” per cui ci è stato dato: per la vita! E non solo conservarlo, ma anche trasformarlo continuando l’opera creatrice di Dio “con le mani dell’uomo” operanti per celebrare, appunto, il creato.

 

Si può affermare che i due santi, San Benedetto e San Francesco d’Assisi (che nacque “solo” nell’anno 1.181), rappresentano due modelli distinti, due approcci diversi al tema della “natura”.

I monaci del monastero di Monte Cassino, fondato da San Benedetto attorno al 529, seguendo la regola hanno imparato a gestire la terra mettendola a frutto e conservando la sua fertilità, diventando importanti centri spirituali, culturali ed economici in tutta Europa (e non solo). E’ conosciuto da tutti l’importante contributo dei monaci benedettini al prosciugamento delle paludi, allo sviluppo delle coltivazioni e dell’allevamento zootecnico, all’utilizzo dell’energia idraulica in tutta Europa.

San Benedetto e la sua tradizione rappresentano il momento ecologico della visione cristiana della natura.

San Francesco d’Assisi rappresenta, invece, l’aspetto della lode. Vedendo la bellezza e la grandiosità della natura, Francesco lodava il Signore e il suo «Cantico delle creature» è, appunto, un inno di lode.

 

La Regola benedettina ha stabilito l’autonomia di ogni monastero e il suo legame con il territorio in cui é insediato, così da prevedere una crescita e un progresso comuni, del convento e della regione circostante. Il motto “Ora et labora” (prega e lavora) sottolinea l’importanza che i Benedettini attribuiscono, oltre che alla vita contemplativa, anche al lavoro manuale. San Benedetto ha proposto uno stile di vita che incoraggia i monaci a rinunciare alle cose superflue e a accontentarsi di quello che il territorio nel quale vivono può offrire. L’agricoltura e l’artigianato godono della massima attenzione per garantire l’autosufficienza, ovvero l’indipendenza economica del Monastero.

 

Se un tempo praticare l’agricoltura significava garantire la conservazione dell’ambiente e delle sue risorse, oggi, con l’introduzione di modelli industriali anche per le produzioni dei campi, questo non è già scontato occorre compiere scelte precise se si vuole offrire una speranza di sopravivenza alla specie umana. L’agricoltura biologica è diventata, così, la scelta obbligata di chi vuole continuare a preoccuparsi della conservazione del creato.

 

Per questo il Monastero di Plankstetten (D), seguendo la Regola benedettina e scegliendo di “Ritornare alle origini”, ha deciso di convertirsi ai metodi dell’agricoltura biologica, tanto da essere oggi conosciuto come la “Bio Abbazia”.

Il Monastero è situato nel comune di Berching, al centro della Baviera, a circa 30 km da Norimberga, inserito in un territorio rurale che sta cercando un suo percorso di crescita sostenibile. Nell’Abbazia l’attività agricola (in prevalenza coltivazione di luppolo e cereali, che alimentano la produzione di un’ottima birra artigianale) è certificata secondo le regole dell’agricoltura biologica, così come l’allevamento del bestiame.

Sono stati creati dai monaci un hotel, un ristorante, un panificio per la produzione del pane e di prodotti di pasticceria, un laboratorio per la lavorazione della carne, oltre a un vero e proprio supermercato biologico, che serve il territorio e contribuisce alla valorizzazione dei prodotti della regione. Un vero e proprio villaggio autosufficiente, in cui non manca una fornita libreria con testi antichi, che offre ospitalità ai molti visitatori che stanno iniziando a frequentare il territorio, attirati dai percorsi ciclabili o dalla possibilità di tour nei corsi d’acqua collegati al canale Meno-Danubio (aperto nel 1992).

 

L’Abbazia è così ritornata a essere motore di sviluppo spirituale, culturale e anche economico per il territorio, seguendo le regole dell’agricoltura biologica. Il monastero di Plankstetten offre, attraverso il funzionamento del suo modello produttivo – economico, la dimostrazione che i cicli ecologici della produzione agricola e forestale, trasformazione e consumo dei prodotti, possono raggiungere la piena sostenibilità attraverso l’agricoltura biologica.

 

Ho visitato il Monastero qualche tempo fa, fermandomi a gustare i buoni piatti della cucina conventuale e senza negarmi un boccale dell’ottima birra artigianale. Ho poi fatto qualche acquisto nella loro bottega, che dispone di un’ampia selezione di vini biologici: assieme ai vini della regione anche quelli dei monaci del Monte Athos, distanti sul riconoscimento del primato del Vescovo di Roma, ma sicuramente vicini nella scelta di impegnarsi nella cura della casa comune.

 

Anche in Italia non mancano esperienze simili, come per esempio il Monastero di Siloe, collocato in un angolo ancora selvaggio della Maremma toscana, dove i monaci benedettini impegnano la loro giornata lavorativa nella coltivazione, tra le tante produzioni, di peperoncini, legumi cereali e altre erbe, seguendo le regole della biodinamica. Qui non siamo in un’antica Abbazia e le mura del convento sono state costruite secondo le norme della bioarchitettura.

 

Sul sito della Comunità si può leggere, a conferma dell’impegno per l’ambiente: “La Comunità di Siloe e il Centro Culturale San Benedetto hanno aderito ad una rete di centri per l’etica ambientale. Con la stesura di una “Carta di Intenti” si condivide l’esigenza di una azione congiunta, tesa a favorire, sostenere e promuovere la transizione ad una nuova modalità di presenza dell’uomo sul pianeta. Lo scopo è insomma la crescita di un nuovo umanesimo ecologico, che intrecci la custodia dell’ambiente con quella delle relazioni interumane e con un’attenzione forte per le generazioni future”.

 

Concludo questo racconto con le parole di Papa Francesco che nella sua Enciclica, riferendosi alla Terra, dice: “Siamo cresciuti pensando che eravamo suoi proprietari e dominatori, autorizzati a saccheggiarla … Dimentichiamo che noi stessi siamo terra (cfr Gen 2,7). Il nostro stesso corpo è costituito dagli elementi del pianeta, la sua aria è quella che ci dà il respiro e la sua acqua ci vivifica e ristora.”

 

* Presidente Italiabio

ciao@italiabio.net

 

 

Auguri da Orso, Babbo Natale con la coda

cane orsoAuguri di buone feste dal tenero Orso! I lettori non dimentichino che, spesso, i nostri amici con la coda sono molto più saggi, affidabili e sensibili di noi umani. La foto ci è stata inviata dalla lettrice T.G.

Natale con il Balletto di Mosca “La Classique”

Tra le migliori compagnie di danza classica a livello europeo, sinonimo di tradizione e serietà. Da 25 anni l’ensemble compie regolarmente tournée in Italia e per questo motivo vanta un pubblico affezionato e fedele

 

superga schiaccianoci teatro spettacoliAffascinante cartellone per Natale e S. Stefano al Teatro Superga di Nichelino: il Balletto di Mosca “La Classique” sarà in scena il 25 dicembre ore 19:30 con “Il Lago dei Cigni” e il 26 dicembre ore 21 con “Lo Schiaccianoci”. E’ la XXV tournée in Italia di una delle compagnie di balletto russo che propone ricostruzioni fedeli all’originale di Petipa e Ciaikovskj, riconosciuta dal Ministero della Cultura di Mosca.

 

 

«La nostra scelta è quella di mettere in scena balletti classici esattamente come apparirono nella loro produzione originale, quindi senza nessun tipo di adattamento alle situazioni moderne e al rinnovamento. D’altra parte il nome stesso della compagnia lascia intendere che ci atteniamo alla lunga e importante tradizione russa relativa alla danza classica. » Elik Melikov, Direttore Artistico del Balletto di Mosca “La Classique”

 

«Come sempre la ‘fila’ di un stupefacente disciplina, solisti sempre all’altezza delle situazioni (Nadejda Ivanova, la protagonista, ha sfoggiato ben ventiquattro fouettèes), con una professionalità inattaccabile … Da sottolineare, una volta ancora, la suggestività delle scene e la ricchezza dei costumi che caratterizzano gli spettacoli de “La Classique”. Successo caloroso, d’altra parte scontato, con frequenti applausi a scena aperta» Nicola Sbisà, La Gazzetta del Mezzogiorno – 16 dicembre 2012

 

Il Balletto di Mosca “La Classique” è tra le migliori compagnie di danza classica a livello europeo, sinonimo di tradizione e serietà. Da 25 anni l’ensemble compie regolarmente tournée in Italia e per questo motivo vanta un pubblico affezionato e fedele. La compagnia si pone come un baluardo della secolare tradizione della danse d’école, liberandola però dai ridondanti e obsoleti formalismi per riproporla rinnovata e adatta al pubblico odierno.

 superga cigni teatro spettacoli

L’inclinazione del pubblico odierno a mises en scène  dei grandi classici con caratteristiche stilistiche e sostanziali più moderne è stata perfettamente intesa da Elik Melikov, imprenditore e uomo di teatro che, nel 1990 dando i natali al Balletto di Mosca “La Classique” insieme a Nadeja Pavlova, ha portato avanti con successo la carriera di direttore artistico, contraddistinguendosi inoltre per l’organizzazione delle più importanti manifestazioni ufficiali della Città di Mosca.

 

Il Balletto di Mosca “La Classique” dal 1990 è costituito con il riconoscimento del Dipartimento della Cultura della Città di Mosca – Moskoncert. Tra le sue fila annovera circa cinquanta elementi di elevato talento provenienti da blasonate strutture come il Bolshoi di Mosca, il Kirov di San Pietroburgo, i Ballets Theatres di Kiev e Odessa.

 

Tra tutti i ballerini, provenienti dalle migliori accademie e scuole russe, spiccano la splendida étoile Nadeja Ivanova, ballerina affascinante per capacità interpretativa e padronanza tecnica, al Teatro Superga protagonista de Il Lago dei Cigni, e Ekaterina Shalyapina,  leggiadra e energica Clara ne Lo Schiaccianoci.

 

Il Balletto di Mosca “La Classique si è esibito in passato anche nei più prestigiosi teatri di Inghilterra, Francia, Austria, Norvegia, Israele, Thailandia, Taiwan, Cina, Giappone, Nuova Zelanda e Australia riscuotendo grande successo di pubblico e di critica.

L’ensemble ha in repertorio tutti i grandi capolavori del balletto dall’emozionante “Trilogia Čajkovskij” (Il Lago dei Cigni, Lo Schiaccianoci, La Bella Addormentata) a titoli meno noti ma di altrettanta bellezza Giselle, Cenerentola, La Bayadère, Paquita, Don Chisciotte e Coppelia. Ai balletti più celebri si aggiungono altri spettacolari allestimenti come La Vedova Allegra ispirato all’omonima operetta di Franz Lehar, Le Notti di Valpurga (scena danzata tratta dall’opera lirica Faust di Charles Gounod).

 

 

I Solisti del Balletto di Mosca “La Classique”

 

 

NADEJA IVANOVA

Nel 1991 entra nella rinomata Scuola di Danza dell’Opera di Perm e nel 1999 si diploma con lode. Lo stesso anno entra a far parte Teatro dell’Opera di Ekaterinburg ricoprendo il ruolo di solista. Nadeja nel 2003 si trasferisce a Mosca e diventa solista del Balletto Nazionale Russo diretto da Vladimir Moiseyev. A partire dal 2006 la Ivanova lavora con il Balletto di Mosca “La Classique”. Nel corso della sua carriera riceve importanti riconoscimenti: nel 1998 le vengono assegnati due prestigiosi premi, il diploma al “Prix de Lausanne” (Svizzera) e il Premio speciale “The Hope of Russia”, al 4° Concorso Internazionale di Balletto intitolato “Vaganova Prix” (San Pietroburgo, Russia). Inoltre ottiene il terzo premio, il premio delle Preferenze degli Spettatori e il premio Nina Ananiashvili al Concorso Internazionale di Balletto di Perm (Russia). Nel 2001 vince il secondo premio al Primo Concorso Internazionale dei giovani ballerini (Kazan, Russia). Dal 2006 è la prima ballerina del Balletto di Mosca “La Classique”. Il suo repertorio comprende i principali ruoli di tutti i balletti classici: la Principessa Aurora ne La Bella Addormentata, Svanilda in Coppelia, Giulietta in Romeo e Giulietta, Cenerentola in Cenerentola, Odette/Odile ne Il Lago dei Cigni, Kitri in Don Chisciotte, Clara in Lo Schiaccianoci, Giselle in Giselle.

Al Teatro Superga interpreterà Odette/Odile ne Il Lago dei Cigni.

 

EKATERINA SHALYAPINA

Ekaterina nel 2000 si diploma presso la Ulan-Ude Ballet School (la capitale della Buryatiya, Russia). Mentre è ancora studentessa nel 1999 inizia la sua carriera da solista nella Ulan – Ude Ulan – Ude State Academic Opera and Ballet Theatre dove rimane fino al 2002, quando si trasferisce a Mosca. Entra nel Balletto Nazionale Russ diretto da Vladimir Moiseev interpretando i ruoli principali. Tra i premi che si è aggiudicata il terzo Premio alla 7° edizione del All Russia Ballet Competition “Arabesk” (città di Perm, Russia). Nel settembre 2007 entra a far parte del Balletto di Mosca “La Classique” tra i solisti. Con questa compagnia partecipa alle tournée di successo all’estero, interpretando Il Lago dei Cigni, Lo Schiaccianoci, Romeo e Giulietta, Giselle, La Bella Addormentata, Cenerentola, Don Chisciotte. Al Teatro Superga interpreterà Clara ne Lo Schiaccianoci.

 

DMITRIY SMIRNOV

Diplomato nel 1993 alla scuola, celebre in tutto il mondo, del Balletto di Mosca. Come primo ballerino della rinomata compagnia di danza “La Classique” Dmitriy Smirnov appassiona gli amanti della danza dal 2002. Ha partecipato ai tour di grande successo e con cadenza regolare nel Regno Unito, Taiwan, Austria, Spagna, Francia, Italia. Il suo repertorio personale comprende i personaggi principali de Il Lago dei Cigni, Lo Schiaccianoci, Romeo e Giulietta, Paquita, Chopeniana, Giselle, La Bella Addormentata, Cenerentola, La BayadereAl Teatro Superga interpreterà Principe Siegfried ne Il Lago dei Cigni.

 

ALEXANDR TARASOV

Alexandr nasce nel 1989 a Kungur, nella regione di Perm. All’età di 11 anni entra in una delle più famose scuole di danza in Russia, la Scuola di Danza dell’Opera di Perm, dove si diploma nel 2007. Nello stesso anno a Mosca entra a far parte dei solisti del Balletto Russo sotto la direzione di Vyacheslav Gordeev . Da settembre 2010 il giovane e promettente ballerino fa parte dei primi ballerini del Balletto di Mosca “La Classique”. Durante la stagione passata ha partecipato con successo ai tour regolari della Compagnia in Regno Unito, Italia e Francia con l’esecuzione dei personaggi principali nei balletti Lo Schiaccianoci e Coppelia, La Bella Addormentata, Il Lago dei Cigni e GiselleAl Teatro Superga interpreterà il Principe Schiaccianoci ne Lo Schiaccianoci

 

Natale grigio nebbia: il tempo continua a favorire la cappa di inquinamento su Torino

NEBBIA3NEBBIA2NEBBIA1Venerdì 25 Dicembre: nebbia, temperatura minima 6°C, massima 8°C

 

Sarà un Natale caratterizzato da nebbia , qualche nube e temperature relativamente miti. Condizioni meteo che purtroppo favoriscono la presenza dello smog.  Superano i 100 microgrammi al metro cubo  le Pm10 in città. Si spera che il biglietto calmierato a 1,50 euro introdotto dal 26 al 29 per consentire l’uso dei mezzi pubblici a prezzo popolare per una giornata intera, incentivi l’impiego di tram e metrò, così da ridurre il traffico. L’allerta massima, il colore viola sta caratterizzando questi giorni In città, dove non piove da quasi due mesi e il tempo stabile e soleggiato favorirà il mantenimento della cappa di smog. Negli ultimi venti giorni le polveri sottili sospese nell’aria hanno sempre superato i limiti di legge. I giorni di sforamento nel 2015 sono stati oltre il doppio di quelli stabiliti dalla legge: 73 rispetto a un massimo di 35. Ecco il meteo di Natale e Santo Stefano.

 

Venerdì 25 Dicembre: nebbia, temperatura minima 6°C, massima 8°C. Probabile presenza di nebbia diffusa al mattino, molto nuvoloso o coperto al pomeriggio, banchi di nebbia di sera. Nella giornata temperatura massima di 8°C alle ore 15, la minima alle ore 8 sarà di 6°C. Venti deboli da Ovest-Sud-Ovest al mattino con intensità di circa 4km/h, assenti al pomeriggio, deboli da Ovest-Nord-Ovest alla sera con intensità di circa 3km/h. La visibilità più ridotta sarà alle ore 23, di 60m.

 

Sabato 26 Dicembre: probabile nebbia. Durante il giorno la temperatura massima sarà alle  15: 7°C, la minima 4°C alle ore 23. Venti deboli provenienti da Ovest-Sud-Ovest con intensità di circa 3km/h, deboli da Ovest di sera con intensità di circa 3km/h. La visibilità più ridotta alle ore 21 e sarà di 50m.

 

(Foto: il Torinese)