Settembre 2015- Pagina 21

Verona – Torino: le pagelle del "Torinese"

verona-torino 

Verona-Torino 2-2

Il Toro affronta il Verona al Bentegodi. Il primo tempo, come ormai da tradizione questa stagione, vede i Granata partire sulla difensiva. Il Verona spinge molto e verso la fine del primo tempo sfiora il vantaggio con un colpo di testa di Toni, ma Padelli salva tutto. Il secondo tempo parte in modo simile e al 4′ Jansson travolge Juanito in area e regala il rigore agli Scaligeri che Toni trasforma. Arrivato lo svantaggio gli uomini di Ventura si svegliano e trovano il pareggio con super-Baselli al quarto goal in quattro partite (Coppa Italia compresa). Il Verona però vuole vincere la sua prima patita in campionato e si porta nuovamente in vantaggio con Juanito che sfrutta bene il cross di Viviani su punizione e trafigge Padelli di testa. Il Toro inizia nuovamente a premere sull’acceleratore e pareggia con un bel goal al volo di Acquah. Primo pareggio stagionale per i Granata che domenica prossima ospiteranno la Sampdoria di Zenga in una sfida tra due delle squadre date per favorite nella corsa all’Europa League.

 

Padelli 6,5: nel primo tempo compie due interventi decisivi tenendo a galla i suoi.  Sui due goal subiti nel secondo tempo non ha colpe;

Bovo 7: schierato sul centro-destra per sostituire l’infortunato Maksimovic passa dopo pochi minuti sul centro-sinistra a causa dell’infortunio di Avelar. Sbaglia poco e innesca più di una volta con degli ottimi passaggi il compagno di fascia Molinaro. Un vero e proprio jolly difensivo;

Glik 6,5: la sua partita è una lotta continua con Toni, non un cliente facile, ma riesce a tenergli testa. Nel secondo tempo sfiora il goal sugli sviluppi di un calcio da fermo;

Molinaro 7: inizia da centrale, ma torna presto nel suo ruolo naturale per sostituire l’acciaccato Avelar. Corre in continuazione e il secondo goal del Toro parte da un suo cross smanacciato da Rafael;

Avelar n.g: esce al 16′ per infortunio( dal 16′ Jansson 5: sbaglia anche gli appoggi più semplici e con la sua irruenza regala il rigore del vantaggio al Verona. E’ giovane e con grandissime potenzialità, deve essere più concentrato e meno impulsivo);

Bruno Peres 6: la velocità di Souprayen rende le sue accellerazioni meno incisive del solito;

Obi 5: è appena tornato dall’infortunio e deve ritrovare la condizione, si vede poco e sbaglia tanti palloni( dal 51′ Acquah 7: cambia volto al centrocampo di Ventura, tante accellerazioni interessanti e il goal del 2-2 è una perla di precisione e freddezza);

Vives 6: tanto lavoro sporco per l’esperto centrocampista napoletano, manca di precisione quando c’è da impostare;

Baselli 7,5: si vede poco durante la partita dedicandosi più all’interdizione che al lavoro offensivo. Appena può si fa vedere davanti, segna e inventa. Un vero e proprio gioiello a disposizione del Toro;

Belotti 5,5: prima partita in granata per il giovane bergamasco. Si vede poco, ma è normale, deve infatti ancora entrare negli schemi della squadra (dal 58′ Maxi Lopez 6: aiuta la squadra ad alzare il baricentro tenendo bene tanti palloni);

Quagliarella 6,5: per gran parte della partita è il più attivo in attacco e sul goal dell’1-1 è decisivo il suo tiro respinto da Rafael che arriva sui piedi di Baselli;

All. Ventura 6,5: sette punti in tre partite sono tanti e fanno ben sperare per il resto della stagione. Rimane solo da capire il motivo per cui la squadra riesca a entrare in partita solo dopo essere andata in svantaggio, una costante in queste prime uscite stagionali.

 

Filippo Burdese

La Lega sogna la conquista di Torino. Cota: "Questa volta possiamo vincere la sinistra"

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fassino tvPiero Fassino ha lanciato un messaggio alla Festa dell’Unità, lasciando capire che la sua ricandidatura non è affatto scontata. Si tratta di tattica, certo, ma il Lungo non ha mai fatto mistero di vivere con insofferenza la faticosa esperienza di primo cittadino

 

Le elezioni Comunali  della primavera 2016 a Torino si avvicinano a passi da gigante. Piero Fassino ha lanciato un messaggio alla Festa dell’Unità, lasciando capire che la sua ricandidatura non è affatto scontata. Si tratta di tattica, certo, ma il Lungo non ha mai fatto mistero di vivere con insofferenza la faticosa esperienza di primo cittadino. Tutti gli addetti ai lavori sanno che la sua ambizione è più romana o internazionale che non sabauda. Fassino aspira da tempo ad un  prestigioso incarico più diplomatico che politico, magari in qualche importante organismo sovranazionale. Mentre il centrosinistra subalpino è preoccupato che ad un eventuale ballottaggio municipale i grillini possano scalzare gli eredi del Pci dal loro feudo di sempre, il centrodestra (la Lega, almeno) si fa sentire. E saranno proprio le vicissitudini municipali e il primo anno di governo di Chiamparino in Regione  i temi clou del dibattito politico alla festa del Carroccio, il 19 e 20 settembre al Parco della Tesoreria. “Torino – ha dichiarato l’ex governatore Roberto Cota, segretario della Lega Nord Piemont- può essere portata via alla sinistra. Noi dobbiamo far scattare la molla che fa diventare l’obiettivo di governo da potenziale a reale. Il candidato sindaco deve rispettare l’esigenza di rinnovamento rispetto alla vecchia politica”.

 

(Foto: il Torinese)

Riapre Palazzo Nuovo, era chiuso per la presenza di amianto

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Da lunedì 21 settembre saranno nuovamente  fruibili il piano terra e la biblioteca Tabacco

 

E’ rimasto chiuso “per amianto” per  cinque mesi  e ora riapre al pubblico universitario Palazzo Nuovo. La sede delle facoltà umanistiche dell’Ateneo torinese era chiusa dallo scorso 17 aprile per la presenza del pericoloso materiale. Da lunedì 21 settembre saranno nuovamente  accessibili il piano terra e la biblioteca Tabacco. La settimana dopo incominciano le lezioni del primo semestre. Le aule del primo piano saranno invece agibili entro il mese di ottobre. Fino ad allora  le lezioni saranno tenute in locali vicini a Palazzo Nuovo.
   

Massacra la moglie a coltellate per gelosia

carabinieri xx

E’ un marocchino di 40 anni ad aver ucciso la moglie, italiana di 47 anni

 

L’ha fatto per gelosia, sembra abbia detto ai carabinieri, anche se in casrma non è stato molto loquace. E’ un marocchino di 40 anni ad aver massacrato a coltellate la moglie, italiana di 47 anni, nella loro abitazione in via Novello, ad Asti. L’uomo, che non voleva che la moglie avesse un lavoro,  è stato arrestato dai carabinieri, dopo l’allarme dato da una vicina di casa che aveva sentito le urla della donna. Un nuovo drammatico fatto di cronaca nella città del palio, ancora scossa dall’omicidio della tabaccaia.

JUVENTUS PRIMO PUNTO, DYBLA SU RIGORE EVITA LA TERZA SCONFITTA

CHIEVO JUVEjuve stadium 

JUVENTUS-CHIEVO VERONA 1-1

 

RETI: 5’ Hetemaj (C), 37’ st rig. Dybala (J)

JUVENTUS: Buffon, Caceres, Barzagli, Bonucci, Alex Sandro, Sturaro (20’ st Cuadrado), Marchisio (1’ st Pogba), Hernanes, Pereyra, Dybala, Morata (28’ st Mandzukic).

CHIEVO: Bizzarri, Frey, Gamberini (12’ st Dainelli), Cesar, Gobbi, Hetemaj, Castro, Birsa (28’ st Pepe), Rigoni, Meggiorini (21’ st Pinzi), Paloschi.

 

Con fatica e sofferenza arriva il primo punto per la Juventus. Finisce sul risultato di 1-1, l’anticipo serale della terza giornata di serie A, tra Chievo capolista, insieme alla Roma e alla Juventus che vede finalmente il primo punto. Hetemaj porta in vantaggio i gialloblu in meno di cinque minuti e Dybla regala la salvezza su rigore a pochi minuti dallo scadere.

 

Nel primo tempo arriva subito la doccia fredda per i padroni di casa, Hetemaj con un gran tiro di destro, da fuori area, indirizza palla nell’angolino in basso a destra e mette in vantaggio il Chievo. La Juventus subisce il colpo, stonata e confusa prova a reagire con Hernanes ma la conclusione non impegna più di tanto Bizzarri , poco dopo ci riprova Dybla ma spara alto. I gialloblu sempre ben organizzati, rispondono colpo su colpo, vogliono assicurarsi il risultato e Maggiorini dice la sua, provando una conclusione dalla lunga distanza, ma la palla termina sul fondo. Nella ripresa arriva la girandola delle sostituzioni bianconeri: Pogba per Marchisio, ma di nuovo il Chievo fa tremare la squadra di casa con Cesar, per fortuna arriva la paratona di Buffon che spinge il pallone sul palo.

 

Al 56’ suona la sveglia anche per la Juve con il legno preso da Pereyra, ma i gialloblu si mostrano ancora attivi e arriva anche il vantaggio, ma l’arbitro decide di annullare la rete di Cesar per un fallo in attacco su Bonucci. Tutto si gioca negli ultimi minuti, la partita cambia verso con l’ingresso Cuadrado al posto di Sturaro, tra i peggiori dei bianconeri, che va a creare grattacapi insieme ad Hernanes che di destro impegna seriamente Bizzarri costretto a spingere la palla nell’angolo, ma ancora nessuno riesce a passare dalla porta del Chievo. All’ 82’, fra le proteste degli ospiti, Guida concede il tiro dal dischetto alla squadra di Allegri, per un intervento di Cesar su Cuadrado: Dybla non perde l’occasione e congela il risultato sul’1-1.

 

Roberta Perna

Gravissima donna investita da treno a Ivrea

TRENO MILANO

Ora è ricoverata al Cto

 

Una ragazza cinese di 30 anni è stata investita da un treno alla stazione  di Ivrea. Ora la donna è ricoverata al Cto in gravissime condizioni. Secondo la Polizia, la giovane stava per raggiungere il terzo binario, ma non avendo utilizzato il sovrappasso ha deciso di attraversare i binari, quando un convoglio proveniente da Aosta l’ha travolta. Dopo l’incidente il traffico ferroviario verso Torino è stato interrotto.

 

(Foto: il Torinese)

LA STORIA DI KARIMA, MOLTE ANCORA LE DOMANDE: COSA NON HA FUNZIONATO?

karima

Sicuramente non si può e non si deve rimanere indifferenti di fronte al dolore di quattro figli, quattro minorenni, che si sono improvvisamente visti portare via i loro genitori. Nessuno condanna nessuno, ma in un periodo delicato e difficile come questo per quanto riguarda soprattutto il tema dell’immigrazione, forse sarebbe meglio prestare più attenzione e adoperarsi affinché situazioni di questo tipo non si ripresentino

 

Immaginatevi una donna, suo marito ed immaginate i loro quattro figli, tutti minorenni. Ora immaginate che la loro figlia di 16 anni venga molestata sessualmente da uno sconosciuto e che quindi entrambi i genitori, sconvolti, decidano di denunciare l’accaduto alle forze dell’ordine. Provate poi a pensare a come quella denuncia fatta per tutelare e difendere la propria figlia minorenne, possa rivelarsi una sorta di condanna per l’intera famiglia. Questo è quello che è successo a Karima, donna egiziana di 38 anni balzata nell’ultimo periodo agli onori della cronaca torinese, per aver bloccato in segno di protesta un tratto di strada di Corso Massimo D’azeglio. La protesta riguardante la decisione da parte delle autorità competenti, di condurre il marito Ahmed, al Cie di Torino (Centro di Identificazione ed Espulsione), è durata quasi due giorni, creando molti disagi alla viabilità del corso e suscitando non poche polemiche.

 

Riassumendo velocemente la vicenda, si può apprendere che il tutto sia scaturito dalla denuncia fatta dalla figlia di 16 anni per una tentata violenza sessuale da lei subita. Sembrerebbe che al momento di registrare la denuncia, gli agenti della questura di San Salvario, si siano accorti che il permesso di soggiorno di entrambi i coniugi fosse scaduto da molto tempo e che quindi la coppia vivesse irregolarmente in Italia. L’uomo viene immediatamente trattenuto in caserma e in seguito portato al Cie con la possibilità di essere rimpatriato, provvedimento che non può essere preso anche nei confronti di Karima per la presenza dei figli minori a suo carico. Dal quel momento comincia la protesta della donna che, insieme ai quattro figli minori, decide di sedersi in mezzo a Corso Massimo non permettendo così la normale viabilità (la Gtt è addirittura costretta a spostare gli autobus su via Nizza mentre la polizia municipale deve deviare il traffico su corso Moncalieri).

 

La protesta di Karima dura ben 17 ore, durante le quali cercano di intervenire i carabinieri e gli assistenti sociali (informati già da tempo insieme al comune di Torino della situazione di disagio economico ed abitativo in cui la famiglia di Karima versava), ma senza ottenere risultati. Solo l’intervento dell’assessore Ilda Curti e la promessa di vedere il marito fanno desistere la donna a continuare la protesta e riescono a convincerla ad andare in una casa famiglia insieme ai suoi bambini. Ma la tranquillità dura ben poco, Karima il giorno dopo abbandona insieme ai figli minori la casa famiglia e torna a rioccupare la strada di corso Massimo. Questa volta le autorità non si fanno attendere e dopo un paio d’ore giunge anche un’ambulanza che carica l’intera famiglia e la porta al Martini per fare accertamenti sulle loro condizioni di salute, in particolare sulle condizioni dei bambini più piccoli (ricordiamo che il figlio più piccolo non ha neanche 1 anno). Dopo diversi controlli che dimostrano il buono stato di salute dei bambini, viene nuovamente riproposta a Karima la possibilità di andare con i figli in una casa famiglia ma lei rifiuta categoricamente scontrandosi animatamente con un medico e con alcuni operatori sanitari. La donna viene così ricoverata nel reparto di salute mentale a causa del suo comportamento aggressivo, mentre i ragazzi vengono affidati (grazie all’intervento dei servizi sociali e del Tribunale dei Minori) ad una comunità protetta. A una settimana dopo dall’accaduto, il giudice del tribunale dei minore decide che i bambini resteranno in comunità finché la madre non sarà dichiarata stabile ed in grado di potersi prendere cura di loro.

 

Sono trascorsi quasi dieci giorni e nonostante i giornali non si siano più interessati della vicenda, la storia di Karima continua a far parlare e suscitare interesse nell’opinione pubblica. Tantissimi sono gli interrogativi e tanti sono i punti poco chiari di questa vicenda. Karima, suo marito e i loro figli erano rimasti senza casa e da luglio dormivano al Parco del Valentino (luogo in cui sarebbe avvenuta l’aggressione alla figlia). Pare che sia gli assistenti sociali che il comune di Torino fossero informati di tutta la situazione e qui subentrerebbero i primi quesiti: se le autorità competenti erano informate da tempo dell’intera situazione, come mai non sono stati presi prima dei provvedimenti, soprattutto per tutelare i minori? Gli assistenti sociali o comunque coloro che si interessavano al “caso” erano informati che i due coniugi vivevano in Italia irregolarmente? E soprattutto perché nessuno ha più menzionato la tentata aggressione sessuale subita dalla loro figlia di 16 anni? Una ragazzina di 16 anni denuncia un tentativo di aggressione sessuale da parte di uno sconosciuto e la notizia si perde nel nulla. Nessuno ne parla, nessuno si interessa di capire o sapere come stia quella ragazza, che alla fine della storia, si ritrova una madre ricoverata nel reparto di salute mentale e un padre che rischia l’espulsione.

 

In molti si sono “scagliati” contro le forze dell’ordine che hanno fermato Ahmed; fino a prova contraria la questura di San Salvario ha semplicemente fatto il suo lavoro. Ahmed aveva il permesso di soggiorno scaduto e quindi viveva in Italia irregolarmente. Controllarlo e portarlo a Cie è semplicemente il protocollo che si dovrebbe applicare in queste situazioni. Sicuramente si può capire il gesto disperato di una moglie e di una madre che in pochissimo tempo si ritrova con la vita (già non facile) completamente stravolta. Sicuramente non si può e non si deve rimanere indifferenti di fronte al dolore di quattro figli, quattro minorenni, che si sono improvvisamente visti portare via i loro genitori.

 

Nessuno condanna nessuno, ma in un periodo delicato e difficile come questo per quanto riguarda soprattutto il tema dell’immigrazione, forse sarebbe meglio prestare più attenzione e adoperarsi affinché situazioni di questo tipo non si ripresentino. Per il momento sappiamo che Ahmed (nonostante il decreto di espulsione già disposto dalla questura) si trova ancora al Cie di corso Brunelleschi, Karima è stata affidata al Servizio di salute mentale mentre i figli sono stati affidati alle cure di due case famiglia. Adesso la speranza degli assistenti sociali è che la donna possa pian piano riprendersi per tornare ad abbracciare i suoi bambini.

 

Simona Pili Stella

Operaio muore stritolato negli ingranaggi

soccorsi 118

 Il titolare della ditta è riuscito a liberarlo con  un muletto, ma purtroppo era già morto

 

Ancora una vittima sul lavoro, si tratta di un operaio di 37 anni di Ciriè, morto nella zona industriale a nord di Torino. Era un dipendente della Silea, azienda che si occupa di  sabbiature. Una morte tragica: è rimasto incastrato negli ingranaggi metallici di un macchinario. Il titolare della ditta è riuscito a liberarlo con  un muletto, ma purtroppo era già morto. Lo Spresal dell’Asl To1 sta indagando e ha informato il pm Guariniello. Sono intervenuti carabinieri, vigili del fuoco e 118.

Gran finale tutto torinese per il Torneo Caligaris

CALIGARIS TORINO CALCIO

toro juveARTUSI CUOCHIIl derby della Mole è stato riproposto all’ombra della torre civica di Santo Stefano. Ad imporsi è stata la Juventus che ha superato 3 – 0 il Torino. Le squadre  giovanili hanno potuto anche apprezzare la cucina dell’istituto alberghiero Artusi

 

E’ calato il sipario domenica allo stadio Natal Palli di Casale Monferrato sulla quarantesima edizione del Torneo internazionale giovani calciatori in memoria di Umberto Caligaris, terzino del Casale, della Juventus e della Nazionale di Vittorio Pozzo, di cui fu il portabandiera in occasione dei campionati mondiali del 1934. Inoltre il suo record di presenze in azzurro (59) è stato a lungo imbattuto. L’edizione del 2015, la prima dopo un vuoto durato 15 anni, realizzata grazie all’impegno ed alla passione dell’Asd Caligaris ha visto scendere in campo squadre piemontesi della categoria Esordienti e la ligure Sampdoria. Alla fine, dopo due giorni di intensi confronti sul campo, la finale è stata tutta torinese con il derby della Mole, riproposto all’ombra della torre civica di Santo Stefano. Ad imporsi è stata la Juventus che ha superato 3 – 0 il Torino. Identico 3 – 0 è stato inferto nella finale per il terzo e quarto posto dal Novara alla più blasonata Pro Vercelli nel derby tra due squadre che costituirono l’antico quadrilatero del calcio italiano (con Casale ed Alessandria a completarlo).

 

I due giorni di torneo hanno anche riproposto una autentica festa nella festa con la sfilata attraverso il centro della città delle squadre, delle majorettes e della banda musicale, evento che era sempre molto atteso nella Casale degli anni Sessanta e Settanta e che si era andato via via perdendo. Nei due giorni un ruolo importante l’ha avuto anche l’Istituto alberghiero Artusi di Casale che ha somministrato alle squadre ed ai loro accompagnatori i pranzi di sabato e domenica presso la sua struttura in corso Valentino 95, e ha effettuato il servizio di sabato sera in piazza Rattazzi, con la presenza degli allievi e coordinato dagli chef (e docenti dell’istituto) Paolo Pozzuolo e Luca Cullati, ottenendo apprezzamento da parte degli ospiti per il lavoro svolto . Nelle foto i ragazzi e ragazze dell’Istituto e le squadre in un momento meno calcistico e più gastronomico.”Sono soddisfatto dell’esito di questa manifestazione che abbiamo organizzato nell’arco di un mese e mezzo – dice Fabrizio Mandracchia, presidente dell’Asd Caligaris – e partiremo da subito, insieme con il Comune, per organizzare la prossima edizione avendo davanti un anno di tempo”.

 

Massimo Iaretti

 

In una galleria di carta tutti i “Santi, Beati e Venerabili di Casa Savoia”

SAVOIA COSTANZO

L’appendice è arricchita da due importanti documenti: l’omelia pronunciata il 25 gennaio 2014 dal cardinale Sepe per la beatificazione di Maria Cristina di Savoia e la liturgia per il giorno anniversario della sua scomparsa il 31 gennaio. Ma quello che colpisce è che l’opera, snella ma completa, non è stata portata a termine da un attempato ricercatore, bensì da un ragazzo che ha appena compiuto 13 anni

 

“Ho deciso di scrivere questa guida perché non volevo che figure e momenti della nostra storia continuassero a rimanere nell’oblio”. Così Giuseppe Costanzo espone la motivazione che l’ha portato a scrivere una breve, ma esaustiva guida su “Santi, Beati e Venerabili di Casa Savoia”.  In una galleria di carta, affrescata con ritocchi essenziali ma non pesanti nell’esposizione, l’autore ripercorre tutti gli uomini e le donne di Fede di una casata che ha legato, nel corso dei secoli, le sue sorti al Piemonte, prima, ed all’Italia, poi. L’ideale “percorso di visita” parte con la Beata Adelaide di Susa ed arriva alla Venerabile Maria Clotilde di Savoia – Bonaparte, la figlia prediletta del primo re d’Italia, Vittorio Emanuele II. L’appendice è arricchita da due importanti documenti: l’omelia pronunciata il 25 gennaio 2014 dal cardinale Sepe per la beatificazione di Maria Cristina di Savoia e la liturgia per il giorno anniversario della sua scomparsa il 31 gennaio. Ma quello che colpisce è che l’opera, snella ma completa, non è stata portata a termine da un attempato ricercatore, bensì da un ragazzo che ha appena compiuto 13 anni, Giuseppe Costanzo. Giuseppe è casalese, è figlio di Alberto e Manuela, entrambi avvocati, ma ha una precoce passione per la storia e in particolare per quanto riguarda il culto dei santi e della reliquie, arricchito da confronti con don Claudio Cipriani, canonico del capitolo del Duomo di Casale, esperto in questo ambito. E sulla materia Giuseppe  ha le idee chiare se scrive che “Visitando musei in Italia e all’estero ho visto un quadro che rappresentava San Giovanni Nepomuceno nel quale era stato identificato il Beato Amedeo IX ed un altro che rappresentava San Luigi IX nel quale era stato identificato ancora il Beato Amedeo IX”.

 

Massimo Iaretti