Per la prima volta un’azienda ospedaliera mette a disposizione dei bambini che vogliono “giocare” con il loro cane un’area recintata e attrezzata
“Una splendida idea, un vero regalo per tutti i piccoli malati del Fatebenefratelli”. Così l’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente della commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, commenta l’iniziativa “Ci vuole un amico”, che consentirà ai pazienti ricoverati nel reparto pediatrico dell’ospedale milanese di avere uno spazio per interagire con i propri animali domestici e di usufruire (in convenzione con Frida’s Friends onlus) di un servizio di pet therapy. Per la prima volta un’azienda ospedaliera mette a disposizione dei bambini che vogliono “giocare” con il loro cane un’area recintata e attrezzata, di 6 metri per 2, con tappeto di erba artificiale lavabile, mangiatoia in acciaio per cibo ed acqua, doccetta per la pulizia, paletta e contenitore per le deiezioni. Non un locale di ricovero, dunque, ma un vero e proprio “spazio per il gioco” nel giardino antistante la Casa Pediatrica, dove il piccolo paziente potrà recuperare una parte della sua “normalità” quotidiana con l’amico a quattro zampe. Il tutto nel pieno rispetto della sicurezza e delle basilari norme di igiene.
Il Prof. Luca Bernanrdo, direttore del Dipartimento Materno Infantile dell’Ospedale Fatebenefratelli e promotore del progetto, ha sottolineato come questa iniziativa sia “un ulteriore passo avanti, a dimostrazione che sanità significa qualità ed attenzione alla persona e alle sue esigenze. I nostri pazienti arrivano non solo da Milano o dalla Lombardia ma da tutta Italia e perfino dall’Europa. Portare i propri animali in ospedale vuol dire evitare che il legame affettivo si interrompa con la terapia o il muro dell’ospedale. Grazie alla collaborazione con l’associazione frida’s friends metteremo in campo dei progetti di pet therapy per i pazienti che hanno problemi comportamentali e neurologici.””Non per caso – spiega L’on. Michela Vittoria Brambilla – parlo di “regalo”. E’ ormai riconosciuto che il contatto e l’interazione con gli animali domestici generano benessere e migliorano la qualità della vita delle persone, sia dal punto di vista fisico che da quello psicologico. Dopo l’esperienza di Levinson negli anni Cinquanta, si è diffuso in tutto il mondo l’apprezzamento per le potenzialità terapeutiche dell’antichissima relazione uomo-cane, sia nelle forme più semplici che nella pet therapy vera e propria. Studi e conferme si sono moltiplicati soprattutto per quanto riguarda i bambini, che dall’interazione con gli animali traggono benefici di vario genere, psicologici, per il rafforzamento del sistema immunitario e in generale per una crescita armoniosa. L’empatia, infatti, stimola la fantasia e favorisce i rapporti interpersonali, migliora la capacità espressiva e aiuta a controllare e canalizzare l’aggressività”.
Nel nostro Paese, nonostante l’accordo Stato-Regioni recepito con decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 28 febbraio 2003 e alcune iniziative legislative regionali, non esiste una disciplina nazionale che definisca figure professionali, standard e procedure. “Di qui – sottolinea l’on. Brambilla – la mia proposta di legge che punta a superare la fase dello spontaneismo, per tutelare adeguatamente i pazienti, gli operatori e gli animali stessi. La pet therapy, infatti, non è e non può essere “sfruttamento” degli animali. Al contrario, riconosce e valorizza una loro essenziale caratteristica, cioè la capacità di stabilire un rapporto emozionale profondo con gli esseri umani. E’ un importante strumento di co-terapia che meriterebbe più attenzione da parte delle istituzioni. Faccio appello a tutti i colleghi parlamentari perché la mia pdl possa essere presto esaminata ed approvata. Nel frattempo mi auguro che il maggior numero possibile di aziende ospedaliere segua il positivo esempio del Fatebenefratelli”.
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