Si tratta di una brutta storia che fotografa un quadro complesso e prospetta un clima di conflittualità nelle scuole che non porta rispetto alla professionalità di molti docenti e lascia troppa discrezionalità nell’interpretazione di chi è chiamato a decidere nell’interesse degli studenti
Riceviamo e pubblichiamo
Il fenomeno delle cosiddette classi atipiche deriva dal fatto che alcune norme regolatrici del sistema sono state modificate attraverso l’azione di Riordino degli ordinamenti scolastici, mentre invece altre parti del sistema, pur non essendo adeguate al cambiamento, sono rimaste inalterate e pertanto si deve ricorrere ad “aggiustamenti in corsa”, in attesa che vengano formalmente riviste nella sede specifica. Le classi di concorso in base alle quali migliaia di docenti in questi anni hanno sviluppato le loro carriere (graduatorie di istituto, graduatorie per le supplenze e le assunzioni a tempo indeterminato) trovano la loro fonte normativa nel Decreto Ministeriale 30 gennaio 1998, n. 39. Ogni classe di concorso si collega ai percorsi universitari sostenuti e ai titoli culturali e professionali rilasciati, nonché ai rapporti con l’Amministrazione (individuazione della “disciplina’’, dei suoi parametri generali di riferimento e dell’abilitazione all’insegnamento).
Nell’articolo 64 della legge 133 del 6 agosto 2008 (conversione in legge del decreto legge 112 del 25 giugno 2008), si ponevano le basi per il riordino del “sistema-scuola” mirando ad una «razionalizzazione ed accorpamento delle classi di concorso, per una maggiore flessibilità nell’impiego dei docenti». Dal 2008 ad oggi, non si è ancora riusciti ad approvare tale regolamento, anche se già dal 2010 circolava una “bozza di regolamento” finito sotto il vaglio del Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione che ne richiedeva sostanziali modifiche e che ha dato seguito, nel maggio 2012 ad uno “schema di regolamento” a sua volta oggetto di polemiche e di contestazioni.Intanto la vita della scuola è andata avanti utilizzando forme provvisorie di adattamento confluite tra le Misure di supporto al Riordino dei cicli, che hanno inteso prioritariamente garantire l’occupabilità dei lavoratori della scuola.
In questo contesto sono nate le cosiddette “classi di concorso atipiche”, attraverso le quali gli insegnamenti che confluiscono in più classi di concorso del vecchio ordinamento vengono “riadattati” in modo funzionale al nuovo sistema attraverso atti normativi espressi sotto forma di decreto e di nota ministeriale. In tale contesto naturalmente è stata anche praticata tutta la normativa relativa al nuovo concorso per reclutare nuovi docenti (D.D.G. n. 82 del 24 settembre 2012). Venuti a conoscenza dei contenuti dello “schema regolamentare” sono nate sin da subito forti aspettative e sono sorti conseguentemente antipatici “conflitti di competenza” tra docenti di diverse classi di concorso laddove si sono riscontrate modificazioni nell’attribuzione degli insegnamenti in relazione al nuovo ordinamento. Di fronte ad un provvedimento peraltro sempre “in fieri” il Ministero ha dato interpretazioni non sempre univoche, fornendo anche soluzioni in chiara contraddizione tra vari Uffici, soprattutto soprattutto a livello periferico. La Magistratura, più volte intervenuta, ha inteso soprattutto rimarcare il ritardo nell’operato dell’Amministrazione, giungendo di recente anche a disapplicare provvedimenti direttoriali. Gran parte della matassa intricata è stata lasciata all’interpretazione e soprattutto al “buon senso” dei dirigenti scolastici coinvolti nell’attribuzione delle “cattedre”.
In definitiva si tratta di una brutta storia che fotografa un quadro complesso e prospetta un clima di singolare conflittualità nelle scuole che non porta assolutamente rispetto alla professionalità di molti docenti e lascia troppa discrezionalità nell’interpretazione di chi è chiamato a decidere nell’interesse degli studenti. Per questo motivo questa Associazione, su forte e motivata richiesta di tanti suoi iscritti, ha deciso di aprire un ampio dibattito in proposito, volto soprattutto ad individuarne i risvolti ed rilievi più significativi sotto il profilo didattico e curricolare. Si invitano dunque associati e simpatizzanti a fornire la più ampia e documentata partecipazione ad un Forum che chiameremo “atipicità e professionalità dei docenti”
Il Presidente Nazionale
Ezio Sina
Che cos’è Apidge ?
L’APIDGE si propone come interlocutore critico e propositivo delle istituzioni per tutti gli aspetti che riguardano la professione docente, partendo dal presupposto che nessun sistema scolastico può raggiungere le sue finalità formative se gli insegnanti, individuati come professionisti responsabili e non come meri esecutori, non sono messi nelle migliori condizioni per svolgere la loro attività di estrema rilevanza sociale.
L’APIDGE intende evidenziare, promuovere e sviluppare, in primo luogo tra i docenti, una cultura e una coscienza professionale contro i pericoli di impiegatizzazione e di riduzione al fatto burocratico dell’attività di insegnamento. Strumento fondamentale per raggiungere pienamente tale scopo è la costituzione di un ORDINE PROFESSIONALE degli insegnanti che divenga parte essenziale dei processi di reclutamento dei docenti e della loro formazione iniziale ed in servizio, che promuova un rigoroso Codice Deontologico-Professionale e che partecipi a pieno titolo nelle varie fasi divalutazione di sistema
L’APIDGE si propone perciò come interprete e portavoce di quel disagio che abbia ragioni coerentemente professionali e come interlocutore con le Istituzioni per tutte le questioni afferenti la FUNZIONE DOCENTE attraverso attività di formazione, di informazione e di confronto attraverso pubblicazioni, eventi, convegni, momenti di dibattito sulle questioni didattico-disciplinari e professionali con tutte le componenti della società e in stretto collegamento con analoghe esperienze a livello europeo
L’APIDGE, in pieno rispetto al sistema dell’autonomia scolastica, ritiene necessario che funzioni e retribuzioni in ambito scolastico siano diversificate contro ogni forma di egualitarismo e appiattimento economico e professionale