Ha aperto gli interventi la vicesindaco di Verbania Marinella Franzetti, raccontando come nel 2005 il Comune sia stato il primo in Italia a regolamentare gli orari di gioco nei locali che ospitavano slot machine
“Il Piemonte avrà presto una legge per contrastare il gioco d’azzardo e sostenere Comuni e amministratori locali, nell’attesa di una legge dello Stato, nell’impari lotta contro sale giochi e slot machine. Ogni anno nella nostra regione si spendono circa 5 miliardi per il gambling, cui vanno a sommarsi i costi sociali legati all’impatto sulle famiglie e sull’economia e gli interessi da parte delle criminalità”. Lo ha annunciato il 5 marzo l’assessore alla Sanità Antonio Saitta nel corso del convegno “Ragazzi non giochiamoci. Minori e gioco d’azzardo”, organizzato dall’Osservatorio regionale sull’Usura nell’Aula di Palazzo Lascaris.
“Tappa privilegiata di un percorso – ha sottolineato il consigliere Gabriele Molinari, delegato all’Osservatorio – per sensibilizzare gli studenti delle scuole piemontesi sui temi della ludopatia e dell’educazione all’uso consapevole del denaro”.“Un’occasione – ha aggiunto l’assessore all’Istruzione Gianna Pentenero – per creare una rete sul territorio che possa diffondere la conoscenza del problema e prevenirlo, a cominciare dai ragazzi”.
Ha aperto gli interventi la vicesindaco di Verbania Marinella Franzetti, raccontando come nel 2005 il Comune sia stato il primo in Italia a regolamentare gli orari di gioco nei locali che ospitavano slot machine e ora, dopo che il Tar ha accolto il ricorso di un locale multato, si veda costretto a dover risarcire al locale una somma esorbitante per mancati guadagni.Il direttore alla Promozione della salute dell’Asl Vco Mauro Croce e Antonio Cajelli dell’Associazione art. 47 – Liberi dal debito hanno mostrato condizionamenti usati dai mass media per illudere le persone, fin dalla più tenera età, che la vita è facile e per viverla alla grande è sufficiente un click o un biglietto della lotteria.
Marco Zuffranieri del dipartimento di Psicologia dell’Università di Torino ha illustrato una ricerca sulla vulnerabilità delle persone rispetto ai condizionamenti del credito come sistema di soddisfazione di massa delle esigenze di consumo delle famiglie, che ha prodotto un sensibile aumento del numero di persone che s’indebitano in modo irragionevole e non sostenibile.
Il vicepresidente del Gruppo Abele Leopoldo Grosso ha sottolineato come fino al 1996 il gioco d’azzardo fosse rappresentato da Totocalcio, Lotto, Lotteria Italia e Totip. “Dal 1997 – ha denunciato – è cominciata la deregulation, nonostante il gioco d’azzardo in Italia continui a essere illegale. Le associazioni che combattono il gioco d’azzardo chiedono da anni una riduzione della pubblicità senza ottenere nulla e questo è nocivo, soprattutto per il pubblico meno consapevole”.
Il presidente dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza Vincenzo Spadafora ha concluso i lavori sottolineando che lo Stato è restio ad approvare una legge che limiti il gioco d’azzardo perché è anche con i soldi che provengono dal gioco d’azzardo che ripiana parte dei propri conti.
All’incontro hanno preso parte rappresentanti degli Istituti Pertini, Regina Margherita, Beccari, Grassi e Majorana di Torino, del Liceo Baldessano Roccati di Carmagnola (To), dell’Istituto Sraffa di Orbassano (To), del Liceo Govone di Mondovì (Cn) degli Istituti Umberto I ed Einaudi di Alba (Cn) e del Liceo Avogadro di Vercelli. Erano presenti, tra gli altri, il vicepresidente dell’Assemblea Nino Boeti e i consiglieri Giorgio Bertola, Valentina Caputo e Marco Grimaldi.
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